Anno | 2023 |
Genere | Biografico, Drammatico, Storico, |
Produzione | USA |
Durata | 180 minuti |
Regia di | Christopher Nolan |
Attori | Cillian Murphy, Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon, Rami Malek Florence Pugh, Benny Safdie, Michael Angarano, Josh Hartnett, Kenneth Branagh, Dane DeHaan, Matthew Modine, Dylan Arnold, Olli Haaskivi, Jason Clarke. |
Uscita | mercoledì 23 agosto 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,96 su 45 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 22 agosto 2023
Argomenti: Oppenheimer
Il film dedicato a Oppenheimer, lo scienziato che mise a punto la bomba atomica. Il film ha ottenuto 12 candidature e vinto 7 Premi Oscar, 1 candidatura a David di Donatello, 8 candidature e vinto 5 Golden Globes, 13 candidature e vinto 7 BAFTA, 1 candidatura a Cesar, 5 candidature a People's Choice Awar, Il film è stato premiato a National Board, 13 candidature e vinto 8 Critics Choice Award, 4 candidature a SAG Awards, 1 candidatura a CDG Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, 1 candidatura a ADG Awards, In Italia al Box Office Oppenheimer ha incassato 28,6 milioni di euro .
Passaggio in TV
giovedì 12 settembre 2024 ore 3,00 su SKYCINEMA2
ASSOLUTAMENTE SÌ
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È il 1926, J. Robert Oppenheimer è un giovane studente di fisica presso l'università di Cambridge ed è così ossessionato dall'ascoltare la lezione del professore ospite Niels Bohr che, per ripicca verso l'insegnante che lo fa ritardare, arriva a un piccolissimo passo dal compiere un gesto irreparabile. È il 1954, Oppenheimer si sottopone a una serie di udienze private dove cerca di difendersi dalle accuse di comunismo, per conservare il proprio accesso allo sviluppo di progetti top secret. È il 1958, Lewis Strauss affronta un pubblico dibattimento per dimostrare la propria idoneità come Segretario del commercio di Eisenhower, ma in questa circostanza viene riesaminato il suo rapporto con Oppenheimer. In mezzo c'è naturalmente la cronaca dell'ascesa del protagonista, dai dipartimenti di fisica americana alla direzione del laboratorio di Los Alamos, dove darà vita alla prima bomba atomica.
Il primo film biografico di Christopher Nolan gioca, come tipico del regista, con la struttura temporale della storia e riesce a offrire un ritratto magnetico e sfaccettato del suo geniale soggetto, non però senza qualche squilibrio e inciampo estetico.
Gocce di pioggia sollevano increspature sull'acqua di una pozzanghera: si apre così Oppenheimer, su quello che diventerà un motivo figurativo ricorrente, ripreso per esempio mentre il protagonista guarda una mappa e immagina la caduta di bombe atomiche sulle città, le cui esplosioni sollevano increspature come la pioggia dell'incipit. In mezzo c'è un episodio enigmatico, un breve incontro con Einstein che appare come un affronto agli occhi dell'egocentrico Lewis Strauss. Questi è una figura poco geniale ma con manie di grandezza, che sta a Oppenheimer come Salieri stava a Mozart. Il vero significato di quella sorta di Rosabella che è la conversazione con Einstein si aprirà solo nell'epilogo, quando alla reazione a catena acquatica dell'incipit risponderà un tripudio di fuoco.
La circolarità tanto cara al regista dunque non manca e neppure la grandiosità. Il primo film in cui è stata utilizzata pellicola in bianco e nero IMAX 70mm. andrebbe infatti visto in una sala consona, che purtroppo in Italia continua a non esistere. È comunque consigliatissimo cercare il miglior cinema del proprio territorio, per godere al meglio di una pellicola (parola che finalmente si può tornare a usare in modo appropriato) tecnicamente superba. Sia per i già celebrati effetti speciali interamente artigianali di Scott R. Fisher, che rimandano a quelli delle opere di Stanley Kubrick e Terrence Malick (con Tree of Life il film di Nolan ha in comune anche lo stile del montaggio di una sequenza della prima ora), sia per la qualità della fotografia dello straordinario Hoyte van Hoytema, capace di destreggiarsi tra più palette cromatiche, sia per l'intensità degli interpreti, la cui recitazione è tanto sottile da reggere i primi piani più grandi immaginabili.
Anche la colonna sonora di Ludwig Göransson è di grande impatto e questa volta si allontana, assai più che in Tenet, dai pesanti bassi con i quali Hans Zimmer ha spesso accompagnato i film di Nolan. Purtroppo l'uso che ne fa il regista è uno dei pochi punti deboli dell'opera.
L'autore inglese la impiega infatti in modo pressoché costante, facendone un collante, quasi una stampella, come temesse che all'incastro tra tre e più tempi narrativi, per non perdere coesione, non bastino il montaggio, i movimenti di macchina e il ritmo dei dialoghi. Anche peggio: quando nella terza ora del film a tenere banco sono le due udienze processuali, dopo essersi già giocato alla fine della seconda ora il "big bang" atomico, Nolan ha il disperato bisogno di un climax e spinge il volume a livelli invasivi, in una sottolineatura drammatica tanto plateale quanto banale.
L'assordamento non può essere la strategia estetica di un grande regista e non basta a compensare a una struttura narrativa - e qui è l'altro problema del film - che vuole abbracciare quante più cose possibili. Incluso il controcanto su Strauss, il cui legame con l'arco narrativo di Oppenheimer è inizialmente piuttosto fumoso e sembra appartenere a un altro film. Del resto la bipartizione è dichiarata fin dal principio, con tanto di due cartelli che battezzano Fissione e Fusione rispettivamente la vita di Oppenheimer, a colori più o meno smorzati a seconda dei periodi, e l'udienza di Strauss, in bianco e nero. Ma il bilanciamento delle due parti non trova il giusto equilibrio e il terzo atto finisce per essere assai più debole del secondo. Pur con le sue imperfezioni, che in fondo la rendono anche vitale nonostante l'approccio freddamente calcolato di Nolan al cinema, Oppenheimer è un'opera nel complesso affascinante, complessa e stratificata. Tratta dalla biografia del 2005 "Prometeo americano" di Kai Bird e Martin J. Sherwin, è una pellicola per nulla facile per la sbalorditiva quantità di dettagli storici e di personaggi coinvolti, ma sorretta da un cast stellare. I camei di grandi attori si susseguono per tre ore, senza però togliere l'attenzione da Robert Downey Jr. e soprattutto da Cillian Murphy. E non mancano i pezzi di bravura, che coincidono con i passaggi più visionari, nei quali il realismo viene trafitto dagli slanci immaginativi dei protagonisti, o in cui addirittura il tempo sembra fermarsi. È il caso dell'esplosione della bomba, dove il suono deve attendere per molti secondi, in un susseguirsi di fiamme e volti sgomenti, prima di irrompere fragoroso insieme all'onda d'urto. Oppure quando la moglie di Oppenheimer immagina il marito copulare con l'amante Jean Tatlock, nel bel mezzo delle udienze, il suo disgusto per le colpe del protagonista trova una rappresentazione più efficace di mille parole. Le scene di sesso, di cui si è tanto parlato perché fin qui pressoché assenti nella filmografia di Nolan, hanno l'importante funzione di aprire uno squarcio sulle pulsioni di un uomo che cerca la moralità nel castigo più che nella virtù. Oppenheimer infatti non si è mai pubblicamente pentito, per l'uso della bomba atomica su due città giapponesi, e la sua amata citazione del Bhagavad Gita è a un passo dal delirio di onnipotenza: «Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi». Se all'inizio del film è ancora un timido e frustrato scolaretto, con pochi freni però verso la morte altrui, solo pochi anni dopo non avrà alcuna deferenza verso il collega premio Nobel Ernest Lawrence né per Albert Einstein o Enrico Fermi. Oppenheimer punta al trionfo della volontà sulla realtà in modo in fondo quasi speculare a quello dei nazisti che dice di combattere - e che beffardamente saranno sconfitti senza il suo aiuto. In nome della propria missione sarà capace di rischiare persino la distruzione del mondo, che la bomba potrebbe scatenare con probabilità vicine allo zero ma non inesistenti. In perfetta coincidenza con la sua poetica, Nolan non vede questa reazione a catena come un pericolo scongiurato, bensì la trasla dal presente dello spazio verso l'imponderabile asse del tempo.
La storia del direttore del laboratorio di Los Alamos durante il Manhattan Project che portò allo sviluppo - e al conseguente impiego - della Bomba Atomica. Questa volta Christopher Nolan non sceglie un cognome storico per raccontare tutt'altro come in Tenet e firma quello che dovrebbe essere un biopic più o meno tradizionale. Nei panni del protagonista uno smagrito Cillian Murphy, affiancato da un impressionante parterre di star: Robert Downey Jr., Emily Blunt, Matt Damon, Rami Malek, Florence Pugh, Kenneth Branagh e pure il regista Benny Safdie. Il film ha già fatto notizia perché Nolan, che notoriamente non ama la computer graphic, ha scelto di ricreare l'esplosione del celebre test nucleare Trinity con uno spettacolo pirotecnico di esplosivi.
OPPENHEIMER disponibile in DVD o BluRay |
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Solido e denso film storico-politico, biopic rigoroso e introspettivo, fondato sulla paradossale vicenda del “padre della bomba atomica” che, nel tentativo di salvare l’avvenire del genere umano, collabora all’invenzione di uno strumento capace di distruggerlo per sempre; comprendendo di aver fallito proprio nel momento in cui aveva portato a termine il progetto più grandioso. [...] Vai alla recensione »
Sarebbe stato un bel film con un altro regista,ma Nolan non rinuncia ai suoi infiniti piani temporali,creando solo confusione in un'opera che tratta un argomento complesso come la bomba atomica. Il risultato è che il film appare difficile da seguire a causa dei continui salti temporali "nolaniani". Risultato:film pesante e noioso nonostante il cast eccezionale.
Vasta sceneggiatura, montaggio serrato, dialoghi taglienti. Struttura complessa dei piani temporali, come ci si aspetta da Nolan. Il protagonista è idealizzato quanto basta. Oppenheimer è stato un carismatico organizzatore, un brillante capo-scuola, ma non un grandissimo fisico. Il film accenna alle sua lacune di scienziato – debole in matematica, incline a ipotesi poi non verificate [...] Vai alla recensione »
Ikera pensa all'intero mondo per vendere i suoi porodotti e sa come farlo. Traduce la parola cotone in 27 lingue per vendere federe e lenzuola perchè è consapevole che non tutti al mondo conoscono la traduzione inglese del termine. L0 stesso intento che avrebbe dovuto animare Nolan , uscire dal suo narcisismo [...] Vai alla recensione »
Chissà cos'ha spinto un regista come Nolan verso un biopic sulla figura di Oppenheimer: forse la possibilità di filmare una delle più grandi esplosioni nella storia dell'uomo? In effetti è noto quanto piacciano le deflagrazioni agli anglofoni, cinematografiche e non, ma qualunque sia il motivo che ha portato il cineasta britannico in questi territori, la scelta [...] Vai alla recensione »
Film didascalico e rassicurante per il pubblico americano, come piace all'establishment che per questo lo ha premiato con sette Oscar e comunque non quello per la miglior scenggiatura. Film che in assenza dell'autentico deuteragonista della storia (le popolazioni colpite dall'atomica) soffre inevitabilmente della sindrome "chiacchiere e distintivo" e per questo persino i parrucconi [...] Vai alla recensione »
Per quanto concordi con buona aprte delle recensioni positive sul film, non posos fare a meno di sottolinearne alcune ombre che mi hanno un po' appesantito la visione e che a mio parere vanno un po' a svalutare il prodotto in generale. Partiamo dalle luci: regia ottima, tipico formalismo "Nolaniano", così come la fotografia, le musiche, l'uso dei suoni.
non faccio #spoiler Per Nolan è impossibile passare da A a B in maniera diretta, deve prima andare da P a A e poi da C a M per poi arrivare a B. E usare solo il Bianco e Nero? Noooo deve aggiungerci ogni tanto il colore e tu, spettatore, stai lì a pensare se il colore lo sta usando per distinguere il presente o la realtà e il bianco e nero forse lo usa per la documentazione [...] Vai alla recensione »
È un film complesso, ambizioso e potentissimo, nel quale ordito e trama, mentre la spoletta del racconto va avanti e indietro a suon di flashback, disegnano pazientemente il personaggio complesso (e contraddittorio) Julius Robert Oppenheimer. Si parte col suo profilo di scienziato, i suoi incontri con i grandi novecenteschi della ricerca fisica, a partire da Einstein, Bohr ed Heisenberg.
OPPENHEIMER. di Christopher Nolan. Un film complesso e dalla visione difficile per uno spettatore che aspettava un film biografico, ovvero sulla vita e le opere di uno scienziato entrato nella storia come il principale responsabile della invenzione e realizzazione della bomba atomica. Dunque, un argomento che poteva quasi svolgersi come una biografia narrata con particolari storici [...] Vai alla recensione »
Christopher Nolan è riuscito a mantenere il giusto compromesso tra la divulgazione scientifica di una materia così difficile quale la Meccanica quantistica da un lato e le esigenze di franchise dall'altro. Non ha banalizzato argomenti molto rigorosi e precisi, seppur, al contempo, sia riuscito ugualmente a romanzare la vita seria e quanto più lontana dal glam come può essere quella di uno scienziato. [...] Vai alla recensione »
La scena che mi ha continuato a frullare nella testa per ore e che ancora rivedo nella mia mente è quella in cui quando la bomba esplode si incendia l'atmosfera. Un vero incubo da Armageddon. E poi la scena finale in cui Oppenheimer, parlando quasi tra se e se dopo aver incontrato Einstein, a proposito dei quell'ipotesi che aveva probabilità "quasi zero" dice "e [...] Vai alla recensione »
Sin dalla prima immagine s’intuisce che l’ultimo lavoro di Nolan è un ordigno pronto a esplodere , il ritmo sostenuto e la colonna sonora incalzante , tengono sospeso l’inevitabile, ancora una volta il suono incessante e ossessivo, come quello che scandiva il tempo sulla spiaggia di Dunkirk in un crescendo angosciante, che accompagnano e raccontano l’epopea [...] Vai alla recensione »
Biopic abbastanza rigoroso nella ricostruzione storica ed introspettivo La prima istintiva percezione è stata quella di una musica di sottofondo martellante , quasi ossessiva che talora soverchia il dialogo .e di un pò di confusione per la trama narrativa non lineare (sempre discontinua nella filmografia di Nolan [...] Vai alla recensione »
“Oppenheimer” di Christopher Nolan è un film con incantevoli effetti speciali sulla coscienza e sulla sua reazione ogniqualvolta prende atto di aver compiuto qualche cosa di terribile, come creare un secondo sole. Il fisico americano (Cillian Murphy) che tradusse le intuizioni di Einstein in bomba atomica e nei morti di Hiroshima e Nagasaki, era il direttore del “Progetto [...] Vai alla recensione »
Con questo film Nolan conferma di essere il più credibile erede (nonostante le notevoli differenze di stile, contenuti, approccio e filosofia) dell'inimitabile Stanley Kubrick. Questo si denota nella sua capacità di unire l'intrattenimento ad un contenuto intellettualmente importante e "pesante". Sapere intrattenere dicendo qualcosa di importante.
Adesso se qualcuno negli USA ha voluto premiare una vera fetenzia come "sapete di cosa parlo", allora qua cosa si dovrebbe fare: oltre le statuette fare anche vere statue ad attori, regista, sceneggiatori e via via fino all'ultima comparsa? Non c'è nulla in questo film che non sia azzeccato, financo la colonna sonora. Certo.
Non posso che essere entusiasta dopo la visione del film "Oppneheimer" diretto in maniera magistrale dal regista Christopher Nolan e interpretato in maniera altrettanto magnifica dal cast di attori tra cui spicca ovviamente Cillian Murphy che è risultato perfetto nel ruolo del noto scienziato americano che inventò la bomba atomica, il quale ci viene descritto in maniera [...] Vai alla recensione »
Il modo irriverente col quale Oppenheimer nel film risponde spesso alle proposte che gli vengono fatte sembrerebbe potersi a sua volta riutilizzare per rispondere a quanti potranno dirvi che il film è perfettamente riuscito o al contrario poteva esprimere qualcosa di più. Intendiamoci, Nolan crea l'ennesimo film sopra la media, intricato quanto basta, con la "solita" sovrapposiz [...] Vai alla recensione »
Commento: Oppenheimer Il film diretto da Christopher Nolan ci mette di fronte a un opera sbalorditiva e intrigante, basata tutta sulla tortuosa vita del fisico Robert Oppenheimer, considerato il padre della bomba nucleare . Il regista, in questo film, non esce dai suoi schemi, palesando un forte utilizzo dei flashback come stile narrativo, rendendo la pellicola un susseguirsi di dialoghi [...] Vai alla recensione »
Chi è stato il capo del Progetto Manhattan ? Un fisico da celebrare ? Un uomo che troppo tardi si è accorto delle conseguenze delle sue ricerche? Un approfittatore ? O un traditore degli ideali Americani? Descritto come un personaggio controverso sin dalle prime battute della pellicola, la figura del fisico statunitense Julius Robert Oppenheimer è immediatamente rivista [...] Vai alla recensione »
Commento: Oppenheimer Il film diretto da Christopher Nolan ci mette di fronte a un opera sbalorditiva e intrigante, basata tutta sulla tortuosa vita del fisico Robert Oppenheimer, considerato il padre della bomba nucleare . Il regista, in questo film, non esce dai suoi schemi, palesando un forte utilizzo dei flashback come stile narrativo, rendendo la pellicola un susseguirsi di [...] Vai alla recensione »
Da appassionato di tutta la filmografia di Nolan, ho aspettato qualche giorno prima di scrivere una recensione per evitare di subire il condizionamento dovuto al "cieco" amore verso il modo di fare cinema di uno dei più grandi Registi della storia contemporanea. Il film, scritto diretto e montato in modo impeccabile a mio avviso, non è un capolavaoro ma è senz'altro [...] Vai alla recensione »
Ieri sera tutto esaurito per OPPENHEIMER e mi è andata a culo perché ero tra gli ultimi 10 posti, dopo una lunga fila per il biglietto.A fine visione molta gente, in particolar modo ragazzi sulla ventina, è rimasta davanti all’entrata per discutere del film.Per quel che mi riguarda Christopher Nolan deve co-dirigere con James Gunn perché insieme sfornerebbero dei grandissimi capolavori mettendoci uno [...] Vai alla recensione »
Difficile da seguire. Attori bravissimi, personaggi un po troppo stereotipati alla maniera "americana". Scenografia perfetta. La scena dello scoppio della bomba è fatta davvero bene. Peccato per il montaggio un po incasinato. Sono uscito dal cinema a un'ora dalla fine (mai successo prima) Con tanti presupposti così buoni un vero peccato che il film sia così difficile [...] Vai alla recensione »
Film in prevalenza biografico che non riesce a decollare. Della storia di Oppenheimer alla fine emerge il lato più scontato e cioè quello dello scienziato preoccupato e pentito e il suo fare i conti con un passato comunista in un america che si apprestava a combattere una nuova guerra, quella fredda con l'Urss. Dal punto di vista della storia scientifica relativa alla scoperta della [...] Vai alla recensione »
Film un tantino bugiardo proprio nell'approccio storico alla vicenda. Fermi e il suo ruolo sembrano sostanzialmente scomparsi dalla narrazione. Non che ci sia da andare fieri della paternità della bomba atomica.Tuttavia, forse una maggiore aderenza ai fatti non avrebbe guastato. Diciamo che la verità è stata sacrificata alla solita becera grandeur hollywoodiana.
Potenza del marketing, sono riusciti a far passare un film legnoso e ridondante, per un capolavoro. Nolan questa volta a furia di mescolare piani temporali, riesce ad anestetizzare un soggetto di estremo interesse affogandolo dentro un inutile tourbillon di immagini e di suoni sempre sopra i decibel necessari ed una musica pervasiva che ha la sola funzione di amalgamare questa inerte macedonia.
Davvero un risultato modesto. Linee narrative che non si armonizzano, tanti personaggi solo abbozzati e piuttosto gratuiti. Esplosione della bomba ben girata e d'effetto: ma tutto molto prevedibile. Davvero bravi gli attori principali: le stelle son per loro.
L'ultimo film di L'ultimo film di Christopher Nolan conferma uno stile fatto di salti temporali, trama complessa e durata eccessiva (180'). Per seguire il film sul famoso scienziato che mise a punto la bomba atomica bisogna documentarsi per non perdersi troppo tra i vari richiami chimici, fisici, storici e geopolitici di quel periodo.
"Ho letto i tre volumi del Capitale", afferma Oppi, "il possesso è un furto". "La proprietà è un furto", lo corregge sicura una donna che nella scena successiva godrà di un amplesso col Distruttore dei mondi. Peccato che la frase non è di Marx ed anzi è l'esatto contrario di quello che affermava il filosofo tedesco il quale, [...] Vai alla recensione »
Non lo consiglierei nemmeno al mio peggior nemico. Noiosissimo.
Davvero un risultato modesto. Linee narrative che non si armonizzano, tanti personaggi solo abbozzati e piuttosto gratuiti. Esplosione della bomba ben girata e d'effetto: ma tutto molto prevedibile. Davvero bravi gli attori principali: le stelle son per loro.
Semplicemente pesante. Voli pindarici a iosa per Un processo/commedia durato 3 ore. La colonna sonora mi ha tenuto sveglio. Grandi attori sprecati...
Delude e molto. Fosse come opera prima andrebbe benino ma chiederei a Nolan: a cosa serve fare un film così? Non è di certo una biografia perché basta leggere qualcosa su Oppenheimer per capirlo; è un film che potrei definire una mera cronologia di eventi tra l'altro incasinata da una parte in bianco e nero completamente inutile.
Tre ore (decisamente troppo lungo) di chiacchiere su una storia di cui conosciamo già il finale. Salvato ai botteghini dal cast, su tutti Emily Blunt. Senza senso girarlo in pellicola.
Un film veramente Brutto. Noiso, Banale e Regia pessima. Tantano di recupeare la bruttezza con un musica fastidiosa a tutto volume per tutto il film, ma falliscono. Avrei dato 0 se potevo farlo.
per quanto Nolan non mi dispiaccia, trovo la durata dei suoi film discretamente eccessiva: quando avrà raggiunto il dono della sintesi lo andrò vedere al cinema. Per ora mi accontenterò di vederlo in tv, con la possibilità di diluirne la visione in più sessioni. Mi spiace, ma anche lo spettatore ha dei diritti non meno importanti di quelli degli autori...
Leggo e me ne stupisco che i critici esaltano questo film! Dovrebbero saper cogliere già dalle prime inquadrature,giganteschi quanto inutili primi piano che è un Film banalissimo!La sequenza poi della prova-bomba a Los Alamos è orribile ,sembra che stanno in un cinema all'aperto!Doveva essere una scena immersa nel silenzio.
Una film incasinato che non dice niente. Cercano di creare inutilmente suspance per 30 minuti sulla prova della bomba che può bruciare l'atmosfera. Ma si sa non è avvenuto. Il KO finale con un processo al protagonista con le stesse inquadrature per 45 minuti. Tutte piccole scene a raffica che non dicono in realtà niente.
Buona parte del film è composta da scene noiosissime sulla vita privata dello scienziato, completamente inutili e fine a se stesse È basato su una storia vera che è stata palesemente romanzata per essere resa più interessante. La solita morale del patriota americano che uccide milioni di persone per salvare il mondo, la solita storia del genio ebreo contro [...] Vai alla recensione »
Un film quasi irritante, per la recitazione ad effetto ed i toni forti. Se tutto questo è stato fatto per fare cassa, è la solita americanata. Confuso dal punto di vista narrativo, noioso e ridondante nella parte di narrazione persecutoria, insignificante nella narrazione scientifica. Mai una riflessione profonda, nessuna conoscenza del mondo accademico, come era e come è tuttora.
Metto due stelle, ma per eccesso e con rimpianto perché avendo sentito i commenti riponevo nel film ben altre aspettative. Si esce invece dalla sala non riuscendo a capire cosa questo film volesse significare, dove volesse arrivare. Film psicologico no perché le vicende del protagonista e i suoi rapporti personali vengono raccontati in modo superficiali e senza spessore (forse proprio [...] Vai alla recensione »
Ragazzi, ma dico ci può essere un film più brutto di questo? Oltre che brutto é anche fastidioso. Con gran fatica sono arrivato alla fine, non so neanche io come. Quello vicino a me si metteva le mani sui capelli, una sofferenza totale, da dolore fisico. Tre ore di nulla, mille scene a raffica senza significato, tutte abbozzate.
La mia impressione è che Christophe Nolan non abbia ben compreso la, o non si sia sufficientemente documentato sulla, vita di Oppenheimer, e non abbia ben in testa gli avvenimenti che precedono, avvengono, seguono, la genesi della bomba A. Come allora impressionare lo spettatore senza farglielo capire? Lo bombarda in continuazione con una sequenza di immagini subentranti in situazioni disparate, [...] Vai alla recensione »
Più che un film una miniserie televisiva Sarebbe stato opportuno allungare ancora un po' di più la brodaglia e tirarlo magari a 4-5 puntate destinate al piccolo schermo. Una sofferenza terribile stare TRE ORE seduti su una poltroncina più o meno scomoda, combattendo una lotta impari contro gli sbadigli. Un battage pubblicitario martellante, un cast "stellare", quattro [...] Vai alla recensione »
Questo Non è un film !, è una soffocante narrazione soporifera in stile Raistoria/focus mica un film sulla bomba atomica.. a mala pena son riusciti a far vedere una esplosione atomica a mala pena han fatto sentire il botto.. sembrava un petardo a confronto una delle esplosioni di The equalizer 3 erano 10 volte più potenti &nb [...] Vai alla recensione »
Sarà che, da qualche parte, si nasconde in me il perfido folletto del bastiàn contrario, sarà che mi insospettisco quando vedo Facebook invasa da recensioni di autore ignoto, non cercate, che esaltano Oppenheimer dichiarandolo capolavoro assoluto, giudizio che per altro rimbalza in modo virale, sta di fatto che le due cose mi inducono a essere ipercritica.
Il film diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer, ha riempito e sta riempiendo le sale. E così è legittimo che si cerchi di estendere quel successo e quella vicenda. E lo strumento sussiste, ed è straordinariamente efficace, e naturale. Oppenheimer costruì la bomba, occorreva trovare l’uomo che la gestisse. L’uomo era un pilota militare che possedeva tutte le qualità per l’impresa. Si chiamava Paul Tibbets.
Il cinema non poteva certo non applicarsi a un personaggio del genere, il colonnello pilota comandante dell’Enola Gay, il bombardiere B29 che, alle 8.15 del 6 agosto sganciò l’atomica su Hiroshima. Sono passati 78 anni da quella vicenda e il film di Nolan è un documento complesso e completo, anche se qualche eco di reminiscenza pacifista si è espresso qua e là. Ma in quel 1945 il cinema aveva ben altro ruolo.
In guerra e in pace, in politica, Hollywood si schierava. C’era un’idea da far passare e dalla Casa Bianca qualcuno si metteva in contatto con un referente a Hollywood e l’ordine veniva smistato alle major, secondo attitudine. “Abbreviare la guerra” era stato l’immane alibi della bomba atomica. Quando il presidente Truman appose quella firma si ribellarono pochi intellettuali e pacifisti che tuttavia non facevano opinione generale. Il tradimento giapponese di Pearl Harbor era ancora troppo fresco e doloroso, era ferita ancora aperta. Ma i 250mila morti civili di Hiroshima e Nagasaki erano un numero abnorme e innaturale, non poteva essere definito da quella didascalia “abbreviare la guerra”.
Nei primi anni Cinquanta, in piena Guerra Fredda, la generazione che era tornata dall’Europa e dal Pacifico, a contatto col resto del mondo che non era l’America, aveva maturato idee pacifiste. Tutti quei morti innocenti immolati in nome della necessità di “chiudere” in fretta mettevano in discussione l’assunto che non si poteva fare altrimenti. Molti ormai pensavano che… si poteva fare altrimenti.
E così, ancora una volta, dal famoso ufficio della Casa Bianca partì l’indicazione per Hollywood. L’eroe da illustrare era Paul Tibbets, appunto. La major venne identificata nella Metro-Goldwyn-Mayer e il modello in Robert Taylor.
Taylor era il divo più popolare e amato, ed era un repubblicano, un carattere patria e famiglia, insomma uno di destra. Inoltre aveva portato sullo schermo strepitosi eroi in costume come Ivanhoe, Lancillotto e il Marco Vinicio di Quo vadis. In più Robert era l’idolo delle donne del mondo. Il film si intitolava Above and Beyond, letteralmente “sopra e oltre”, tradotto in Il prezzo del dovere. Taylor rappresentò il comandante del bombardiere con grande misura, rilevando il tormento interno, profondo e, forse, il rimorso segreto. Quel sentimento individuale, trasmesso da una performance straordinariamente intensa, divenne, almeno nelle intenzioni, il sentimento della politica e del popolo. Sganciare quella bomba era costato molto, anzi moltissimo, anche alla coscienza nazionale americana.
Robert Taylor era un attore, ma Paul Tibbets era un uomo, c’è differenza. Pilota dell’aeronautica civile, uscito da una selezione severissima, fu a capo di un progetto che non aveva l’imponenza del Manhattan di Oppenheimer, ma gli si avvicinava. Il suo sentimento, quando vide là sotto il fungo che uccideva tanta gente, era quello vero, non della fiction. È morto nel 2007 a 92 anni. Molte cose erano cambiate. Erano cambiati il consenso e la cultura. Erano rimasti in pochi a pensare che di quella bomba non si potesse fare a meno. Tibbets è stato un militare per tutta la vita. Il “senso del dovere” che gli ha fatto compiere quella missione si deve essere certamente evoluto. Per anni l’esercito lo usò come manifesto di quell’azione necessaria. Ma nel tempo il vecchio pilota si espose sempre di meno. Poi tacque. Poi disse a un suo amico, Gerry Newhouse, di non volere né un funerale vistoso né una lapide sulla sua tomba. Temeva che si trasformasse in luogo per manifestazioni di protesta. Come sarebbe accaduto dagli anni Sessanta, col Vietnam e tutte le nuove dialettiche e consapevolezze. Così, anche il comandante Tibbets, “direttissimo” interessato, aveva capito.
Anche con Oppenheimer Christopher Nolan conferma l’importanza della colonna sonora per il suo cinema. E ancora una volta divide critica e pubblico per l’uso estremo che ne fa. Gli archi di Ludwig Göransson, già con Nolan in Tenet, sono invasivi, ossessivi, impossibili da evitare o anche solo trascurare. Ogni pensiero di Robert Oppenheimer è accompagnato da un crescendo, da un contrappunto sonoro alle visioni di morte e ai suoi sensi di colpa. Spesso la colonna sonora si fa così tonitruante da occultare i dialoghi, o da competere con loro per catturare l’attenzione dello spettatore. Un effetto che non ha mancato di esporre il film a critiche, ma che è fortemente voluto dal regista, che nella sua carriera, ma in particolare in Oppenheimer, sceglie le maniere forti per comunicare una sensazione di instabilità, psicologica al pari di quella atomica studiata dallo scienziato. Pensieri paranoici, con la sensazione di essere perseguitato, che si mescolano alla visione di un’apocalisse incombente, provocato da una scienza che ha abbattuto le ultime barriere.
L’incredibile lavoro di Cillian Murphy, che ricorre a smorfie e tic quasi impercettibili per restituire la turbolenza in atto nella psiche del fisico, ha obbligato Göransson a seguirlo passo passo, a cercare di donare sfumature nuove che potessero assecondare i mutamenti del viso o le espressioni dello sguardo di Murphy. Nella congerie di avvenimenti che caratterizzano il film di Nolan è complicato concentrarsi sui singoli dettagli, ma lo sforzo è ben ripagato: nulla è lasciato al caso nel connubio tra saliscendi musicali e recitazione del protagonista.
Un esempio di questa sinergia è regalato dalla traccia "Can You Hear the Music": la scena è quella dell’incontro tra un giovane Oppenheimer e Niels Bohr. Quest’ultimo intuisce subito le qualità dello studente e gli chiede di ascoltare la musica che suona nella sua testa, un concerto di elettroni in orbita e visioni di meccanica quantistica, germoglio delle idee che Robert elaborerà in seguito. Göransson ha rilasciato dichiarazioni sull’estrema difficoltà di elaborare il brano, dai cambi di ritmo alle accelerazioni improvvise e incontrollabili. Uno sforzo senza precedenti per provare a raccontare in musica la cascata di intuizioni nella mente dello scienziato. "Fission", un movimento tripartito, è altrettanto indicativa per rappresentare le contraddizioni in seno a Oppenheimer: violino e arpa si alternano e si inseguono, tra momenti forti e parentesi di quiete. Ma non manca la dolcezza, sintetizzata dai rintocchi di piano di "Meeting Kitty", dedicata a colei che diverrà moglie di Robert Oppenheimer. Un brano dalle atmosfere delicate e rassicuranti, proprio come la fermezza di una donna che sarà ancora del marito nei momenti più complicati.
Originario di Linköping, in Svezia, Göransson porta già nel nome – scelto dai suoi genitori pensando a Beethoven - il destino di un talento obbligato a lasciare il segno nella musica. Non solo di classica si è occupato, visti i trascorsi con Childish Gambino – di cui ha prodotto tre album – e con la Disney, per cui ha musicato Black Panther (guarda la video recensione) e The Mandalorian. E se la saga di Star Wars è sopravvissuta, e in parte è rinata, molto lo si deve all’accompagnamento sonoro dal sapore western che caratterizza la serie televisiva dedicata al mandaloriano. Il sodalizio tra Göransson e Nolan ha inizio con Tenet, un’altra opera estremamente complessa, in cui lo svedese ha dovuto adattare le proprie partiture ai salti temporali e alle premonizioni della intricata vicenda sci-fi.
Quando la musica ha il compito di rappresentare ciò che non è umanamente concepibile per il senso della vista, come nel caso degli ultimi due film di Nolan, al compositore è richiesto uno sforzo straordinario. Göransson è riuscito ad assecondare la concezione di cinema come impresa irripetibile, cara all’ultimo Nolan, e a conferire sfumature espressive senza le quali opere come Tenet o Oppenheimer sarebbero semplicemente inconcepibili. Quando tra qualche anno ritorneremo su questi lavori, riannodando i fili della memoria con il nostro vissuto, a guidarci saranno senza alcun dubbio le partiture di Ludwig Göransson.
Qualche volta la grande storia si svolge in stanze molto piccole. Scegliendo di aprire il suo monumentale Oppenheimer sul volto del protagonista eponimo incorniciato da quattro mura, Christopher Nolan dimostra subito di averne colto l’essenza: Julius Robert Oppenheimer è il perfetto personaggio tragico.
Storicamente parlando questa prima scena si svolge a Washington nell’aprile del 1954, nella sala 2022 dell’edificio T3, una sorta di prefabbricato di due piani eretto nella capitale durante la Seconda Guerra Mondiale. La struttura, concepita per essere demolita in tempi rapidi, ospitava la direzione di ricerca dell’AEC, la Commissione americana per l’energia atomica fondata sotto Truman nell’agosto del 1946 - un anno dopo la vetrificazione di Hiroshima e Nagasaki - per promuovere e controllare lo sviluppo pacifico del nucleare. È esattamente lì che Oppenheimer, ‘padre della bomba atomica’ (scopri i migliori film e serie tv dedicati alla bomba atomica) proverà per quattro settimane a difendere il suo onore e la sua “autorizzazione di sicurezza” dalle grinfie del maccartismo. Ma come si arrivò a tanto?
Per far luce sul destino del suo eroe, bruciato dopo essere stato incensato, Nolan si concentra sul risentimento e sul complesso di inferiorità di Lewis Strauss, presidente dell’AEC e influente membro del consiglio di amministrazione dell’Institute for Advanced Study di Princeton, celebre rifugio di Albert Einstein dopo il suo esilio dalla Germania nel 1933.
Nel 1947, Strauss si fece in quattro per reclutare Oppenheimer come direttore. Da par suo, il fisico, allora all’apice della sua fama, si fece desiderare a lungo, troppo a lungo per il suo fragile ego. Ma la strada che il protagonista seguirà fino al calvario non è semplicemente il risultato della gelosia di un malvagio mediocre. Senza il suo carattere, senza le sue azioni, senza le sue scelte e la sua incapacità a mentire, il risentimento di Strauss sarebbe scivolato su Oppenheimer come l’acqua sulle piume di un germano reale.
Il carburante per alimentare la sua corsa verso la catastrofe lo fornì soprattutto Boris Pash (Casey Affleck), cacciatore di talpe e mangiatore di comunisti, che vedeva dappertutto. Le parole di Oppenheimer, il suo idealismo, la sua disposizione all’apertura e alla condivisione, se non addirittura alla comunione scientifica, colpirono le orecchie di Pash con la forza di una bomba che avrebbe impiegato un decennio per esplodere. Con o senza Strauss, il martirio di Oppenheimer aveva tutte le caratteristiche di una maledizione antica. Se preferite, di una reazione a catena destinata a raggiungere il punto di criticità.
C’è qualcosa di ancora più potente in Oppenheimer dell’Imax 70 millimetri, dell’esperimento della prima detonazione di una bomba nucleare realizzato senza effetti digitali eppure così impressionante, della splendida fotografia di Hoyte van Hoytema e del bombardamento della musica di Ludwig Göransson. Sono gli interpreti del film con i quali peraltro Christopher Nolan ama avere una certa consuetudine. Come se il mestiere dell’attore, nei suoi stessi film, andasse coltivato, curato, innaffiato e infine colto.
È il caso di Cillian Murphy, l’enigmatico attore irlandese quarantasettenne, che è l’interprete, subito dopo Michael Caine, ad aver lavorato in più film di Nolan, ben sei, anche se in parti non da protagonista, dallo Spaventapasseri nella trilogia del Cavaliere Oscuro, a Inception, Dunkirk (guarda la video recensione) e ora Oppenheimer. «Questa volta il film è tutto sulle tue spalle» ha detto Nolan di Murphy che ha optato per una somiglianza camaleontica con il vero Julius Robert Oppenheimer fatta non di trucco prostetico ma di profondità di sguardo, di zigomi sempre più affilati, di occhi azzurri glaciali, penetranti ma, nel fondo, sempre interrogativi e di una magrezza che non riempie gli abiti eleganti del fisico dalla carriera fulminante.
Accanto a lui le sue donne fondamentali interpretate da due attrici esordienti con Nolan, Florence Pugh nei panni di Jean Tatlock con cui il fisico ebbe una relazione prima e dopo il matrimonio con la combattiva moglie Katherine interpretata da Emily Blunt. Una scena di nudo di Pugh, dalla forte carica erotica, è stata pure digitalmente oscurata in alcuni paesi tra cui l’India.
Mentre molti degli altri interpreti maschili sono delle vecchie conoscenze del cinema di Nolan. Come Matt Damon, apparso in Interstellar, che ora ha il ruolo fondamentale del generale Leslie Groves che affida a Oppenheimer la direzione del progetto Manhattan. Proprio a 9 anni da Interstellar ritroviamo Casey Affleck a cui è stato affidato il delicato ruolo di Boris Pash, un ufficiale dell’intelligence dell’esercito degli Stati Uniti che indagò sul legame di Oppenheimer con il Partito Comunista.
C’è poi Kenneth Branagh che, buon ultimo, ha ormai stretto un sodalizio con il regista che l’ha voluto negli ultimi suoi film, Dunkirk e Tenet, e ora nei panni del fisico danese Niels Bohr anch’egli sodale del Progetto Manhattan.
Riappare invece nel cinema di Nolan Gary Oldman che, dopo la trilogia di Batman dove era il commissario James Gordon, in Oppenheimer è addirittura il presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman che saprà essere molto sgradevole con il fisico particolarmente preoccupato dalla proliferazione nucleare dopo il lancio delle bombe atomiche sul Giappone. Josh Hartnett, che aveva avuto contatti con Nolan per partecipare, senza successo, a The Prestige e poi a Il cavaliere oscuro, interpreta il fisico nucleare Ernest Lawrence.
Di tutta questa lunga teoria di comprimari, tra cui troviamo anche Rami Malek nei panni del fisico David Hill, Benny Safdie in quelli del collega Edward Teller e Matthew Modine in quelli dell’ingegnere Vannevar Bush sostenitore del Progetto Manhattan, il volto e il personaggio che rimane più impresso, oltre al protagonista naturalmente, è quello di Robert Downey Jr. che, ancora una volta, sorprende per la sua grande prova attoriale nei panni del machiavellico Lewis Strauss, il presidente della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti che finì per fare la guerra a Oppenheimer. Si tratta di un’interpretazione così profonda e sfaccettata, per un personaggio talmente ambiguo e intimamente cattivo, da apparire quasi come il villain del film. Anche se è difficile vedere Julius Robert Oppenheimer come un buono tout court, lui che citando un verso di un testo indù, ripeteva di essere «diventato Morte, il distruttore di mondi».
In quell'universo di particelle fisiche che è l'industria cinematografica e i suoi costituenti, pochi attori possiedono la minacciosità e la detonante energia dell'irlandese Cillian Murphy, 47 anni compiuti a maggio e il primato di essere l'attore più nominato agli Irish Film and Television Awards (ben sei candidature).
Christopher Nolan è stato uno dei primi a sospettarlo e ha sperimentato con lui, che allora era uno dei sopravvissuti a una Londra infestata dagli zombie (28 giorni dopo, 2002), una serie di interazioni che gli hanno poi permesso di vincolarlo a ruoli di secondo piano inquietanti e inquieti. Un binomio di incarnazioni che Murphy ha portato davanti alla cinepresa apparentemente senza sforzo, anche quando si trattava di farli reagire con una certa dose di freddezza mentale, e anche lì dove la psiche appariva più oscura, confusa... omicida.
Nei suoi personaggi inquieti, si riconosce la necessità di un riposato equilibrio e, nel contempo, l'impossibilità di raggiungerlo, perché ogni gesto e azione sono volte all'ostinato desiderio di arrivare a una meta. L'emaciato Oppenheimer dell'omonimo film è proprio l'ultimo di questi uomini. Il suo senso morale gli impone di prendere consapevolezza della pericolosità della sua invenzione e della discutibilità della sua applicazione, trasformandolo in un incerto Prometeo americano sul consegnare il fuoco agli uomini o lasciarlo nelle mani degli Dei.
Invece, i suoi personaggi inquietanti sono un assemblaggio di fredde e pericolose sezioni lucide, silenti e delicate, che potrebbero però provocare mortali ondate d'urto. È il caso di quando si ripulì del suo accento irlandese (imitando perfettamente quello americano) per essere Jonathan Crane, psichiatra dell'Arkham Asylum e identità sotto il sacco di juta dello Spaventapasseri, all'interno della Trilogia del Cavaliere Oscuro. La sua ossessione clinica per la paura e l'uso di una droga allucinogena, progettata per controllare le fobie di Gotham, è il segno più incisivo di una mente corrotta dal morboso desiderio di controllo degli altri.
Nella carriera di Murphy sono stati questi ultimi a superare i primi e lo hanno fatto fin dall'inizio. Non è servito a nulla sorvolare la guerra civile irlandese degli Anni Sessanta come ironica donna transgender, in odore di Golden Globe, per Breakfast on Pluto. Il Marchio del Male lo aveva già raggiunto, imprimendo in quegli occhi gelidi, in quegli zigomi alti e in quell'aspetto efebico, un'ambiguità morale, il cui apice è stato raggiunto con l'antieroe Tom Shelby, capo della banda criminale di Birmingham dei Peaky Blinders, che gli ha fatto ottenere una candidatura ai BAFTA come miglior attore.
Il cinema e la televisione lo hanno voluto principalmente così: cattivo col volto angelico. Che fosse un sicario sopra un aereo in Red Eye o un Guardiano del Tempo che inseguiva Justin Timberlake in In Time, non aveva alcuna importanza, perché Cillian Murphy era l'uomo da temere. Una formazione e una coesione tra attore e character che avrebbe irritato anche i volti più avvezzi ai ruoli da antagonista, ma non lui. Forse anche grazie a quelle misurabili pause di respiro che Nolan stesso, Ken Loach, Danny Boyle e molti altri gli hanno saputo offrire, vestendolo da medico ribelle (Il vento che accarezza l'erba) o come spaventato soldato a Dunkirk (guarda la video recensione). Diversamente, sarebbe stato il decadimento e l'impoverimento professionale.
Un rischio che sembra definitivamente stato allontanato proprio grazie al fido Nolan, che lo libera finalmente dalle sue seconde file per dargli un posto d'onore nel biopic Oppenheimer.
Non c'è malignità in questo fisico nucleare a capo del Progetto Manhattan, che vuole mettere fine alla Seconda Guerra Mondiale. È (solo) un uomo geniale, ma imperfetto. Frammentato nei legami d'attrazione con gli altri esseri umani che ruotano nella sua vita, fondendo la sua mente con quella degli altri scienziati o cambiando il suo stato di moto nella scelta di una donna da amare.
E che cosa fa questo interprete che da ragazzino sognava di essere una rockstar o un avvocato, ma che aveva appeso toga e basso al chiodo? Cerca di essere all'altezza della prova. Riprende in mano le nozioni di fisica che aveva studiato con il celebre divulgatore scientifico Brian Cox per Sunshine (2007), dove era un fisico che doveva innescare una bomba stellare per far evitare lo spegnimento del sole, e riparte da lì per affrontare il complicato script affidatogli. Poi, sotto consiglio di Nolan, ruba il look al Thin White Duke di Bowie, e arriva a nutrirsi di una sola mandorla al giorno per mantenere la magrezza del vero Robert Oppenheimer.
Il risultato è una performance che tende all'Oscar. Eppure Cillian Murphy esprime solo un rammarico: non essere stato il protagonista di Interstellar, non aver potuto vestire i panni di quello scienzato che viaggia in un wormhole in cerca di una nuova casa per l'umanità. Aggiungere, insomma, un'altra brillante ma inquieta mente a quelle nelle quali è già penetrato.
Christopher Nolan, uno dei maggiori registi-star della nostra epoca (Batman Begins, Il cavaliere oscuro, Interstellar) ha deciso di fare un film, presumibilmente senza iperspettacolo, effetti speciali e fantasy. Trattasi di una delle vicende, forse “la vicenda” che più di tutte ha cambiato la storia del secolo scorso. Titolo Oppenheimer, basato sul libro vincitore del Premio Pulitzer “Robert Oppenheimer il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato”, firmato da Kai Bird e Martin J. Sherwin. A interpretare lo scienziato sarà Cillian Murphy, già nei cast di Nolan in Batman Begins, Inception e Dunkirk (guarda la video recensione). La produzione inizierà nel febbraio prossimo. Il regista ha chiamato alcuni dei suoi più fedeli collaboratori: Hoyte Van Hoytema alla fotografia, Jennifer Lame al montaggio e il premio Oscar Ludwig Göransson per la musica.
Non c’è enfasi nella definizione di “padre”. Oppenheimer, era un nome leggendario nell’ambito degli studi della fisica quantistica. Era stato a capo delle ricerche dei maggiori atenei, Harvard, Princeton e Cambridge, fra gli altri. E quando l’amministrazione Roosevelt prese la fatidica decisione, la scelta cadde su di lui.
In quello che venne chiamato Progetto Manhattan, lo scienziato coinvolse i più importanti fisici nucleari del mondo, a cominciare da Enrico Fermi, formando il gruppo di ricerca più largo e importante che sia mai esistito nella storia della scienza. Più di tutti gli altri “cervelli” Oppeheimer fu sempre consapevole della responsabilità, abnorme, per quell’invenzione “mostruosa”. Assistendo a quello che venne chiamato il Trinity Test, la “prova” della bomba, avvenuta dal quartier generale di Alamogordo, New Mexico, venti giorni prima di quei fatidici 6 e 9 agosto, i giorni di Hiroshima e Nagasaki, disse: “Sono diventato morte, il distruttore di mondi”. E dopo le esplosioni fu più esplicito: “I fisici hanno conosciuto il peccato”.
Oppenheimer era un genio, ed era un carattere controverso e imprevedibile. Si impegnò con quello sforzo mentale e fisico che gli costò dolori e ripensamenti. Dopo essere stato il creatore dell’immenso fungo che ha cambiato il mondo per sempre, divenne sostenitore della messa al bando degli ordigni nucleari e di una scienza guidata da principi morali.
Questa sua posizione, che all’apparato politico e militare appariva in contrasto con la sua azione, venne ritenuta sospetta. E lì cominciò la reazione ottusa di una parte della società americana. Erano gli anni del Maccartismo e della caccia alle streghe. Nel 1954 Hoppenheimer fu colpito da un’inchiesta al termine della quale gli fu vietato l’accesso ai segreti atomici, fu accusato di filocomunismo, processato e rimosso da ogni incarico. L’uomo non era abituato ad affrontare prove del genere. Ci sono immagini che lo mostrato imbarazzato, titubante, quasi impaurito, alle domande dell’accusatore. I media cavalcarono la vicenda: Com’era possibile che l’”uomo più intelligente del mondo”, non sapesse affrontare una situazione come quella? Allora si mosse un altro personaggio, decisamente intelligente, Albert Einstein, capo della comunità scientifica e dopo pochi mesi Oppenheimer fu reintegrato nel suo ruolo di direttore e professore dell’ Institute for Advanced Studies di Princeton. Ruolo che mantenne fino alla morte, avvenuta nel 1967 quando aveva 63 anni.
Ma nel 1963 era intervento un altro personaggio che contava, il presidente Kennedy, che volle, per lo scienziato, una riabilitazione ufficiale, seppure tardiva, e si adoperò perché gli venisse conferito il Premio Enrico Fermi. Così Oppenheimer divenne il testimone della contraddizione e del dolore lacerante dell’uomo di fronte all’impiego bellico del nucleare.
Dieci anni fa, a proposito di Interstellar, chiudevo la recensione con queste parole: «La sensazione, in definitiva, è quella che il film esista contemporaneamente negli stati di Capolavoro e Boiata. Interstellar è, cioè, un film quantistico: il gatto di Schrödinger del cinema di Nolan». Scherzavo un po', cioè, sulla passione per la fisica sviluppata dal regista - di fatto, il film era un tentativo [...] Vai alla recensione »
La didascalia iniziale è programmatica: si cita il mito di Prometeo, colui che ruba il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini. Per punizione verrà legato a una roccia e seviziato da un'aquila per l'eternità. È vero che senza quella trasgressione l'umanità non avrebbe progredito, ma è anche vero che il fuoco, oltre a dar luce e calore, è servito come arma di distruzione, per cui chi ne è stato l'artefice [...] Vai alla recensione »
Lo diciamo subito: dopo una decina d'anni di delusioni, per una ex nolaniana di ferro Oppenheimer è stato una piacevole sorpresa. Anche perché conferma, e anzi mette a tema, ciò che almeno da Interstellar in poi - ma forse da sempre - è il limite del cinema di Nolan: la mancanza di fiducia nelle immagini. I suoi famosi "spiegoni", la sua insistenza sul tappeto sonoro squassante e sulla celebrata "esperienza [...] Vai alla recensione »
La fisica dei quanti, anche per chi è totalmente all'oscuro di tali nozioni, in fondo è una possibilità di lettura delle cose e del loro (dis)equilibrio. Pensare in termini di "meccanica quantistica" equivale un po,' in fondo, a rinunciare alla prospettiva in pittura per affidarsi a un approccio cubista. Si tratta insomma di ripensare la realtà. Nolan è da sempre affascinato alle modalità attraverso [...] Vai alla recensione »
«Il sacrificio incredibile lo stanno facendo le persone sulla Terra. Che moriranno perché, nella sua fottuta arroganza, le ha considerate irrecuperabili», dice l'astronauta Cooper di Interstellar riferendosi al professor Brand, il genio che sino a quel punto aveva millantato di stare cercando un modo per trasferire l'intera umanità su di un pianeta nello spazio, per salvarci dalla Terra in rovina. Vai alla recensione »
Lo scienziato Robert J. Oppenheimer, il padre della bomba atomica a capo del Progetto Manhattan, alla fine della guerra fu accusato di simpatie e frequentazioni comuniste. Il film segue il percorso con cui è stata creata la bomba, i complessi di colpa di Oppenheimer e i retroscena della commissione che anni dopo lo ha screditato. Attenzione! È un film di Nolan, non è un biopic lineare ma un film diviso [...] Vai alla recensione »
Su queste pagine abbiamo sempre nutrito dubbi su Christopher Nolan. A volte, forse, persino eccessivi. Di fronte a un risultato maiuscolo come Oppenheimer sorge imperioso il desiderio di rileggere tutto Nolan. per andare alla ricerca dei segni premonitori di un tale risultato. La vicenda. ormai nota, è quella di Robert Oppenheimer che, alla guida di un gruppo di scienziati quasi tutti ebrei.
C'è qualcosa che rende inconfondibili e talvolta irresistibili i film di Christopher Nolan, tanto da averne fatto una delle ultime grandi star mondiali della regia. Il senso della sfida. Ogni nuovo film del regista inglese alza infatti l'asticella alle stelle. Come raccontare uno dei momenti più terribili della Seconda guerra mondiale abolendo la cronologia per seguire tre diversi elementi, terra, [...] Vai alla recensione »
" Fammi entrare Bomba sorgi da quell'angolo da topo gravido non temere le nazioni del Mondo con le scope alzate O Bomba ti amo voglio baciare il tuo clank mangiare il tuo Bum": così, in versi liberissimi, scriveva nel 1964 Gregory Corso, grande poeta della Beat Generation che alla fine venne a vivere e a morire proprio qui a Roma. The bomb è la sua poesia più celebre, una provocatoria dichiarazione [...] Vai alla recensione »
Un film dalla superba qualità realizzativa, che riesce a unire storia, scienza e questioni etiche senza essere noioso o assertivo, raccontando la più controversa tra le invenzioni dell'uomo. Questo è Oppenheimer, l'ultimo, potente film di Christopher Nolan che, dopo l'ottimo Dunkirk (2017) e una capatina nel genere a lui più congeniale con Tenet (2020), un mix tra fantascienza, thriller e azione, torna [...] Vai alla recensione »
Fuori «Barbie», dentro «Oppenheimer». Passaggio di testimone più strambo non poteva esserci nell'estate dei record in formato Hollywood: Greta Gerwig, nostra signora della vie en rose, si avvicina al traguardo del miliardo e mezzo di dollari di incassi; il signor bomba atomica Christopher Nolan, sbarcato in sala il 23 agosto, punta già a superare gli ottocento milioni.
Con la Storia, quella autentica, è impossibile scherzare. Christopher Nolan lo aveva già abbondantemente dimostrato in Dunkirk (2017), sottolineando il carattere umanista ed epico di un'opera incentrata su coloro che quella guerra - il Secondo Conflitto Mondiale - hanno contribuito a vincerla pur ritenendo di averla persa. Una "semplicità" narrativa, relativamente al cinema nolaniano, in grado di sfociare [...] Vai alla recensione »
C'era una volta un fisico teorico donnaiolo, maldestro in laboratorio, incredibilmente erudito (leggeva il Capitale di Marx in tedesco e conosceva il sanscrito), così sinistrorso da sognarsi sindacalista, con pulsioni omicide (da studente scapigliato progettò di far fuori un insegnante con del cianuro di potassio) e appassionato d'arte (Picasso e T.
La vita di Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica, riassunta in tre episodi chiave intrecciati fitto: Los Alamos e il Trinity test, un processo che formalmente non è un processo, il terzo segmento (in bianco e nero) in un vero tribunale. Oppenheimer acclamato eroe e poi vittima della caccia alle streghe. Il momento del trionfo professionale che coincide con la presa di coscienza lacerante: [...] Vai alla recensione »
Incassi record. Tre milioni e mezzo nei primi due giorni di programmazione. Il cinema americano ancora attira le folle - chissà, forse da Venezia uscirà la sorpresa italiana. Robert Oppenheimer - "il padre della bomba atomica" - sognava la notte gli elementi dell'universo: particelle quantistiche e onde luminose (un incubo da film "cosmico" di Terrence Malick).
«Oppenheimer» è quel film che consacra la maturità artistica di Christopher Nolan, il punto più alto di un cammino che iniziò tanti anni fa con «Following». Partendo dal libro Premio Pulitzer «American Prometheus» di Kai Bird e Martin J. Sherwin, Nolan ci racconta i tormenti interiori dell'uomo che ha la consapevolezza, proprio come Prometeo, di aver donato agli uomini la potenza del fuoco per la [...] Vai alla recensione »
Christopher Nolan ama le sfide difficili. Lo aveva già dimostrato la sua attrazione per un personaggio fantasy in declino come Batman (cui dedicò addirittura una trilogia) o l'interesse per un evento bellico ove l'orgoglio britannico aveva rischiato di offuscarsi ("Dunkirk"). Che abbia accettato di misurarsi in un biopic con la figura controversa, ambigua, sfuggente di J.
Passato, presente, futuro. In Oppenheimer Christopher Nolan non si limita a realizzare la biografia del consapevolmente geniale, presuntuoso e umorale inventore della bomba atomica J. Robert Oppenheimer. Vuole piuttosto mettere in scena il percorso accidentato e contraddittorio di un tempo e di un luogo - gli Stati Uniti che diventano per estensione il mondo intero, quel mondo che esce dalla guerra [...] Vai alla recensione »
"Oppenheimer" come bomba atomica esplode nelle semideserte sale cinematografiche aperte d'estate annunciando numeri clamorosi come "Barbie". Grande era l'attesa del film di Christopher Nolan uscito negli Usa un mese fa, sullo scienziato figlio di un ebreo tedesco emigrato negli Usa che assieme a un gruppo di altri fisici nucleari, a capo del Progetto Manhattan, inventò la bomba atomica.
Se è una cosa è possibile, se le conoscenze scientifiche dicono che è fattibile, qualcuno la realizzerà. Sia che si tratti dell'arma più devastante che si possa immaginare nel mezzo del conflitto più terribile mai combattuto, sia che si tratti di ambiti ancora più contemporanei come la bioingegneria o l'intelligenza artificiale. I limiti della scienza e quelli umani e la doppiezza delle scoperte, che [...] Vai alla recensione »
Biografia è un termine un po' riduttivo per contenere l'ambizione e la portata dell'ultimo formidabile (anche se a tratti poco maneggevole) film di Christopher Nolan. Oppenheimer è un film storico denso e intricato, annodato su più linee temporali. Intreccia drammi giudiziari, storie romantiche, epifanie scientifiche e culti della personalità. Ma forse, più di ogni altra cosa, è il film di mostri per [...] Vai alla recensione »
Era uno dei film più attesi della stagione e non ha minimamente deluso le aspettative: "Oppenheimer" è appena arrivato nelle nostre sale ed è una visione senza dubbio imperdibile per ogni appassionato di cinema che si rispetti. Il regista Christopher Nolan, dopo il meno riuscito "Tenet" del 2020, è tornato agli altissimi livelli a cui ci ha abituato con film come "Memento", "Il cavaliere oscuro", [...] Vai alla recensione »
Oltre il mito, la fama, i dubbi, le controversie. Christopher Nolan ci racconta il lato umano di J. Robert Oppenheimer, lo scienziato a capo del Progetto Manhattan e dunque «padre della bomba atomica», in una pellicola grandiosa e iperstratificata, fondata su diversi poli temporali (1926: l'inizio della sua carriera di studioso; 1954: il processo «privato» che mira a screditarlo; 1958: il dibattimento [...] Vai alla recensione »
Quando sono uscito da una sala berlinese dopo aver visto Oppenheimer, ho pensato subito di dover ringraziare mentalmente l'autore, Christopher Nolan. E non solo perché il suo è un grande film di un grande regista (questo lo sapevamo già da tempo) ma principalmente per un duplice motivo. Cerco subito di spiegarmi, immaginando, però, così di non essere particolarmente originale o acuto.
Se tutte le tre ore piene di Oppenheimer fossero come i suoi primi dieci minuti, tra ritmo incalzante di flash-back e flash-forward e visioni apocalittiche di scissione dell'atomo, usciremmo tutti quanti dalla sala coi capelli ritti in testa, urlando all'ennesimo, cervellotico miracolo in stile Christopher Nolan. E invece, con buona pace di fan e detrattori, la vera sorpresa è che per una volta la [...] Vai alla recensione »
"Oppenheimer", il film che Christopher Nolan ha dedicato all'inventore della bomba atomica, è tutto il massimo che ci si può aspettare dall'incontro di un grande regista, del punto zero della Storia moderna e di un grande schermo. La costruzione narrativa è come te la aspetti da chi da sempre ama muoversi su piani temporali diversi, in più si alternano l'uso del colore e del bianco e nero a seconda [...] Vai alla recensione »
Ci sono eventi che hanno cambiato il corso dell'umanità: la scoperta dell'America, la Rivoluzione Francese, lo sbarco sulla Luna, tanto per citarne alcuni. Il più tragico non è molto indietro nel tempo: è datato 6 agosto 1945. Hiroshima, Giappone: la prima bomba atomica sganciata su una città. La bomba atomica, almeno come presenza possibile, è diventata la minaccia totale, l'armageddon per tutti in [...] Vai alla recensione »
La volontà non è tutto benché sia fondamentale. C'è una terra di nessuno, imponderabile e inafferrabile, che taluni chiamano destino. Altri fortuna. Spesso caso. Quale che sia la soluzione di un rebus sostanzialmente soggettivo, sembra essere questa l'eredità che ci lascia Oppenheimer di Christopher Nolan. Un biopic che va oltre il racconto della vita di uno dei fisici al vertice - alto o basso poco [...] Vai alla recensione »
Nel 2014 uscì una serie tv che, pur ben accolta dalla critica, non ricevette molta attenzione. Si intitolava Manhattan e raccontava vicende legate al laboratorio di Los Alamos, New Mexico, dove sull'arco 1943-45 il governo Usa impegnò un gruppo di scienziati guidati da Robert Oppenheimer a battere nel tempo i nazisti, progettando un ordigno nucleare decisivo per le sorti della guerra.
Meglio leggere questa recensione dopo avere visto il film. Basato sul libro Oppenheimer - Trionfo e caduta dell'inventore della bomba atomica di Kai Bird e Martin J. Sherwin (2005), sceneggiato dallo stesso Christopher Nolan con molte libertà, Oppenheimer è prima di tutto un grande spettacolo cinematografico. Girato in 65 mm con, per la prima volta nella storia, una parte della fotografia in IMAX 65 [...] Vai alla recensione »
Come in alcune sue opere precedenti, Nolan asseconda la sua passione per le strutture della trama non lineari nel film (anche senza spingerle all'estremo, come in Tenet o Inception), ma la storia del fisico teorico J. Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) trae un particolare vantaggio da questo approccio. Evitando volutamente la classica routine del film biografico, il regista evita una marcia lenta [...] Vai alla recensione »
"Non è una nuova arma, ma un nuovo mondo": una profezia, attribuita al fisico danese Niels Bohr, che definisce compiutamente la prima bomba atomica. Oppenheimer aveva già intuito che la sua creazione non avrebbe avuto solo un impatto sulle sorti della Seconda guerra mondiale, ancora in corso, o sugli equilibri geopolitici e militari che si stabiliranno dopo, ma sull'intera Storia americana (e quindi [...] Vai alla recensione »
Oppenheimer, il dodicesimo film diretto da Christopher Nolan, non è un biopic. È un thriller politico e psicologico con cui il regista britannico porta sullo schermo una delle sue ossessioni: la figura potente ed enigmatica di Robert J. Oppenheimer, il "padre della bomba atomica". Robert Julius Oppenheimer è un geniale fisico teoretico e Nolan ne racconta brevemente gli anni di Università, i trionfali [...] Vai alla recensione »
Se siete appassionati di cinema, è obbligatorio vedere Oppenheimer. Anche se siete appassionati di fisica, o di meccanica quantistica, o di storia della filosofia politica, o di politica, o di guerra, in particolare delle basi di ciò che sarebbe diventata la guerra fredda. Oppenheimer, diretto da Christopher Nolan, è maestoso, una delle grandi narrazioni, tipiche di Nolan.
A rivederlo e ripensarlo adesso, alla luce del poderoso e densissimo Oppenheimer, tutto il cinema di Christopher Nolan sembra una minuziosa preparazione alla deflagrazione sul grande schermo della Bomba A, con la rigorosa e coerente rinuncia agli effetti speciali, e al contempo della stessa poetica nolaniana, intrinsecamente legata alla genialità visionaria del fisico teorico statunitense.
"Sono diventato morte, il distruttore di mondi". Forse la biografia di Robert J. Oppenheimer, il "padre della bomba atomica", si potrebbe riassumere in questa frase pronunciata da Cillian Murphy nei panni del fisico americano in Oppenheimer, nuovo film scritto e diretto da Christopher Nolan, tra i più attesi della stagione. Un film monumentale che esplora il travaglio interiore, i dubbi e i rimorsi [...] Vai alla recensione »
"È la bomba non esplosa, il pericolo che nessuno sapeva fosse reale... quella è la bomba che ha il potere di cambiare il mondo". L'ultima frase di Tenet, pronunciata dal personaggio onnisciente di Robert Pattinson sul primo piano del protagonista John David Washington, sembra anticipare in maniera sin troppo nitida la quaestio etica al centro del successivo Oppenheimer.
Un film di Christopher Nolan, quale che sia il tema, sarà sempre in certa misura un "evento", sia per il pubblico generalista che per quello più prettamente cinefilo: il regista americano, nel corso degli anni, è infatti riuscito ad affrontare kubrickianamente (ci si passi il termine - e il paragone - arditi) un gran numero di generi e filoni, mantenendo forti, al cuore di ogni opera, alcuni temi portanti [...] Vai alla recensione »
Potente ma non potentissimo. Spettacolarmente eloquente ma non clamoroso. Insomma, "uno psicodramma storico avvincente che non si trasforma in Big Bang". Oppenheimer di Christopher Nolan (da oggi nelle sale del pianeta terra, in Italia solo dal 23 agosto) non delude le aspettative ma nemmeno fa sfracelli. Un po' come in tutta la filmografia del nostro, c'è sempre questo osare, con una propria introversa [...] Vai alla recensione »
Il respiro inquieto di J. Robert Oppenheimer, una serie di materassi disposti in fila nel deserto del New Mexico sui quali sdraiarsi faccia in giù, dei vetri anneriti per proteggere gli occhi, un bottone rosso e un timer sul quale scorrono i secondi che separano l'umanità dalla sua possibile fine. E poi un'esplosione. Muta. Nessun suono, nessuna musica.
«E la morte è sempre la morte. In qualunque momento arrivi, la morte è sempre la morte» ha scritto Martin Amis nel suo ultimo romanzo, La storia da dentro. In Oppenheimer di Christopher Nolan, andando oltre le riflessioni dello scrittore inglese, attraverso lo sguardo del protagonista - il fisico J. Robert Oppenheimer, responsabile del progetto Manhattan che dal 1942 costruì nella riserva di Los Alamos [...] Vai alla recensione »
Il cinema è una questione di sguardo. Si decide che cosa mostrare, che cosa nascondere. Si sposa un punto di vista, si gioca con gli spazi. A scuola la chiamano prossemica, sul set è qualcosa di non immediato: dove mettere la macchina da presa, rispetto alla persona e a ciò che la circonda. In Oppenheimer la scelta di Christopher Nolan è dove mettere la bomba.
La vita di Robert J. Oppenheimer, il padre della bomba atomica, lo scienziato che fu messo a capo del Progetto Manhattan e che, dopo la fine della guerra, fu accusato di simpatie e frequentazioni comuniste. Questa è la storia di come fu creata la bomba e della commissione che anni dopo lo screditò di fronte all'America e al mondo intero Un kolossal vero e proprio, molto più dei precedenti film di [...] Vai alla recensione »