Anno | 2024 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 92 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Gianluca Vassallo |
Attori | Michele Sarti, Bianca Maria Lay, Renzo Cugis, Tiziano Polese, Angelo Zedda . |
Uscita | giovedì 25 aprile 2024 |
Distribuzione | NoClaps |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 aprile 2024
Pietro è un regista che sta cercando un produttore. La DEGW gli offre l'incarico per un film sul suo cinquantennale.
CONSIGLIATO SÌ
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Milano. La società DEGW offre a Pietro, un regista che si sta affermando, l'incarico di realizzare un documentario sui cinquant'anni della sua attività. Dopo un'iniziale resistenza si mette al lavoro e avrà modo di scoprire anche aspetti della sua vita familiare che gli erano, fino ad allora, del tutto ignoti.
Vassallo prosegue, dopo La sedia, una complessa indagine sulla funzione di design e architettura.
In questa occasione, con una differenza significativa rispetto al film precedente, ha una committenza. Si tratta della DEGW (acronimo che unisce le iniziali dei suoi fondatori Duffy, Eley, Giffone e Worthington), una società di progettazione la cui specializzazione consiste nei luoghi di lavoro, nata a Londra nel 1973. Nei suoi cinquant'anni di attività ha elaborato un modello di "workplace design", all'epoca di carattere pionieristico, che oggi è diffuso ed anche imitato nel mondo. L'obiettivo non è tanto quello di celebrarsi quanto piuttosto quello di arrivare ad un pubblico più ampio con cui condividere riflessioni sul rapporto tra progettazione e funzionalità in favore degli esseri umani che poi dovranno far 'vivere' quei progetti.
La motivazione è più che interessante perché alla sua base si situa una problematica etica di spessore che trova in Gianluca Vassallo (che scrive, dirige, fotografa, monta e compone le musiche) un'adesione totale. Con Vassallo c'è, a sostenere il progetto, Michele Sarti a cui, nel film precedente, era affidato il compito di interagire con la sedia Nr. 1 del designer Enzo Mari.
Sicuramente Vassallo era a conoscenza che il titolo che si è voluto dare alla sua opera aveva già avuto un illustre predecessore ne Il posto di Ermanno Olmi del 1961. Là si trattava della ricerca di un'occupazione da parte di un giovane di provincia approdato nella grande Milano. Viene da pensare che Vassallo non si offenderà se si individua un sentimento vicino a quello del grande maestro bergamasco nella parte finale del film in cui ci si richiama ad un'etica della progettazione che deve sempre avere presenti coloro ai quali mette a disposizione le proprie intuizioni, paragonandoli a fiori che crescono vicini in un prato.
C'è però un problema che può essere riassunto in un'affermazione di un personaggio che Pietro incontra. Costui definisce gli esseri umani come 'significati in movimento'. Un'interessante riflessione se applicata a quanto detto sopra che rischia però di diventare un appesantimento se nella sceneggiatura si vuole dare 'significato' ad ogni dialogo. I concetti finiscono con il susseguirsi senza quella libertà un po' anarchica che contraddistingueva La sedia. Viene cioè voglia di prendere appunti ma questo può accadere nel corso di una lezione o di una conferenza, non vedendo un film. La parola che si poteva 'vedere' in film di registi come Eric Rohmer (ed era spesso anche filosoficamente alta) qui in più di un'occasione si trasforma in parola 'detta', anche se lo sguardo creativo di Vassallo cerca di offrirle ulteriori possibilità di espressione.