Titolo originale | L'histoire de Souleymane |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Boris Lojkine |
Attori | Mamadou Barry, Keita Diallo, Yaya Diallo, Younoussa Diallo, Ghislain Mahan Nina Meurisse, Abou Sangare, Alpha Oumar Sow, Emmanuel Yovanie. |
Uscita | giovedì 10 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Academy Two |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 24 settembre 2024
Un ragazzo richiedente asilo ha due giorni per prepare il colloquio decisivo per ottenere la residenza. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office La storia di Souleymane ha incassato 805 .
CONSIGLIATO SÌ
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Immigrato a Parigi dalla Guinea, il giovane Souleymane attende con ansia il colloquio con l'ufficio immigrazione locale per ottenere asilo e regolarizzare la presenza in Francia. Nel frattempo sbarca il lunario sfrecciando per la città in bicicletta e facendo consegne, subaffittando il profilo su un'app da un conoscente. Per dormire, deve prenotare ogni giorno un posto letto nella sistemazione provvisoria statale e presentarsi in tempo la sera alla partenza del pullman, schivando i vari ostacoli umani e istituzionali che cercano di mettergli i bastoni tra le ruote.
L'analisi delle storture indegne della gig economy si unisce all'esplorazione della vita di un migrante nell'Europa di oggi: dall'unione dei due temi il regista francese Boris Lojkine trae una contemporanea odissea a rotta di collo per le strade di una Parigi notturna, dal ritmo serrato e dalla solida costruzione narrativa.
Seppur non illuminante dal punto di vista strettamente cinematografico, il terzo film di Lojkine trova ampiamente un motivo di esistere nella capacità di aprire gli occhi di un assonnato pubblico europeo, che troppo spesso fa finta di non vedere cosa succede per strada agli ordini di delivery.
L'esordiente Abou Sangare dona a Souleymane un pathos controllato e quasi inscalfibile, intento a tenere insieme in qualche modo i pezzi di una routine impossibile. Lojkine, che viene dal documentario, gli sta addosso con la macchina da presa e ne mette in fila le vicende in modo cronachistico, coprendo ogni aspetto del suo quotidiano: le consegne, sì - con tanto di periodica corsa contro il tempo per rispondere alle verifiche d'identità di una app non a suo nome - ma anche la situazione abitativa precaria e la ripetizione scolastica di una storia inventata, da imparare a memoria per assicurarsi la residenza tramite l'aiuto di un'industria di "facilitatori" ben poco affidabile.
In mezzo un caleidoscopio di personaggi, chi messo meglio e chi peggio, che mandano in scena un'umanità variabile, dagli sfruttati che sfruttano a loro volta fino ai piccoli momenti di gentilezza che sembrano oasi nel deserto di una società ostile. Apparizioni fugaci, perché nel film tutto si muove veloce e frenetico, e infatti il montaggio a cura di Xavier Sirven è il vero valore aggiunto.
Lojkine riserva poi nel finale un ruolo piccolo ma significativo - perché è lì che tutto va a parare - a Nina Meurisse, che per lui era già stata protagonista nella storia vera e tragica del precedente Camille. È in qualche modo il simbolo del suo cinema, che crede al valore del reale a costo di risultare didascalico; La storia di Souleymane è però il migliore dei suoi tre film, perché limita lo sguardo al terreno di casa, e attraverso quella componente didascalica costringe lo spettatore a fare i conti con le urgenti contraddizioni del loro mondo.
Souleymane è un giovane guineano che si procura da vivere come rider consegnando pasti a Parigi. Ha fatto richiesta d'asilo ed è in attesa del colloquio decisivo: un tempo sospeso che vive con ansia, nel timore di non superare l'esame nonostante i tentativi illeciti che ha attuato per riuscirci. Il francese Boris Lojkine ha girato documentari in Vietnam e poi nella Repubblica democratica del Congo; [...] Vai alla recensione »
Souleymane è un immigrato che attende di avere il colloquio decisivo per ottenere i documenti per poter restare in Francia. Nel frattempo sbarca il lunario girando in bici Parigi portando i pasti a casa dei clienti, e dormendo nei luoghi di rifugio. Ma la paura che l'esame fallisca è tanta. Un film toccante, che per un'ora descrive con affetto e sincerità il calvario giornaliero del protagonista, ma [...] Vai alla recensione »