
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Edoardo Leo |
Attori | Edoardo Leo, Javad Moraqib, Ambrosia Caldarelli, Antonia Truppo, Matteo Olivetti Michael Schermi, Vittorio Viviani. |
Uscita | giovedì 14 novembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Vision Distribution |
MYmonetro | 3,16 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 8 novembre 2024
Ambientata nei primi anni 2000, una storia senza tempo in cui il bene e il male si mescolano in un vortice di inganni, tradimenti e folle gelosia. In Italia al Box Office Non sono quello che sono ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 124 mila euro e 85,8 mila euro nel primo weekend.
Passaggio in TV
domenica 22 giugno 2025 ore 23,15 su SKYCINEMADRAMA
CONSIGLIATO SÌ
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È il 2001. All'interno di un'organizzazione criminale del traffico di droga, sul litorale romano, Iago cova del rancore verso Otello per avergli negato una promozione andata invece al più giovane Michele. Con l'aiuto di Roderigo, e ingannando persino la sua stessa moglie, Iago elabora un piano per far sì che il boss diventi geloso della ragazza che ha appena sposato, Desdemona, a causa di un presunto tradimento proprio con Michele.
Allontanandosi dai territori familiari delle opere più famose sia come regista che come attore, Edoardo Leo scrive, dirige e interpreta un adattamento fedele dell'Otello di Shakespeare inserendolo in quel filone che tende a preservare il dialogo originale a fronte di un cambio d'epoca e di ambientazione.
Le manipolazioni di Iago diventano così un thriller sporco e violento
parlato in dialetto romano, sullo sfondo della terra di nessuno del litorale tra Nettuno ed Anzio.
L'idea è quella di non fare sconti a nessuno, mettendo l'accento sulla violenza di genere, sulla discriminazione e sulla giusta colpa che esse fanno ricadere sulla depravazione morale dei personaggi. Un'operazione tecnicamente riuscita, specialmente nel matrimonio di scrittura tra i versi shakespeariani e il dialetto: Leo opera su un registro stilizzato ma ambivalente, rimanendo sempre in equilibrio tra aderenza al reale e lirismo. Spesso inquadrato contro la vastità del mare e nell'ampiezza della scarna architettura del litorale, il cast è in realtà prigioniero del proprio veleno e va incontro alla doverosa autodistruzione senza battere ciglio.
Solido nella regia, il film si innesta più o meno consapevolmente in un genere ormai un po' affaticato come quello del crime drama in salsa romana, perdendo quindi qualcosa in termini di impatto. Ma ciò che sembra premere al regista è utilizzare l'Otello come favola morale aggiornata al contemporaneo. In questo senso tutte le scelte sono didascaliche ma giuste, a partire dal soffocamento e dalla punizione delle figure femminili (brava e feroce Antonia Truppo nei panni di Emilia) per arrivare alla sempre spinosa alterità dell'Otello, qui plausibile e rispettosa nell'interpretazione di Jawad Moraqib come gangster di origine nordafricana, costantemente appellato con epiteto razzista dagli altri personaggi.
Il film fa un po' fatica a scorrere, restando impantanato sull idea di base , con poco ritmo, risultando alla fine ridondante e un po' fastidioso, forse questa è una dinamica voluta da chi lo ha realizzato , però secondo me , da semplice appassionato l obiettivo di colpire duro, poteva essere realizzato sacrificando un po' meno lo spettatore .
Con con questo film capisco perché la gente non va più al cinema.. dopo il primo tempo me ne sono andato via.. cast deludente , sceneggiatore deludente , trama deludente, interpreti deludenti, insomma penso che il regista è meglio che si trova un altro lavoro
Shakespeare si sta rivoltando nella tomba. Leo trovati un lavoro.
Shakespeare in romanesco, un Otello malavitoso che fa la guerra ai (narcotrafficanti) turchi sul litorale laziale: in apparenza un azzardo, di fatto una sfida cinematografica coraggiosa che Edoardo Leo, alla nona regia, non ha perso. La storia è arcinota, ma considerata l'inedita confezione non guasta un ripasso, con gli adeguamenti del caso. Comincia con il carcerato Iago (Leo medesimo, ben calato [...] Vai alla recensione »
Venuto per lo più da esperienze di regista di commedie, sentimentali e non, e di attore diretto da altri per ulteriori occasioni virate alla dimensione della risata, Edoardo Leo sta dando espressione nelle ultime stagioni ad ambizioni di altro genere. Dopo la buona prova data nel drammatico e doloroso Mia (Ivano De Matteo, 2023), adesso Leo si dedica a un progetto a lungo accarezzato, una trasposizione [...] Vai alla recensione »
Edoardo Leo è una figura particolare all'interno di quello che rimane di un cinema italiano sempre più deludente ed autoreferenziale. Attore, sceneggiatore e regista, Leo fu indirizzato verso la carriera comica da un consiglio di Gigi Proietti ma, nonostante il grande attore romano ci avesse visto giusto, l'interprete della trilogia di "Smetto quando voglio" non si è certo limitato a quello.
Nella tragedia shakespeariana Otello, il moro al servizio della Serenissima, conquista l'amore della bella e nobile Desdemona, ma suscita anche l'odio del suo perfido alfiere Jago. Nel nuovo film di Edoardo Leo «Non sono quello che sono», Jago non è una vittima, la gelosia non è semplice gelosia e Desdemona, che compie un atto di libertà scegliendo l'uomo da sposare, non si accorge di ciò in cui si [...] Vai alla recensione »
L'idea di ambientare l'Otello di Shakespeare nei primi anni 2000 tra un gruppo di spacciatori e le rispettive famiglie è nata quando Edoardo Leo ha letto su un quotidiano di un uomo che, accecato da una folle gelosia, uccise la moglie per poi suicidarsi. In Non sono quello che sono il regista e attore, che si riserva il ruolo di Iago, sposta dunque l'azione nella ontemporaneità, traducendo fedelmente [...] Vai alla recensione »
"The Tragedy of Othello, the Moor of Venice" ha ispirato nel tempo registi e sceneggiatori per la cruda umanità ancora una volta rappresentata da Shakespeare con un realismo talmente vivido da risultare sempre attuale. Pur trasportando l'opera originale inglese del XVII secolo ai gironi nostri, in Non sono quello che sono Edoardo Leo ripropone l'Otello con una attenzione e una fedeltà straordinarie. [...] Vai alla recensione »
Iago, scagnozzo della mala, si fa soffiare la promozione e la donna che ama dal collega magrebino. La vendetta è presto servita. Non era facile trasportare l'Otello di Shakespeare sul litorale romano gestito dalla malavita, eppure Leo (che recita e dirige) ci riesce bene, rimanendo fedele al testo, tradotto bene in romanesco. Atmosfere noir e da film gangster perché «Italia = mafia» vende bene, sopratutto [...] Vai alla recensione »
«Non sono quello che sono», com'è noto, è una celebre battuta di Iago nell'Otello di Shakespeare, ma potrebbe dirlo benissimo anche il suo interprete Edoardo Leo (qui malmostoso il giusto) per intendere una certa voglia di uscire dai ranghi apparentemente obbligati di tanta commedia recente, ribadita da alcuni ruoli (si pensi al padre di Mia) e soprattutto dai film da regista, tentati, come quelli [...] Vai alla recensione »
Arrivato al settimo lungometraggio, Edoardo Leo abbandona il porto sicuro della commedia e si sposta verso altri lidi ben più ambiziosi e scivolosi. Non sono quello che sono sancisce l'ingresso del cinema di Leo all'interno del genere drammatico. Il regista di Noi e la Giulia parte subito in quarta, trasponendo per il grande schermo niente meno che Otello, una delle più celebri tragedie di William [...] Vai alla recensione »