Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Fabio Del Greco |
Attori | Fabio Del Greco, Chiara Pavoni, Paolo Di Gialluca, Daniele De Paolis, Silvana Porreca . |
Uscita | mercoledì 2 ottobre 2024 |
Distribuzione | Indiecinema |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 ottobre 2024
Dante Mezzadri vuole rivedere un vecchio amico, soprannominato l'Iguana, che ha perso di vista da molti anni, e che è riuscito a far diventare la loro comune passione giovanile per la poesia in un lavoro, diventando scrittore e poeta famoso.
CONSIGLIATO SÌ
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Dante Mezzadri viene ricontattato dopo oltre vent'anni dal suo vecchio amico Iguana che è diventato un poeta famoso. Lui invece non ce l'ha fatta ma continua ad avere comunque la stessa ambizione. Stanco delle comodità della vita borghese, abbandona la moglie e va a vivere sul litorale romano dove si arrangia come può. Dopo aver fatto stampare e rilegare le sue poesie, cerca di venderle ma non interessano a nessuno. Ormai rimasto senza soldi, è costretto ad arrangiarsi e gli capita anche di rubare al supermercato. Poi crede di trovare la soluzione ai suoi problemi economici dopo essersi messo a vendere la 'pillola del cannibale' per conto di due giovani spacciatori che viene subito comprata dagli stessi clienti che invece prima rifiutavano le sue poesie. Ma ben presto si rende conto che questa droga è molto pericolosa.
C'è l'attesa infinita di un appuntamento che viene continuamente ritardato. Scorrono le immagini sfocate del tempo passato, dei sogni e delle ambizioni giovanili mai realizzati o anche le visioni di 'feste principesche di un'epoca mai vissuta'.
Il poeta perduto mette a fuoco il vuoto esistenziale del protagonista, interpretato da Fabio Del Greco che ha anche scritto, diretto, prodotto, montato il film oltre ad esserne stato anche il direttore della fotografia assieme ad Arianna Busti.
A questo si affianca anche l'ambientazione durante la pandemia con frammenti di una città deserta e una voce che invita a stare a casa perché 'tutte le attività sociali e culturali sono chiuse'. Come Lino Stella in Slow Life e l'artista di strada Gigi in Una vita migliore, due titoli diretti dal regista, anche per Dante c'è la frustrazione per non aver raggiunto ancora i suoi obiettivi. Il suo vagabondaggio è inquieto e l'irrequietezza del protagonista è alimentata anche dagli sfondi (come, per esempio, il carro armato di cartapesta, il grammofono gigante) e dai ricordi che si confondono con una specie di allucinazioni mentali (il neonato, i giovani rampanti felici del loro lavoro, la maestra a scuola con i bambini) che diventano invece l'illusorio controcampo di un malessere esistenziale causato dal fatto di doversi ormai muovere in mezzo alle macerie culturali della società.
A suo modo, Il poeta perduto è una riflessione sul consumismo e sull'aridità sentimentale che individua la sensazione di straniamento proprio nel momento in cui crea collegamenti/contrasti di montaggio tra immagini diverse come in un film sperimentale oppure presenta tracce di un'ambientazione futuristica anche se, come si è visto, sono ben visibili i riferimenti al Covid. Il film di Del Greco però non trova quasi mai il punto d'incontro tra la ricerca visiva (l'immagine del Palazzo dei Congressi all'Eur è forse tra le inquadrature più imponenti) e una struttura narrativa che si regge in piedi a fatica, alimentata da una voce fuori-campo che rischia di voler cercare la metafora a tutti i costi spiegando 'il senso della vita' e la caratterizzazione di personaggi che si prendono poco più lo spazio di un'inquadratura, come il barbiere che è stato in Gran Bretagna o la moglie del protagonista che è una figura ricorrente ma anche fuggevole pur nella sua disperazione.
In più, non riesce a sostenere il tono disturbante di una risata o le scene di un pestaggio in cui il ralenti alimenta il sospetto di un'esibizione formale. Si potrebbe provare a cercare qualche analogia con Roma, Santa e dannata. Ma rispetto al documentario di Roberto D'Agostino e Marco Giusti, gli manca l'ironia e quella rappresentazione della dimensione funerea, sospesa tra follia e gioco.
Non sono un critico, nè un tecnico cinematografico, ma leggo e scrivo poesie per diletto e passione e amo utte le espressioni artistiche che mi lasciano qualcosa: cinematografia compresa. Il mio giudizio riguarda pertanto la risonanza emotiva che questo film d'autore nel suo complesso mi ha dato. Il film nel suo messaggio mi è piaciuto, perché offre uno spunto di riflessione [...] Vai alla recensione »
Non sono un critico, nè un tecnico cinematogagico, ma leggo e scrivo poesie per diletto e passione e amo utte le espressioni artistiche che mi lasciano qualcosa: cinematografia compresa. Il mio giudizio riguarda pertanto la risonanza emotiva che questo film d'autore nel suo complesso mi ha dato. Il film nel suo messaggio mi è piaciuto, perché offre uno spunto di riflessione [...] Vai alla recensione »
La casa del poeta sul litorale, dove si incontrava da giovane con i suoi amici, è solo un cumulo di macerie abbandonate. Che fine hanno fatto tutti quelli che volevano diventare poeti e sono finiti nel diventare qualcos'altro? Esistono forze interiori con cui quella casa può essere "ricostruita"? Il film è una riflessione profonda sul senso della vita, pochi dialoghi, [...] Vai alla recensione »
Il poeta perduto di Fabio Del Greco è un film che si propone di parlare del capitalismo e della superficialità che pervade la società moderna, denunciando come queste dinamiche consumino l'anima delle persone e soffochino il valore delle piccole cose davvero importanti. Il film, con ambizione, cerca di mettere in luce il conflitto tra l'autenticità dell'individuo e la vacuità del consumismo, ma lo [...] Vai alla recensione »
Ancora in attesa del «successo che gli cambierà la vita» (la cit. è dal trailer del suo Altin in città), Del Greco ha alle spalle otto lunghi da lui diretti, scritti, prodotti e sovente pure interpretati. Fra i motivi ricorrenti di questa filmografia caparbiamente nutrita c'è, in primis, la posizione cattedratica da cui i suoi protagonisti fan la guerra a un mondo troppo gretto, corrotto, sciocco per [...] Vai alla recensione »