Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Tina Satter |
Attori | Josh Hamilton, Marchánt Davis, Sydney Sweeney, John Way . |
Uscita | giovedì 1 agosto 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 26 luglio 2024
La ricerca di Reality Winner partendo dalle registrazioni dell'FBI. Il film ha ottenuto 2 candidature a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Reality ha incassato 4,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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La storia vera dell'arresto di Reality Winner, che nel giugno del 2017 riceve la visita degli agenti dell'FBI che le consegnano un mandato di perquisizione e la accusano di aver trafugato e divulgato informazioni governative riservate. Winner, veterana dell'aeronautica americana e traduttrice per un'azienda che collabora con l'NSA, dichiara di voler cooperare con gli agenti e li fa entrare, finendo per essere interrogata per ore in una conversazione ricreata nei minimi dettagli a partire dalle registrazioni ufficiali.
La storia recente degli Stati Uniti parla di un rapporto complesso con la figura del whistleblower, che ha unito l'epoca turbolenta del post-11 Settembre, degli anni di Obama e poi quelli di Trump.
Proprio con quest'ultimo ha a che fare la storia di Reality Winner, avvenuta nel periodo del licenziamento del direttore dell'FBI James Comey e delle rivelazioni sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016. Rispetto a gesti divenuti simbolici come quelli di Edward Snowden, però, la vicenda di Winner ha contorni estemporanei, che affondano in una banalità molto meno intenzionale.
Tina Satter, regista e autrice teatrale, ne ha immortalato la natura grottesca e parossistica prima per il palcoscenico e ora anche per il grande schermo. Grazie alla scelta di non romanzare i dialoghi ma di mettere in scena attraverso gli attori la registrazione audio ufficiale, Satter riesce a rendere la tensione autentica di un momento radicato nel reale (con tutte le nostre umane incertezze, ripetizioni, imbarazzi) e al tempo stesso ad astrarlo completamente nella sua assurdità umana e giudiziaria.
Il risultato è un minuscolo ma potente dramma da camera, calibrato al secondo, che parla della cultura a stelle e strisce, fa un'istantanea del momento storico, e si lascia affascinare da come il linguaggio e lo scambio dialogico siano un campo di battaglia fatto di avanzamenti e ritirate, di rivelazioni e omissioni. Per "visualizzare" i contenuti classificati dell'interrogatorio Satter finisce per far sparire i corpi dalla scena, dando una forma cinematografica e domestica alla mitologia dell'informazione redacted che forse piacerebbe a Brian De Palma.
Così "vero" e naturalistico da diventare concettuale, questo pezzo di teatro a tre voci trova motivo d'interesse anche per come, spogliandosi di certi tradizionali orpelli drammaturgici della scrittura di finzione, punta un dito straniante sulla nostra assuefazione ad essi, e lascia agli attori il compito di riempire il vuoto lavorando su una prossemica che vada a braccetto con l'autenticità del dialogo.
L'ottimo lavoro sul blocco e sulla messa in scena posiziona la neo-diva Sydney Sweeney come corpo minuto in mezzo a un'inondazione di ingombranti e invasive presenze maschili. La sua è una buonissima prova, anche per come agisce in controtendenza alla sua recente esplosione in qualità di patinata icona generazionale.
L'espediente narrativo dell'esordio sul grande schermo della drammaturga Tina Satter, che adatta qui la sua stessa pièce OffBroadway Is This a Room, vanta una tradizione letteraria importante, come le finte trascrizioni e i dossier fitti di intercettazioni che riempiono le pagine di Ellroy o del Mailer di Il fantasma di Harlot, riferimento imprescindibile.