Advertisement
I doppiatori del cinema italiano

Dalla nascita negli Anni Trenta all'evoluzione della tecnica, da Alberto Sordi a Roberto Pedicini, ecco la storia del nostro doppiaggio.
di Alessandro Delfino

lunedì 14 giugno 2021 - Longform

Il corpo e la voce, due mezzi fortissimi, che ci permettono di comunicare il nostro essere, la nostra personalità al resto del mondo; difficile immaginare l’uno senza l’altro. Come è difficile, soprattutto nel mondo della recitazione immaginare un attore senza uno di questi due mezzi: potrebbe sembrare ”dimezzato”. Eppure c’è stato un tempo in cui esistevano attori senza voce, ma con un corpo fortemente comunicativo, poi arrivarono gli attori “senza corpo”, o meglio... senza il loro corpo. Artisti nell’ombra che, come i grandi illusionisti, con un trucco scenico, riescono ad impossessarsi di un altro corpo e far parlare nella nostra lingua un attore o un’attrice e a farci emozionare attraverso il loro sguardo e il loro magnifico corpo.
Vengono chiamati doppiatori, anche se sarebbe più giusto chiamarli… ”doppiattori”, per il duplice lavoro che svolgono, ovvero quello non solo di recitare sopra un altro viso ed un altro corpo, ma replicare in una sala buia di registrazione (e in poco tempo) le stesse emozioni che gli attori hanno provato sul set, aiutati dalla scenografia e dal regista.
Un compito quindi per nulla facile, che richiede non solo un'enorme sensibilità, ma oltre ad una tecnica impeccabile (ma neanche troppo perfetta, ne parleremo più tardi), serve soprattutto un forte background da attori.
Sì! Bisogna essere attori per fare i doppiatori, la favola della bella voce è un mito che purtroppo ancora contribuisce a creare confusione, ma... non esistono solo voci belle e personaggi affascinanti. Tante volte bisogna doppiare personaggi difficili, buffi o con una caratterizzazione particolare; proprio per questo serve una forte preparazione da attore per riuscire a gestire i diversi ruoli che ogni volta gli attori al leggio si prestano a dover interpretare. Ecco quindi la difficoltà estrema di dover rendere un’emozione “a freddo”, in poco tempo e solo con la voce, seguendo un altro corpo e uno schema già fatto, come un’artista musicale si butta anima e corpo ad eseguire una cover di un’opera già fatta. Questo è in sintesi il lavoro del doppiatore (anche se tutto il sistema doppiaggio comprende altre figure altrettanto importanti), ma la storia del doppiaggio è antica quasi quanto la nascita del cinema; e noi dedichiamo questo articolo alla creazione ed evoluzione di questa ingegnosa tecnica che portò grandi attori del muto come Rodolfo Valentino, Stan Laurel & Oliver Hardy, Charlie Chaplin e molti altri a “parlare” in italiano.

I capitoli della storia del doppiaggio italiano:
1927: GLI ATTORI NON FANNO PIÙ SCENA... MUTA
1930-50: GLI ATTORI PARLANO ITALIANO - Le prime generazioni di doppiatori
1960-70: LA BATTAGLIA DEL VOLTO E DELLA VOCE - Il dopoguerra e il cinema di genere
1980-90: VOCI IN TV - La scuola milanese
2000-OGGI: VOCI IN STREAMING - Le nuove generazioni e l'avvento delle serie tv


 

1927: GLI ATTORI NON FANNO PIÙ SCENA... MUTA


In foto Stan Laurel & Oliver Hardy - in arte Stanlio e Ollio - e Alberto Sordi, doppiatore di Ollio. Mauro Zambuto è invece il doppiatore di Stanlio.

Immaginatevi un mondo parallelo al vostro, dove è tutto in bianco e nero, non possiamo parlare, ma esprimerci solo con il linguaggio del corpo e l’unico suono che sentiamo è la musica che accompagna il nostro umore, le nostre emozioni in un preciso momento. Oggi sembra fantascienza, ma fino al 1927 era così; non parlo ovviamente della realtà, ma di quella celluloide, della settima arte, quel cinema inventato molto tempo prima dai fratelli Lumiere e sviluppato da geni come Georges Méliès, Eisenstein e tantissimi altri. E che aveva fatto la fortuna di attori brillanti come Charlie Chaplin, Buster Keaton, Stan Laurel & Oliver Hardy, Groucho Marx e divi come Greta Garbo e Rodolfo Valentino, talmente belli ed eterei da non voler rovinare la loro magia osando parlare (si dice che Valentino avesse una voce tutt’altro che aggraziata).
Arriva il film Il cantante di jazz, dove il protagonista dice poche parole, ma quanto basta per rivoluzionare il mondo del cinema e a convincere tutti che il sonoro è il nuovo stadio evolutivo del cinema. Tutti, persino i più scettici (come Charlie Chaplin, che era convinto che il Vagabondo, suo famosissimo personaggio, non dovesse mai parlare per non rovinare la magia del momento) si convincono; restava solo un problema: l’esportazione del film oltre i confini e soprattutto la comprensione da parte del pubblico, che prima col muto arrivava dappertutto. Quale soluzione adottare? I sottotitoli non potevano essere utilizzati, sia per limiti tecnici, sia per l’analfabetismo, molto alto negli Anni Venti, soprattuto nel nostro Bel paese, sotto regime. Arriva in primis una soluzione più primitiva: far recitare agli attori le stesse scene, ma in lingue diverse; gli esempi più famosi rimangono Stan Laurel & Oliver Hardy, che verranno ribattezzati affettuosamente dal pubblico italiano Stanlio e Ollio. In uno dei loro primi film, Muraglie, recitano diverse scene in diverse lingue (spagnolo, tedesco, francese e anche italiano) ed è proprio da lì che nasce la celebre caratterizzazione all’inglese con l’accento sbagliato che tanto ha fatto la fortuna dei due personaggi da noi in Italia. Merito soprattutto di due attori, Mauro Zambuto, voce di Stan Laurel ed un giovanissimo Alberto Sordi, che comincia la sua carriera proprio come doppiatore, vincendo un concorso per doppiare Hardy. La loro caratterizzazione buffissima (l’accento grave di Sordi e il falsetto di Zambuto, assenti nelle voci originali) ha talmente tanto successo che i due non solo incontreranno i due attori inglesi alla premiere a Roma del loro ultimo film, Atollo K, ma delizieranno i bimbi italiani con un siparietto improvvisato doppiando dal vivo i loro “Stanlio e Ollio”; in seguito Sordi sarebbe diventato l’attore che tutti conosciamo e Zambuto avrebbe abbandonato la recitazione per l’insegnamento. Ma questo sarà solo l’inizio di una lunga serie di attori teatrali che ad un certo punto, decideranno di provare a dare voce, corpo e anima non solo ad attori stranieri, ma anche… agli stessi attori italiani.

 

1930-50: GLI ATTORI PARLANO ITALIANO


In foto, da sinistra, Tina Lattanzi doppiatrice di Greta Garbo, e Clark Gable doppiato da Gino Cervi.

Il vero doppiaggio, quello ufficiale, nasce nel 1932, sia per la lavorazione dei primi film sonori, che per l’edizione di film stranieri, ovviamente a Roma, all’epoca gli unici in possesso delle attrezzature giuste per eseguire i doppiaggi delle pellicole.
Gli anni trenta possono essere divisi in due parti: prima del 1935 e dopo il 1935; all’inizio il doppiaggio era molto rudimentale e la maggior parte degli interpreti provenivano dal teatro o dalla prosa radiofonica; nomi come Mario Ferrari (voce di Boris Karloff e Walter Pidgeon), Romolo Costa (prima voce di Gary Cooper e Clark Gable), Gero Zambuto (padre del più famoso Mauro Zambuto e prima voce di Eolo in Biancaneve e i sette nani), il grandissimo Gino Cervi (voce di Clark Gable in Accadde una notte e famoso come voce di attori shakesperiani come Orson Welles in Macbeth, Otello, David e Golia e Laurence Olivier in Enrico V, Amleto, Gli occhi che non sorrisero, Riccardo III), Paolo Stoppa (Richard Widmark e Kirk Douglas in alcune interpretazioni), Mario Besesti (Mangiafuoco in Pinocchio), Olinto Cristina (C. Aubrey Smith in Tarzan, l’uomo scimmia), Augusto Marcacci (Alan Ladd, Clifton Webb e Alec Guinness), Giulio Panicali (Tyrone Power, Bing Crosby, Robert Mitchum e Kirk Douglas), Sandro Ruffini (prima voce di Jean Gabin e Charlie Chaplin in Luci della ribalta), Augusto Galli (Orson Welles in Quarto potere) e sua moglie Rosina (Joan Crawford in alcune interpretazioni, Myrna Loy e Lana Turner), Tina Lattanzi (prima grande voce di successo di attrici iconiche come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Rita Hayworth e Joan Crawford, oltre che voce di tante antagoniste di film di animazione, come la Regina Grimilde in Biancaneve e i sette nani e Malefica in La bella addormentata nel bosco), Lydia Simoneschi (considerata la regina del doppiaggio italiano, prestando la sua voce a grandi dive hollywoodiane come Ingrid Bergman, Barbara Stanwyck, Joan Crawford, Bette Davis, Maureen O’Hara, Vivien Leigh, persino in varie occasioni ad attrici italiane come Sophia Loren e Silvana Pampanini, voce di tanti film di animazione Disney famosi, tra cui la fata madrina di Cenerentola (ridoppiaggio), la fata azzurra di Pinocchio, Maga Magò in La spada nella roccia e Lady Cocca in Robin Hood), Andreina Pagnani (Katharine Hepburn in La regina d’Africa, Gloria Swanson in Viale del tramonto, Gina Lollobrigida in Campane a martello), Rina Morelli (Nina Foch in I dieci comandamenti), Judy Holliday, Bette Davis in Che fine ha fatto Baby Jane?, la fata Fauna in La bella addormentata nel bosco), Giovanna Scotto (Ingrid Bergman in Casablanca, Claudette Colbert, Agnes Moorehead, Mary Astor e Jane Darwell, voce di Cenerentola nel primo doppiaggio), Marcella Rovena (Anna Magnani in La principessa Tarakanova), Nella Maria Bonora (Claudette Colbert in Accadde una notte), Miranda Bonansea (doppiatrice ufficiale di Shirley Temple e Marilyn Monroe in film come Gli uomini preferiscono le bionde, La tua bocca brucia e Il magnifico scherzo).
Dopo il 1935 il doppiaggio migliora talmente tanto che molti film vengono ridoppiati solo pochi anni dopo e, a questa primissima generazione si aggiungono attori che, non solo si dedicarono quasi esclusivamente al doppiaggio, ma rimarranno nella storia di esso e nella memoria collettiva del pubblico; molti di questi avranno una carriera talmente lunga da durare fino anche fino agli anni ottanta.

Doveroso nominare:
Emilio Cigoli, la voce classica per eccellenza di quegli anni, dotato di un timbro caldo e virile, ricordato in primis come voce ufficiale del rude cowboy John Wayne in quasi tutte le sue interpretazioni più famose (Ombre rosse, Vento selvaggio, Rio Bravo, Un dollaro d’onore, L’uomo che uccise Liberty Valance, Il Grinta), ma non solo; voce ufficiale dell’attore francese Jean Gabin, di Burt Lancaster, Gregory Peck, Gary Cooper, Clark Gable (sua la celebre frase "Francamente me ne infischio" in Via col vento), William Holden, Charlton Heston, Vincent Price, Marlon Brando in Fronte del porto, Orson Welles nel ridoppiaggio di Quarto potere e tantissimi altri divi a cavallo tra gli anni 40 e gli anni sessanta.
Lauro Gazzolo, voce caratterista per eccellenza in tanti film western, ma soprattutto voce di tanti personaggi animati come il gufo di Bambi, Anacleto in La spada nella roccia, Whisky in Lilli e il vagabondo.
Gualtiero De Angelis, voce ufficiale di James Stewart e Cary Grant, che darà seguito ad una delle più famose famiglie del doppiaggio che durano ancora oggi
Giorgio Capecchi, voce roca e autoritaria, ad esempio di Re Uberto in La bella addormentata nel bosco e Sir Pilade in La spada nella roccia
Stefano Sibaldi, voce elegante, ricordato soprattutto nella Disney come voce del topolino Timoteo in Dumbo, del protagonista canino Biagio in Lilli e il vagabondo e il matto Stregatto in Alice nel paese delle meraviglie.
Carlo Romano, un’altra famosissima voce caratterista dell’epoca, inventore in Italia della caratterizzazione “mangiucchiata” di Jerry Lewis, voce di Fernandel nel simpatico personaggio di Don Camillo nella serie di film in coppia con Gino Cervi/Peppone e anch’egli voce di tanti personaggi Disney iconici, come Il grillo parlante in Pinocchio, il re in Cenerentola (ridoppiaggio), lo sceriffo di Nottingham in Robin Hood.
Renata Marini, voce di tante attrici, ma soprattutto della prima Audrey Hepburn, in film come Vacanze romane e Sabrina
Wanda Tettoni, Katharine Hepburn, Madame Adelaide in Gli Aristogatti e la strega in Biancaneve e i sette nani (ridoppiaggio)
Rosetta Calavetta, famosa soprattutto per essere la voce ufficiale di Marilyn Monroe in tantissime sue interpretazioni e aver portato il personaggio della “bionda svampita” e di Crudelia Demon in La carica dei 101.
Molto importante la seconda e soprattutto la terza generazione che porteranno tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta e per tutti gli anni settanta una rivoluzione nel mondo del doppiaggio.

 

1960-70: LA BATTAGLIA DEL VOLTO E DELLA VOCE


In foto, da sinistra, Oreste Lionello doppiatore di Woody Allen.

Il dopoguerra porta un profondo cambiamento nel mondo del cinema; dopo la caduta del regime (che vietava l’importazione delle pellicole straniere in italia) gli anni ’50 troveranno una rinascita artistica del nostro paese, soprattutto con l’avvento del neorealismo e l’esplosione della commedia all’italiana. Il doppiaggio passa un periodo particolare e di grandissimo lavoro, non solo continuando a doppiare i numerosi film americani in uscita, ma soprattutto i nostri film italiani. Non esiste ancora la presa diretta e tutte le battute, i rumori di fondo e le musiche vengono ricreati in sala di doppiaggio; addirittura registi come Fellini fanno dire i numeri agli attori sul set (che in realtà erano più persone prese dalla strada) per poi farli doppiare dagli attori al leggio in sala. Succede così che tante dive agli inizi della loro carriera, come Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Claudia Cardinale vengano doppiate ad esempio da Lydia Simoneschi, soprattutto Sophia Loren in molte sue interpretazioni internazionali con i gradi divi dell’epoca.
Spuntano però, insieme ai giovani divi nazionali ed internazionali anche giovani voci al leggio (già partiti a metà del decennio precedente) che lasceranno un’impronta nella storia del doppiaggio e del cinema.
Giuseppe Rinaldi, considerato ad oggi il più grande doppiatore della storia, dotato di una voce talmente duttile da doppiare attori diversissimi tra di loro come: Paul Newman (sua voce ufficiale in tanti film, come La Stangata, Lassù qualcuno mi ama, Lo spaccone, Il colore dei soldi), Marlon Brando (voce ufficiale in film come Il padrino (guarda la video recensione), Superman, Ultimo tango a Parigi), Rock Hudson, Peter Sellers (inventore della caratterizzazione francese dei film sulla Pantera Rosa), Jack Lemmon (voce ufficiale in film come A qualcuno piace caldo, La strana coppia, That’s amore), Richard Burton (La bisbetica domata), Frank Sinatra (famosa la battuta di Sinatra quando chiese a Rinaldi: “Ma tu mi doppi anche quando canto?" E lui rispose: "Certo…è per merito mio se ti chiamano The Voice”), Clint Eastwood, Charles Bronson e tantissimi altri.
Pino Locchi, un altro pilastro del periodo d’oro del doppiaggio, che rimarrà famoso come voce ufficiale dell’agente James Bond 007 doppiando sia Sean Connery, George Lazenby e Roger Moore, come voce ufficiale dello stesso Sean Connery, in tanti film cult come Gli intoccabili, Il nome della rosa, Indiana Jones e il tempio maledetto), di Tony Curtis (Qualcuno piace caldo, Operazione sottoveste, Attenti a quei due), Sidney Poitier, Jean-Paul Belmondo. Famoso anche come voce di alcuni attori italiani, ad esempio: Terence Hill in tutti i film con Bud Spencer (da Trinità ad Altrimenti ci arrabbiamo) e anche da solista (Il mio nome è nessuno, Poliziotto superpiù), Giuliano Gemma (Anche gli angeli mangiano fagioli, Un dollaro bucato, I giorni dell’ira, California) e Maurizio Merli (Roma a mano armata, Il cinico, l’infame e il violento).
Renato Turi, voce tagliente, ufficiale di Walter Matthau e del maggiordomo Edgar in Gli aristogatti Gianfranco Bellini, altra elegantissima voce, famoso soprattutto per due ruoli: Rudy in La carica dei 101 e il computer Hal in 2001: Odissea nello spazio (guarda la video recensione) di Stanley Kubrick
Mario Pisu, voce di Anthony Quinn, Dhia Cristiani (Anne Baxter, Esther Williams), Flaminia Jandolo (la dolcissima Lilli in Lilli e il vagabondo, Brigitte Bardot, Peggy in La carica dei 101, Fata Serenella in La bella addormentata nel bosco) e i giovani Corrado Pani (Pinocchio, Peter Pan), Luciano De Ambrosis e soprattutto Maria Pia Di Meo, che diventerà parte integrante della generazione successiva.

Gli anni sessanta e settanta porteranno un grosso cambiamento nel modo di recitare; i vecchi divi come John Wayne, Humphrey Bogart, Marlene Dietrich devono cedere il passo ad attori che fanno del metodo un successo, interpretando il personaggio e non più sé stessi. I primi ad esempio a portare questo cambiamento saranno Paul Newman, James Dean e Marlon Brando, che verranno poi seguiti a ruota da attori come Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Robert De Niro, Al Pacino e Meryl Streep.
Anche il doppiaggio si adatta al cambiamento, cominciano ad avere successo le voci sporche, con una dizione non più così perfetta, a “buttare” via le battute piuttosto che cantarle come in passato, adattandosi all’attore e soprattutto al personaggio da doppiare. Anche se arrivato dopo, il promotore di questo cambiamento sarebbe stato Ferruccio Amendola, che da caratterista iniziale di brusii (il brusio sono le comparsate vocali nel doppiaggio da poche battute) diventa voce ufficiale di tanti attori importanti di quel periodo. Il primo è sicuramente Dustin Hoffman, che dopo il grande successo de Il Laureato (dove lo doppia per la prima volta Luigi “Gino” La Monica, voce elegante anch’egli ai suoi esordi) ritorna nel film Un uomo da marciapiede con un personaggio completamente diverso dal precedente, e il direttore di doppiaggio Mario Maldesi ha la geniale intuizione di mettere su questo vagabondo Rico, detto Sozzo, una voce sporca, con un accento napoletano per enfatizzare ancora di più. E Ferruccio Amendola si rivela talmente perfetto da finire a doppiare Hoffman in tanti altri titoli famosi della sua carriera: Piccolo grande uomo, Kramer contro Kramer, Rain Man, Hook-Capitan Uncino, Eroe per caso e tantissimi altri. Ma Amendola diventerà famoso anche come voce di altri importanti attori del cinema contemporaneo: Robert De Niro, con cui inizierà un sodalizio dal film Taxi Driver di Martin Scorsese, fino a doppiarlo nella maggior parte dei suoi cult (Toro scatenato, Quei bravi ragazzi, C’era una volta in America, Heat - La sfida tra i tanti) dandogli quella caratterizzazione “mafiosa” che con lo sguardo corrucciato di De Niro si sposa perfettamente. Sua anche la voce del primo Al Pacino, nella trilogia del Padrino, in Serpico, E giustizia per tutti, Sesso e potere e soprattutto Scarface, con il personaggio ormai diventato cult del gangaster Tony Montana. Sylvester Stallone, che dopo il grande successo di Rocky (doppiato però inizialmente da Gigi Proietti) avrà successo non solo con la saga del pugile, ma anche con Rambo e i personaggi d’azione in tutti gli anni ottanta. Infine non meno importante, il connubio con Tomas Milian, che da noi diventerà famoso con i due personaggi di Sergio Marazzi, detto Er Monnezza, e il maresciallo Nico Giraldi, doppiati con un’inconfondibile caratterizzazione romana dallo stesso Amendola.
Ma altri di questi avranno la medesima importanza: Oreste Lionello, attore, comico e cabarettista, diventerà negli sessanta e settanta una figura importantissima nel mondo del doppiaggio, voce di tanti attori come Peter Sellers in Il Dottor Stranamore, Gene Wilder (suo il “Si può fare” del famoso dottor Frankenstein in Frankenstein Junior di Mel Brooks), Charlie Chaplin nel ridoppiaggio di Il grande dittatore, Groucho Marx in La guerra lampo dei fratelli Marx e soprattutto l’attore/regista Woody Allen, il quale donerà una maschera nevrotica e divertentissima al personaggio in Italia che lo stesso Allen, dopo la morte di Lionello, confesserà di essere stato reso più bravo da lui.
Nando Gazzolo, figlio di Lauro, voce meravigliosa di attori come David Niven, Richard Widmark, Henry Fonda, Michael Caine e Clint Eastwood (in Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo), di Franco Nero in film come Django, Il mercenario e Le colt cantarono la morte e fu tempo di massacro e Gian Maria Volonté in Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più
Massimo Turci, voce di Anthony Perkins e Jon Voight in Un uomo da marciapiede)
Cesare Barbetti, voce di Robert Redford, Steve McQueen e Kevin Kline, Sergio Graziani, voce di Donald Sutherland, Franco Nero in Il giorno della civetta, Terence Hill in Dio Perdona...io no, I quattro dell’Ave Maria, La collina degli stivali, Preparati la bara e Il vero e il falso
Riccardo Cucciolla, voce di Claudio Villa in tanti musicarelli, James Caan, John Cazale, Jonathan PryceManlio De Angelis, voce di Joe Pesci, Richard Dreyfuss, Alan Arkin e Roy Scheider, figlio di GualtieroSergio Fiorentini, voce di Gene Hackman e di Benny Hill; Glauco Onorato, voce di Charles Bronson, Lino Ventura, James Coburn, Arnold Schwarzenegger, Danny Glover, ma soprattutto di Carlo Pedersoli, Bud Spencer, che doppierà da Dio perdona... io no del 1967 fino a Big Man del 1990 in tutti i film di successo di Spencer (compresi quelli in coppia con Hill) dando la caratterizzazione che tanto ha portato fortuna all’attore napoletano da noi in Italia; Giorgio Piazza (voce di James Stewart nei ridoppiaggi dei suoi film), Adalberto Maria Merli, Pino Colizzi (voce di Michael Douglas e di Robin Hood del 1973), Sergio Tedesco (voce di tanti personaggi western e Disney come Il principe Filippo in La bella addormentata nel bosco, Kaa in Il libro della giungla e Sir Biss in Robin Hood), Sergio Di Stefano (Kevin Costner in alcune interpretazioni, Jeff Bridges, John Malkovich, Christopher Lambert ed in seguito il Dr. House di Hugh Laurie), Michele Gammino, voce di Harrison Ford, Steven Seagal, Kevin Costner, Terence Hill, Bill Murray), Renato Mori (Morgan Freeman), Rita Savagnone (Sophia Loren, Claudia Cardinale, Liza Minnelli, Vanessa Redgrave, Shirley Maclaine), Melina Martello (Diane Keaton), Vittoria Febbi (Alice in Alice nel paese delle meraviglie), Sonia Scotti (Whoopi Goldberg, Glenn Close, Judi Dench), Solveyg D’Assunta (Claudia Cardinale in Il gattopardo) e tantissimi altri. Ma soprattutto Maria Pia Di Meo, che sarebbe diventata famosa, come doppiatrice di Audrey Hepburn, Barbra Streisand, Julie Andrews, ma soprattutto Meryl Streep, che a partire da Il cacciatore (guarda la video recensione) diventerà (salvo eccezioni) voce ufficiale dell’attrice ancora oggi.
Questo periodo rimane noto per l’esplosione dei film di genere italiani (western, gialli, polizieschi ecc) che portano i doppiatori a dover prestare la voce a star italiane con poca esperienza nella recitazione oppure a star straniere messe per esportare il prodotto all’estero. Famosa la battaglia voce-volto capeggiata dall’attore Gian Maria Volonté che vide un gruppo folto di doppiatori ribellarsi e non accettare più di doppiare gli attori italiani, pratica che comincia dai tempi del neorealismo fino a diminuire sempre di più col tempo, sul finire degli anni ottanta.

 

1980-90: VOCI IN TV


In foto, da sinistra Luca Ward, il doppiatore di Russell Crowe e Francesco Pannofino, voce di George Clooney.

Gli anni Ottanta sarebbero stati il decennio che avrebbe portato ancora cambiamenti, soprattutto dal punto di vista artistico che tecnico. Sarebbero nate le prime soap opere, quindi i primi prodotti seriali per la tv che avrebbero un po’ sopraffatto i film rendendo di conseguenza il doppiaggio più incline a doversi ancora una volta adattare a queste esigenze. Con la diffusione di questi prodotti era cresciuta anche l'offerta di lavoro, quindi il bisogno di nuove voci giovani e adatte al ritmo più frenetico rispetto agli anni precedenti. Nascono così, a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, la quarta generazione che avrebbe portato ulteriore freschezza al panorama del doppiaggio, gente come: Tonino Accolla, grande allievo di Renato Izzo che, prima col gruppo Trenta, poi autonomamente, avrebbe portato ulteriore rivoluzione nel mondo del doppiaggio, sia come attore che come direttore di doppiaggio. Sua la voce su Tom Hanks in film come Turner e il casinaro, Splash - Una sirena a Manhattan e Graffiti Bridge, Ralph Fiennes in Strange Days, Mickey Rourke in 9 Settimane e 1/2 e Angel Heart, Hugh Grant in Nine Month, Jim Carrey in Ace Ventura - L’acchiappanimali e Missione Africa, Io, me e Irene e Una settimana da Dio, Billy Crystal in Harry ti presento Sally e Scappo dalla città, Kenneth Branagh in Enrico V e Molto rumore per nulla, ma soprattutto Eddie Murphy, con cui inaugurerà un sodalizio voce-volto da 48 ore in poi (in tutti i suoi film cult Beverly Hills Cop, Il principe cerca moglie, Il professore matto) inventando quella celebre risata che tanto ha fatto ridere noi pubblico italiano. Sua anche la voce del famoso Homer Simpson della celeberrima saga animata.
Claudio Sorrentino, partito come bambino attore prodigio, doppiando negli anni settanta Ron Howard nella serie cult Happy Days fino ad arrivare a diventare voce ufficiale e ricorrente di attori come Mel Gibson (Arma letale, Braveheart, Il Patriota e tanti altri), John Travolta (Staying Alive, Pulp Fiction, Mad City, Get Shorty), Bruce Willis (Die Hard, Ancora vivo, Alpha Dog), Jeff Bridges (Iron Man, Tucker), Sylvester Stallone (Copland).
Paolo Buglioni, voce di Nick Nolte, Alec Baldwin e Samuel L. Jackson, Oreste Rizzini, voce di Michael Douglas e Bill Murray (nei Ghostbusters, Lost in Translation e Broken Flowers), Mino Caprio (famoso oggi per la voce di Peter Griffin nella serie I Griffin), Romano Malaspina, voce famosa negli anime giapponese cult come Jeeg Robot d’acciaio e UFO Robot Goldrake. Roberto Pedicini, voce suadente di attori come Mickey Rourke in Rusty il selvaggio, Patrick Swayze in Dirty Dancing, Bruce Willis in Trappola di cristallo, Tom Hulce (Mozart) in Amadeus, ma soprattutto voce ufficiale di attori come Kevin Spacey (American Beauty, I soliti sospetti, House of cards), Jim Carrey (Batman forever, The Truman Show, The Majestic, Eternal Sunshine of the Spotless Mind), Woody Harrelson (Assassini nati, Now you see me), Javier Bardem (Carne tremula, Non è un paese per vecchi, Vicky Cristina Barcelona), Ralph Fiennes (Schindler’s list (guarda la video recensione), Red Dragon) e di personaggi animati come Pippo e Gatto Silvestro.

Le sorelle Izzo, figlie di Renato Izzo, ovvero Simona Izzo (Kim Basinger), Giuppy Izzo (Renée Zellweger), Rossella Izzo (Meryl Streep, Rene Russo) e Fiamma Izzo, che diventerà in seguito una delle più importanti direttrici del doppiaggio.
I fratelli Rossi, ovvero Massimo Rossi (Sean Penn, Charlie Sheen), Emanuela Rossi (Michelle Pfeiffer, Rene Russo, Carrie-Anne Moss, Emma Thompson), Riccardo Rossi (Ben Affleck, Adam Sandler, Johnny Depp, Christian Slater, Christian Bale, Mark Ruffalo, Sam Rockwell).
I fratelli Acerbo, ovvero Sandro (Michael J.Fox, Brad Pitt, Robert Downey Jr, Will Smith) e Rossella (Drew Barrymore); i fratelli Ward, ovvero il più famoso Luca (Russell Crowe, Pierce Brosnan, Jean-Claude Van Damme, Antonio Banderas, Gerard Butler, Hugh Grant, Samuel L. Jackson), e Andrea Ward e Monica Ward, famosi soprattutto per personaggi come Ratman e Lisa Simpson e Steve Hurkel di Otto sotto un tetto
I fratelli Boccanera, Laura (Jodie Foster, Julia Roberts, Sandra Bullock, Candy in Candy Candy) e Fabio (Johnny Depp, Colin Farrell, Ben Affleck)

Francesco Pannofino, oggi popolare attore, che inizia la sua carriera doppiando il personaggio del contabile nel film Gli intoccabili fino ad arrivare a doppiare negli anni novanta mostri del calibro di Denzel Washington, George Clooney, Jean-Claude Van Damme, Kurt Russell, Michael Madsen 
Carlo Valli, voce di tanti attori come Kurt Russell, Bill Pullman, ma soprattutto di Robin Williams in tutte le sue famose interpretazioni, dividendosi il leggio con Marco Mete, voce oltre che di Williams anche di Bruce Willis in molte interpretazioni, Kevin Bacon e di personaggi come Daffy Duck e Roger Rabbit
Cristina Boraschi, voce ufficiale di Julia Roberts, Sandra Bullock, Meg Ryan
Luca Biagini, voce di Michael Keaton, John Malkovich, Hugh Laurie, Colin Firth, Stanley Tucci e tanti altri. Fino agli anni Settanta il doppiaggio si era svolto prevalentemente a Roma, ma negli anni Ottanta e Novanta sarebbe nato (e soprattutto diffuso) anche al nord, soprattutto a Milano, con l’avvento della Fininvest (futura Mediaset) di Silvio Berlusconi. Cominciano ad arrivare sempre più cartoni animati, soprattutto giapponesi (che già erano popolari negli anni precedenti, ma in quel periodo ci sarebbe stata una vera invasione) e nascono società importanti come la Merak, lo studio P.V., LogoSound e tante altre. Nasce una squadra milanese destinata a rendere iconici tanti personaggi amati da quella generazione: Ivo De Palma (voce di Pegasus dei I cavalieri dello Zodiaco, Vernon in Tartarughe Ninja alla riscossa, Mahoney in Scuola di polizia, Robin Hood in Robin Hood, Mirko in Kiss Me Licia), Marco Balzarotti (Batman nelle serie animate dagli anni novanta in poi, Milord in Sailor Moon, Shredder in Tartarughe Ninja alla riscossa, Syrio/Dragone in I cavalieri dello zodiaco, Elisabetta Spinelli (Usagi Bunny Tsukino in Sailor Moon, Kiki in Dragon Ball), Emanuela Pacotto (Bulma in Dragon Ball, Jessie in Pokemon), Davide Garbolino (Johnny in È quasi magia Johnny, Ash in I pokemon, Michelangelo in Tartarughe Ninja alla riscossa, Robin/Dick Graison in Batman TAS), Pietro Ubaldi (Taz in Tazmania, Pelle Ossa, Conte Dacula e tanti altri), Debora Magnaghi (Amy/Sailor Mercury in Sailor Moon), Luca Bottale (Red Ranger in Power Rangers, Usop in One Piece), Patrizio Prata (Ghinta in Piccoli problemi di cuore, Zoro in One Piece), Paolo Torrisi (Andrea in Kiss Me Licia, Goku adulto in Dragon Ball), Patrizia Scianca (Goku piccolo in Dragon Ball), Marcella Silvestri (Rossana in Rossana, Crilin in Dragon Ball), Simone D’Andrea (che avrebbe avuto un grandissimo successo a Roma dagli anni 2000 in poi diventando voce di Colin Farrell e Matt Damon) e tantissimi altri.

La curiosità dei cartoni di quell’epoca è che, sia che venissero doppiati a Roma che a Milano, venivano non solo parecchio censurati, ma cambiati e adattati per il pubblico italiano, forse per timore che la cultura giapponese all’epoca non venisse compresa. Molti nomi giapponesi infatti vengono cambiati in italiano o addirittura in inglese, lingua più commerciale e facilmente comprensibile (es. Capitan Tsubasa in italia diventa Oliver Artom e il protagonista assoluto diventa coprotagonista assieme al portiere Genzo, che si trasforma in Benji Price). Vengono persino cambiate alcune storie, rispetto all’originale. Ad esempio Mila Azuki, altra protagonista assoluta, non solo diventa anch’ella coprotagonista assieme al suo amore Shiro (in realtà poco più che comparsa nella serie) ma viene anche trasformata in cugina di Mimì Hahiuara, altra protagonista di un cartone precedente, per questioni commerciali. Ma anche molte serie tv iconiche degli anni Novanta avrebbero subito pesanti modifiche, ad esempio La tata, sitcom del 1993: Fran, di origini ebraica, diventa Francesca, di origini italiane e addirittura cambiano le parentele dei personaggi di contorno; altro esempio Will The Fresh Prince of Bel Air, che diventa Willy, il principe di Bel Air, cambiando il nome per renderlo più simpatico al pubblico italiano. Libertà che spesso il doppiaggio, in fase di direzione e di adattamento si è sempre preso in passato: ad esempio i nomi dei personaggi di Star Wars (Han Solo diventa Ian Solo, Darth Vader Darth Fener, Leia Leila, RD2 C1P8), o Archie ne La spada nella roccia, che diventa Anacleto nella versione italiana. Ma questa “libertà artistica” si sarebbe sempre più dissolta con l’avvento del dvd, dei canali satellitari e della scoperta da parte del pubblico della lingua originale.

 

2000-OGGI: VOCI IN STREAMING


In foto, da sinistra, il doppiatore Pino Insegno, voce di Viggo Mortensen e Christian Iansante, voce di Bradley Cooper.

Nel nuovo millennio, con l’avvento di internet, comincia a cambiare qualcosa. Intanto le voci nell’ombra…non sono più tanto nell’ombra; si comincia a parlare del doppiaggio, cominciano a nascere i forum, i siti dedicati a loro con tutte le schede e gli archivi riguardanti i doppiaggi cinematografici e televisivi del passato e del presente, oltre ad un elenco vasto degli stessi doppiatori (con tutti i personaggi a cui hanno prestato la voce). Il cinema produce sempre più kolossal mainstream, ad esempio Il gladiatore, che ha tanto successo da donare visibilità anche al suo doppiatore, Luca Ward, sconosciuto fino ad allora al grande pubblico (nonostante doppiasse già da una trentina d’anni e avesse lavorato a titoli importanti come Pulp Fiction, Il corvo e tantissimi altri). Arrivano le serie, e con esse aumenta tantissimo il lavoro nel doppiaggio e diminuiscono le tempistiche e le nuove generazioni; dovendosi adattare ai nuovi ritmi, spesso nascono in sala di doppiaggio (anche se in realtà già negli anni Ottanta e Novanta nascevano le famiglie, tramandandosi il mestiere di padre/madre in figlio). Tantissimi nomi importanti come David Chevalier (figlio di Roberto Chevalier), Simone Mori (figlio di Renato), Vittorio ed Eleonora De Angelis (figli di Manlio e nipoti di Gualtiero), Massimo De Ambrosis (figlio di Luciano), Roberto Gammino (figlio di Michele), Ilaria Stagni (figlia di Vittorio), Cristiana Lionello (figlia di Oreste) e moltissimi altri.
La quinta e la sesta generazione sono quelle attualmente in attività e continuano con successo questo antico mestiere, attenendosi oggi molto fedelmente all’originale: questo perchè moltissime persone, grazie ad un click, possono godersi in lingua le interpretazioni dei loro attori preferiti. E il doppiaggio in questo ha un’importanza fondamentale. Dagli anni 2000 in poi succedono altri fenomeni: viene sempre meno, rispetto ad una volta, l’importanza dello star system, e sempre di più quella di un personaggio di una saga importante, a volte tratta da libri, a volte da fumetti, mentre, con l’avvento dello streaming diventano sempre più numerose le serie televisive, e molte voci vengono ricordate soprattutto per uno o più personaggi. Domitilla D’Amico, voce di Kirsten Dunst, Eva Green, Anne Hathaway, Emma Stone, ma soprattutto di Scarlett Johansson (Vedova nera nei film del Marvel Cinematic Universe) e Margot Robbie (Harley Quinn); Francesco Pezzulli, voce di attori come James Van Der Beek (Dawson in Dawson’s Creek), Hayden Christensen (Anakin Skywalker nei film prequel di Star Wars), Daniel Bruhl (Barone Zemo in Captain America:Civil War e Falcon & The Winter Soldier), ma soprattutto voce di Leonardo DiCaprio, da Romeo+Giulietta fino ai più recenti film; Christian Iansante voce di Bradley Cooper e Jeremy Renner (Occhio di falco nei film Marvel e anche Rocket dei Guardiani della galassia, doppiato in originale sempre da Bradley Cooper); Francesco Prando, voce di Daniel Craig (il recente James Bond), Matthew McConaughey, Guy Pearce, Keanu Reeves e Flanders dei Simpson; Francesca Fiorentini, voce di Gwyneth Paltrow e Rosario Dawson; le sorelle De Bortoli, Barbara (Naomi Watts) e Federica (Kristen Stewart, Natalie Portman); Perla Liberatori (Melissa Joan-Hart in Sabrina, Hilary Duff in Lizzie McGuire, Scarlett Johansson in alcuni film come Lost in translation e La ragazza con l’orecchino di perla, Alba Flores/Nairobi in La casa di carta), Angelo Maggi, voce di Tom Hanks (da Cast Away in poi), di John Turturro, di Bruce Willis (in film come Il sesto senso, Unbreakable, Glass (guarda la video recensione) e tanti altri) e soprattutto di due personaggi popolarissimi: il commissario Winchester dei Simpson e Tony Stark/Iron Man interpretato da Robert Downey Jr nei film Marvel.
Pino Insegno, già volto comico famoso, accresce la sua popolarità come voce doppiando attori come Viggo Mortensen (Aragorn nella trilogia del Signore degli anelli) e Will Ferrell in quasi tutti i suoi film
Massimiliano Manfredi, voce di Edward Norton, Owen Wilson, Orlando Bloom, Adrien Brody, Matt Damon e Chris Hemsworth (Thor nei film Marvel)
Gianfranco Miranda, voce di Henry Cavill (Clark Kent/Superman in L’uomo d’acciaio, Batman V Superman e Justice League)
Flavio Aquilone (Tom Felton/Draco Malfoy in Harry Potter e Zac Efron)
I fratelli Puccio, Alessio (Daniel Radcliffe in Harry Potter) e Veronica (Evanna Lynch in Harry Potter, Dakota Johnson, Melissa Benoist in Supergirl); Letizia Ciampa (Emma Watson), Fabrizio Pucci (Hugh Jackman/Wolverine nei film degli X-Men e in generale voce ufficiale dell’attore, ma anche voce di Russell Crowe, Brendan Fraser e Jon Hamm).

Ci sarebbero ancora tanti e tanti nomi da citare, soprattutto attori meno noti, ma che ogni giorno svolgono il mestiere con passione e meticolosità. Il doppiaggio, oggi, seppur ancora di nicchia, ha incontrato il favore del pubblico, organizzando premi (Il gran premio internazionale del doppiaggio, dove vengono premiate le varie categorie) e ricevendo continuamente elogi per il lavoro meticoloso che viene svolto ogni giorno, in un mondo sempre più social, sempre più veloce. Ci sono categorie che devono essere preservate, se è vero che il cinema è Arte, anche il doppiaggio deve essere considerato tale; un piccolo trucco, ma che ci fa emozionare da tempi immemori. 


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati