Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Daniele Vicari |
Attori | Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou Fabrizio Rongione, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Antonio Gerardi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Alessandro Roja, Eva Cambiale, Rolando Ravello, Monica Barladeanu, Emilie De Preissac, Ignazio Oliva, Camilla Semino Favro, Aylin Prandi, Michaela Bara, Sarah Barecek, Lilith Stangenberg, Christian Blümel, Christoph Letkowski, Esther Ortega, Pietro Ragusa, Gerry Mastrodomenico. |
Uscita | venerdì 13 aprile 2012 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 3,41 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 novembre 2017
Un film di Daniele Vicari sui fatti accaduti alla scuola Diaz a Genova durante il G8. Il film ha ottenuto 7 candidature e vinto 3 Nastri d'Argento, 13 candidature e vinto 4 David di Donatello, In Italia al Box Office Diaz - Non pulire questo sangue ha incassato 2 milioni di euro .
Diaz - Non pulire questo sangue è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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CONSIGLIATO SÌ
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Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna (giornale di centro destra) che il 20 luglio 2001 decide di andare a vedere di persona cosa sta accadendo a Genova dove, in seguito agli scontri per il G8, un ragazzo, Carlo Guliani, è stato ucciso. Alma è un'anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e ora, insieme a Marco (organizzatore del Social Forum) è alla ricerca dei dispersi. Nick è un manager francese giunto a Genova per seguire il seminario dell'economista Susan George. Anselmo è un anziano militante della CGIL che ha preso parte al corteo pacifico contro il G8. Bea e Ralf sono di passaggio ma cercano un luogo presso cui dormire prima di ripartire. Max è vicequestore aggiunto e, nel corso della giornata, ha già preso la decisione di non partecipare a una carica al fine di evitare una strage di pacifici manifestanti. Tutti costoro e molti altri si troveranno la notte del 21 luglio all'interno della scuola Diaz dove la polizia scatenerà l'inferno.
Fino a qui la parte iniziale del film a cui vanno fatti seguire dei dati che non sono cinema ma cronaca giudiziaria. Alla fine di quella notte gli arrestati furono 93 e i feriti 87. Dalle dichiarazioni rese dai 93 detenuti (molti dei quali oggetto di ulteriori violenze alla caserma-prigione di Bolzaneto) nacque il processo in seguito al quale dei più di 300 poliziotti che parteciparono all'azione 29 vennero processati e, nella sentenza d'appello, 27 sono stati condannati per lesioni, falso in atto pubblico e calunnia, reati in gran parte prescritti. Mentre per quanto accaduto a Bolzaneto si sono avute 44 condanne per abuso di ufficio, abuso di autorità contro detenuti e violenza privata (in Italia non esiste il reato di tortura).
Gli elementi di cui sopra sono indispensabili per fare memoria su un episodio avvenuto in una scuola dedicata a colui che firmò il bollettino di guerra della vittoria nel 1918 è che è stata teatro della più grave disfatta del diritto democratico della nostra storia recente. Il film di Vicari si colloca all'interno del cinema di denuncia civile di cui Rosi e Lizzani sono stati maestri e che richiama, per la forza e la lucida coerenza della narrazione il Costa Gavras di Z- L'orgia del potere. Vicari non si nasconde dietro a nessun facile manicheismo come quello di chi tuttora considera i Black Block solo dei 'compagni che sbagliano'. Ne mostra in apertura le devastazioni e, così facendo, può permettersi di proporre un film che si muove su un piano eticamente elevato. Così come solo chi è in malafede potrà accusare Diaz - Non pulire questo sangue di essere 'contro la polizia'. E' sicuramente contro ma con l'opposizione e la denuncia di quel tumore che può pervadere (così come è accaduto) un'istituzione la cui finalità e quella di mantenere l'ordine democratico e non di esercitare violenza fisica e psicologica su chi ritiene di dover sottoporre a controlli o restrizioni di libertà. Dal punto di vista cinematografico poi questo è un film senza star. Ognuno ha il proprio ruolo che si immerge e riemerge come un corso d'acqua carsico nei gironi degli inferi di quella notte. Una notte da dimenticare diranno alcuni. Una notte da ricordare afferma con forza e rigore questo film. Perché fatti simili non accadano più.
Dopo i corpi e la dignità, quello che crolla sotto i colpi di manganello è l'obbiettività e il distacco critico; l'imparzialità va in frantumi: cause e moventi tacciono annichiliti. Vicari sceglie di filmare la forza d'urto dell'abuso, il suo impatto emotivo, evitando (di poco) il documentarismo attraverso una costruzione narrativa labirintica, specchio [...] Vai alla recensione »
Il 21 Luglio del 2001 tra le 22 e mezzanotte all’interno di uno Stato democratico i diritti umani son stati calpestati, umiliati e massacrati….quella notte alla Scuola Diaz verrà ricordata per sempre come la Macelleria messicana (termine usato dal vicequestore Michelangelo Fournier). Diaz parla dei giorni che hanno preceduto quell’evento, parla di una maledetta bottiglia [...] Vai alla recensione »
E’ stato interessante vedere il film dopo una presentazione in sala fatta dal regista Daniele Vicari e dal produttore Domenico Procacci. Vicari ha raccontato che dopo una proiezione a Palermo una giornalista locale gli ha scritto in privato ringraziandolo e raccontandogli che suo marito, poliziotto, quel 21-7-2001 non si trovò nella Scuola Diaz per puro caso, ma che se avesse dovuto [...] Vai alla recensione »
“Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso (….) penso che il male estremo non possegga né la profondità né una dimensione demoniaca, può invadere e devastare tutto il mondo perché cresce in superficie come un fungo (….) esso sfida il pensiero, ma il pensiero cerca di raggiungere [...] Vai alla recensione »
"Diaz - Don't clean up this blood" è un film di Daniele Vicari sui fatti realmente accaduti alla scuola Diaz di Genova in occasione del G8 nel Luglio 2001. Il film, girato quasi interamente fuori dai confini italiani, è incentrato sulle "verità" emerse dalle circa diecimila pagine di carte processuali e sulla sentenza di primo grado del 13 Novembre 2008 e di appello del 18 Maggio 2010 che in parte [...] Vai alla recensione »
'Diaz' è un capolavoro. Daniele Vicari sprigiona tutta la sua potenza registica e la concentra in quello che è il miglior film italiano degli ultimi 15 anni e uno dei migliori di sempre. La freddezza con la quale il regista de 'Il passato è una terra straniera' immortala i fatti accaduti nel 2001 a Genova è impressionante.
Definirla una pellicola di “impegno civile” è ridicolmente limitativo, è minimizzare ciò che non può essere ricondotto a misura. Parlare dei fatti del G8 di Genova, narrati in modo ferreo dal regista Vicari, come di una “sospensione del diritto e della democrazia” è perbenismo e bocca lavata.
Il film comincia con riprese ravvicinate, forse troppo, inquadature basse che non lasciano respiro allo sguardo, si teme la manipolazione delle immagini per far colpo sullo spettatore, visto il tema trattato, ma il racconto di questo "orrore dello Stato" si sviluppa lentamente, con scene temporalmente disgiunte che si riuniscono man mano nella costruzione della vicenda in tutta [...] Vai alla recensione »
Non un film politico. Un film di esigenza. Perché, come ben racconta quel ‘Non pulire questo sangue’ sparato nel sottotitolo, l’obiettivo e la cifra meritoria di Vicari stanno proprio nell’ evitare che un Paese troppo avvezzo alla memoria corta, possa mandare in prescrizione anche le sue vergogne recenti. Nel cinema socio-politico, a cui Diaz è stato [...] Vai alla recensione »
Non solo al termine, ma durante tutta la visione del film, si spera che ci sia un appiglio, una speranza, una giustificazione che spieghi tutto l'orrore in cui noi italiani con questo film ci riflettiamo. Vicari invece non mi ha lasciato una speranza. Nè durante la visione, nè al termine quando attonito e distorto nell'espressione del volto mi sono alzato e sono uscito dalla [...] Vai alla recensione »
Sono passati quasi 11 anni ma è come se fosse accaduta ieri, questa vicenda che sconvolse l'Italia. Il film, duro, crudo e doloroso in molti tratti, ha la peculiarità di essere molto realista e di collocare i personaggi in un contorno di vita reale e quotidiana tanto da farceli sentire vicini e famigliari, e quindi da portarci ad entrare in empatia con essi.
Niente nomi e niente spiegazioni sulle motivazioni del Movimento e le sue ragioni. Tutto questo è vero e costituiscono un errore anche perchè le sentenze ci sono e si poteva avere più coraggio. Ma l’opera di Vicari si intitola “Diaz: don’t clean up this blood” e quindi si concentra sulle vicende capitate nella scuola genovese.
Un film decisamente ben fatto e di una crudezza fortissima che ci rimanda ai tragici eventi che si svolsero durante il G8 di Genova del 2001 che si chiusero con la morte di Carlo Giuliani, la città messa a ferro e fuoco da una piccola minoranza di violenti e black block e lo squallido assalto guidato dalla polizia contro chiunque si trovasse a dormire all'interno della scuola Diaz.
Non un film politico. Un film di esigenza. Perché, come ben racconta quel ‘Non pulire questo sangue’ sparato nel sottotitolo, l’obiettivo e la cifra meritoria di Vicari stanno proprio nell’ evitare che un Paese troppo avvezzo alla memoria corta, possa mandare in prescrizione anche le sue vergogne recenti. Nel cinema socio-politico, a cui Diaz è stato forse troppo [...] Vai alla recensione »
Quando nel luglio del 2001 la città di Genova e i genovesi ospitarono il 27° forum delle potenze mondiali più industrializzate, nessuno poteva immaginare che di lì a poco si sarebbe scritta una delle pagine più tristi del “belpaese”. Tra le 22 e le 24 di quella maledetta notte, quando ormai il G8 era finito, il VI reparto mobile della Polizia [...] Vai alla recensione »
Questo film racconta e svela una storia: la nostra storia. Questa volta l'impatto è più che mai diretto, impatto che stimola un'intensa riflessione su verità, valori ormai quasi totalmente stravolti, poichè quello nostro è un vero e proprio "mondo capovolto", in cui giustizia e verità si dissolvono gradualmente, non trovando più spazio [...] Vai alla recensione »
Un film di questo tipo, un film dannatamente importante per la nostra storia recente, non può che essere anche un film politico. "Politico" nel dare almeno una parziale chiave di lettura politica dei fatti al di là della semplice cronaca dei "fatti". Invece no. La polemica è contestuale al lancio e aiuta (com'è ovvio) la pubblicità.
21 Luglio 2001 Genova , tra le 22 all'interno di una scuola Diaz entrano migliaia di celerini e massacrano questi ragazzi . Nella scuola ci sono giornalisti , studenti , stranieri e civili . Questa è stata una decisione dello stato e tutti i diritti democratici sono stati calpestati. é una film da impegno civile , bello , drammatico , crudele e ci fa vedere molte scene che non sono [...] Vai alla recensione »
perchè vedere il film? perchè ti inchioda al divano e se non conosci bene la storia, quì ti viene spiegata in maniera ABBASTANZA fedele alla realtà.. ABBASTANZA NON DEL TUTTO. non aggiungo altro sul film, comunque spendo 2 parole in più: leggendo le varie critiche prima della visione, ero indeciso se vederlo, mi sono fatto coraggio dicendomi "vedilo così potrai giudicare anche tu chi critica".
Film-resoconto su un atto di inconcepibile bestialità ingiustificata(considerata da Amnesty International come "la più grave soppressione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale" )sullo sfondo di una vicenda altrettanto tragica e devastante,quella del G8 del 2001.Il regista,che ricostruisce luoghi ed eventi a Bucarest con gran dispiego [...] Vai alla recensione »
Genova, luglio 2001. E' in corso il G8 e la città viene messa ferro e fuoco dai Black block. La polizia si scaglia però sui manifestanti inermi e pacifici e come non bastasse massacra la notte del 21 luglio alla scuola Diaz i ragazzi che vi stavano passando la notte. Convinti che fossero Black block. Dopo alcuni film minori d'impegno sociale, Daniele Vicari alza l'asticella [...] Vai alla recensione »
"Diaz - Non pulite quel sangue" come film ha un limite; invece come documentario sarebbe valido... ma documentario non è. La trama: i sanguinosi avvenimenti del G8 di Genova del 2001, visti attraverso le esperienze di una decina di personaggi delle opposte fazioni: dimostranti e Polizia nella scuola Diaz. Il film non segue la struttura classica, dato che parla di tante storie ma [...] Vai alla recensione »
Il vetro può significare tante cose. Un cristallo di Boemia, un colorato manufatto di Murano, una bottiglia di Coca Cola, una finestra…. In ogni caso vetro significa trasparenza, e trasparenza richiama pulizia, nitidezza, limpidezza e, per estensione, tutto ciò che si può ricondurre a queste proprietà, come il rispetto delle regole, la correttezza e quindi la democrazia. [...] Vai alla recensione »
Ho scelto di andare al cineforum a vedere DIAZ con i miei giovani cugini. Entrambi nel pieno dell'adolescenza, entrambi con una coscienza politica del tutto embrionale. Mi piace pensare che possano formarsi un'idea di stato non legata alla Tv propagandistica, alle altrettanto propagandistiche parole dei nostri genitori. Tutti troppo impegnati a pulire via il sangue di stato.
Quando il cinema si occupa di storia recente si assume molti rischi ed una precisa responsabilità. Rischi perché il ricordo dei fatti è ancora vivido, o almeno così sembra, visto che ognuno è geloso del proprio, e pronto a contestare il punto di vista degli altri; perché ci sono protagonisti in carne ed ossa che si vedono rappresentati sullo schermo in maniera [...] Vai alla recensione »
Oggi è il 25 aprile. Ho scelto di vedere questo film oggi, a Pesaro, dove, nella cerimonia di commemorazione del 25 aprile, era presente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non è possibile dare giudizi a film di questo genere. A mio parere non si può dire "bello" a un film che ti racconta un fatto di cronaca. Si può fare una valutazione sulla regia (direi ottima), sulla sceneggiatura [...] Vai alla recensione »
LA DIAZ di GENOVA FA STORIA... GENOVA,1960, Parole di Sandro Pertini: « Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza. Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi, lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi». Luglio,1960: il governo TAMBRONI, DC, con l’appoggio MSI, il quale, [...] Vai alla recensione »
film documentario: mi ha lasciato perplessa!!! è vero cio che si racconta ma ci sarebbero state da raccontare anche molte altre cose! Film alquanto unilaterale!
sconvolta dalla cattiveria dell'animo umano, sono uscita dalla sala in lacrime. perchè già sapevo, sono dieci anni che vado ogni 20 luglio a Ge x ricordare..ma vedere le mie immaginazioni su uno schermo...è stato sconvogente..e pensare che è un film. figuriamoci cosa è stata la realtà. da italiana chiedo scusa a chi è venuto nel nostro paese [...] Vai alla recensione »
un film ottimamente realizzato, se lo si valuta per il limite temporale dei fatti descritti, ovvero nel vergognoso epilogo di quel famigerato G8 di Genova. Intendo per limite temporale il fatto della non descrizione di quello che accadde nei giorni precedenti al massacro della Diaz . Premettendo che non vi è giustificazione possibile per le racapriccianti azioni delle forze dell'ordine [...] Vai alla recensione »
Sembra ambientato in sudamerica.E' pazzesco che è successo da noi. Lasciamo perdere la politica o parteggiare per i social forum o per la polizia. Bello il commento dell'anziano colpito, "avete fatto una cazzata"
Vedere questo film è un dovere morale di ogni italiano!
OGNI ITALIANO, OGNI EUROPEO, HA IL DOVERE DI ANDARE A VEDERE QUESTO FILM PER RENDERSI CONTO DI QUANTO SIANO LABILI I DIRITTI DI TUTTI NOI CITTADINI!
Girato come un documentario, "Diaz" è la (purtroppo) fedele ricostruzione di ciò che avvenne in Italia durante il G8 di Genova nel 2001. Triste, atroce e doloroso pugno allo stomaco per lo spettatore, soprattutto se italiano e democratico. Tanti attori famosi ma nessun protagonista: l'ingiustizia - conclamata dalle leggi italiane - domina la scena.
un film necessario per conoscere da dove proviene la crisi economica globale. E non è esagerazione: in quelle occasioni, in occasione dei G8 che si susseguirono in quegli anni, furono stabilite le direttive della finanza globale, fu decisa la deregulation dei movimenti dei capitali. Ora perfino Sarkosy sostiene la necessità della Tobin Tax proposta già in quegli anni da Attac.
Il film racconta un episodio vergognoso della nostra storia.Ottima regia, racconto dei fatti come se "visti dall'esterno". E' vero che sono uscito dal cinema con l'amaro in bocca, i titoli di coda, con le varie sentenze, fanno male. Bel film, sicuramente da vedere e da prendere come spunto per una discussione.
Film veramente bello! Molto peso e molto incazzoso, assolutamente da vedere per non dimenticare ciò che è successo. Finalmente un film italiano veramente molto bello! Giusto qualcosina da dire sul montaggio ma in questi casi non ha importanza.
Non vedrò il film perché ho ancora rabbia per la macelleria avvenuta nel complesso scolastico Diaz-Pascoli, sede del Genoa Social Forum, improvvisata per l’occasione a camerata dormitorio. Una pagina degne delle peggiori dittature del Centro America. Il secondo governo Berlusconi (2001) inizia con un pestaggio su giovani inermi e finisce a puttane (2011).
Spero che questo film aiuti tutti noi a non dimenticare, ma soprattutto, e mi rivolgo ai giovani, non protestiamo lanciando bottiglie e ribaltando macchine di gente che ha avuto la disgrazia di posteggiarla li, ma impariamo a dare un senso e un peso vero alla nostra protesta, senza farci massacrare in questo modo. Il film a mio parere è comunque un ottimo film, ma non si può restare indifferenti a [...] Vai alla recensione »
A volte viene da dire, ricostruendo i giorni di Genova, che la morte di Carlo Giuliani ne ha risparmiate molte altre, mese in preventivo dal governo e dalla polizia. Per quanto mi riguarda non finirò mai di ringraziare la sorte che mi spinse a evitare la partecipazione al social forum, avevo 21 anni e preferii restare a far baldoria a casa.
BASTARDI! Ecco casa vorresti gridare a quei poliziotti che hanno compiuto il massacro alla Diaz! E se fossero stati i loro figli? Bastardi, mille volte bastardi! Finalmente all'orizzonte un autore che utilizza il medium cinematografico per compiere una ferocia denucia e al contempo far luce su uno degli episodi più brutti della nostra recente storia contemporanea, mentre i politici, di ogni schieramento, [...] Vai alla recensione »
se guardi un film e due giorni dopo continua a girarti per la testa, continua ad essere presente nei tuo sonno, continua a farti incazzare e continua a farti paura, a farti pensare che chiunque avrebbe potuto essere là......hai visto Diaz!!!!
Ragazzi questo è un grande film, cercate di scrivere e giudicare meglio queste pellicole per cortesia.
Ho trovato questo film veramente ben realizzato. Sicuramente nato sotto la stella di una produzione di altissimo livello dalla propensione internazionale. Tuttavia l'unico messaggio che emerge da questo film è che le forze dell'ordine sono "infami", sono nostre nemiche e dobbiamo guardarci da loro. Un messaggio inaccettabile figlio dell'assenza del contesto su cui inserire [...] Vai alla recensione »
caterinab [11/04/2012] Ho visto ieri questo film durante l'anteprima a Milano, l'ho trovato toccante, molto forte e incisivo, il regista riesce nel suo intento. Credo che nessuno riesca a rimanere impassibile davanti alle scene del massacro, questo perché i fatti accaduti ci feriscono profondamente, e anche grazie alla bravura narrativa di Vicari e degli interpreti.
Se queste sono le forze dell'ordine capisco perchè il nostro Paese sta degenerando. Dove non c'è Giustizia non c'è Democrazia.
Mi capita sempre più raramente di rimuginare su un film ore dopo averlo visto. Diaz ti fa arrabbiare, soffrire, ti fa chiedere "com'è stato possibile?" Diaz va fatto vedere, va promosso non per condannare qualcuno ma per non dimenticare.
Opera coragiosa in un italia di corta memoria . Una fragole e sangue condita con parmigiano e tarallucci al vino. Come si evince dai titoli di coda non ci saranno mai dei colpevoli o un disprezzo per chi ci governava in quel momento. Un'altro mistero che evaporerà nel tempo e che andrà a fare compagnia alle varie stragi e attentati che ci hanno scadenzato mesi e anni.
Ho appena visto il film e ne sono rimasta molto sconvolta, per cui quanto scrivo ha più del commento che della recensione. Hannah Arendt (Ebrea) quando qualcuno le diceva :"Mi vergogno di essere tedesco, per le violenze compiute dal mio popolo" rispondeva: "Io sarei tentata di dire che mi vergogno di essere umana"... E mi viene da pensare la stessa cosa leggendo alcuni commenti [...] Vai alla recensione »
Primo blocco "...Andare a vedere Diaz è un dovere civile. Il film di Daniele Vicari sulle violenze perpetrate da alcuni reparti della polizia durante il G8 di Genova del luglio 2001, non sarà una visione piacevole, non sarà una visione divertente, non sarà una visione conciliante. Sarà, in compenso, un'esperienza memorabile....Questo è il pregio etico ed estetico di questo film potente e commovente: ci investe con un flusso di immagini destinate a restare nella memoria e, ancor di più, riconsegna una storia per immagini che finalmente consente agli italiani della presente e delle future generazioni [...]
Tutto quello che è contenuto nel film di Daniele Vicari Diaz - non pulite questo sangue lo sapevamo già, perché largamente documentatoe testimoniato. Eppure il film provoca un' impressione enorme. Il cinema, nonostante la sua perdita storica di terreno come strumento di formazionee di maturazione delle coscienze, mantiene ancora una potenza straordinaria.
La paura, lo smarrimento, la violenza cieca, brutale, impietosa. Con una grandissima abilità di regia, Daniele Vicari ricostruisce la mattanza avvenuta nella scuola Diaz alla fine del G8 di Genova del 2001 e l’ignobile trattamento subìto dagli arrestati nella caserma di Bolzaneto. Le scene di colpi e di sangue sono prolungate ma inevitabili per tentare di rendere conto di una tale violazione dei diritti [...] Vai alla recensione »
A Daniele Vicari l’etichetta di cinema civile non piace, eppure le ricadute civili di Diaz ci sono. Tre i meriti fondamentali: ricordare “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la II Guerra Mondiale”, consumata tra la scuola Diaz e la caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001, su cui è caduto un colpevole oblio; dopo quello sulle stragi di Stato, inaugurare [...] Vai alla recensione »
Un tempo si diceva Armando Diaz e si pensava al generale della Vittoria nella Grande Guerra, ma dal 21 luglio 2001 quel nome rievoca fatti che si vorrebbe non fossero mai avvenuti. E stavolta a denunciare i panni sporchi non siamo stati solo noi italiani, perché quella notte, nella scuola Diaz, fra gli inermi brutalmente picchiati da una masnada di poliziotti inferociti, si trovavano svariati cittadini [...] Vai alla recensione »
Dal romanzo di una strage alla cronaca di una mattanza. Dal film di Giordana su Piazza Fontana, con relative polemiche, a Diaz di Daniele Vicari (peraltro diversissimo per taglio, stile, ambizioni), su cui è partito il tiro incrociato. Troppe omissioni dicono i detrattori, in testa l’ex-portavoce del Genoa Social Forum, Vittorio Agnoletto. E soprattutto troppi equilibrismi.
Parliamo di un’esperienza molto cruda, una sorta di pugno nello stomaco che non lascia vie di fuga agli spettatori non inclini ai film semi-documentaristici a trazione integrale di denuncia. Si può dire, peraltro, che il regista Daniele Vicari si dimostra abile nel gestire il ritmo della propria (re)visione apocalittica e nel ricostruire relativi sfondi, scontri e sadismi sul filo di un’emotiva e frenetica [...] Vai alla recensione »
Poteva essere un horror. Di quelli che non ti fanno saltare sulla poltrona, ma ti ci inchiodano contro. Di quelli che te li porti dentro, dalla sala a casa, e quando ti chiudi la porta alle spalle sono ancora là, perché vogliono seguirti fino nel letto. Uno di quegli incubi in cui il male ha la faccia distorta di una persona familiare. Impossibile guardare Diaz e restare impassibili di fronte alla [...] Vai alla recensione »
Il G8 del 2001, 10 anni dopo. È la memoria di colonne di fumo nelle strade, vetrine spaccate, reti e container e grate di ferro nei vicoli di Genova. E il ricordo del battere cardiaco degli elicotteri e del silenzio sordo in piazza mentre la morte di Carlo Giuliani rimbalza di bocca in bocca. È il pensie0ro di quella notte, quella della Diaz, con la polizia che assalta gli occupanti di una scuola così [...] Vai alla recensione »
È davvero difficile dare una valutazione critica di Diaz, il film di Daniele Vicari su quella che Amnesty International, nella locandina del film, descrive come «la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale», ovvero l’irruzione della polizia nell’edificio scolastico temporaneamente adibito a media center dal Genoa Social Forum (occupato anche [...] Vai alla recensione »
Strano paese, l’Italia. A volte si ha la sensazione che la gente non ascolti. E che da questa sordità intellettuale nascano polemiche inutili. Marco Tullio Giordana dichiara di essersi «liberamente» ispirato ad un libro per Romanzo di una strage, e poi qualcuno gli fa le pulci per essersi distaccato dal libro in questione o, al contrario, per averlo seguito pedissequamente.
Il dilemma di questa ultima stagione di cinema civile (benven ta dopo il vortice di commediole di cui sembravamo prigionieri) corre Sul crinale scivoloso che separa verosimiglianza da realtà. C’è chi viene contestato per riletture troppo personali, come Marco Tullio Giordana per Romanzo di una strage (ma un film, ricorda il regista, non è un documentario e ragiona sul dubbio), e chi sembra soffrire [...] Vai alla recensione »
Delle violenze che devastarono Genova, c’è poco o niente. Una piccolissima parte rispetto alla durata della pellicola. Per carità, niente e nessuno può giustificare quello che è avvenuto nella Diaz. Proprio per questo, però, per evitare film preconcetti, sarebbe stato più corretto mostrare le due facce della medaglia, fidandosi un po’di più del giudizio dello spettatore.