Titolo originale | Juniper |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Nuova Zelanda |
Durata | 95 minuti |
Al cinema | 13 sale cinematografiche |
Regia di | Matthew Saville |
Attori | Charlotte Rampling, Marton Csokas . |
Uscita | giovedì 3 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Trent Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,46 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 ottobre 2024
Un dramma con Charlotte Rampling nei panni di una donna che fa i conti con se stessa. In Italia al Box Office Juniper - Un bicchiere di gin ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 24,5 mila euro e 1,7 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Nuova Zelanda, anni '90. Sam, un diciassettenne che vive in collegio, torna a casa nel weekend per conoscere la nonna Ruth, ammalata e con una gamba rotta, fatta venire dal padre fin dall'Inghilterra. Incapace di accettare la morte della madre e furente con il padre, Sam è per di più costretto a occuparsi di Ruth - ex fotografa arrogante, intransigente e alcolizzata - quando il padre è costretto per affari a fare ritorno in Europa. Tra nonna e nipote il rapporto non sarà facile, ma anche grazie alla mediazione dell'infermiera Sarah i due troveranno un terreno d'incontro proprio nei reciproci caratteri scontrosi, affrontando con coraggio gli ultimi giorni di vita della donna.
L'attore sudafricano (cresciuto in Nuova Zelanda) Matthew J Saville esordisce nella regia con un dramma familiare dai sentimenti soffocati, ma non per questo meno emozionanti.
Merito della tenuta emotiva del film - o meglio del suo tono monocorde eppure capace di trovare accenti originali nel raccontare il legame fra una nonna e un nipote - è soprattutto Charlotte Rampling, all'epoca delle riprese (il film è del 2021) settantacinquenne ma con ancora la stessa intensità, la stessa bellezza che si scorgono nelle fotografie da giovane usate per illustrare il passato di Ruth.
L'attrice inglese recita da ferma, costretta dal ruolo su una sedia a rotelle e dal mestiere al solito campionario di occhiate fulminanti, parole secche, espressioni quasi impercettibili: nonostante la prevedibilità della situazione e del film stesso, il suo personaggio - tipica figura di donna burbera e capricciosa che alla famiglia ha sempre preferito l'avventura, il piacere, l'alcol - finisce per essere autentico e dare al racconto uno sbocco melodrammatico non artificioso.
Grazie al confronto della Rampling con il giovane interprete del nipote Sam, l'esordiente George Ferrier, Juniper crea un dialogo il più delle volte muto fra due personaggi divisi dall'età ma uniti da un'identica energia rabbiosa. Il difficile rapporto fra Ruth e Sam, che segue la classica parabola del conflitto poco alla volta trasformato in affetto, più che a un passaggio di testimone fa pensare a un sacrificio: amante delle albe come dice lei stessa, Ruth è costretta ad affrontare il tramonto della sua esistenza, eppure proprio la sua fine finalmente circondata d'affetto serve a salvare Sam dai suoi pensieri suicidi.
Juniper è un melodramma familiare a bassa intensità: nella prima parte fatica a coinvolgere lo spettatore nel suo mondo e nelle vicende dei suoi personaggi, schiacciato dalle troppe situazioni stereotipate (l'adolescente inquieto, il padre assente, la nonna burbera, l'infermiera benevola...); con il passare dei minuti, però, il rapporto tra i due protagonisti dà forza al film pur proseguendo su un sentiero narrativo segnato.
Anche autore della sceneggiatura, Saville non intende raccontare una storia d'amore: quando la rigidissima Ruth trova il modo di dire al nipote «Ti voglio bene», lui le risponde «Vorrei che non fosse così». Eppure non c'è rabbia nelle parole del ragazzo, solo la constatazione che la vita non è per forza di cose fatta di redenzione, confessioni e riconciliazioni. Ruth del resto accetta di confessarsi con un prete anglicano solo per far piacere a Sarah, il figlio confessa alla madre il suo amore a lungo taciuto solo di fronte al suo cadavere.
Nella normalità delle sue immagini, nella medietà dei suoi toni e nella professionalità dei suoi interpreti, Juniper trova la misura della vita, né eccessiva né indifferente. I suoi personaggi sono in attesa che il tempo passi, che i sentimenti muoiano e poi rinascano, come un'alba diventa un tramonto e poi un'alba ancora.
Nel film Juniper - un bicchiere di gin il regista Matthew Saville ci racconta la storia delle relazioni umane all’interno di due generazioni (nonna, figlio, nipote) e una certa problematica sul senso della vita e sulla morte assistita. La storia della nonna è quella di una ricca signora che nella sua vita ha sempre scelto la libertà e non la condivisione, fattibile come per tutte [...] Vai alla recensione »
È veramente curioso che, a distanza di tre anni dalla prima neozelandese (26 agosto 2021) approdi nelle sale italiane questo modesto filmetto dell'attore, sceneggiatore e regista di corti di Matthew J. Saville su un conflitto familiare dal titolo Juniper, ovvero "Ginepro" a cui, la distribuzione italiana ha aggiunto un esplicativo e in fondo mendace "un bicchiere di gin" (i bicchieri sono molti più [...] Vai alla recensione »
Più che un bicchiere, una brocca intera. Metà gin, il resto acqua, mezzo limone per guarnizione - "juniper" è il ginepro, da cui il gin si distilla. La bevanda preferita - unica, scopriremo poi - di nonna Ruth. Charlotte Rampling è la nonna, ex reporter di guerra ora costretta sulla sedia a rotelle, ultimo acciacco una gamba rotta. Siamo in Nuova Zelanda, negli anni 90.
Un adolescente deve occuparsi della nonna invalida e alcolizzata. Tra i due, nonostante la reciproca diffidenza iniziale, si instaura un rapporto speciale. Un film che non brilla certo per contenuti (un po' stereotipati), ma convince grazie alla genuina complicità degli attori in scena, fatta di sguardi e piccoli gesti. Rampling superba e fiera che, come sempre, fa benissimo.
Nonna e nipote in Nuova Zelanda, spazi e suoni di campagna, scontro, incontro, riscontro: ci possiamo intendere, ci possiamo amare. Lei giornalista di guerra dura e impura, lui orfano di mamma introverso e autodistruttivo. Dalla biografia del regista sceneggiatore Saville, il copione di famiglia è previsto e prevedibile, se non fosse che lei è Charlotte Rampling, spina dorsale drammatica emozionante [...] Vai alla recensione »
Un adolescente orfano di madre, Sam, vive male nella propria pelle e si mette di continuo nei guai, facendosi espellere dal collegio in cui il padre lo aveva spedito. Il genitore se lo riporta a casa; ma qui il ragazzo deve vedersela con un'ingombrante ospite: Ruth, leggendaria fotografa di guerra con una gamba rotta e innamorata del gin. Una vecchia signora indegna con tanto di assistente-infermiera [...] Vai alla recensione »
Ruth (Charlotte Rampling), donna dal passato avventuroso come fotoreporter di guerra, ora immobilizzata su una sedia a rotelle per un incidente alla gamba è costretta a lasciare la sua Inghilterra per raggiungere il figlio (Marton Csokas) nella sua abitazione di campagna neozelandese. Obbligata a convivere con il nipote Sam (George Ferrier), diciassettenne in vacanza dopo il college, particolarmente [...] Vai alla recensione »
Da una parte Ruth (Charlotte Rampling), la nonna immobilizzata, e dall'altra Sam, il nipote, richiamato dal collegio e costretto dal padre ad assisterla. La donna va avanti con caraffe di acqua e gin ché Juniper, "ginepro", si riferisce a quello: la deriva alcolica è lo specchio in cui i due riconosceranno la radice comune. Autoritaria e rude, la vecchia stronza, che regge i destini economici della [...] Vai alla recensione »
Nella line-up di un festival c'è sempre quel film che più di tutti travolge lo spettatore con una tempesta di emozioni cangianti per la quale non vi è difesa o barriera in grado di resistere. Gradualmente queste cedono a causa di una gettata che con lo scorrere della timeline si fa sempre più forte, implodendo sullo schermo in un epilogo che lascia un segno indelebile nella memoria del fruitore.