Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 119 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Cédric Kahn |
Attori | Denis Podalydès, Jonathan Cohen, Stefan Crepon, Souheila Yacoub, Emmanuelle Bercot Xavier Beauvois, Valérie Donzelli, Emilia Dérou-Bernal, Matilda Kime, Riad Gahmi, Addil Chafaoui, Karim Seghair. |
Uscita | giovedì 26 settembre 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,43 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 settembre 2024
La storia ruota attorno a Simon che sta dando il via alle riprese di un film sulla lotta combattuta da un gruppo di operai per mantenere in vita la loro fabbrica e, con essa, il loro lavoro. In Italia al Box Office Making Of ha incassato 5,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Sul set, il regista Simon è a rischio di perdere il controllo: la storia già esplosiva degli operai di una fabbrica che lottano per salvare i posti di lavoro diventa complicata da gestire da entrambi i lati della cinepresa. Con la produttrice Viviane che minaccia tagli al budget e l'attore principale che protesta per tutto, Simon deve anche decidere a chi assegnare la realizzazione del "making of". La persona più indicata sembra una delle comparse, Joseph, giovane pizzaiolo con ambizioni da cineasta.
Il regista francese Cédric Kahn gira Making of in una fase di grande fervore della carriera, nello stesso anno in cui fa uscire Le procès Goldman, con la sua energia vibrante che mette in scena un processo interrogandosi sulla sua natura di spettacolo raccontato. Parte di quella energia si conserva e si trasforma anche nella nuova opera, non meno preoccupata dal guardare all'essenza di tutto ciò che è performativo.
Stavolta è il cinema stesso a essere messo alla sbarra, in una cronaca caotica delle riprese di un film in cui tutto è sempre a un passo dall'andare a rotoli. Non si immagini della poesia concettuale e compiaciuta sull'arte che si guarda allo specchio, né echi felliniani o alla Truffaut: Kahn guarda al mestiere del cinema come pura sopravvivenza, impietoso pragmatismo, controllo delle masse e politica d'ufficio.
Sull'aspetto artistico Simon, affidato agli occhi malinconici di un interprete d'eccezione come Denis Podalydès, è amaro e disilluso (certo, non aiuta la vita personale con la moglie Valérie Donzelli lontana in molti sensi), convinto di essere finito; il dualismo tra il film e la sua costola lo contrappone all'idealismo di Joseph (altro ruolo per il talento in ascesa di Stefan Crepon), che sogna in grande ed è deciso a cogliere la sua occasione anche a costo di travisare completamente il concetto di un banale dietro le quinte.
Due modi di interpretare un set, due visioni di cosa sia - possa essere - il cinema. Eppure alla fine nessuna delle due è quella vera; più che una linea di dualismo, Kahn mette in scena un'ambigua sfumatura tra il reale e il drammatico che si fondono insieme, diventando a volte indistinguibili per come le lotte operaie della fabbrica rispecchiano quelle dei lavoratori della troupe a loro volta in pericolo.
Scene corali di discussione si aprono senza che lo spettatore sappia se sta assistendo all'una o all'altra. Perché cinema e lavoro sono in fondo la stessa cosa. E l'unica sua possibile testimonianza artistica rimane quella del buon Joseph, ancora non stremato da un'industria diabolica.
La storia del cinema ha i suoi "making of". Dietro le quinte, per farla più semplice. Il film ha un titolo inglese, ma nell'originale parlano francese. E' un dietro le quinte "Cantando sotto la pioggia" con Gene Kelly e Debbie Reynolds, che pronuncia il celebre pre-giudizio "visto uno, visti tutti" (lei vorrebbe disprezzare, ma li ha visti tutti). E' un dietro le quinte "Effetto notte" di François [...] Vai alla recensione »
Cédric Kahn, nello stesso anno, ha realizzato due film molto diversi. Prima l'avvincente Il caso Goldman e ora una commedia sul cinema. O meglio una vertiginosa scatola cinese: un film su un film in un film dentro un film. Al primo giorno di riprese della "tragedia" sulla lotta (persa) di un gruppo di operai contro il trasferimento della loro fabbrica, un regista scopre che la grande casa di produzione [...] Vai alla recensione »
Quante storie di vita e cuore si possono intrecciare intorno a un set... Making of racconta le ambizioni e l'amore. Le delusioni e la politica. La settima arte e il suo quotidiano conflitto con il denaro. Un film di grande garbo e leggerezza che soltanto i francesi potevano concepire, snocciolando con eleganza i retroscena del fare cinema. Senza primedonne uscite di soppiatto da laboratori plastici. Da [...] Vai alla recensione »
Prima la vita, poi il cinema, ammonisce Luigi Comencini (Gifuni, un po' vittima di ruoli precedenti). L'amore che lo guida al compito titanico di strappare dalla droga l'adolescente Francesca (Vergano) apre le porte della vita all'amore per il cinema. Personale, intimo, e universale (una figlia salvata dal papà), set&ossessioni, luci&tenebre, a volte troppo coinvolto per liberare le immagini dal grumo [...] Vai alla recensione »
Un giorno ci mancheranno domande peregrine e leziosette come: «Cédric Kahn è un autore oppure no?». Ora come ora se le può porre giusto una rivista come la nostra, che continua a chiedersi se ci sia uno sguardo, un pensiero coerente, una visione del mondo dietro le immagini. Non solo se un film «funziona» o «a chi si rivolge». Arte, per quanto industriale.
Una troupe gira un film sulla storia vera di una fabbrica occupata, ma gli investitori si sfilano, i soldi non bastano mai, il mercato è quello che è. E il set finisce per diventare una copia carbone della fabbrica stessa. Come un Effetto notte ai tempi del cinema del reale, come un film di Brizé su un film di Brizé. Certo, non mancano scorciatoie e macchiette: il regista in crisi, il primattore vanesio, [...] Vai alla recensione »
Nel momento in cui ha scritto il copione di «Making Of» insieme a Fanny Burdino e Samuel Doux, il regista francese Cédric Kahn non poteva probabilmente immaginare quanto sarebbe risultato attuale, al momento dell'uscita il suo film. Racconta infatti di una troupe che gira un'opera d'autore, ispirata a battaglie operaie sconfinate nell'occupazione di una fabbrica, con successivo tentativo (fallito) [...] Vai alla recensione »
Il cinema è dramma e vita dice Cédric Kahn. «Commedia sociale e tragedia» ripete il regista Simon protagonista di «Making of», opera dell'autore francese (presentata fuori concorso a Venezia) che con il meccanismo del «film nel film» porta a spasso lo spettatore davanti e dietro le quinte di un set cinematografico, per svelarne meccanismi e rivelane verità.
Prendiamo un regista francese che decide di fare un film sulla lavorazione di un film. Ha molti e diversi esempi ai quali ispirarsi, anche perché il contenitore si presta a esperimenti metatestuali abbastanza sfizioni, pensiamo a La donna del tenente francese o Lo stato delle cose. Ma è inevitabile che quel regista francese pensi soprattutto a un capolavoro che, toh, è pure francese.
Una macchina sfonda il cancello di una fabbrica dando il via a una occupazione di operai, che con rabbia invadono la piazza, entrano nell'edificio. Sembra l'inizio di uno di quei film convulsi e impegnati diretti da Stephane Brizé o dai fratelli Dardenne e invece la scena si interrompe improvvisamente: il regista chiama lo stop perché un operatore entra nell'inquadratura.