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un'opera-monstre per proporzioni e ambizioni, che ha richiesto dieci anni di lavorazione prima di essere portata a termine. Drammatico, Gran Bretagna2024. Durata 215 Minuti.
Una famiglia fugge dall'Europa per costruirsi una nuova vita in America. I loro sogni vengono però ostacolati. Espandi ▽
Quando il visionario architetto László Toth e sua moglie Erzsébet fuggono dall'Europa del dopoguerra nel 1947 per ricostruire la loro famiglia e assistere alla nascita dell'America moderna, le loro vite vengono cambiate per sempre da un misterioso e ricco cliente. Recensione ❯
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Il racconto di una coppia nell'arco di dieci anni, dai momenti più alti a quelli più bassi. Espandi ▽
Si incontrano in un ospedale. Lui è Tobias Durand, lei è Almut Brühl. Tra loro nasce una forte attrazione e dopo poco vanno a vivere insieme. Da lì parte la loro storia che attraversa circa dieci anni, tra alti e bassi, momenti di grande felicità culminati con la nascita della figlia ad altri tragici quando Almut scopre di avere un cancro e deve scegliere un trattamento che può allungarle la vita ma farla soffrire di più oppure sfruttare al meglio il tempo che le rimane. Andrew Garfield trova un’intesa perfetta con Florence Pugh. Sono loro i principali punti di forza di un film caratterizzato da una drammaturgia solida, quasi di stampo teatrale nei dialoghi della sceneggiatura di Nick Payne che trova a sua volta un magnifico contrasto con un cinema che prova a immortalare la fuggevolezza del tempo. We Live in Time cammina sospeso, potrebbe cadere da un momento all’altro, diventare troppo sentimentale oppure al contrario cercare un taglio più brillante. Trova invece un miracoloso equilibrio. Recensione ❯
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Colori sgargianti e fotografia luminosa per un'opera che racconta la misoginia attraverso un'icona di seduzione. Drammatico, Italia2024. Durata 120 Minuti.
Ambientato negli anni '80 -'90 il film racconta la storia dell'agenzia di casting e produzione "Diva Futura" fondata nel 1983 da Riccardo Schicchi e Ilona Staller. Espandi ▽
Un film che ricostruisce la vicenda di un personaggio che ha rivoluzionato storia del costume italiano: Riccardo Scicchi, interpretato da Pietro Castellitto, che negli anni '80 ha fondato l'agenzia di casting e produzione "Diva Futura". Intorno a lui molte pornodive dell'epoca, fra cui Cicciolina e Moana Pozzi. Recensione ❯
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Una storia vera di resilienza e trasformazione, di cui Salles offre una declinazione trattenuta e personale. Drammatico, Storico - Brasile, Francia2024. Durata 135 Minuti.
Ambientato nel 1971 in Brasile, un paese stretto nella morsa della dittatura militare, il film racconta la storia di una madre costretta a reinventarsi quando la vita della sua famiglia viene sconvolta da un atto di violenza arbitraria. Espandi ▽
Brasile, 1971. Rubens Paiva, ex deputato laburista, vive con la moglie Eunice e i cinque figli a Rio de Janeiro. Il colpo di stato del 1964 lo ha espulso dalla scena politica e ha instaurato una dittatura militare che spaventa Eunice e le fa temere per l’incolumità della figlia maggiore Veronica, simpatizzante dei movimenti studenteschi antigovernativi. Ad essere portato via da casa, un giorno in fretta e furia, da un manipolo di sconosciuti armati, è invece Rubens. Non farà mai più ritorno. Il film è la storia della donna, Eunice, raccontata nel mémoire dell’unico figlio maschio, Marcelo Rubens Pavia, oggi giornalista e scrittore. La porta sulle spalle e sul volto l’attrice Fernanda Torres, che si fa contenitore in carne e ossa della dignità della persona reale che rappresenta. Ricordare questa vicenda e mettere pubblicamente al bando certe pratiche è necessario perché non continuinino a esistere. Ma Ainda estou aqui non è solo una storia di denuncia o di memoria: è anche un racconto di trasformazione. La tragedia che colpisce Eunice ribalta ogni cosa e la costringe a reinventarsi, con una nuova consapevolezza. Recensione ❯
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Una donna intraprende una relazione con il suo giovane assistente mettendo a repentaglio la sua vita professionale. Espandi ▽
Con l’intento dichiarato di aggiornare il genere del thriller erotico secondo una prospettiva contemporanea la regista olandese Halina Reijn continua in realtà un lavoro iniziato già nel 2019 con il suo primo film Instinct, di cui Babygirl riprende anche una dinamica di gioco di potere intrecciato, per il quale parte dell’appeal sensuale nasce dal pericolo reciproco per i due amanti.
Ciò ha portato alla scrittura del personaggio di Romy, a cui Kidman dà vita con entusiasmo e trasporto, e che conferma la ricerca attoriale non banale della diva, sempre aperta a sfide rischiose.
Franca e fresca, la sceneggiatura ci mostra tutte le incertezze e il livello di negoziazione richiesto da un esperimento del genere, che non arriva sullo schermo già irrealisticamente formato ma deve passare attraverso l'imbarazzo, il ridicolo e le tantissime variabili della situazione. Insomma, il thriller erotico che si risveglia agli anni venti è un po’ meno thriller di come lo ricordavamo, e più buffo e autoironico. Recensione ❯
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L'inaspettato, dolce e beffardo incontro tra una donna e un uomo entrambi soli. Espandi ▽
Vedova da una trentina d'anni, la settantenne Mahin non ha mai voluto risposarsi e da quando la figlia è partita per l'estero vive sola a Teheran nella sua grande casa con giardino. Stanca della solitudine, dopo un pranzo con le amiche che l'ha spinta a cercare la compagnia di un uomo, Mahin avvicina l'anziano tassista Faramarz, ex soldato anche lui destinato a restare solo, e con gentilezza lo invita da lei per passare una serata insieme. L'incontro inaspettato si trasformerà per entrambi in qualcosa d'indimenticabile.
A un certo punto, nella storia di Mahin e Faramarz, ogni cosa sembra pure avere un proprio posto nel mondo, una sua giustezza che dà senso alle cose. La sceneggiatura è del resto ricca di eco interne. Ed è proprio lì, nel gioco di contrasti e passaggi poi bruscamente interrotto, che si gioca il destino di Mahin.
Un destino beffardo, ingiusto, anche un po' gratuito se lo si pensa in termini meramente narrativi, ma che abbraccia in pieno la visione critica dei due registi: come a dire che in Iran, in questo Iran ottuso e forse decadente, non c'è redenzione per nessuno, nemmeno per chi prova a essere libero, felice e innamorato almeno per una sera. Recensione ❯
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Un documento straordinario di denuncia delle demolizioni volute da Israele in alcuni villaggi della Cisgiordania. Documentario, Palestina, Norvegia2024. Durata 96 Minuti.
La storia di amicizia tra l'attivista palestinese Basel e il giornalista israeliano Yuval. Espandi ▽
Masafer Yatta è un agglomerato di venti villaggi al confine sud della Cisgiordania. In questa comunità, che si regge su un’economia di tipo agricolo, alcuni villaggi sono così antichi che conservano ancora alcune grotte, tuttora abitate. Purtroppo, perché le nuove case edificate vengono sistematicamente distrutte dalle ruspe. Il primo ricordo di Basel Adra, che qui è nato nel 1996, è l’arresto di suo padre, mentre protestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, che di quel territorio sostiene di aver diritto di fare zona di addestramento militare. Una violenza che va avanti da decenni, e che Basel e altri hanno iniziato a filmare autonomamente, a rischio della propria vita. Per mostrare al resto del mondo, tramite quelle testimonianze video strazianti e inequivocabili, l’ingiustizia e l’oppressione che continuano a subire. Anche Yuval Abraham, giornalista israeliano e amico di Basel, scrive delle demolizioni, sperando di attirare l’attenzione, dentro e fuori la sua nazione. Ma mentre gli israeliani possono muoversi liberamente, gli abitanti di Masafer Yatta non possono lasciare la Cisgiordania. “Non abbiamo un altro posto dove andare”, dice una vicina di Basel, “soffriamo così perché è la nostra terra”. No Other Land è stato girato da un collettivo di quattro registi: i già citati Basel Adra e Yuval Abraham, più il palestinese Hamdam Ballal, amico di Basel, e Rachel Szor, regista israeliana con base a Gerusalemme. Le loro riprese si estendono tra l’estate del 2019 e ottobre 2023. Si sono concluse quindi a ridosso dell’attacco di Hamas e della conseguente reazione israeliana. Il film è un repertorio impressionante, mai visto prima, di azioni repressive ai danni di una comunità inerme che trova i modi per resistere, ricostruire, non reagire con la violenza. Ha un valore altissimo di testimonianza, anche retrospettiva. Recensione ❯
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"Un giorno i tuoi genitori non ci saranno più e sarai pieno di rimorsi" è la frase che convince Angelo a prendersi cura dei suoi vecchi genitori ora che non sono più autosufficienti. Espandi ▽
Angelo Duro fa l'autista di notte raccattando gli adolescenti ubriachi fuori dalle discoteche. La sorella, che non sentiva da anni, una mattina lo chiama per responsabilizzarlo sulla gestione dei genitori anziani di cui lei si è sempre e sola preoccupata. È estate, ha una vacanza programmata e gli implora di darle il cambio. Prima riluttante, Angelo Duro accetterà l'incarico nell'ottica di vendicarsi con loro di tutto quello che gli hanno vietato o costretto di fare da piccolo.
Gennaro Nunziante, il regista dei primi film con Checco Zalone e con Pio e Amedeo, costruisce una cornice da commedia irriverente e paradossale sul personaggio comico, popolare in tv e al teatro, di Angelo Duro. Recensione ❯
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Grandissimo cinema che scorre come un fiume in piena. Uno spettacolo tra musical e polar che invita a reinventarsi. Commedia, Musical, Poliziesco - USA, Messico2024. Durata 130 Minuti.
L'avvocato Rita dovrà aiutare un boss a cambiare sesso e a ritirarsi dalla sua attività. Espandi ▽
Emilia Pérez è un film a misura di Jacques Audiard: smisurato, enfatico, barocco, imprevedibile. Sulla carta, la breve descrizione lasciava forse un po’ perplessi: a Città del Messico un pericoloso narcotrafficante si sogna ‘princesa’ e assolda un avvocato per una missione costosa e assolutamente sorprendente: trovare un chirurgo discreto che ‘corregga’ il suo destino. Il proposito è radicale ma più sottile di quanto sembri. E una canzone di apertura dopo, siamo travolti. Perché Emilia Pérez canta, danza, spara, ama, fa a pugni, arringa, abbatte, si batte, risorge e ripara per due ore e dieci senza tempi morti. È uno spettacolo che si reinventa continuamente, un film pieno e generoso, a fior di pelle, di un’empatia totale, di un humour feroce e un senso consumato del tragico. Si avvita intorno a un doppio conflitto: le due identità di genere del personaggio e i due generi cinematografici, il polar e il musical. Come per il passato maschile di Emilia, Audiard deve liberarsi della gravità del primo per affrontare la levità del secondo. È grande cinema che scorre come un fiume in piena. Di una golosità totale, è un elogio gioioso del primo grado. Recensione ❯
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Un film ad alto rischio ma che si dimostra coraggioso. E che si regge sulle spalle di Timothée Chalamet. Biografico, Drammatico, Musicale - USA2024. Durata 141 Minuti.
James Mangold racconta la vita del musicista Bob Dylan. Espandi ▽
Bob Dylan si fa strada rapidamente nella scena newyorchese del Greenwich Village e diviene un artista folk adorato per la sua capacità di unire una musicalità innata a temi di protesta che non fanno sconti al sistema. Si lega sentimentalmente a Sylvie Russo, ma la tradisce con Joan Baez. Fino al 1965, anno della svolta "elettrica", in cui Dylan suona con un gruppo rock e abbandona i testi impregnati di messaggi politici in favore di un lirismo surreale tra Rimbaud e Dylan Thomas. La comunità di Greenwich Village lo considera un traditore, ma il mondo è ormai ai suoi piedi.
"Chi vorresti essere? Tutto ciò che non vogliono che io sia". Attorno a questa frase già di culto ruota tutta l'operazione di A Complete Unknown, basato sul libro di Elijah Wald "Dylan Goes Electric!" e approvato in fase di sceneggiatura da Dylan stesso.
L'operazione di Mangold è coraggiosa: seppur non radicale quanto il trattamento di Todd Haynes in Io non sono qui è quantomeno abbastanza accorta da evitare l'approccio più tradizionale alla materia biografica. Qui il peso è tutto sulle spalle di Timothée Chalamet. Recensione ❯
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Niente di nuovo sotto il sole, ma una formula rassicurante per il terzo capitolo della minisaga dedicata alla famiglia Rovelli. Commedia, Italia2025. Durata 98 Minuti.
Dopo il grande successo dei primi due film "Dieci giorni senza mamma" e "Dieci giorni con Babbo Natale" tornano le avventure della famiglia Rovelli. Espandi ▽
Carlo e Giulia Rovelli si preparano a partire verso il Salento dove la figlia maggiore Camilla, ora diciottenne, vuole trasferirsi per studiare all’università. Ma poiché il progetto di Camilla è anche quello di andare a vivere con il fidanzatino pugliese Antonio, Carlo è contrariato, e l’incontro con quelli che potrebbero diventare i futuri suoceri è a rischio. Anche Tito e Bianca, gli altri figli di Carlo e Giulia, viaggiano con la famiglia: il primo, adolescente imbottito di pregiudizi contro il Sud, combinerà una serie di guai, mentre la piccola di casa farà amicizia con Mario, il fratellino di Antonio. Ma a combinare più guai di tutti sarà Carlo, comportandosi come un elefante nella cristalleria in casa dei “suoi”. Si aggiunga che Giulia ha appena scoperto di essere di nuovo incinta: a 45 anni suonati, e proprio quando gli altri figli cominciano a diventare grandi, lei e il marito dovrebbero ricominciare tutto da capo, e non sono sicuri di essere pronti. 10 giorni con i suoi è il terzo film della minisaga scritta (sempre con Giovanni Bognetti) e diretta da Alessandro Genovese, dopo 10 giorni senza mamma e 10 giorni con Babbo Natale. L’impianto è sempre quello della commedia per famiglie con al centro le (dis)avventure della famiglia Rovelli e una sfilza di classici equivoci. Valentina Lodovini è sempre la più credibile ed efficace nei panni di Giulia, Fabio De Luigi sforna battute più o meno puerili, e i tre ragazzi, interpretati dagli stessi attori che abbiamo visto via via crescere (Angelica Elli, Matteo Castellucci e Bianca Usai), ricoprono bene il loro ruolo. Niente di nuovo sotto il sole, ma una formula rassicurante che questa volta pesca anche da due film d’oltreoceano, Ti presento i miei di Jay Roach e Moonrise Kingdom di Wes Anderson (per la scena finale). Recensione ❯
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Una rilettura potente di una storia antichissima che oggi diventa una denuncia verso tutte le guerre. Storico, Francia, Grecia, Italia, Gran Bretagna2024. Durata 116 Minuti.
Ulisse torna ad Itaca dove, mascherato, viene deriso dai proci e osteggiato dal figlio. Ma sarà lui a dire l'ultima parola. Espandi ▽
Dopo vent'anni di lontananza Ulisse decide di tornare. Il re è finalmente tornato a casa, ma molto è cambiato nel suo regno da quando è partito per combattere nella guerra di Troia. Recensione ❯
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Una psicocommedia riuscita a metà, in cui Matilde Gioli ricorda Mrs Doubtfire. Commedia, Italia2025. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una commedia con Matilde Gioli nei panni di una psicoterapeuta che ricorda Mrs Doubtfire. Tutto per riconquistare un amore perduto. Espandi ▽
Sandra è una giovane psicoterapeuta che viene mollata un giorno senza motivo apparente dal suo compagno convivente Stefano. Per un problema del sistema informatico se lo ritroverà come paziente - è stata appena assunta da un servizio di psicoterapia online - e per non farsi riconoscere assumerà le sembianze di una collega più anziana, mascherandosi ogni giorno. Ad aiutarla, l'amica scapestrata Benedetta e Marco, un investigatore privato che saprà consigliarla e starle accanto.
Matilde Gioli possiede una cifra da attrice brillante che funziona, e che dopo una serie di commedie interpretate le abbiamo già visto esprimere ed esplorare abbondantemente. Qui osa il salto mortale del ruolo duplice, e le viene abbastanza bene.
Fatti vedere resta quindi una commedia riuscita a metà, capace senz'altro di distrarre dai problemi quotidiani e strappare qualche sorriso, ma senza l'efficacia e il mordente delle opere che arrivano ad essere davvero emozionanti (o esilaranti) e memorabili. Recensione ❯
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Animazione a rotta di collo per tutte le età, con sorprendenti tocchi di surreale. Animazione, Commedia, Fantasy - USA2025. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
L'adattamento cinematografico del fenomeno letterario di Dav Pilkey, bestseller del New York Times, che combatte contro i crimini dei cani: Dog Man. Espandi ▽
Un agente di polizia fa coppia con il cane Greg ed è costantemente all'inseguimento del malvagio gatto Gino. Insieme sono la coppia perfetta. Dopo un incidente terribile, l'unica salvezza per i due è una fusione delle parti del corpo sopravvissute. Ne nasce Dog Man, il super-poliziotto implacabile. Ogni volta che Dog Man cattura Gino, però, questi riesce a scappare dalla prigione. E la faccenda si aggrava quando questi resuscita il malvagio Flippy, pesce dai poteri psicocinetici assetato di vendetta.
In linea con la tradizione Dreamworks, Dog Man ha il merito di respirare un'aria di libertà creativa e narrativa, in cui gli sceneggiatori non sembrano vivere nel terrore di scontentare qualche minoranza (come è ormai tipico in casa Disney) o di finire fuori target.
La compresenza di un lato mélo e uno più canonicamente poliziesco-supereroico è gestita con sapiente equilibrio, con sorprendenti tocchi di surreale. La morale edificante e educativa sulla paternità e sull'importanza dell'amicizia chiude su una nota di ottimismo un piacevole prodotto di intrattenimento, che non chiude gli occhi di fronte alle molte storture del mondo. Recensione ❯
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Quello che ci aspettiamo dal miglior Ozpetek, quello che ama le donne e che rappresenta l'umanità. Commedia, Drammatico - Italia2024. Durata 135 Minuti.
Il quindicesimo film i Ozpetek, con uno straordinario cast che ha tra le protagoniste ben 18 attrici italiane. Espandi ▽
Fine anni ’70. Alberta e Gabriella Canova sovrintendono una grande sartoria specializzata in costumi per il cinema e il teatro: un microcosmo tutto al femminile del quale fanno parte la capo sarta Nina, che ha un figlio hikikomori ante litteram, la ricamatrice Eleonora, vedova con una nipote ribelle, Beatrice, la tingitrice Carlotta, la modista Paolina con un figlio piccolo che si nasconde nella stanza dei bottoni (quelli per gli abiti, non quelli del Pentagono), le sarte Nicoletta, malmenata picchiata dal marito Bruno, e Fausta, single ironica e “allupata”, più l’ultima arrivata, la giovane stagista Giuseppina. La cuoca del palazzo che ospita la sartoria è l’ex ballerina Silvana che ha una parola di conforto, e un pasto abbondante, per tutti. Quando la costumista premio Oscar Bianca Vega commissiona alla sartoria Canova i costumi per il suo prossimo film le lavoratrici si buttano a capofitto nell’impresa, avendo cura di non fare mai incontrare la regina del teatro Alida con la nuova promessa del cinema Sofia. Vicino ad Alberta e Gabriella c’è la zia Olga, sorella di una madre scomparsa troppo presto ma ancora ben viva nei cuori delle figlie, come lo è la mamma di Ferzan Ozpetek nel suo. Diamanti si apre e chiude con una di quelle tavolate che sono diventate un simbolo del cinema, e del modo di intendere la vita, di Ozpetek. Intorno al desco di apertura siedono le attrici del film e lo stesso regista, intento ad annunciare loro le sue intenzioni e ad assegnare i ruoli. Diamanti è esattamente quello che ci aspettiamo dal miglior Ozpetek, quello che ama in modo incondizionato le sue donne, e viene da loro ricambiato con fiducia e generosità. Il pubblico seguirà con partecipazione questa storia al femminile, che tuttavia non dimentica di rappresentare l’umanità. Recensione ❯
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Un fine settimana tra amici si trasforma nel caos dopo la rivelazione che uno degli ospiti è un robot compagno. Espandi ▽
È difficile parlare del film senza svelarne i colpi di scena, il primo dei quali per altro è dichiarato già nel trailer, ma cercheremo di non farlo perché è chiaro che è stato costruito per svelarsi pezzo per pezzo solo durante la visione.
Prodotto da Zach Cregger, il regista di Barbarian, Companion è il primo lungometraggio di Drew Hancock, che si era già cimentato dietro la macchina da presa e alla sceneggiatura sul piccolo schermo. Ha infatti le caratteristiche strizzate d'occhio delle comedy televisive e un'architettura basata su sviluppi più o meno inattesi che cambiano le carte in tavole, e che funzionerebbero benissimo come cliffhanger di fine episodio in una miniserie. Tutto questo, condensato nel formato compatto di un film, fornisce un'esperienza più intensa, una piccola montagna russa di Sali e scendi e brutali sterzati o giri della morte Recensione ❯
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Il regista Jeff Fowler fa il possibile per tenere alto il ritmo, ma la trama più articolata del solito non lo aiuta. Animazione, Avventura, Azione - USA2024. Durata 109 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Torna il riccio giapponese prodotto dalla SEGA con una nuova avventura. Espandi ▽
Il riccio antropomorfo venuto da un altro mondo e dotato di incredibile velocità e altri poteri, si è ormai ben stabilito sulla Terra insieme alla coppia Tom e Maddie e ad altri due alieni: il rissoso Knuckles e la brillante Tails. Si scopre però che sul nostro pianeta si trova da molti anni un altro potente riccio, bloccato in uno stato di animazione sospesa, il suo nome è Shadow e qualcuno hackera il sistema che ne controlla il sonno e lo risveglia. Sonic e i suoi amici vengono inviati a ricatturarlo dall'organizzazione militare Gun, guidata dalla direttrice Rockwell, ma Shadow ha facilmente la meglio su di loro. Le cose si complicano quando entrano in scena i droni dell'arcinemico di Sonic, il redivivo dottor Robotnik. Quest'ultimo però si dice innocente e infatti è invece suo nonno ad aver ideato il terribile piano che Sonic e i suoi amici dovranno sventare… Terzo capitolo per la saga del personaggio videoludico, Sonic 3: Il film vede il ritorno di Jim Carrey nel duplice ruolo di Robotnik e di suo nonno, inoltre si aggiunge al cast originale la profonda voce di Keanu Reeves per il personaggio di Shadow. I bambini di certo apprezzeranno tanti personaggi, colori e situazioni, ma per il resto del pubblico i 110 minuti di ininterrotto infantilismo risulteranno invece sovraffollati di personaggi con ruoli bidimensionali. Il regista Jeff Fowler fa il possibile per tenere alto il ritmo, ma la trama più articolata del solito non lo aiuta, obbligandolo a momenti di pausa per spiegare le cose - anche considerata l'età del pubblico di riferimento. Recensione ❯
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Una donna che prende un taxi dall'aeroporto JFK intrattiene una conversazione con il tassista sulle relazioni importanti della loro vita. Espandi ▽
È sera e fa buio all'aeroporto JFK di New York. Una giovane donna, appena sbarcata, sale su un taxi in direzione di Manhattan. Il tassista prova a fare conversazione e a lei sembra non disturbare l'idea di scambiare qualche parola, nonostante Clark (è questo il nome di lui) non abbia peli sulla lingua. Lungo il tragitto, allungato da un incidente che blocca temporaneamente il traffico, il dialogo tra i due si fa più personale e l'uomo e la donna cominciano a rivelarsi cose che non hanno mai detto a nessun altro.
Christy Hall, alla sua opera prima da regista, ci tiene a ricordarci che l'incontro con un estraneo può essere un'epifania e funzionare meglio di una lunga seduta di psicoterapia.
Girato in sedici giorni, su un palcoscenico attorniato da maxi schermi che riproducevano l'ambiente esterno, Una notte a New York non si è allontanato troppo, in fase di realizzazione, dall'approccio teatrale per cui era stato pensato inizialmente. Ma, si sa, il cinema fa magie, e nel tempo di qualche secondo siamo già sotto l'effetto dell'incantesimo, capaci di credere che quelle siano davvero le luci della strada. Recensione ❯
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Eastwood non smette di cercare la verità, la guarda in faccia e dirige un'ode al ragionevole dubbio. Drammatico, USA2024. Durata 114 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'ultimo film della prolifica carriera di Clint Eastwood. Espandi ▽
Justin Kemp, giovane uomo con un passato alcolico e un futuro da papà - la moglie aspetta la loro bambina -, è convocato come giurato in un sordido caso di omicidio alle porte di Savannah, in Georgia. La vittima, Kendall Carter, è stata presumibilmente picchiata a morte e abbandonata in un fosso dopo una violenta discussione col suo ragazzo. Il colpevole ideale per i dodici giurati e per il procuratore della contea in piena campagna elettorale. Faith Killebrew espone i fatti e la vertigine sale. Sotto una pioggia battente di ricordi, il marito perfetto si scopre omicida involontario e si ritrova difronte a un dilemma morale: confessare, scagionando l'imputato, o sottrarsi alla giustizia, condannando un innocente?
Clint Eastwood non ha più tempo da perdere, a 94 anni continua a girare con la regolarità di un metronomo e va dritto al punto, piombandoci in una (messa in) scena coniugale, un'immagine che il film metterà rapidamente in crisi. Giurato numero 2 gioca costantemente col motivo del visibile e dell'invisibile, dell'evidente e del nascosto.
Forse è questo il testamento di Eastwood, essere sempre stato dove non te lo aspetti: dietro la porta che si apre sul mistero insondabile della coscienza umana, dentro un epilogo che si gioca sui soli volti di un attore e di un'attrice, nella conclusione (?) struggente di una filmografia che non ha mai smesso di guardarsi in faccia. Recensione ❯
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Un thriller ambientato nel mondo della Chiesa e ispirato all'omonimo romanzo di Robert Harris. Espandi ▽
“Sede vacante!”, annuncia il cardinale statunitense Tremblay: il che significa che il pontefice è spirato, e che un conclave dovrà riunirsi a breve per decidere chi dovrà succedergli. Conclave, basato sul romanzo omonimo di Robert Harris, entra nel mondo della Chiesa come in una società segreta ricca di misteri, rivalità e tensioni, e affida alla magnifica recitazione di Ralph Fiennes nei panni del cardinale Lawrence il compito di fare da timoniere fra le correnti infide delle elezioni papali.
Gli scrutini papali si susseguono in un crescendo di tensione emotiva, rivelando tanto le debolezze personali quanto le finalità politiche del conclave. Al centro c’è la sopravvivenza della Chiesa in un’epoca in cui è messa in grande discussione e i fedeli sono sul punto di abbandonarla per sempre.
Come thriller filosofico il film lascerà soddisfatti i fan del best seller da cui è tratto. Un adattamento adulto ed elegante ancorato da interpretazioni solide e da una visione geometrica di come gli equilibri di potere si spostino lungo rette che modificano continuamente la figura iniziale. Recensione ❯
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Dopo la morte prematura del marito, Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot si fa beffe delle convenzioni e prende le redini della nascente attività vinicola che aveva avviato con il consorte. Espandi ▽
Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot è una donna perdutamente innamorata di suo marito. Quando lui viene meno, si prenderà cura della sua vigna e resterà determinata a portare avanti la sua attività vinicola ad ogni costo.
Un film autobiografico insieme poetico e ribelle. È Widow Clicquot, il biopic sulla missione (im)possibile di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, passata alla storia come una delle pioniere dell'imprenditoria al femminile, nell'ambito del beverage e in particolare dello champagne.
Servendosi del talento espressivo di Haley Bennett, attrice profondamente innamorata dei film in costume, Thomas Napper firma un film d'epoca dal gusto moderno su quella che oggi definiremmo una "self-made woman”.
Menzione speciale per le musiche di Bryce Dessner, utili ad accompagnare, incorniciare e suggellare momenti cruciali della narrazione senza mai rivelarsi preponderanti, ingombranti o fuori posto. Recensione ❯
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Nel 1526 le armate lanzichenecche di Carlo V scendono attraverso l' Italia per minacciare lo Stato pontificio, che è difeso dal leggendario Joanni de' Medici, noto come Giovanni delle bande nere. Espandi ▽
Nel 1526 le armate lanzichenecche, cioè tedesche, di Carlo V, scendono attraverso l' Italia per minacciare lo Stato pontificio, che è difeso dal leggendario Joanni de' Medici, noto come Giovanni delle bande nere. L'eroe è tradito dal duca di Ferrara, che omaggia il generale Frundsberg di quattro cannoni modernissimi, capaci di condizionare una battaglia. Giovanni viene ferito proprio da uno dei cannoni, a una gamba. La cancrena avanza, le cure sono inutili e il generale pontificio muore. Recensione ❯
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Il film che ha fatto conoscere Peter Weir in tutto il mondo. Tra fantastico e verosimiglianza. Drammatico, Australia1975. Durata 115 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Quattro adolescenti,durante una gita, decidono di salire su una misteriosa montagna. Non tutte torneranno. Espandi ▽
Giorno di San Valentino del 1900. Miss Appleyard, che dirige un collegio femminile, organizza per le allieve una gita ad Hanging Rock. Solo una di loro, Sara, non potrà parteciparvi. Ad un certo punto Miranda, con altre tre amiche, di cui una piuttosto riluttante alla fatica, lascia il gruppo per salire sulla montagna. La loro decisione avrà molteplici conseguenze.
Con il suo secondo lungometraggio Peter Weir si fa conoscere ed apprezzare in tutto il mondo.
Qui realizza un film che qualcuno attribuì al genere fantastico mentre altri lo ritennero così verosimile (non tenendo conto del romanzo di Joan Lindsey da cui derivava il soggetto) da andare ad indagare nella zona della montagna per venire a conoscenza dei possibili sviluppi. Perché il finale non offre alcuna soddisfazione allo spettatore sulla risoluzione del mistero. Non ci dice cioè il 'perché' di quelle sparizioni. È semmai interessato ad andare a leggere le conseguenze dell'accadimento in chi è rimasto e, a vario titolo, ne soffre. Recensione ❯
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Dal manga al grande schermo, grafica e struttura narrativa reggono con forza il passaggio. Animazione, Giappone2015. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Intriso di suspence e realismo, L'attacco dei giganti-Il Film: parte I ci trascina a Shiganshina. Espandi ▽
L'anime, tratto dall'acclamato manga di Hajime Isayama e prodotto da Wit Studio in collaborazione con Production I.G., propone scene inedite rispetto agli episodi televisivi che hanno fatto la fortuna di questo titolo e presenta una nuova colonna sonora 5.1. Intriso di suspence e realismo, L'attacco dei giganti-Il Film: parte I ci trascina a Shiganshina. Per oltre cento anni, infatti, le alte mura che la circondano hanno difeso la cittadina da un pericolo che gli abitanti si rifiutano persino di nominare... Chi desidera esplorare il mondo esterno è visto come un pazzo e guardato con disprezzo. Il giovane Eren si sente però come un animale in cattività e, sebbene avvenga spesso che le squadre inviate ritornino decimate, sogna di unirsi al Corpo di Ricerca per scoprire la realtà che lo circonda. Un giorno Eren sogna l'attacco di esseri giganteschi e, anche se al risveglio ha rimosso ogni ricordo di quanto ha visto, gli resta addosso una stranissima sensazione. Poco più tardi accade l'imprevisto: un immenso Titano apre una breccia nelle mura di protezione. Per Eren sarà uno shock senza precedenti... Recensione ❯
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Un figlio racconta il padre in un documentario che non cerca mai la lacrima ma ricostruisce tutte le angolazioni di una grande personalità. Documentario, Italia2024. Durata 97 Minuti.
Un viaggio nella memoria del regista per ricordare il padre scomparso in mare. Espandi ▽
Sono passati più di 25 anni da quando Andrea Romanelli, progettista navale e velista, è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, il record nella traversata dell'Atlantico. Il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora, da regista, affronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre. Recensione ❯
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