Anno | 2024 |
Genere | Azione, Avventura, Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Eli Roth |
Attori | Cate Blanchett, Kevin Hart, Jack Black, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu Jamie Lee Curtis, Haley Bennett, Olivier Richters, Edgar Ramirez, Janina Gavankar, Gina Gershon, Cheyenne Jackson, Bobby Lee, Steven Boyer, Benjamin Byron Davis, Charles Babalola, Justin Price, Harry Ford, Jeremy Wheeler. |
Uscita | mercoledì 7 agosto 2024 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,21 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 30 luglio 2024
In un pianeta di nome Pandora le persone vanno alla ricerca di una reliquia misteriosa. Il film ha ottenuto 1 candidatura a CDG Awards, In Italia al Box Office Borderlands ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 445 mila euro e 229 mila euro nel primo weekend.
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venerdì 28 marzo 2025 ore 15,45 su SKYCINEMA1
CONSIGLIATO NÌ
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L'intero universo sembra convergere su Pandora - corporazioni intergalattiche in competizione tra di loro, formazioni paramilitari, orde di cavatori, fuorilegge e criminali. Sono tutti lì per la Cripta, misterioso e leggendario luogo costruito dagli Eridiani, una razza aliena oramai estinta capace eoni fa di solcare il cosmo grazie alla loro tecnologia semidivina. Chi trova la Cripta ha accesso al potere degli Eridiani, così Pandora a causa dell'incessante ricerca è diventata una landa desolata sfregiata da deserti, radiazioni e mostri. È qui che un giorno arriva Lilith, cacciatrice di taglie suo malgrado al soldo di Atlas, despota dell'omonima corporation, deciso a ritrovare la figlia Tiny Tina scomparsa poco prima e diretta proprio su Pandora...
Eli Roth non è stato in grado di generare un'immagine che esca dalla sua controllata artificiosità
Su ogni cover del videogioco Borderlands è schiaffato uno psycho - quei tizi senza maglietta e
fuori di testa per tutto il tempo urlanti robe come "Ma ho ordinato sangue di capra!" e "Lei aspetta
di attaccarsi al seno della cavalleria esplosiva!" - che mimando con le dita il gesto della pistola
contro la propria testa fa esplodere una nuvoletta di immagini. Lì c'è tutto quello che ha reso
famosa la serie multicapitolo e multimilionaria di Gearbox Software, dai personaggi grotteschi alle
situazioni paradossali, dalla violenza sfacciata al look fumettoso. Com'è invece la locandina del
Borderlands cinematografico? Sei nomi in attenta alternanza sopra, sei attori in strategica posa
sotto. Sei personaggi in cerca d'autore.
Autore - sì, autore - che dopo un decennio di tentativi era stato individuato in Eli Roth, membro
originale dello Splat Pack e santone del new torture porn, nativo del Massachusetts e che proprio
in quel lembo di terra pellegrino è tornato per l'ultimo Thanksgiving, lasciando le due settimane di
reshoot di Borderlands al sodale Tim Miller. Se il tentativo di adattamento del gioco era andato per
le lunghe, con Randy Pitchford patron di Gearbox e Avi Arad patron di tante cose a dover anche
gestire il Craig Mazin di Chernobyl e The Last of Us che ha scelto di togliere il suo nome dalla
sceneggiatura, tutto il resto non è stato un gioco da ragazzi, tra riprese durante la pandemia da
Covid, riprese pensate per non andare incontro al divieto ai minori di 17 anni e riprese aggiuntive.
Tenendo sul tavolo solo la versione cinematografica, Borderlands di Eli Roth è un pastiche che
prende da ogni altro medium - videogioco, fumetto, letteratura, cinema stesso - tutto quello che gli
serve per restituirci un ritmo sempre più pesante, un'effettistica sempre più scialba e un arco
narrativo sempre più prevedibile. Non c'è la minima capacità di penetrare la soglia di attenzione
dello spettatore, riuscendo allo stesso tempo a rendere tutto così finto eppure tutto così fattuale,
privando lo sguardo dello spazio necessario per andare verso la folla astrazione o il brutale
realismo. Dagli scenari post-apocalittici ai costumi post-punk, dalle creature aliene ai design
umani, ogni cosa viene appena lisciata, intravista, dalla macchina da presa, senza che questa vibri
per una minima pulsione scopica.
Giocando invece a carte scoperte e calando il Borderlands di Gearbox, l'operazione risulta ancora
più fallimentare. La saga videoludica è una delle più famose della storia tra gli sparatutto in prima
persona/RPG, capace di vendere quasi ottanta milioni di copie con le sue varie uscite, finire nel
Guinness World Record per il sistema di generazione causale di oggetti con quasi diciotto milioni
di armi differenti e piazzarsi nell'immaginario collettivo per la sua resa grafica frutto di una versione
particolare di cel-shading, che dona a Pandora e al suo universo uno stile fumettistico in stridente
contrasto con la spirale di rintronante brutalità in cui si è immersi.
Non resta che stare appresso a quei sei scolpiti in locandina, dalla sempre irreale Cate Blanchett
all'icona Jamie Lee Curtis, dal qui poco loquace Kevin Hart al sempre ciarliero Jack Black,
passando per i ruoli più o meno large e small - comunque raffazzonati - di Ariana Greenblatt,
Edgar Ramírez, Florian Munteaunu e Gina Gershon. E al massimo segnarci gli spostamenti di cast
e appeal che hanno nello star system hollywoodiano la cinetica Blanchett, il serioso Hart,
l'evanescente Black, l'aspirante Greenblatt. Almeno fino al prossimo Borderlands con uno psycho
sulla cover.
Lilith, una fuorilegge dall'enigmatico passato, torna sul pianeta natio e si unisce a una squadra di mercenari per una difficile missione: salvare la figlia dell'uomo più potente dell'universo, a capo della Atlas corporation. Tratto da una serie di videogame di successo, il film ha avuto una vita a dir poco travagliata: le ultime riprese addizionali non sono state seguite da Eli Roth bensì da Tim Miller; lo sceneggiatore Craig Mazin, incensato per l'adattamento di The Last of Us, si è del tutto sfilato dal progetto; e persino il compositore della colonna sonora è stato sostituito negli ultimi mesi. Cate Blanchett, in totale controcasting, sarà la action hero di questa avventura sci-fi sopra le righe, della quale Roth assicura la fedeltà almeno sul fronte dell'iperviolenza.
Perdonatemi il termine adoperato per il titolo ma non ho un'altra parola per descrivere questo film perché se scrivevo Brutto o Troppo Brutto non gli rendevo merito, questo film e una cagata, è così, fa schifo, con l'ingresso di Cate Blanchett pensavo in una ripresa ma a mezzo film ho lasciato perdere e troppo stupido come film.
Borderland ok che non è questo gran capolavoro ma nel suo piccolo in alcune parti riesce a strappare una risata io penso che il novanta percento dei Criticoni non happia mai preso un mouse e una tastiera o un pad tra le mani
Se questo è un film, ragazzi miei, è meglio guardare un porno.
Si potrebbe riscrivere l'intera storia del cinema, e probabilmente qualcuno lo ha già fatto, usando come metro l'infanzia e la prima adolescenza. Ogni epoca e Paese hanno usato infatti codici diversi per dare forma a quel periodo evanescente e insieme incancellabile della vita. Ogni autore ha messo a punto strategie spesso molto sofisticate per raccontare ciò che non sempre si poteva mostrare, magari [...] Vai alla recensione »
Forse non è stata un'idea particolarmente brillante quella dell'americano Eli Roth di allontanarsi dal suo genere preferito, l'horror/splatter, del quale è un apprezzato specialista e dove aveva raggiunto la notorietà dall'ormai mitico Cabin Fever (2002) passando per Hostel (2005) per planare più di recente al modesto Thanksgiving (2023). Di sicuro il suo talento poliedrico di regista, sceneggiatore, [...] Vai alla recensione »
Come un Mad Max girato pensando a Uwe Boll. Un Guardiani della Galassia comprato su Wish. La risposta del sodale sionista di Tarantino allo steampunk digitale di Zack Snyder. O la versione di Roth dei film per infanti di Rodriguez, ma formato blockbuster. Tutti paradossi definitori buoni - soprattutto - a guadagnare battute per giungere alla fine della recensione.
Eli Roth ha spesso seguito le orme di Quentin Tarantino nella sensibilità e nelle declinazioni cinematografiche, senza però arrivare a maturare uno sguardo registico del tutto peculiare e autonomo; anche in questo Borderlands il problema - rispetto a una difficile trasposizione dal videogioco al film - sembra essere quello di non riuscire a dare unità e compattezza a singoli elementi, che risultano [...] Vai alla recensione »
Nel 2024 ha ancora senso adattare un videogioco per un contesto cinematografico? Il confine tra cinema e videogame si è fatto talmente sottile che individuare una distinzione precisa sembra essere impossibile, oltre che inutile. Titoli come la saga di John Wick e il lisergico AGGRO DR1FT di Harmony Korine ne sono la prova lampante, se ancora ce ne fosse bisogno.
Prima di tirare in ballo il successo debordante di Super Mario o le trasposizioni di The Last of Us e Fallout, tutti esempi recenti della spesso traballante dialettica tra cinema e universo videoludico, è forse il caso di fare qualche passo indietro. Siamo nel 2005 e il pur gradevole Serenity di Joss Whedon non riesce nell'impresa di ammaliare il grande pubblico, pur riconquistando nel corso degli [...] Vai alla recensione »
Anticipato dalle foto di Cate Blanchett rubate sul set, arriva il nuovo film di Eli Roth, Borderlands. Distribuito da Eagle Pictures a partire dal 7 agosto, a meno di un anno dal precedente Thanksgiving (qui la recensione) il regista di Hostel e Cabin Fever - e forse del prossimo Thanksgiving 2 - si cimenta con una sorta di adattamento del celebre omonimo videogioco.