Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Regia di | Enrico Maria Artale |
Attori | Edoardo Pesce, Margarita Rosa De Francisco Baquero, Maria del Rosario, Gabriel Montesi Matea Milinkovic. |
Uscita | giovedì 6 giugno 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 9 aprile 2024
Una tragedia immersa nel colore, nel dramma di un intenso rapporto madre e figlio. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office El Paraiso ha incassato 2,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il quasi quarantenne Julio Cesar vive con la madre in una casa alla foce del Tevere. La donna, di origine colombiana, condivide con il figlio quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana. Lavorano per uno spacciatore locale e vanno anche ballare insieme nei locali specializzati in musiche latinoamericane. La loro è una simbiosi che talvolta lascia trapelare tensioni che si acutizzano quando dalla Colombia giunge Ines, una giovane neofita corriere della droga. La gelosia della madre non tarderà a manifestarsi.
Partendo da situazioni di vita personalmente vissuta Enrico Maria Artale porta con partecipazione sullo schermo una relazione complessa.
Figlio di un genitore incontrato solo una volta all'età di venticinque anni, il regista ha sentito il bisogno di indagare il suo rapporto con la madre ovviamente senza rifarsi alla loro specifica relazione ma chiedendosi quali possano essere le luci e le ombre sottese a una relazione tra un figlio ormai adulto e la donna dalla quale non ha mai reciso il cordone ombelicale.
Ha potuto farlo grazie all'adesione non solo professionale ma, potremmo dire, totale di un attore come Edoardo Pesce che ha preso parte, sin dalle sue prime fasi, al progetto. Edoardo diventa Julio Cesar in ogni espressione del volto, della gestualità, della parola in una mimesi che fa di lui l'uomo che ama e al contempo sopporta la donna che gli ha dato la vita e che ora la trattiene a sé impedendo qualsiasi altra intromissione. Per ottenere però il miglior risultato possibile erano necessari altri elementi: un set reale (la casa), l'ordine di lavorazione in cronologia in modo da far evolvere la storia grazie a una consapevolezza che cresceva di giorno in giorno e, su suggerimento di Pesce, un Artale divenuto operatore del proprio film accompagnando così i movimenti dei suoi attori. I quali, parlando ognuno la propria lingua e dovendo apprendere quella altrui sono stati sottoposti al processo che i loro personaggi debbono affrontare.
Ne è nato un film carico di sentimenti vissuti tra affetto e sofferenza in cui l'arrivo dall'esterno di una figura femminile che non sia solo un corpo a pagamento (unica 'libertà' concessa dalla madre a Julio Cesar) rappresenta la possibile apertura a una realtà diversa e, al contempo, anche un avvicinamento a radici culturali che restano sullo sfondo pur facendo sentire il loro richiamo.
Come la musica che in questo film non è mai utilizzata in funzione extradiegetica, cioè di commento più o meno emotivo ma sempre come facente parte dell'azione. Una musica che consente l'avvicinarsi dei corpi di madre e figlio allontanando o, per meglio dire, sublimando il possibile legame incestuoso. El Paraiso è solo il nome di una piccola imbarcazione perché in realtà quello in cui vivono i protagonisti è un Purgatorio in cui il tempo della crescita individuale è stato sospeso.
Un film coraggioso che nn segue algoritmi. Artale si conferma un talento, sia come autore che come regista. La storia è forte e il cast è perfetto nel restituirla allo spettatore con verità è intensità interpretativa. Da vedere.
Fuori c'è il paraíso, sia esso il sospirato luogo natìo o una misera barchetta con cui traghettarsi in qualche altrove a buon mercato, la domenica, d'inverno, sul mare. Dentro, in una casa-inconscio di periferia, c'è l'inferno di un legame feroce, stretto attorno al collo di Julio César come un laccio emostatico: dal lavoro (lo spaccio) al tempo libero (le balere), madre (Margarita Rosa de Francisco, [...] Vai alla recensione »
Quando la musica latinoamericana si abbassa, il corpo imponente di Julio e quello esile e grazioso di sua madre si staccano, smettendo di volteggiare. Un sorriso d'intesa e tra i due si frappone un ometto con un doppio taglio improponibile per la sua figura. Julio, però, non fa storie. Sua madre è libera di ballare e flirtare con l'uomo, facendosi offrire svariati drink.
Dopo il documentario Saro (2016) e l'approdo alla serialità (Sanctuary, Romulus e Django), Enrico Maria Artale torna alla regia di un lungometraggio di finzione 10 anni dopo l'esordio Il terzo tempo. Come allora, anche oggi il film è in Orizzonti alla Mostra di Venezia. E, come allora, nel cast - stavolta da protagonista - c'è Edoardo Pesce, anche coautore del soggetto del film: l'attore è Julio Cesar, [...] Vai alla recensione »
El Paraìso è stato presentato all'ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia nella categoria Orizzonti. I temi affrontati nel film sono numerosi, le sfumature spaziano dal comico al tragico, passando per il grottesco. La vicenda narra di Julio Cesar (Edoardo Pesce), italo- colombiano poco meno che quarantenne, che vive ancora con la madre Magdalena (Margarita Rosa De Francisco).