L'ambizioso progetto di Shyamalan si chiude nel peggior modo possibile: una vera débâcle, una delusione cocente. Recensione di Andrea Fornasiero, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
Il vigilante David Dunn è sulle tracce dell'Orda, che ha catturato un nuovo gruppo di ragazze e si prepara a sacrificarle. Entrambi finiscono catturati dalla polizia e dalla psichiatra Ellie Staple e rinchiusi nello stesso istituto psichiatrico dove da 19 anni è prigioniero "l'uomo di vetro", il geniale Elijah Price.
Doveva essere il coronamento del più ambizioso progetto di Shyamalan, che porta a compimento i suoi film precedenti Unbreakable e Split, ma il risultato è un incredibile pasticcio di sceneggiatura. Non basta il ritorno di Bruce Willis, Samuel L. Jackson e Spencer Treat Clark nei personaggi di 19 anni fa a salvare il film, e neppure l'innesto della solitamente brava Sarah Paulson in un ruolo verboso e ingrato.
Spiace dirlo, ma Glass si candida a peggior delusione del 2019.
In occasione dell'uscita al cinema di Glass, Veronica Bitto interpreta la recensione di Andrea Fornasiero.