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Emmanuel Carrère

Emmanuel Carrère (Emmauel Carrère d'Encausse) è un attore francese, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, è nato il 9 dicembre 1957 a Parigi (Francia). Emmanuel Carrère ha oggi 66 anni ed è del segno zodiacale Sagittario.

Lo scrittore dell'identità

A cura di Fabio Secchi Frau

Scrittore prestato al cinema come sceneggiatore e talvolta come regista, Emmanuele Carrère è il figlio della nota storica e russologa francese Hélène Carrère d'Encausse, che gli ha trasmesso lo smodato amore per la letteratura.
"L'avversario" e "I baffi" sono solo alcune delle sue opere che hanno trovato una felice pubblicazione in Italia e che hanno per temi l'identità, l'illusione e l'ambiguità del reale. Punti chiave che si ritrovano anche all'interno della biografia immaginaria di Eduard Limonov, "Limonov", dove un piccolo bandito dell'Ucraina diventa una personalità politica contradditoria ed eccentrica della storia russa. Oppure in "Vite che non sono la mia", incentrato sulle conseguenze che il dolore causa nell'uomo.
Se si prendesse in esame la quasi totalità della produzione di Carrère, si capirebbe quando tutte queste opere siano in realtà collegate l'una all'altra, rivisitando gli stessi argomenti, tradendone gli insegnamenti, evocandoli oppure ripudiandoli. Giocando con quelli che sono i moduli formali ed espressivi dei romanzi di fiction e della saggistica, Carrère spinge il lettore a riflettere su se stesso, giudicandolo attraverso il profilo intellettuale che mostrano al prossimo. Non manca un fedele nichilismo, che suggerisce quando eclettica e controversa possa essere l'esistenza umana proprio in virtù di quelle che sono le due contraddizioni e le sue fragilità, rappresentanti di contraddizioni e fragilità di un'intera nazione, e che non necessariamente coincidono con quella francese.

Studi
Fratello del medico, giornalista e conduttrice televisiva Marina Carrère d'Encausse, si diploma all'Institut d'études politiques di Parigi nel 1979. Per due anni, dal 1980 al 1982, si trasferisce a Surabaya, in Indonesia, dove lavora con una cooperazione internazionale, insegnando francese.

Debutti nella critica cinematografica e primi successi
Debutta inizialmente come critico cinematografico per la rivista POSITIF e per il settimanale TÈLÈRAMA. Il suo primo libro sarà un saggio su Werner Herzog, uscito nel 1982, ma la carriera di romanziere comincia con "L'ami du jaguar" (1983), cui seguirà "Bravura". Nel 1986, arriva "I baffi", osannato dalla critica francese e anglofona. Sarà poi la volta di "Fuori tiro" (1988), "La settimana bianca" (1995) e "L'avversario", quest'ultimo basato sul terribile caso di Jean-Claude Romand, criminale francese che aveva finto di essere un medico dell'OMS fino a quando, strangolato dai debiti, sterminò la sua famiglia.

I lavori per il cinema
Negli Anni Novanta, comincia a lavorare come sceneggiatore, adattando non solo i suoi stessi romanzi, ma anche quelli di altri autori.
Il primo romanzo a essere trasposto cinematograficamente è "La settimana bianca", nel 1998, con il titolo La classe de neige. Con la regia di Claude Miller, Carrère racconta la storia di un ragazzino che, durante una settimana bianca con la sua scuola, rimane suggestionato dalla sparizione di un bambino.
Firmerà poi lo script di Lo strano caso del Signor Kappa (2001) di Fabrizio Lori con Orso Maria Guerrini e Adriana Russo, che narra la kafkiana storia di un alto dirigente di una prestigiosa banca milanese, accusato di un non ben precisato crimine. L'anno seguente, sarà Nicole Garcia a dirigere Daniel Auteuil, François Cluzet ed Emmanuelle Devos in L'avversario, tratto dal suo best-seller.
Torna alla letteratura con "Facciamo un gioco" (2002) e "La vita come un romanzo russo" (2007), accompagnati dai già citati "Vite che non sono la mia" (2009) e "Limonov", che ottiene il Prix Renaudot.
Intanto, nel 2003, arriva la direzione del documentario Ritorno a Kotelnitch, in cui utilizza i materiali audiovisivi di tre dei suoi viaggi a Kotelnich, una piccola città a 800 km da Mosca. Il suo primo film a soggetto è invece L'amore sospetto (2005), tratto dal suo "I baffi", dove un uomo entra in crisi d'identità dopo essersi tagliato un paio di baffi che portava da decenni e che tutti giurano invece non aver mai visto sul suo volto. Ricevendo i plausi della critica per l'originalità, Carrère diventa un esperto nel maneggiare stati d'animo paranoici e, ancora una volta, sull'indagine dell'identità.
Nel 2010, viene scelto come membro della giuria al Festival di Cannes, allora presieduta da Tim Burton. Darà poi alle stampe "Il regno", evocativo saggio sul cristianesimo. Intanto, firma la trasposizione dell'omonimo romanzo della scrittrice Fred Vargas L'homme aux cercles blues di Josée Dayan e il soggetto di Je suis heureux que ma mère soit vivante di Claude e Nathan Miller, su un ventenne che ritrova la sua vera madre biologica.
Ultimi arrivati sul grande schermo, Tutti i nostri desideri di Philippe Lioret, con Vincent Lindon, del quale firma il soggetto, e la regia di Tra due mondi (2021), su una scrittrice che si finge una donna delle pulizie su un traghetto.

Vita privata
Dopo svariate storie sentimentali, Emmanuel Carrère è sposato con la giornalista Hélène Devynck, dalla quale ha avuto una figlia: Jeanne. Affetto da una severa forma di depressione, ha trattato i suoi disturbi psichiatrici all'interno del romanzo "Yoga".

Ultimi film

Biografico, (Italia - 2024), 138 min.
Drammatico, (Francia - 2021), 106 min.

News

Scrittore prestato al cinema, scrive e dirige Tra due mondi. Al cinema dal 7 aprile.
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