Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Ken Loach |
Attori | Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson, Trevor Fox, Chris McGlade Col Tait, Jordan Louis, Andy Dawson, Debbie Honeywood, Reuben Bainbridge, Joe Armstrong (II), Rob Kirtley, Chris Gotts, Abigail Lawson, Chris Braxton, Laura Lee Daly, Andrea Johnson, Lloyd Mullings, Laura Daly, Maxie Peters, Neil Leiper, Lorenzo McGovern Zaini. |
Uscita | giovedì 16 novembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,75 su 40 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 novembre 2023
L'ultimo spazio di ritrovo rimasto per i lavoratori di un comunità mineraria, un tempo florida ma oggi in dismissione dopo trent'anni di crisi. La situazione cambia quando arriva sul posto un gruppo di rifugiati siriani... Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, 1 candidatura a Lumiere Awards, In Italia al Box Office The Old Oak ha incassato 1,2 milioni di euro .
Passaggio in TV
domenica 8 dicembre 2024 ore 7,39 su SKYCINEMA2
CONSIGLIATO SÌ
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L'Old Oak è un posto speciale. Non è soltanto l'unico pub aperto in un ex cittadina mineraria del nord est dell'Inghilterra, è l'unico luogo pubblico in cui le persone possono ritrovarsi. TJ Ballantyne lo tiene in piedi con buona volontà ma rischia di perdere una parte degli avventori affezionati quando nel quartiere vengono accolti alcuni rifugiati siriani. In particolare TJ si interessa alla giovane Yara che si è vista rompere, con un atto di intolleranza, la macchina fotografica a cui tiene in modo particolare. Per l'uomo è l'inizio di un tentativo di far sì che le due comunità possano trovare un modo per comprendersi.
Ken Loach ha dichiarato che, considerata la sua non più tenera età, questo probabilmente sarà il suo ultimo lungometraggio.
Lo ha già però detto in passato regalandoci in seguito altre opere che restano nel cuore e nella mente di chi ancora conservi anche un minimo di sensibilità. Speriamo che anche in questa occasione si tratti solo di un, per quanto doveroso, allarme senza conseguenze. Perché anche questa volta Loach, con il fedele Laverty, ci regala un film necessario. Entrambi sembrano avere in mente una frase di Abraham Lincoln: "Possiamo lamentarci perché i cespugli di rose hanno le spine o gioire perché i cespugli spinosi hanno le rose". La cittadina in cui è ambientato il film di spine ne ha tante.
Non c'è più quella che era una comunità che costruiva la solidarietà intorno alla comune operatività (e, quando è stato necessario) alla comune lotta per la difesa del posto di lavoro nell'attività mineraria. Sono rimasti nuclei familiari isolati tra cui sembrano prevalere solo coloro che vivono di recriminazioni e vedono in chiunque altro si avvicini loro un profittatore che vuole togliergli quel poco che gli è rimasto. Laverty, in un'annotazione sul protagonista TJ aveva scritto "TJ ha perso la speranza". La domanda che lui e Ken si pongono è se sia possibile coltivarne ancora un possibile germoglio. Lo trovano nei siriani che vengono alloggiati in appartamenti vuoti e che sin da subito vengono più respinti che accolti.
Loach sin dalle prime immagini ci fa riflettere sul ruolo del documento che si fa memoria. Yara scatta foto al suo arrivo, prima che la macchina fotografica, le venga fatta cadere a terra rompendosi. Nella sala ormai chiusa da tempo che si trova dietro il bancone del pub ci sono, appese alle pareti, foto degli scioperi degli anni Ottanta. L'arrivo di Yara ridà vita e senso non solo a quelle immagini ma anche a quel locale. La solidarietà che nasce dal basso per Loach è sempre stata la chiave di volta sia di storie individuali che collettive.
Non gli difetta però la lucidità per rendersi conto che a quest'ultima si oppongano forze disgreganti sempre più attive e invasive (social compresi). È contro questa deriva che fa sì che l'incontro con l'altro non sia più un arricchimento ma rappresenti solo una minaccia, che il suo cinema si fa speranza contro ogni possibile resa. Se poi qualcuno pensasse che Ken, con la lunga sequenza nella cattedrale della città, si sia in tarda età convertito può stare tranquillo. La sua è sempre stata una fede, nonostante tutto, nell'uomo. Questo però non lo ha mai spinto a posizioni manichee nei confronti della religione o dei suoi esponenti.
Fin dai tempi di Piovono pietre aveva dimostrato di saper trovare nel sacerdote l'unica persona ancora attenta alle condizioni del singolo. Oggi, in quella chiesa e con un coro che sta provando dei canti, ci offre una riflessione sull'integralismo musulmano. Perché Loach è stato e continua ad essere un uomo libero, privo di steccati mentali e capace di distinguere. Senza arrendersi mai di fronte ai tentativi, oggi sempre più massicci, di dividere scientemente le persone in 'noi' e 'loro' . The Old Oak (la vecchia quercia) è lui.
THE OLD OAK disponibile in DVD o BluRay |
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L’87enne Ken Loach, insieme al fedele sceneggiatore Paul Laverty, gira ancora una volta un altro dramma sociale, amaro ma necessario, sugli ultimi. “The Old Oak” (La vecchia quercia) è semplice e trasparente nella forma, ma umanistico e vigoroso nell’anima. Questa pellicola, con tutti i suoi pregi e malgrado alcuni suoi difetti, rappresenta un concentrato efficace degli [...] Vai alla recensione »
Inossidabile Ken che a 87 anni mantiene ancora viva la speranza di un’umanità migliore e ci regala quello che definisce il suo ultimo film, per motivi anagrafici, ma io mi auguro non sia così, c’è bisogno del suo cinema necessario e sincero. Siamo nella contea di Duhran , un piccolo villaggio inglese un tempo zona mineraria, unica risorsa e fonte di reddito per [...] Vai alla recensione »
The Old Oak, di Ken Loach. Il film descrive la situazione di Durham, una cittadina del nord Inghilterra, duramente provata dalla crisi economica. I cambiamenti in atto, la crescente incertezza, lo scontento diffuso, vengono acuiti, per alcune persone, dall''arrivo di profughi siriani. L''unico pub rimasto, di proprietà di T. J. Ballantine, raccoglie la variegata umanità del quartiere.
"Un'opera che resta nel cuore e nella mente di chi ancora conservi un minimo di sensibilità" dice Zappoli nella sua critica. Condivido. Non resterà di certo nei cuori aridi e nella mente povera di tanta povera gente che bollerà il film come un'opera "BUONISTA". Il lemma "bontà" dovrebbe essere esiliato dal dizionazio, ormai soppiantato [...] Vai alla recensione »
The old oak è l'unico pub aperto in un ex cittadina mineraria nel Nord Est dell'Inghilterra ed è anche l'unico posto pubblico in cui ritrovarsi e connettersi con gli altri. Qualcosa rischia però di cambiare - e di sgretolarsi - quando nel quartiere vengono accolti alcuni rifugiati siriani. TJ Ballantyne, sua anima e gestore, rischia di perdere gli assidui frequentatori [...] Vai alla recensione »
non capirà mai con quale coraggio si danno 4 stelle ad un film del genere e 3 a qualsiasi cagata italiana
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Colpisce sempre la bravura di questo regista capace di rappresentare al meglio il mondo degli ultimi della società inglese ( ma vale per tutti). Ultimi da cui spesso esce una umanità commovente e coraggiosa. Bravi attori e ottima sceneggiatura. Assolutamente da vedere.
Quando l’impegno civile di un artista come Ken Loach, si traduce in opere di grande spessore culturale, allora, possiamo meglio comprendere ed accettare il suo ultimo film, the old Oak, film che introduce con forza i temi della solidarietà tra le persone, differenti per ceto ,per cultura e qui , anche per etnia differente.
Grazie, per raccontarci il mondo com'è, con pochissima allegria, nell' Occidente ricco, dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri, anche se poveri, sono talvolta sempre più stronzi. Il mondo di Ken Loach é così, la sua cifra stilistica é quella, provare per credere la bellissima retrospettiva su RaiPlay che ci dice tutto.
Ken Loach alla leggera età di 87 anni confeziona un film che scorre semplice pur trattando un tema bruciante dei nostri tempi. Poi vira sul drammatico e conclude con una magia semplice e commovente. Grande.
Ken Loach, 87 anni, riesce ancora a coinvolgerci ed emozionarci con questo suo nuovo film sulla triste realtà di certe zone della ricca Inghilterra. Proprio qui vengono mandati dei rifugiati siriani, ma la gente del posto non è disposta ad accettarli e chi, come il signor Ballantyne, cercherà di fare qualcosa per integrarli, verrà ostracizzato perché considerato un [...] Vai alla recensione »
C’è una battuta nel film che si presta a giochi o approfondimenti etimologici, in quanto vi ricorre l’aggettivo osceno (sarà stato obscene in inglese?), attribuito al sostantivo speranza. È diventata davvero indecente la fede nella possibilità di un mondo migliore? Ce lo chiediamo tutti. Il regista, notoriamente schierato a sinistra, pur avendo anche girato [...] Vai alla recensione »
Fra razzismo e solidarietà Ken Loach confeziona uno fra i film più retorici che abbia mai realizzato, dove la morale è chiara e anche recitata a parole con lunghi monologhi. Intendiamoci, ho preferito film come Paul, Mick e gli altri, dove la morale da trarre alla fine era lasciata a noi... il film è comunque godibile.
un inutile film pieno di superficiali pregiudizi, stilisticamente un vero mattone
In The Old Oak, Yara è una ragazza fuggita dalla Siria. Con la madre e i fratelli è giunta a Durham, una cittadina della costa inglese. Gli abitanti del villaggio, segnati dalla crisi dell'estrazione mineraria, li accolgono con ostilità e la violenza verbale scoppia con stupefacente rapidità. Un atteggiamento che contagia chiunque ma non TJ (mister Ballantyne come lo chiama con rispetto Yara), il proprietar [...] Vai alla recensione »
Che cosa succede quando in una piccola comunità già segnata da difficoltà per la mancanza di lavoro arriva un gruppo di rifugiati siriani in fuga dalla guerra? È quello che racconta Ken Loach nel film The Old Oak , che è il nome dell'unico pub ancora aperto: un posto speciale, il solo rimasto in cui la gente può incontrarsi in quella che un tempo era una fiorente località mineraria e che sta attraversando [...] Vai alla recensione »
Ken il Rosso è sempre più rosso. E continua ad essere un militante arrabbiato e sincero raccontando squarci di Inghilterra che noi dall'esterno a mala pena intravediamo dietro la sua macchina da presa. Il The Old Oak che dà il titolo al film è un pub collocato in una cittadina mineraria del Nord Inghilterra senza nome. Un tempo punto di riferimento della lotta dei minatori contro la politica di Margareth [...] Vai alla recensione »
Lo abbiamo visto al Festival di Cannes 2023 e atteso a lungo, finalmente il The Old Oak di Ken Loach è in sala - distribuito da Lucky Red dal 16 novembre - per raccontare al pubblico italiano una vicenda di speranza e accoglienza che potrebbe essere l'ultima che l'ottantasettenne regista inglese ci racconterà. Nella speranza di nuovi film e ulteriori sorprese da parte sua, vi invitiamo a scoprire l'attualit [...] Vai alla recensione »
Ne abbiamo conosciuti di registi caparbi, più o meno disperatamente aggrappati alla loro poetica anche quando si dimostrava un po' stanca, un po' alle corde, autori cioè che hanno fatto il cinema per mostrare il loro sguardo sul mondo, perseguire con più o meno efficacia il loro pensiero. Ma pochi autori come Ken Loach hanno continuato a lavorare, instancabili, su una linea retta del pensiero, su una [...] Vai alla recensione »
Old oak è l'ultimo pub rimasto in quella che una volta era una vivace cittadina mineraria nel nord est dell'Inghilterra: un posto in cui le persone possono ritrovarsi per un semplice e schietto passatempo. Da questo luogo piccolo e sperduto che si fa fatica a individuare sulla carta geografica parte la vicenda di The Old Oak, il nuovo film di Ken Loach, ancora una volta pronto ad alzare il muro delle [...] Vai alla recensione »
Per la giovane Yara (Ebla Mari), guardare attraverso l'obbiettivo della sua macchina fotografica significa dare un senso al mondo, renderlo migliore. Se non lo facesse, non avrebbe speranza, non conoscerebbe dolcezza. Così dice a TJ Ballantyne (Dave Turner), che ha quarant'anni più di lei, e che da tempo non conosce dolcezza e non ha speranza. Con la madre e i fratelli, Yara è fuggita dalla Siria in [...] Vai alla recensione »
Non è difficile immaginare che allegoria rifletta la Vecchia Quercia. Tutti hanno indicato Ken Loach come la figura nascosta dal titolo con l'inchiostro simpatico, ma più probabilmente, conoscendo la pratica ideologica del cineasta, è il "cinema socialista" ad essere quella old oak (con l'insegna che cade a pezzi ma ancora capace di costruire affetti e lotte).
Nell'anno del referendum che decretò la Brexit (il 2016), in un sobborgo di Durham, nel Nord Est dell'Inghilterra, l'arrivo di un gruppo di profughi siriani genera tensioni, determinando reazioni opposte nella comunità proletaria che rimpiange il proprio passato minerario, povero ma bello. La solidarietà è incarnata da TJ Ballantyne, proprietario del fatiscente pub Old Oak (vecchia quercia), l'unico [...] Vai alla recensione »
Nella cittadina dell'Inghilterra del nord non c'è lavoro (le miniere sono state chiuse), le case perdono valore, le persone sono sfiduciate e arrabbiate. E la rabbia riversano su un gruppo di migranti siriani. Più o meno: «Il governo aiuta loro mentre per noi non fa nulla». Fra i pochi solidali con i nuovi arrivati c'è JT, proprietario dell'unico luogo di ritrovo, il pub The Old Oak (La vecchia quercia). [...] Vai alla recensione »
Ha mancato a Cannes la terza Palma d'oro. E meno male, dovrebbe esistere una "protezione spettatori", oltre alla protezione animali. Qualcosa che impedisca ai registi di anni 83 di girare una storiella, convinti di aver sistemato il mondo. O almeno tracciato la strada. Smascherata la crudeltà dei servizi sociali britannici (la signora con un paio di figli, entrambi di padre ignoto, non può pretendere [...] Vai alla recensione »
Anche se con l'andar degli anni Ken Loach ha perso, com'è spesso inevitabile, la forza di un cinema battagliero, militante, coraggioso, sempre in difesa degli ultimi, forse anche per una minore ricettività sociale, un'urgenza di temi via via andati sbiadendo per mille cause, il suo cinema resta ancora fieramente aggrappato, con apprezzabile coerenza, all'esigenza di tematiche politicamente rilevanti. [...] Vai alla recensione »
Non vuole proprio stare dritta la «k» dell'insegna «The Old Oak», il nome del pub che dà anche il titolo al nuovo film del regista britannico Ken Loach. Per quanto il paziente proprietario, T. J. Ballantyne (Dave Turner), si ingegni a tentare di raddrizzarla aiutandosi con un bastone, la lettera dell'insegna, immancabilmente, torna a penzolare. È un piccolo ma significativo indizio di come sia malmesso [...] Vai alla recensione »
Era una cittadina mineraria dell'Inghilterra del nord; da quando le miniere sono state chiuse, la comunità si è andata disgregando. Ora (ma si è nel 2016) accade ciò che potrebbe determinare un'inversione di tendenza oppure sancire la definitiva crisi: si tratta di dare ospitalità a un gruppo di profughi siriani. Il primo impatto è deleterio, perché la maggioranza si dimostra ostile nei confronti [...] Vai alla recensione »
«Io credo che un altro mondo sia ancora possibile, assolutamente». Dice che questo sarà il suo ultimo film e anche se gli anni sono già 87, c'è da sperare che non sia vero: perché non c'è battaglia che meriti di essere combattuta che non lo veda in prima fila, sul fronte dell'ingiustizia, dritto sulla barricata. So che possiamo fare a meno di molte cose, ma non credo che potremo, un giorno, rinunciare [...] Vai alla recensione »
Nel mondo realistico e rigoroso, conflittuale e umanistico dell'ottantasettenne Ken Loach spuntano sempre emarginati più emarginati degli altri. 2016: un gruppo di rifugiati siriani sono spediti dal governo britannico in un decaduto ex villaggio minerario della contea di Durham nel nord-est del paese. Appena giunta sul posto, la fotografa Yara vede la sua reflex danneggiata da un giovinastro, ma TJ, [...] Vai alla recensione »
Piovono pietre", Riff Raff' "Ladybird Ladybird", "Terra e libertà", "Jimmy's hall", "10, Daniel Blake" solo per citare i più noti fra i titoli di Ken Loach, poetico cinema sociale che a partire dagli anni Ottanta guarda ai diritti dei poveri, alla democrazia, non quella al governo sol tanto ma realmente perno della vita sociale: i sindacati, i servizi sociali e sanitari, gli immigrati.
Una favola realista che porta il marchio inconfondibile di Ken Loach. È "The Old Oak", il film più commuovente del concorso del 76° Festival di Cannes, sebbene sia uscito senza premi, ma l'irredimibile scozzese ha ben due Palme d'oro in bacheca. Siamo nel 2016 nord dell'Inghilterra, in una ex cittadina mineraria, fatta di case in mattoni disposte in fila lungo le strade, una delle aree tradizionalmente [...] Vai alla recensione »
The old oak è un tipico film di Ken Loach: schietto, arrabbiato, ideologico, magari non raffinato ma emotivamente tra volgente. Siamo nel 2016, anno zero della Brexit, in una cittadina del nordest dell'Inghilterra segnato da una cupa disperazione e un crescente senso d'ingiustizia. L'arrivo di alcune famiglie di rifugiati siriani porta all'estremo le tensioni.
"Non è beneficenza, noi facciamo solidarietà", dice uno dei protagonisti di The Old Oak di Ken Loach, opera numero 27 (secondo l'87enne regista sarà anche l'ultima, ma non è la prima volta che lo dice) di uno dei più grandi cineasti europei contemporanei, che nella sua carriera, in oltre 60 anni, ha realizzato anche 22 lungometraggi per la tv e una manciata di corti e documentari.
Old Oak è l'ultimo pub rimasto in un piccolo paesino nel nord-est dell'Inghilterra, un tempo fiorente località mineraria e oggi alle prese con gravi difficoltà. Il proprietario del pubi TJ Ballantyne, riesce a mantenerlo a stento, e la situazione si fa ancora più precaria dopo l'arrivo di alcuni rifugiati siriani. Mentre l'incontro tra due comunità scatena una guerra fatta di pestaggi e insulti ramisti, [...] Vai alla recensione »
La Vecchia Quercia del titolo è un umile pub in una cittadina mineraria sul mare. È l'unico posto di ritrovo di una comunità impoverita e indurita. È quel che resta all'oste TJ Ballantyne. È anche la piattaforma della speranza, ideale, malinconica, politica, di Loach e dell'inseparabile sceneggiatore Paul Laverty. Qui ingiustizia sociale, ignoranza, rifiuto del diverso, intolleranza si aprono a condivisione [...] Vai alla recensione »
The Old Oak (traduzione letterale: "La vecchia quercia") è un film sul passato, su tanti passati, nel quale ci si chiede se esista un futuro. La risposta, nel finale, è commovente e aperta: a 87 anni e, parole sue, al suo ultimo film Ken Loach non è così sicuro che ci sia un futuro, ma ci invita a lottare per costruirlo. Siamo sulla costa nord-orientale dell'Inghilterra, a Murton, un paesino sul mare [...] Vai alla recensione »
Torna Ken Loach e rivela con amarezza che il nemico oggi non è più il padrone, ma a lacerare la società divampa una guerra tra poveri e immigrati. Così nella cittadina di Murton, nell'Inghilterra del nord est, l'arrivo di un gruppo di siriani suscita i malumori razzisti della comunità locale, formata da famiglie di ex-minatori ridotte alla miseria. La vecchia quercia del titolo è il pub dove esplode [...] Vai alla recensione »
Sono trascorsi tre anni e mezzo da quando vedemmo Sorry We Missed You, l'ultimo film, fino ad oggi, di Ken Loach. Era il gennaio del 2020, il mondo doveva ancora affrontare la pandemia e la guerra. Di anni sembra che ne siano trascorsi molti di più. Rileggendo la recensione che scrivemmo allora e dopo aver visto The Old Oak - presentato a Cannes (e a Locarno in Piazza Grande) e ora in sala - abbiamo [...] Vai alla recensione »
Ken Loach torna a parlare della nostra realtà alle nostre coscienze come fa benissimo da decenni. Il suo The Old Oak, presentato all'ultimo Festival di Cannes esce nei cinema italiani il 16 novembre e racconta la storia di un ex centro minerario dell'Inghilterra settentrionale dove, mancando il lavoro dilaga la miseria, materiale e non solo. Saranno i nuovi arrivati a scuotere la piccola comunità che [...] Vai alla recensione »
Lunga vita a Ken Loach! Lunga vita al suo cinema così umano, analogico e quasi anacronistico (ma, in realtà, più moderno di quello che sembra), capace di raccontare, infinite volte (quasi sempre tutte memorabili) gli ultimi, quelli che non ce la fanno, quelli disarcionati o schiavizzati dal progresso (che siano ex minatori o corrieri costretti a turni massacranti) e, naturalmente, "gli ultimi degli [...] Vai alla recensione »
Un pub-teatro, un tempo robusto come una quercia, in un paese della contea di Durham, Inghilterra. Un luogo chiuso, un mondo chiuso. Tra ricchi e poveri, tra comunità locale e immigrati, c'è sempre qualcuno più emarginato degli altri, qualcuno cui si vorrebbero sottrarre dignità e forza. Così, quando arriva un pullman di profughi siriani, la lotta di classe diventa anche lotta etnica: mentre il pub [...] Vai alla recensione »
Dintorni di Durham, Nord-Est dell'Inghilterra. Uno dei luoghi in cui la chiusura thatcheriana delle miniere negli anni Ottanta ha creato, da fieri proletari che erano, una massa di sottoproletari senza speranza. Quelle erano state le ultime vere lotte; eppure, c'è chi come TJ, proprietario del pub "The Old Oak", resiste ancora ai lati più deteriori del presente.
Ancora una volta dalla parte degli oppressi, che siano vittime di una guerra o di governi che non funzionano. A 87 anni il regista britannico Ken Loach firma quello che potrebbe essere il suo ultimo film. In realtà aveva già annunciato qualche anno fa di volersi ritirare, ma il succedersi di vari governi conservatori e poi la Brexit lo hanno convinto che c'era ancora molto da dire.
Il 17 giugno 2022 Ken Loach ha festeggiato 86 anni girando nella cattedrale di Durham, Inghilterra del Nord, una delle scene chiave di "The Old 0ak", La Vecchia Quercia, nome dell'ultimo pub rimasto in un paesino minerario che come molte ex-zone industriali sopravvive malamente alla mancanza di occupazione e coesione sociale che il lavoro generava. Conosciamo il refrain: dov'è finita la solidarietà [...] Vai alla recensione »
La "vecchia quercia" è il pub di un villaggio vicino a Durham, in drammatica crisi sociale da quando hanno chiuso la miniera nei pressi. Il gestore TJ è tra i pochi che guardano con favore all'arrivo di rifugiati dalla Siria. Loach sceglie di nuovo di imprigionarsi nell'implacabile schematismo del suo sceneggiatore Paul Laverty: immigrati tutti buoni, autoctoni tutti cattivi tranne i superstiti della [...] Vai alla recensione »
Già vincitore di due Palme d'Oro (una nel 2006 per Il vento che accarezza l'erba e una nel 2016 per Io, Daniel Blake), l'acclamato cineasta britannico Ken Loach difficilmente delude il suo pubblico. Così è stato, dunque, anche per questo 76° Festival di Cannes, dove ha presentato in anteprima mondiale, in concorso, la sua ultima fatica The Old Oak. Un film in cui ricorrono molte tra le tematiche care [...] Vai alla recensione »
Il gestore di un pub cerca di sistemare il suo locale, in un edificio grigio, dall'aria fatiscente. Con una lunga asta cerca di raddrizzare la K finale dell'insegna The Old Oak, lettera che rimane claudicante. Segno dell'incertezza, di un degrado inarrestabile, insostenibile. Scena posta all'inizio, e immagine simbolo, di The Old Oak, l'ultimo film di Ken Loach, presentato in concorso a Cannes 2023. [...] Vai alla recensione »
Ken Loach ha detto che questo sarà il suo ultimo film. Difficilmente avrebbe potuto offrirci un canto del cigno più significativo, tempestivo e addirittura rabbioso di questa appassionata risposta alle politiche xenofobe del governo britannico. Un pullman carico di rifugiati arriva in un paese del nord del Regno Unito che non si è mai ripreso dalla chiusura delle miniere negli anni ottanta.
Forse il mondo non è un posto poi così di merda dove vivere. Anche se tutto sembra andare storto in una cittadina mineraria del Nord dell'Inghilterra pieno di barriere neanche troppo invisibili e porte chiuse come quelle delle case dei residenti che hanno paura che cambi qualcosa ogni volta che si affacciano fuori di casa o quella del pub gestito di TJ dove c'è una zona che non si può usare.
North of England, 2016. The Old Oak (La vecchia quercia) è un pub (l'unico luogo nel quale ritrovarsi dopo che tutto il resto ha chiuso) di un paesino ex minerario vicino a Durham. "Ex" perché la miniera è stata smantellata da tempo, la gente si è impoverita, le case vengono vendute all'asta per una manciata di sterline e poi magari usate per alloggiamenti provvisori dei profughi "ospitati" da uno [...] Vai alla recensione »
Forza, solidarietà, resistenza. Le tre parole chiave di The Old Oak, l'ultimo film di Ken Loach. Probabilmente proprio l'ultimo. La storia è semplice, a tratti troppo retorica e didascalica, con alcuni personaggi bidimensionali, ma è anche estremamente commovente, lucida, capace di tratteggiare l'attuale situazione politica, la mancanza di prospettive, la sconfitta della sinistra, della classe operaia. [...] Vai alla recensione »
"La speranza è una questione politica. Se la gente confida di cambiare le cose va a sinistra, altrimenti è preda del cinismo, della disperazione. E passa a destra". Ottantasette anni il prossimo 17 giugno, Ken Loach smentisce che si tratti del suo ultimo film, e con The Old Oak in cartellone a Cannes 76. punta alla terza - mai centrata da alcuno - Palma d'Oro dopo Il vento che accarezza l'erba (2006) [...] Vai alla recensione »