Anno | 2018 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Antonio Albanese |
Attori | Antonio Albanese, Alex Fondja, Aude Legastelois, Daniela Piperno, David Anzalone . |
Uscita | giovedì 29 marzo 2018 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,53 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 9 aprile 2018
Se tutti riportassero un migrante a casa il problema sarebbe risolto: è quello che pensa Mario, deciso a riportare in Senegal un suo 'concorrente' africano. In Italia al Box Office Contromano ha incassato 1,8 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Mario Cavallaro è un abitudinario incallito. Tutto ciò che richiede un cambiamento lo spaventa e lo irrita al contempo. Ha un solo hobby: l'orto che ha realizzato sulla terrazza dello stabile in cui abita nel centro di Milano. Quando si ritrova dinanzi al suo negozio di calze un africano ambulante che vende lo stesso articolo (anche se di qualità inferiore) a prezzi stracciati, elabora un piano che potrebbe servire da modello. Decide di rapirlo e riportarlo in Africa. Se tutti facessero così il problema dell'immigrazione extracomunitaria sarebbe risolto...
La definizione di commedia con la specificazione 'agrodolce' sta un po' stretta a questa quarta prova registica di Antonio Albanese.
L'agro infatti prevale nettamente e se sono poche le occasioni per sorridere, quelle per ridere risultano limitatissime. Perché Albanese questa volta vuole, come lui stesso afferma, "raccontare questioni complesse in modo paradossale" riuscendovi grazie all'iniezione di dolente malinconia che permea l'intero film.
Mario Cavallaro non è un uomo cattivo; è fondamentalmente un uomo solo che ha fatto del non cambiamento uno scudo protettivo che si costella di aculei quando si trova davanti coloro che finiscono con il tentare, con il loro modo di vivere, non di distruggerlo ma solo di scalfirlo. Come tanti di noi risponde in modo infastidito alle richieste di oboli o acquisti di vario genere che gli vengono avanzate da venditori ambulanti che hanno la pelle di un colore diverso dal suo. Non sa che in Africa si dice che "chiedere non è rubare" ma sperimenta solo l'insistenza nella richiesta che può fare la differenza.
Anche la sua 'vittima', che si porta dietro quella che presenta come sorella, non è priva di difetti e questo è un elemento che accresce il valore di una sceneggiatura che, fatto salvo il ridondante predicozzo finale, non vuole indulgere né alla retorica né al manicheismo. Da una parte e dall'altra ciò di cui ci si è privati (le proprie origini per gli uni e una vita che contempli un lasciarsi andare al sentimento per l'altro) ha finito con l'imprimere un segno e con lo spingere a una coazione a ripetere gli errori.
Albanese ci vuole invitare a sperare in qualche piccola crepa che consenta di arrivare, se non allo sgretolamento, almeno a una breccia nei muri divisori. Così da permetterci di guardare all'altro, al diverso da noi non ingenuamente (perché sarebbe stupido farlo) ma neanche arroccati nel pregiudizio. Mario, Oba e Dalida sono chiamati a un on the road che non va solo da Milano al Senegal ma dal proprio io passato al proprio io futuro.
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Antonio Albanese, al suo quarto lavoro che lo vede impegnato anche dietro alla macchina da presa oltre che come attore, porta sul grande schermo un’opera che si discosta dai suoi precedenti lavori. In questo caso la comicità non è l’elemento preponderante del film, anzi, il regista lombardo di origini siciliane, struttura la vicenda volendoci raccontare temi profondi [...] Vai alla recensione »
Inizialmente una malinconia dolceamara pervade il film e impedisce di trovare la strada dell’ironia vera, gli leva potenza invece che accrescerne la forza e ne smussa gli angoli. Da metà poi il film diventa un’altra cosa, i presupposti iniziali scompaiono, il razzista non è più tale e il miracolo finale è dietro l’angolo, una volta arrivati in Africa. Vai alla recensione »
"Contromano", il nuovo film del comico Antonio Albanese, sta ad indicare il viaggio, appunto, in direzione contraria a quella percorsa dalle popolazioni africane, che il protagonista (Antonio Albanese) intraprende al fine di riportare nel paese d'origine, il Senegal, due extracomunitari sbarcati in Italia. Titolare di un lussuoso e storico negozio milanese di calze e cravatte, [...] Vai alla recensione »
Antonio Albanese adotta il collaudato schema del road movie, ma lo reinventa con grande originalità adattandolo ad una storia che da Milano, passando per le spiagge tirreniche, arriva via mare alle sabbie del Senegal. In una surreale e personale missione di rimpatrio contromano, che il protagonista (lo stesso Albanese) intraprende per riportare due immigrati clandestini a casa (dove in realt&agrav [...] Vai alla recensione »
Nei sogni, dobbiamo crederci. E' vero che l'Africa è molto più inferno, di quello che siamo disposti a credere. Che il nostro paese ha un'autonomia economica molto minore, di quello che siamo disposti a credere. Ma non si può fare senza la solidarietà; al cuore non si comanda, anzi và ascoltato, e i contatti col lui mantenuti saldi e stretti, altrimenti [...] Vai alla recensione »
Un nuovo film sulle diversità razziali dove il protagonista da nemico alla fine diventa amico. Tutto bene, tutto bello ma tutto irreale davvero. Una trama assurda e senza un vero senso. Si poteva fare meglio evitando alcuni passaggi. Sottotitoli bianchi su sfondo chiaro non si leggono.
Nelle sale poco dopo il ben più spassoso "Come un gatto in tangenziale",questa favola raccontata con garbo,in stile Albanese,vede una messa in scena un po' a strappi,incerta e discontinua. No difetta di originalità,nonostante il finale accomodante. Il meglio dell'opera trovo stia nei momenti di cattiveria,dove l'esasperato protagonista sbraca e,in seguito,i due immigrati [...] Vai alla recensione »
Una occasione sprecata per il bravissimo Albanese. Film scontato, pieno di luoghi comuni.
Domenica sera, sala discretamente piena, un clima caldissimo tipico dei primi di luglio. Penso che sia un buon film, ricco di riflessioni, il primo tempo pulito e divertente, il secondo tempo rivela una commedia tipica italiana dal sapore agrodolde, come si suol dire << l'altra faccia della medaglia >>
Tre stelle al tentativo di raccontare qualcosa di nuovo,anche se il racconto si prende qualche pausa e la sceneggiatura non è sempre puntuale. E' interessante l'idea di sparigliare i luoghi comuni: i migranti non più vittime,ma opportunisti sfruttatori. In realtà non ci sono buoni e cattivi,ma c'è l'essere umano con debolezze e paure trasversali alle latitudini. [...] Vai alla recensione »
Le uniche scene "comiche" del film sono contenute nel trailer... Peccato perchè l'idea poteva avere uno sviluppo interessante. DELUSIONE TOTALE
Primo film sull'emigrante borghese italiano e prima deportazione semi-consensuale di una coppia di senegalesi nella loro terra: in una Milano dove anche gli italiani frugano nelle pattumiere, anche loro sono a disagio. Dopo tanti film sul dogma "immigrati sfruttati e italiani sfruttatori", Contromano di Antonio Albanese discute il preconcetto, perché il senegalese ha il permesso di soggiorno scaduto [...] Vai alla recensione »
È verità nota e universalmente riconosciuta che un comico di successo prima o poi decida di mettere la propria arte al servizio di una nobile causa. Qui, gli immigrati che certi sciagurati vorrebbero riportare in Africa. La pensa così anche l'omino protagonista, un dì si sarebbe chiamato "maggioranza silenziosa": pelato, fedele allo stesso bar, coltivatore diretto di costosissimi pomodori sul tetto [...] Vai alla recensione »
Commedia intorno allo slogan «aiutiamoli a casa loro». Nella direzione contraria alla sensibilità della cosiddetta "accoglienza" va l'onesto, schivo, tollerante, ma ormai incazzatissimo Mario, titolare metodico di un negozio due-luci classico in centro a Milano, dove staziona in concorrenza sleale l'ambulante senegalese Oba con le sue «calze filo di Svezia».
Mario è un milanese proprietario di un negozio di calze. Persona tranquilla, non sopporta, però, gli immigrati che lo fermano per strada. In particolare, Oba, che si è messo a vender calzini proprio davanti alla sua insegna. Invece di chiamare i vigili, decide di rapirlo, per riportarlo in Senegal. «Se tutti riportassero un migrante a casa, il problema sarebbe risolto».
L'insofferenza verso gli immigrati del metodico Mario Cavallaro, che da tempo si macera nel vedere il suo piccolo mondo milanese stravolto dall'invasione di nuove etnie, esplode quando un baldo senegalese si piazza davanti al suo negozio di calzini, rubandogli i clienti con articoli dozzinali venduti a prezzo stracciato. Deciso a sbarazzarsi del concorrente, Mario escogita il piano di rapirlo e [...] Vai alla recensione »