“Di un film esistono tante versioni quanti sono gli spettatori che lo hanno visto”. Così si esprimeva un Maestro indimenticato e indimenticabile del cinema contemporaneo: Abbas Kiarostami. Parafrasando si può affermare che anche della storia del cinema ci sono tante versioni quanti sono coloro che ad essa si sono dedicati e si dedicano. Ecco perché il termine ‘nuova’, che Beatrice Fiorentino ha voluto dare al volume da lei curato, risulta perfettamente calzante.
 
NUOVA STORIA DEL CINEMA
È nuova non perché, banalmente, va ora nelle librerie ma perché lo è come concezione. Chi si concederà il piacere (il termine non è scelto a caso) di leggerla si accorgerà subito che la profondità delle analisi non si è fatta irretire dal rischio, sempre in agguato, del linguaggio per addetti ai lavori. Si può essere puntuali e addirittura meticolosi senza per questo risultare pedanti o, ancor peggio, incomprensibili.
 
PASSIONE E COMPETENZE
Questo risultato è stato reso possibile da due scelte editoriali. Innanzitutto quella degli autori dei vari contributi. Ognuno vi ha immesso il proprio stile e le proprie competenze ma anche e soprattutto la propria passione per quella che un tempo veniva definita come la Settima Arte. Chi ne conosce anche solo alcuni sa che i film per loro non sono corpi da tavolo anatomico da dissezionare con freddezza ma realtà vitali con cui confrontarsi razionalmente ma senza mai lasciare in un angolo la passione.
 
UNA STRUTTURA ACCESSIBILE
L’altra fondamentale scelta è quella della struttura del volume. È sufficiente scorrere il sommario per comprendere da subito la ‘novità’ del testo. Si sono scelti titoli di film noti e al contempo evocativi per definire il periodo che viene preso in esame in ogni singola parte. All’interno di essa poi i vari saggi hanno una doppia titolazione per evocare, ed al contempo definire, il contesto di cui andranno ad occuparsi. Le immagini poi assumono un ruolo importante. Si dirà che è normale che ciò accada per una storia del cinema. Purtroppo non è sempre così. Ci sono volumi che trattano la materia senza che vi sia un solo riferimento iconografico. Qui invece non solo sono presenti con abbondanza ma vengono anche integrati da box che intervengono su temi specifici sottolineando aspetti che meritano un’evidenziazione.

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UN’OPERA PER TUTTI
Si tratta quindi, come già si può comprendere, di un libro che non si prefigura una sola tipologia di lettore. Si rivolge a molti, indipendentemente dal livello di conoscenza pregressa, offrendo a chi già sa l’occasione per tornare a ripensare il cinema da una prospettiva caleidoscopicamente originale e mettendo invece a disposizione di chi vuole apprendere una mappa nautica con una molteplicità di porti d’approdo sicuri.
 
Una volta che li si sono raggiunti ci sono poi, come in ogni guida che si rispetti, le indicazioni dei film che vanno visti. Il termine (filmografia) può sembrare scostante (quante volte la bibliografia alla fine di un libro ci ha fatto sentire ‘ignoranti’!) ed è invece, in quest’opera in particolare, quanto di più accogliente e aperto si possa trovare.
 
Perché qui entrano in gioco due ulteriori novità. La prima è data dall’Extended Book che fa sì che il libro sia il punto di partenza di un ulteriore e costantemente incrementabile processo di conoscenza e scoperta.

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Per chiudere, così come si è aperto, con una citazione, quest’opera vuole fare memoria e stimolare a produrne di nuova. Alla mitica frase “tutte queste cose andranno perdute come lacrime nella pioggia” si è deciso di aggiungere un ‘non’.