Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 61 minuti |
Regia di | Enrico Iannaccone |
Attori | Renato De Simone (II), Anna Carla Broegg, Pino Ammendola, Raffaele Ausiello . |
Uscita | giovedì 3 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Double Line |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 ottobre 2024
Una storia ai confini della realtà sospesa tra disperazione e ironia, minimalismo e complessità.
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo una visita dall'oculista, un giovane scopre di essere affetto da maculopatia degenerativa, una malattia che lo porterà alla cecità e che lo obbliga a indossare un vistoso paio di occhiali. L'unica persona con cui sembra parlare è suo padre, un uomo anziano cui telefona quotidianamente per assicurarsi che abbia preso tutte le medicine giornaliere per i problemi al cuore. Sconfortato dalla sua condizione di isolamento, confusione e solitudine, il protagonista inizia a nutrire desideri suicidi e decide di acquistare una pistola per porre fine alla sua vita e a quella del padre. Mentre si accinge a compiere il gesto fatale, assiste tuttavia a un'aggressione che lo costringe a rimandare la sua morte.
Minimalismo, astrazione, inquietudine e ironia si uniscono in un esperimento cinematografico conturbante e coraggioso, capace di trasportare il pubblico in un universo surreale, in cui il tempo perde di importanza.
Il regista napoletano Enrico Iannaccone si munisce di un iPhone 14 Pro e una troupe ridotta all'osso e parte per un'avventura surreale e misteriosa tra le vie di una Napoli onirica e sfumata. In soli nove giorni è pronto Riverbero, un film sperimentale realizzato da una produzione indipendente, opera di un collettivo di professionisti del cinema e del teatro. Le musiche sono dello stesso regista, nascosto dietro lo pseudonimo di Gianni Banni, e davanti all'obbiettivo troviamo giovani talenti di formazione teatrale come Renato De Simone e Anna Carla Broegg, impenetrabili nel ruolo dei due protagonisti, relegati ai margini di una società in cui faticano a trovare un posto.
Già vincitore di un David di Donatello nel 2013 con il cortometraggio L'esecuzione, Iannaccone torna a mescolare ironia, cinismo e memoria in un lungometraggio che travolge e colpisce come un uragano. Un uragano di sentimenti, ricordi, emozioni contrastanti, confuse e frastagliate come le azioni del protagonista, un giovane napoletano intento a fare i conti con una malattia agli occhi, ma forse anche alla mente. Il riverbero di suoni, profumi, ricordi che sente nella testa si condensa in una fotografia sporca e granulosa come quelle dei filmini del passato, girati con una telecamera che non riesce a mettere perfettamente a fuoco il suo soggetto.
Inquadrature sbilenche, ambientazioni desolate e desolanti, contribuiscono ad aumentare lo straniamento di spettatori e personaggi, due novelli Valdimiro ed Estragone intenti ad ammazzare il tempo prima di sciogliere l'indecisione circa il proprio suicidio, nell'attesa di un Godot - una salvezza esterna - che non sembra mai arrivare. In vero stile beckettiano, una scenografia minimalista racconta le ambientazioni rarefatte in cui si muovono i personaggi, sperduti in un luogo e in un tempo il cui unico confine sembra essere la vastità del mare. Un mare che rappresenta forse le profondità oscure della psiche, in cui il protagonista decide di lasciarsi andare, navigando solitario sulle acque cristalline verso un orizzonte sconosciuto, dove è forse possibile continuare a galleggiare, ma anche annegare.
L'importante, però, non è la destinazione: ciò che conta sono le sensazioni provate durante il viaggio. E l'avventura raccontata da Riverbero è stralunata, perturbante, onirica e delirante come il suo protagonista, un giovane uomo disperso nei meandri della propria mente e delle proprie emozioni. Un tocco di ironia e una colonna sonora capace di fare il suo ingresso nella narrazione nei momenti di maggior tensione aggiungono complessità a un film stratificato, coraggioso e ammaliante, in grado di trasmettere inquietudini profonde, difficili da dimenticare.