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Ultimo aggiornamento giovedì 5 settembre 2024
Ispirato al romanzo biografico di Emmanuel Carrère pubblicato da Adelphi, il film ricostruisce le vicende del poeta e oppositore russo attraverso la storia di cinque suoi grandi amori in giro per il mondo. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Limonov ha incassato 315 mila euro .
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lunedì 21 aprile 2025 ore 5,15 su SKYCINEMA2
CONSIGLIATO SÌ
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Eduard Limonov, dissidente comunque mai allineato neppure con la dissidenza, lascia l'Unione Sovietica per vivere a New York dove, continuando a scrivere, vive prima da homeless per poi diventare maggiordomo di un ricco intellettuale. Tra grandi amori che iniziano e finiscono diventa famoso grazie alle sue pubblicazioni in Francia fino a fondare un partito che si definisce bolscevico e nazionalista.
Serebrennikov mette la sua visionarietà al servizio di una personalità difficile da contenere in un film.
La scrittrice Yasmina Reza, nella sua introduzione alla biografia romanzata a lui dedicata da Emmanuel Carrère così definisce Limonov: "Eroe che l'ombra, la monotonia dei giorni e i semplici piaceri della vita quotidiana uccidono più di ogni altra malattia. Il personaggio romanzesco che Limonov sogna di essere vuole il rumore, la luce accecante e la frenesia".
Come è noto il progetto del film ha visto un passaggio di prese in carico non proprio usuale. Inizialmente doveva dirigerlo Saverio Costanzo che ha poi passato la mano. La scelta è caduta allora su Pawel Pawlikowski che ha scritto una sceneggiatura che è stata utilizzata da Serebrennikov dopo che il regista polacco ha maturato l'idea di non riuscire ad apprezzare fino in fondo la figura di Limonov.
Si tratta di segnali che vanno al di là di semplici o complesse questioni produttive perché finiscono con l'incontrarsi (o lo scontrarsi) con una personalità così debordante e contraddittoria tale da lasciare il segno anche dopo la propria scomparsa. Ben lo sapeva Carrère quando è riuscito a condensare il magma esistenziale dell'uomo in 365 pagine in cui ha approfittato dell'incontro per rivedere anche la propria vita.
Serebrennikov affronta la sfida innanzitutto da russo, cioè da artista capace di leggere nel profondo l'anima tormentata non solo del suo protagonista ma anche quella di un intero popolo in un ampio arco temporale. Lo fa con la visionarietà che gli è propria che gli consente improvvisi mutamenti di stile e di ritmo che accompagnano i movimenti tellurici, ondulatori e sussultori, della vita dello scrittore. Talvolta si attarda sulle vicende sessual sentimentali di Eduard per poi scattare verso la prossima meta, che sia di ribellione protestataria o di disperato bisogno di riconoscimento.
In un affilato cameo interviene quasi specularmente sull'incontro tra Limonov (all'epoca maggiordomo) ed Evtušenko. Se il noto poeta russo viene accusato dall'esule di flirtare sia con il potere interno che con l'Occidente si viene quasi spinti a pensare che, anche contro la sua volontà cosciente, Limonov abbia a sua volta finito con l'essere apprezzato all'Ovest mentre cercava un'audience all'Est. Con la differenza che la sua, questo emerge dal film, è sempre una lotta contro il più forte in favore dei più diseredati anche se questo lo spinge su posizioni assolutiste e politicamente contraddittorie.
Ciò che però finisce con il mancare, al termine della visione, è un vero approfondimento di questa magmatica figura. La suddivisione in capitoli finisce con il risultare non sufficiente perché gli stessi propongono spesso al proprio interno una miriade di vicende. Potrà sembrare quasi sacrilego ai cinefili doc ma Limonov non è contenibile nei 138 minuti di un film. Bisognava avere il coraggio di farne una serie. Magari affidandola ai fratelli D'Innocenzo.
Un'accozzaglia assurda di roba, tanta roba, anche interessante, anche molto interessante, per carità, ma messa dentro un frullatore impazzito, e poi, come se non bastasse, appoggiata sulle spalle di chi? Di uno dei peggiori attori del mondo, uno che forse e dico forse potrebbe recitare Paperino. Belle le musiche, bella la ricostruzione di quegli anni belli, se fosse durato pochi minuti invece [...] Vai alla recensione »
Film scoppiettante dedicato a uno scrittore russo che passa dalle fredde lande natie alla New York degli anni 70 dando sfogo a tutti i propri istinti. Incredibile la trasformazione in un maggiordomo di alta classe. Attore di se stesso finisce per diventare un politico acclamato. Non ho letto i suoi libri ma la sua vita è già un romanzo e la trasposizione cinematografica ne è la [...] Vai alla recensione »
Scrive Emmanuel Carrère: Limonov è stato "teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore di moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo [...] Vai alla recensione »
Santo e martire, come diceva Sartre di Genet, di una furibonda energia anti occidentale, fu il personaggio letterario del bestseller di Carrère, probabilmente più del vero Limonov, instabile rissoso e psicolabile nazi-esistenzialista nostalgico stalinista anti-dissidenti (così è se vi pare...) che interessò anche Anna Politkovskaja, dissidente assassinata a Mosca.
La ballata a cui allude il titolo originale del film di Kirill Serebrennikov Limonov, The Ballad mette l'accento sulla colonna sonora che attraversa diverse epoche dagli anni Settanta al duemila, come a sottolineare l'esplosiva personalità del protagonista con i rivoluzionari (e proibiti) ritmi del rock in evoluzione. «Limònov» che evoca in russo la parola «granata» intesa come bomba a mano è lo pseudonimo [...] Vai alla recensione »
«Bigger than life». Persino questa espressione tipicamente anglosassone, venuta quasi a noia per l'uso a volte spropositato che se ne fa, potrebbe risultare limitativa e pertanto vacillare di fronte a un personaggio come Eduard Limonov, nato Savenko: operaio, scrittore, leader politico, aspirante rivoluzionario, detenuto, vagabondo, maggiordomo, sarto, immigrato, poeta, avventuriero, dissidente per [...] Vai alla recensione »
Colpa del gran libro di Carrère, più stratificato ancora, se in tanti hanno storto la bocca di fronte al film di Serebrennikov. Male. È uno splendido biopic, vibrante. Punk come Eduard Limonov poeta. Habitué dei bassifondi ma maggiordomo, a New York, di un milionario. Nemico dell'Urss e di Putin, ma più ancora del capitalismo. Un po' fascio un pol compagno.
Non è facile -ancorché doveroso per pubblico e critica- vincere la ripugnanza che ispira il personaggio eponimo di "Limonov" , pseudonimo d'arte e di vita del russo Édouard V. Savenko nato nel 1943 a Dzerjinsk, cresciuto a Kharkiv sul confine ucraino oggi martoriato dall'aggressione putiniana e morto a Mosca quattro anni orsono. Il film che ne ha tratto il connazionale esule in Europa Kirill Serebrennikov [...] Vai alla recensione »
In fondo, è "colpa" di Emmanuel Carrère. Profondo conoscitore di quell'anima russa che a troppi è servita o serve ancora per giustificare l'aggressione all'Ucraina, con Limonov ha creato un mefistofelico mito antioccidentale alle cui esalazioni è difficilissimo resistere. Scrittore robustissimo, con quel libro ha firmato uno dei suoi capolavori: il fatto che Limonov sia così profondamente intrecciato [...] Vai alla recensione »
Raccontando la vita di Eduard Limonov (1943-2020), poeta sovietico, scrittore rifugiato a New York, politico nazional-bolscevico dopo la fine del comunismo, Serebrennikov aveva tra le mani una figura incandescente - un'epitome del Novecento e delle sue contraddizioni. Soprattutto, aveva lo straordinario libro di Carrère, un confronto tra lo scrittore e il suo personaggio (il suo avversario!) sul ruolo [...] Vai alla recensione »
Eduard Veniaminovic Savenko nasce in una città industriale della Russia orientale e cresce a Charkiv, oggi in Ucraina. Manifesta sin da giovanissimo un carattere irrequieto simboleggiato dal nome d'arte che presto assume: "Limonov" richiama sì all'onomatopea del limone, ma anche a quello della limonka, la bomba a mano che comparirà sulla prima pagina di una rivista da lui fondata negli anni successivi. [...] Vai alla recensione »
I film di Serebrennikov guardano spesso al punto di rottura, alla germinazione e allo sviluppo di un seme di follia, raccontando storie e vite che finiscono per essere trascinate e travolte da passioni esplosive o da forze irrazionali. Più di una volta, così, le immagini rischiano di perdere il controllo, lasciandosi andare ad accensioni visive, a ondeggiamenti e allucinazioni, che mostrano una vitalità [...] Vai alla recensione »
Il fatto che un regista istrionico come Serebrennikov adattasse uno dei romanzi più stupefacenti degli ultimi anni, scritto da un autore geniale come Emmanuel Carrère e basato su un personaggio smisurato come Eduard Limonov sembrava un'operazione talmente azzeccata da far pensare che niente sarebbe potuto andare storto. E invece... E invece no. Il risultato è un film anodino e banalotto, che stanca [...] Vai alla recensione »
La movimentata, tellurica e incredibilmente controversa vita di Limonov, vissuto tra la Russia, la Francia, gli Stati Uniti, la Serbia e poi di nuovo la Russia, raccontata nel bellissimo romanzo di Emmanuel Carrère. Interpretato da Ben Whishaw, che ne riassume bene, con modi cangianti, l'intera esistenza, terminata qualche anno fa, il personaggio trasuda tutto il suo istinto irrequieto, da ragazzo [...] Vai alla recensione »
Come eroe o come canaglia nessuno come lui ha costruito giorno per giorno il mito di se stesso: ha sognato d'essere personaggio romanzesco e c'è riuscito. Al punto che dopo essere stato protagonista di un celebre libro lo è oggi di un film. Edoardo (Eddy) Limonov ha vissuto con frenesia - essenza dell'anima russa - cercando la luce accecante e il rumore assordante.
"Per un uomo che vede se stesso come l'eroe di un romanzo, la prigione è un capitolo imprescindibile". E, par di capire, pure l'adattamento. Gestazione lunga e intorcinata, con Saverio Costanzo prima e poi Pawel Pawlikowski (Cold war) rimasto a co-sceneggiare associati alla regia, produzione Wildside con Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, Limonov arriva in concorso a Cannes 77, e prossimamente nelle [...] Vai alla recensione »
In una delle prime sequenze di Limonov - The Ballad, nono lungometraggio per il russo Kirill Serebrennikov tratto dalle pagine del celeberrimo volume di Emmanuel Carrère, l'azione si svolge nell'Unione Sovietica del 1972: Limonov, che ancora non ha scelto il suo nome d'arte e quindi firma ancora le sue poesie con l'anagrafico Eduard Veniaminovic Savenko, ha lasciato Charkiv - nella Repubblica Socialista [...] Vai alla recensione »