Civil War

Film 2024 | Azione, Drammatico, 109 min.

Regia di Alex Garland. Un film Da vedere 2024 con Nick Offerman, Kirsten Dunst, Wagner Moura, Jefferson White, Nelson Lee. Cast completo Titolo originale: Civil War. Genere Azione, Drammatico, - Gran Bretagna, USA, 2024, durata 109 minuti. Uscita cinema giovedì 18 aprile 2024 distribuito da 01 Distribution. Oggi tra i film al cinema in 384 sale cinematografiche - MYmonetro 3,52 su 21 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 marzo 2024

In un'America sull'orlo del collasso un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità. Civil War è 5° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 99.060,00 e registrato 13.417 presenze.

Consigliato sì!
3,52/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 2,86
PUBBLICO 3,70
CONSIGLIATO SÌ
Il film più provocatorio dell'anno: un'opera dal taglio documentaristico, specchio di un mondo distorto che somiglia al nostro presente.
Recensione di Andrea Fornasiero
mercoledì 20 marzo 2024
Recensione di Andrea Fornasiero
mercoledì 20 marzo 2024

In una New York a corto di acqua e dove la guerra è arrivata in forma di terrorismo, con attentati kamikaze, il giornalista Joel e la fotografa Lee hanno deciso che è rimasta una sola storia da raccontare: intervistare il Presidente degli Stati Uniti, da tempo trinceratosi a Washington mentre dilaga una feroce Guerra Civile. Partono così per un viaggio verso la capitale, cui si aggregano l'anziano e claudicante giornalista Sammy e la giovane fotografa Jessie, che vede in Lee un modello da seguire. Contro quel che resta del governo si muovono le truppe congiunte Occidentali di Texas e California, ma la regione che i giornalisti attraverseranno nel loro viaggio non è fatta di battaglie campali tra schieramenti ed è invece preda di un caos di microconflitti e atrocità.

Il film più provocatorio dell'anno, e il più costoso mai prodotto da A24, non offre spiegazioni bensì scuote dispiegando un violentissimo conflitto, ambientato in America ma rivolto più in generale al degrado della Democrazia.

Il regista Alex Garland ha infatti dichiarato che se negli Stati Uniti certe cose sono esacerbate, per esempio dall'onnipresenza delle armi da fuoco, ci sono guerre civili che sono state combattute a colpi di machete e hanno comunque fatto decine di migliaia di morti. Garland dice che avrebbe potuto ambientare il film pure nella sua Inghilterra o in qualsiasi altra democrazia, perché alla vera origine di questa Civil War c'è la demonizzazione dell'avversario politico, l'assunzione di entrambe le parti di una posizione di presunta superiorità etica che squalifica la parte avversa e impedisce ogni confronto, allargando sempre più le divisioni.

Anche per questo i suoi protagonisti hanno il solo punto di vista lucido e costruttivo: la neutralità. Imparziali fino all'estremo, si ribellano allo stato delle cose documentandolo senza sconti, anche negli orrori più truci. Drogati di adrenalina o anestetizzati alle emozioni dalle brutalità cui hanno assistito, attraversano un'America insidiosa e a tratti surreale, dove borghi tranquilli sono protetti da cecchini sui tetti e dove militari scavano fosse comuni.

Garland inizia il film in medias res, senza cartelli esplicativi né dialoghi riassuntivi per il beneficio degli spettatori: ai protagonisti è chiaro quali sono le parti in campo e tanto gli basta. Questo radicale rifiuto di didascalismi si traduce in una straordinaria densità: gli eventi si susseguono rapidi, numerosi e sempre più violenti, fino a un assalto finale a Washington tanto spaventoso quanto teso ed efficace dal punto di vista spettacolare. Il crescendo di morte e distruzione appare ineluttabile e troverà una secca e amarissima conclusione, tutt'altro che rassicurante.

L'assenza di spiegazioni impedisce del resto di disinnescare questo incubo con la logica e anche quel poco che ci viene detto basta del resto a scombinare i nostri preconcetti. La California liberal e il Texas conservatore sono qui alleati, contro un Presidente "fascista" che ha mantenuto il potere per un terzo mandato, ha sciolto l'FBI e ha approvato bombardamenti con droni sul suolo americano. L'odio verso di lui unisce così Stati anche tradizionalmente avversi, in un caotico precipitare degli eventi che evita di essere una banale e strumentalizzabile rappresentazione delle divisioni dell'America oggi.

Spesso è persino impossibile dire chi stia da una parte e chi dall'altra e i protagonisti del resto non lo chiedono quasi mai e quando lo fanno non ricevono risposte, oppure vengono coperte dalla musica, come quando Joel chiacchiera e ride con i sopravvissuti a una sparatoria, mentre Jessie fotografa un'esecuzione. Il loro obiettivo è fare l'ultimo scoop o lo scatto definitivo, quello che rimarrà nella memoria collettiva, il loro operare è un misto di necessario cinismo e folle coraggio, di cui Garland non nasconde i paradossi.

Anzi gli inserti fotografici sono la principale marca stilistica del film, dove il flusso frenetico dell'azione è spesso spezzato da immagini statiche, a volte in bianco e nero, di uno o due secondi di durata e senza audio che non sia il suono di uno scatto di macchina fotografica. I suoi giornalisti, con la loro facciata di neutralità - che si infrange però a volte in grida mute e disperate - sono l'unica risposta possibile alla fine della democrazia, sono i testimoni che ci ammoniscono riguardo il baratro a cui ci avviciniamo. È attraverso di loro che Garland firma un'opera dal taglio documentaristico, specchio di un mondo distorto ma in cui è fin troppo facile riconoscere il presente.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 23 aprile 2024
Montefalcone Antonio

Il regista di “Ex Machina” e sceneggiatore di “28 giorni dopo”, torna al cinema con un film godibile e spettacolare, affascinante e concettualmente interessante, ambientato negli Stati Uniti di un immediato futuro alle prese con una seconda guerra civile. Alex Garland, nel suo progetto più personale ed ambizioso, tratteggia uno scenario futuribile in questo lungometraggio [...] Vai alla recensione »

domenica 21 aprile 2024
FrankMoovie

 Questo film è da vedere per più motivi: è molto vero nelle varie fasi della vicenda di giornalisti inviati di guerra che non fermano i loro click davanti all'orrore delle guerre e ai pericoli enormi in cui vanno incontro sfidando il destino per raggiungere il loro scopo finale e cioè informare la gente con prove concrete prese direttamente sugli scenari raccapriccianti, [...] Vai alla recensione »

sabato 20 aprile 2024
Massimo Cioffi

Una accozzaglia senza senso di stereotipi made in USA

domenica 21 aprile 2024
Silvano Bersani

 Credo che fosse, se non ricordo male, il 1996, quando per la prima volta la cinematografia americana con Indipendence Day mise sullo schermo la distruzione della Casa Bianca: quel raggio di luce che scendeva diretto dalla astronave aliena sul colonnato bianco facendolo esplodere non s’era mai visto prima. Ci sono dei luoghi fisici in America che per il loro valore simbolico hanno un’aura [...] Vai alla recensione »

martedì 23 aprile 2024
Imperior Max

A quanto pare sta’ facendo il suo dovere CIVIL WAR di Alex Garland, cioè far discutere e dividere. Vuol dire che come film ha preso fino in fondo un percorso ben preciso.Trama semplicissima: Agli sgoccioli di una Guerra Civile, in cui il Presidente degli Stati Uniti sembrerebbe ormai alle strette, un gruppo di reporter si dirigono da New York a Washington per intervistarlo.

FOCUS
FOCUS
venerdì 19 aprile 2024
Roberto Manassero

E così anche il cinema ha il suo "Il canto del profeta", il romanzo di Paul Lynch vincitore del Book Prize 2023 (in Italia pubblicato a fine marzo da 66th&2nd) che immagina in un presente nemmeno così alternativo l’Irlanda prima governata da un partito fascista e poi devastata da una guerra civile. Il film in questione si chiama Civil War, l’ha diretto il regista e romanziere inglese Alex Garland (suoi Ex machina, Annientamento e Men) ed è tra le uscite più attese di questa primavera, dopo che in patria in un solo weekend ha incassato più di 25 milioni di dollari e generato una netta polarizzazione di giudizi.

In un paese che si avvia alle presidenziali con una base elettorale mai così divisa, con un candidato (Trump) che promette ferro e fuoco in caso di sconfitta e già una volta ha approvato l’assalto dei suoi sostenitori al Congresso e un presidente in carica (Biden) distratto da due fronti di guerra esteri (Ucraina e Palestina), Civil War sfrutta il momento e coglie furbescamente nel segno: giusto o sbagliato, bello o brutto che sia, è un film che scopre provocatoriamente i nervi di una nazione. Come ha scritto Anna Lombardi su “La Repubblica”, «il 43% dei cittadini americani già pensa che una guerra civile è effettivamente possibile entro il prossimo decennio e il 23% concorda che la violenza potrebbe essere necessaria a salvare il Paese».

Nel film il conflitto non ha una motivazione chiara e le divisioni sul campo sono così confuse e irrealistiche che la casa produttrice A24 ha sentito il dovere (e la necessità promozionale) di caricare online una cartina del Paese in guerra. Giusto per capirci sull’assurdità del contesto, la liberalissima California e il repubblicano Texas sono alleati, gli stati lealisti tengono insieme zone politicamente e geograficamente antitetiche come il New England e la fascia centrale del Midwest, mentre la capitale Washington è assediata a nord dalle Western Forces e a sud dalla Florida Alliance… Evidentemente Garland, anche sceneggiatore, si è divertito a mescolare le carte della storia passata e presente, tanto che in un’intervista apparsa sul “New York Times” ha sentito il dovere di precisare che la sua guerra civile è «la semplice estensione dell’attuale situazione degli Stati Uniti: una situazione polarizzata».

Come però ha fatto notare sul “New Yorker” Andrew Marantz, «Civil War pare assolutamente disinteressato a cercare le cause di una moderna guerra civile americana, e di conseguenza a suggerire dei modi per prevenirla». E opporsi a un ipotetico conflitto senza affrontare le condizioni che potrebbero innescarlo, ha proseguito il critico, «è un po’ come affermare di schierarsi contro l’incarcerazione di massa evitando deliberatamente di parlare di criminalità, polizia, povertà, psicologia, giudici e leggi».

Insomma, l’accusa più comune nei confronti di Civil War è quella di superficialità, quando non addirittura di ambiguità. Garland ha descritto il suo film come «empaticamente contro la guerra», ma molti commentatori hanno scritto che i grandi film anti-bellici americani del passato (Apocalypse Now, Il dottor Stranamore) erano anche atti di accusa contro il governo degli Stati Uniti, mentre qui si rimane piuttosto sul vago a proposito di colpe e responsabilità, riducendo la guerra civile a una fratricida e indistinta lotta per la sopravvivenza.

Un indizio sulla posizione di Garland potrebbe venire dal fatto che la protagonista Lee Smith, interpretata da Kirsten Dunst e ispirata alla vera Lee Miller, è una fotografa di guerra, una testimone imparziale di orrori e tragedie. Eppure proprio l’equidistanza del personaggio dal conflitto, nel corso del viaggio infernale che porta lei e altri tre colleghi da New York a Washington per intervistare il Presidente asserragliato nella Casa Bianca, mostrerebbe le contraddizioni del film, perché, come ha scritto Clarisse Loughrey sull’“Independent”, «non tutti i conflitti nascono e crescono allo stesso modo; le persone non uccidono e muoiono senza motivo; e l’imparzialità di Lee suona vuota quando gli stessi Stati Uniti hanno partecipato in prima persona a così tanti conflitti internazionali».

Di contro, va detto che i sostenitori del film esaltano proprio l’incertezza nebulosa di Civil War, il pessimismo esistenziale e il crudo realismo che ne farebbero un’opera universale e chiamerebbero in causa la posizione morale di ogni spettatore e ogni forza politica. «Raramente», ha scritto Manhola Dargis sul “New York Times”, «ho visto un film capace di mettermi altrettanto a disagio e un volto come quello di Kirsten Dunst, in grado di esprimere il malessere di una nazione in modo così vivido da sembrare una radiografia».

Nel frattempo, tra i commenti online di spettatori entusiasti e altri critici, la A24 ha venduto Civil War a decine di paesi prima ancora di conoscere i risultati al box office del primo weekend, rientrando così da subito dei 50 milioni spesi per produrlo, cifra più alta mai spesa dalla compagnia più cool del nuovo cinema americano.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 20 aprile 2024
Paolo Fossati
Giornale di Brescia

Una guerra civile negli Stati Uniti, «oggi». Se tale presupposto bellico rappresenta lo spunto perfetto per un accattivante film apocalittico, a farsi pietra angolare della nuova opera di Alex Garland è, invece, una riflessione sul ruolo cruciale del fotogiornalismo. Dalla mente che concepì «28 giorni dopo» ed «Ex Machina» è lecito aspettarsi una distopia, che tuttavia si rivela solo la cornice per [...] Vai alla recensione »

sabato 20 aprile 2024
Paolo Zelati
La Voce di Mantova

In un futuro non troppo lontano l'America è dilaniata da una nuova guerra civile. Il conflitto è tra Est e Ovest, tra le autoritarie forze governative statunitensi e le Western Forces di svariati Stati dissidenti, tra cui Texas e California. Lee Smith (Kirsten Dunst) è una reporter di guerra che, insieme alla giovanissima collega Jessie (Cailee Spaney) e ai più navigati Joel (Wagner Moura) e Sammy [...] Vai alla recensione »

sabato 20 aprile 2024
Filiberto Molossi
La Gazzetta di Parma

Giureresti che è stato concepito nella furia delle immagini dell'assalto al Campidoglio, di quella vergogna in mondovisione, e invece l'idea è di qualche mese prima: ma è figlio di quell'aria lì, «Civil War», di un tempo arrabbiato e divisivo, dell'epoca folle dell'odio, della protesta, del manganello. Se il film di Alex Garland - inglese pratico di scenari inquietanti ed estremi (da «28 giorni», di [...] Vai alla recensione »

sabato 20 aprile 2024
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Un attacco al Campidoglio lo abbiamo già visto. Dal vivo, non al cinema - al cinema non succede che siano gli americani a introdursi armati (e in testa l'elmo con le corna da vichingo). Sono gli alieni, i coreani, altre potenze straniere nemiche della democrazia. Il film di Garland ci porta un po' più avanti, nel tempo e nella guerra che mette i cittadini americani l'uno contro l'altro.

venerdì 19 aprile 2024
Nicola Falcinella
La Provincia di Como

Nel 1997 con "La seconda guerra civile americana" il regista Joe Dante ("Matinée", "Gremlins") immaginava una guerra fratricida innescata dal governo dell'Idaho per fermare gli immigrati e alimentata dalla televisione. Oggi, tre anni dopo l'assalto dei trumpiani al Campidoglio e alla vigilia delle elezioni presidenziali, arriva "Civil War" di Alex Garland.

venerdì 19 aprile 2024
Bilge Ebiri
Vulture

Gli americani adorano vedere le loro istituzioni distrutte sullo schermo. Che sia a opera di alieni, zombi, meteoriti o altro, è una fantasia che non smettiamo di inseguire. Senz'altro indulgendo nelle proprie fantasie si diventa insensibili a esse. Il film è ambientato in una versione del presente in cui una combinazione di strategie di uomini forti e movimenti secessionisti ha fratturato gli Stati [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 aprile 2024
Valerio Caprara
Il Mattino

Sarà pure uno sguardo rivolto all'America spaccata in due in attesa delle prossime e drammatiche elezioni con annessa e lugubre profezia di un ritorno devastante della Guerra di Secessione. Però "Civil War" di Alex Garland, amico e collega di Danny Boyle nonché autore del romanzo bestseller The Beach", si concentra con buon mestiere sugli effetti di un immaginario massacro fratricida, ma sorvola con [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 aprile 2024
Alessandra Levantesi
La Stampa

Come attesta il botteghino USA del primo week-end di uscita (25 milioni di dollari), Civil War tocca le corde calde di un paese dove è in corso una campagna elettorale dai toni accesi e a rischio di fatali conseguenze; tuttavia, una volta impostata l'idea forte e non peregrina di un'America devastata dallo scoppio di una guerra civile, il film ha il difetto di non svilupparla come potrebbe.

venerdì 19 aprile 2024
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Il titolo è una cannonata. Il film non è da meno. "Civil War", guerra civile. Qui e ora, cioè negli Stati Uniti, centro e provincia del mondo in cui tutti ci rispecchiamo, ma mai (quasi mai) teatro di guerra. La parte per il tutto dove improvvisamente tutto è possibile, specialmente il peggio. Texas e California, alleanza volutamente improbabile, si sono ribellati e non si sa perché.

venerdì 19 aprile 2024
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Film sui reporter di guerra o war-movie di fantapolitica? Perché, immaginando la terza guerra civile americana sulla scorta di crisi istituzionale, Trump, razzismo, eccetera, sembrano due storie che s'incontrano sedute di spalle una all'altra. Budget alto, truculenze, fotografia trendy, coraggio (in stereotipi montati da uno studente): un drappello di veterani professionisti con allieva cerca di fotografare [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 aprile 2024
Alberto Libera
Cineforum

Il tempismo con cui Civil War di Alex Garland esce nelle sale, a pochi mesi dalle elezioni americane, è quantomeno sospetto. Anche perché il film si apre con il Presidente degli Stati Uniti (Nick Offerman), una sorta di maschera iperabbronzata e con il volto sommerso da uno spesso strato di fondotinta proprio come Donald Trump, che pronuncia un discorso alla Nazione saturo di banalità e menzogne.

giovedì 18 aprile 2024
Alessandra De Luca
Avvenire

In un'America a corto d'acqua e sull'orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall'esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità. Diretto da Alex Garland, e prodotto da A24, la società che sta dietro al successo da Oscar di alcuni film, Civil War racconta un Paese [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 aprile 2024
Gian Luca Pisacane
Famiglia Cristiana

Il rapporto tra cinema e giornalismo è sempre stato appassionato. L'asso nella manica di Wilder è uno dei film più belli di sempre, Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula è ancora oggi un manifesto di libertà. L'ultimo titolo dedicato ai reporter d'assalto è diretto da Alex Garland, tra i registi contemporanei più talentuosi per quanto riguarda la fantascienza e la distopia.

giovedì 18 aprile 2024
Giulia D'Agnolo Vallan
Il Manifesto

Con ventisei milioni in biglietti venduti, annuncia la A24, Civil War ha registrato il record d'incassi per il miglior weekend d'apertura nella storia dello studio indipendente newyorkese. Anticipato da una campagna pubblicitaria serratissima, e accolto da una copertura mediatica che trascende lo specifico delle recensioni (relativamente positive) trovando spazio nelle pagine d'opinione e di politica, [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 aprile 2024
Federico Pedroni
Duels.it

New York, centro città. Manifestazioni, esplosioni, giornalisti che si espongono e per salvarsi sventolano i loro badge di guerra. Ma cosa sta succedendo lì, nel centro geografico e politico del mondo occidentale? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai. C'è una guerra in corso, quella sì. E di quella guerra feroce e dissennata vediamo le vittime e i carnefici, ma senza la possibilità di una bussola. Vai alla recensione »

mercoledì 17 aprile 2024
Riccardo Baiocco
Sentieri Selvaggi

In apertura di Civil War, il presidente degli USA prova il suo discorso davanti allo specchio, un Jake LaMotta con l'ufficio ovale al posto di un club notturno. Davanti alle telecamere sosterrà che la vittoria nella guerra civile è vicina e sarà la più grande della storia del paese. La verità è che il fronte si avvicina sempre più a Washington DC e questo è tutto quel che sapremo sul conflitto.

martedì 16 aprile 2024
Rocco Moccagatta
Film TV

Ha ragione probabilmente chi sostiene che ad Alex Garland interessa non tanto spiegare che cosa può portare oggi a una guerra civile quanto piuttosto mostrare che cosa succede a trovarcisi in mezzo. Di tutto, e senza che si capisca mai granché. Il regista-sceneggiatore di Civil War (e, prima, di Ex Machina, Annientamento e Men), infatti, ci butta subito in medias res, in una situazione che fatichiamo [...] Vai alla recensione »

giovedì 11 aprile 2024
Mattia Pasquini
Ciak

Dal regista di 28 giorni dopo ed Ex Machina, arriva Civil War, il nuovo dramma firmato da Alex Garland, che dopo i robot torna a sviluppare la paura del futuro e della modernità in un quasi docufilm distopico interpretato da Kirsten Dunst e Wagner Moura e una Cailee Spaeny sempre più sotto i riflettori dopo il Priscilla di Sofia Coppola. Al cinema dal 18 aprile, distribuito da 01 Distribution, il film [...] Vai alla recensione »

sabato 30 marzo 2024
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Il londinese classe 1970 Alex Garland vanta un discreto curriculum, in cui la fantascienza e la distopia hanno prelazione, da Ex Machina (2015) ad Annientamento (2018). Stupisce un poco che, contemplando una guerra civile negli Stati Uniti - più o meno - qui e ora, paia assecondare le coordinate di quella storica, 1861-1865, piuttosto che lo stato dell'arte, dall'assalto a Capitol Hill del 2021 al [...] Vai alla recensione »

lunedì 18 marzo 2024
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

Il cinema è uno strumento privilegiato per rielaborare le paure del nostro tempo. Non è un caso che tra i generi più fortunati di questi anni ci sia l'horror: permette di accarezzare il brivido, restando comodamente seduti sulla propria poltrona. Da un'attualità schizofrenica è nata la distopia. Le tendenze si mescolano alla finzione, cercando di esorcizzare un futuro che rischia di distruggerci.

NEWS
CELEBRITIES
venerdì 12 aprile 2024
Fabio Secchi Frau

L'attore, regista, produttore e musicista brasiliano torna al cinema diretto da Alex Garland. Civil War, dal 18 aprile al cinema. Vai all'articolo » 

CELEBRITIES
martedì 2 aprile 2024
Fabio Secchi Frau

Il regista/scrittore londinese dirige un'opera dal taglio documentaristico che parla al presente, tra i film più provocatori dell'anno: Civil War, dal 18 aprile al cinema. Vai all'articolo »

TRAILER
venerdì 22 marzo 2024
 

Regia di Alex Garland. Un film con Jesse Plemons, Nick Offerman, Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura. Da giovedì 18 aprile al cinema. Guarda il trailer »

TRAILER
mercoledì 28 febbraio 2024
 

Regia di Alex Garland. Un film con Jesse Plemons, Nick Offerman, Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura. Da giovedì 18 aprile al cinema. Guarda il trailer »

TRAILER
giovedì 14 dicembre 2023
 

Regia di Alex Garland. Un film con Jesse Plemons, Nick Offerman, Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura. Guarda il trailer »

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