
Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Riccardo Cremona, Matteo Keffer |
Uscita | giovedì 6 marzo 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Mescalito Film |
MYmonetro | 3,40 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 marzo 2025
La storia e le esperienze di questo gruppo di giovani pieni di volontà e voglia di vivere.
BIGLIETTI QUI » In Italia al Box Office Come se non ci fosse un domani ha incassato 33,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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"A partire dal 2018 sono nati in Europa e nel mondo movimenti di resistenza civile non-violenta che lottano per ottenere dai governi interventi immediati ed efficaci per contrastare la crisi climatica in corso. Uno di questi si chiama Ultima Generazione". La didascalia sui titoli di testa è già rivelatrice. Le azioni di Ultima Generazione hanno spesso diviso l'opinione pubblica quando, per esempio, gli attivisti si sono stesi per strada e incatenati per bloccare il traffico, hanno colorato l'acqua come quella di Fontana di Trevi a Roma, si sono incollati con le proprie mani al vetro che protegge La Primavera del Botticelli il 22 luglio 2022. Sono anche intervenuti in prima persona, per esempio, in Toscana e in Emilia- Romagna dopo le alluvioni (i cui danni sono stati stimati in circa 11 miliardi di euro) o la tromba d'aria a Jesolo. I numeri riferiti al 2023 sono inquietanti: è stato l'anno più caldo sulla terra, si sono verificati 378 eventi metereologici estremi e l'emissione dei gas serra continua ad aumentare.
Prodotto da Paolo e Ottavia Virzì e Marco Belardi, il documentario diretto da Riccardo Cremona e Matteo Keffer mostra gli attivisti di Ultima Generazione in azione, ma racconta anche il 'dietro le quinte' e squarci della loro vita privata.
Tra loro emergono soprattutto le storie di Simone Ficicchia, Beatrice Pepe, Chloé Bertini, Michele Giuli e Tommaso Juhasz 'TJ". Nei circa 90 minuti di durata, si avverte l'urgenza del loro allarme ma anche un'incompiutezza di fondo. Alcune figure vengono messe più a fuoco di altre e gli stessi materiali archivi delle loro azioni, sia dimostrative ma anche di aiuto, potevano essere più numerosi e anche più lunghi, soprattutto per quanto riguarda l'alluvione in Emilia-Romagna, mentre si avverte l'umanità del loro intervento in quello a Campi Bisenzio.
In più, nei primi piani su di loro mentre sono stesi per strada a bloccare il traffico con gli insulti degli automobilisti e l'intervento delle forze dell'ordine, si scorgono frammenti della loro paura ma anche del loro coraggio. Sarebbe stato interessante vedere, o anche soltanto percepire, quello che provano prima di entrare in azione, proprio a livello più intimo e umano, al di là della battaglia che stanno conducendo per far sì che 'un altro mondo deve essere possibile'. In Come se non ci fosse un domani ci sono tanti frammenti sparsi, alcuni interessanti, qualcuno più coinvolgente, ma anche delle lungaggini soprattutto nelle testimonianze.
Vengono mostrati i disastri climatici più eclatanti, qualcuno resta più in secondo piano come la siccità in Sicilia e si ha come l'impressione che, per far parlare prevalentemente i protagonisti in prima persona, qualcosa si sia perso per strada. Eppure gli spunti non sono mancati, come nella figura di Roger Hallam, attivista climatico e co-fondatore di Exinction Rebellion con il suo esperimento con il sacchetto di plastica o la distanza che c'è tra il movimento e il mondo politico mostrati, per esempio, nell'intervento di Beatrice Pepe in tv a "Quarta Repubblica" incalzata da Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero e gli insulti social che ha ricevuto dopo il programma.
Ecco lei è tra le figure che emerge maggiormente assieme a Simone Ficicchia. Uno scontro tra la ragazza con il padre mentre i due stanno giocando a scacchi, lascia emergere meglio di altri momenti lo scarto ideologico. Da una parte la necessità di intervento perché il futuro è in pericolo. Dall'altro il potersi permettere di non lavorare ed essere etichettati come 'figli di papà'. Forse la verità in quello squarcio familiare è la stessa che Come se non ci fosse un domani cerca per tutta la sua durata. Centra l'obiettivo di mostrare le ragioni del movimento e anche i suoi limiti, ma arriva solo a intermittenza la spinta della sua protesta.