Titolo originale | Midsommar |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, Horror, Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 140 minuti |
Regia di | Ari Aster |
Attori | Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper, Will Poulter, Vilhelm Blomgren Archie Madekwe, Julia Ragnarsson, Björn Andrésen, Anna Åström, Henrik Norlén, Liv Mjönes, Louise Peterhoff, Ellora Torchia, Gunnel Fred, Isabelle Grill, Agnes Westerlund Rase, Mats Blomgren, Lars Väringer, Hampus Hallberg, Katarina Weidhagen, Tomas Engström, Dag Andersson, Lennart R. Svensson, Anders Beckman, Rebecka Johnston, Tove Skeidsvoll, Anders Back, Anki Larsson, Levente Puczkó-Smith, Frans Rosengarten, Vilmos Kolba (II), Mihály Kaszás, Gabi Fon, Zsolt Bojári, Klaudia Csányi, Anna Berentz, Austin R. Grant. |
Uscita | giovedì 25 luglio 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,55 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 agosto 2019
Due ragazzi dovranno fare i conti con una situazione apocalittica. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a Spirit Awards, 1 candidatura a NSFC Awards, In Italia al Box Office Midsommar - Il villaggio dei dannati ha incassato 487 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Dani ignora l'ennesima chiamata di aiuto della sorella bipolare, rassicurata in questo dal fidanzato Christian. Christian vorrebbe rompere con Dani, ma non sa come dirglielo. Quando purtroppo le peggiori paure sulla chiamata si rivelano fondate, è troppo tardi per intervenire. Christian decide quindi di invitare Dani a partecipare al viaggio organizzato dall'amico Pelle in un curioso villaggio svedese, per effettuare studi antropologici e insieme svagarsi nel festival che celebra il solstizio d'estate.
Un film su cui non tramonta mai il sole. Eppure l'orrore può crescere anche qui, senza sfruttare il favore del buio, dove è più inatteso, evidente e quindi più terrificante.
Con audacia pari alla fiducia nei propri mezzi, Ari Aster ci fa intraprendere un viaggio di 140 minuti in un bizzarro contesto rurale e, insieme, dentro la nostra identità di uomini del XXI secolo. Il primo per lunghi tratti sembra un'attualizzazione, non priva di parodia, del sottogenere "folk horror", che fa capo - per intenderci - al cult The Wicker Man di Robin Hardy. Film in genere caratterizzati da culti misteriosi, che rivelano crescenti indizi in direzione di un paganesimo sanguinario e di pratiche abiette.
Ma è il secondo tema, naturalmente, a entusiasmare maggiormente: come già in Hereditary - Le radici del male, Aster utilizza materiale esotico ed eccessivo - là il satanismo e lo spiritismo, qui il paganesimo ancestrale e la Scandinavia - per studiare una psicologia che è essenzialmente americana e contemporanea. Serve recarsi laggiù per meglio comprendere un qui fatto di non detti e di paure represse, di orrori indicibili celati tra le mura domestiche, incistati nella disperazione di rapporti famigliari insanabili.
Ci pensano i primi minuti di film a condurci, repentinamente, in quello che ormai possiamo chiamare "territorio Ari Aster". Hereditary e il suo lento incedere ci hanno infatti reso avvezzi a uno stile formalmente ineccepibile, a un linguaggio ricco di personalità che dona senso a ogni inquadratura.
Lo sguardo di Aster è ironico ma non distaccato, partecipe ma non immersivo, citazionista ma senza pedanterie; con una capacità di generare tensione e condurre lo spettatore per mano che è propria solo dei talenti maggiori. Hereditary conduceva in molte direzioni per strattonare con un finale grand guignol.
Midsommar assomiglia sul piano formale al film precedente, ma diverge per lo spirito che lo muove e per l'intento che si pone. Tutto è più consapevole e, con ogni probabilità, dipende direttamente dal successo del film precedente, quasi a rivendicare la libertà ottenuta di poter girare un così lungo e statico horror agreste, mettendo a dura prova la pazienza dello spettatore horror occasionale.
Attraverso il gruppo composito di amici, tipica comitiva destinata al macello delle sceneggiature horror - l'irruento con gli ormoni impazziti, lo studente cinico, l'egoista anaffettivo che sfrutta le idee altrui - Aster procede con la sua dissezione del maschio americano medio - un coacervo di egoismo e falsità, immerso in pseudo-valori di disarmante superficialità. Impossibile parteggiare per lui, almeno quanto lo sia identificarsi con i cultisti svedesi: resta solo Dani come possibile transfert, a cui dà vita una eccellente Florence Pugh. È attorno a lei che ruota l'intero percorso di Midsommar, surreale elaborazione di un lutto che può essere razionalizzato e accettato solo in una dimensione altra, aliena alle leggi dell'uomo e di una società civile fallata. Il conformismo di "distrarsi" nel senso più edonistico del termine trova così un impietoso rovescio della medaglia.
Per Dani prendere atto della propria situazione, invece, implica liberarsi delle ultime catene terrene, abbracciare la dimensione del dolore e della disperazione, la mancanza di ogni legame residuo con la civiltà. Abbandonare la società degli uomini, fino al limite estremo delle lande di Midsommar, per potervi un giorno, forse, fare ritorno.
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Film horror con diverse componenti al suo interno e chiavi di lettura a seconda dello stato d'animo e della sensibilità dello spettatore. Ari Aster è talmente padrone del genere che può permettersi di rivoltarlo come un calzino lo porta agli antipodi ma si sa che le estreme alla fine si incontrano e l'angoscia il terrore per certi versi si amplificano perchè [...] Vai alla recensione »
Le innumerevoli recensioni negative lette non danno il giusto merito a questo film. Midsommar non è classificabile come Horror, quello è un'altra roba. Midsommar è un lavoro pregevole e curato, con una regia volutamente lenta che serve allo spettatore per immedesimarsi in quell'ambiente svedese apparentemente bucolico, ma che nasconde tante sorprese.
“Midsommar- Il villaggio dei dannati” è un film horror/thriller psicologico diretto da Ari Aster. La pellicola è il secondo lungometraggio del regista dopo “Hereditary-Le radici del male”. Vede come protagonisti principali Dani (Florence Pugh) e Christian (Jack Reynor), fidanzati sull’orlo di lasciarsi, che partono con dei loro amici, Mark (Will Poulter), [...] Vai alla recensione »
Ari Aster non è uno che accontenta, l'aveva già dimostrato al debutto con Hereditary. In questa seconda uscita, complice il buon riscontro di pubblico al suo primo film, si libera da ogni catena mettendo su schermo una parabola horror alla totale luce del sole e difatti a livello scenografico ci siamo, ci siamo eccome. Il Folclore avvolge completamente la storyline sino a stritolarla [...] Vai alla recensione »
Dani Ardor riceve una mail alquanto inquietante dalla sorella Terri, affetta da bipolarismo. La quale gli fa capire di essere ormai alla frutta e che coinvolgerà anche i genitori. In effetti, non si tratta del solito messaggio disperato e provocatorio: Terri si suicida e con lei uccide anche i suoi genitori, attraverso l’esalazione del gas scarico delle auto poste nel box sotto casa.
"Midsommar" sembra essere uno dei film più amati/odiati dell'ultimo anno. Leggendo le recensioni, o lo si osanna o lo si disprezza. Per me ne è valsa sicuramente la visione, e l'anomala lunghezza del film semmai è un valore aggiunto, data la trama molto densa di costumi, paesaggi, rituali, citazioni storiche e religiose, e ben poco della classica azione da brivido. Ci [...] Vai alla recensione »
Chi conosce le scienze tradizionali ravvisa immediatamente in questo film la esemplificazione abbastanza ben riuscita degli elementi fondanti di una cultura tradizionale, cultura che si esprime con ritualità ben definite assolutamente indecifrabili, e solo per questo orrifiche, agli occhi di un occidentale. Un buon film antropologico che ho gustato con distacco ma anche con soddisfazione.
Horror Solare reso ancor più raccapricciante dall'ambientazione bucolica di una comunità svedese in un villaggio dove il sole non tramonta mai. Una regia visionaria e nel contempo iper.realista guida lo spettatore in un viaggio ai confini del male, coinvolgendolo in rituali sacrificali di paganesimo sanguinario, visto attraverso gli occhi sgranati di un gruppo di ragazzi [...] Vai alla recensione »
Guardarlo fino alla fine è stata una sofferenza e non perchè è un horror! Mymovies dovrebbe dare l'opportunità di zero stelletta poichè questo film non è meritevole nemmeno di una!
Unico pregio del film è il catturare la bellezza dei luoghi ripresi, oltre questo tutto da eliminare, personaggi che non seguono alcuna razionalità in base agli eventi che gli accadono intorno, eccessivamente lento all'inizio e esilarante nella scena principale del film...non ci ho trovato niente per poterlo chiamare horror
Io ho apprezzato l'abito della 'regina di maggio' ed i titoli di coda (coi fiorellini)...
Aster(anche sceneggiatore) torna a replicare la formula del precedente "Hereditary":non affronta tematiche nuove rispetto ad altri film precedenti sui culti estremi("The Wicker Man" in primis)ma cerca di particolarizzarle col suo stile personale,fatto di dilatazione e alienazione per i personaggi,con assenza di jumpscare o twist e occasionali punte gore.
Pessimo film lungo e niente horror tolto la scena del suicidio dei vecchi....
Il messaggio che vuole far passare questa scemenza di film è chiaro: demonizzare la relazione tra uomo e donna. Si tratta quindi un film molto negativo, sia per il messaggio sia proprio come film in sè. La trama ( col solito gruppo di giovani americani che si recano in un villaggio svedese dalle strane usanze) si dipana in modo ridicolo.
Davvero lento. E a tratti noioso. Senza un filo logico di trama.
Stupendo Caratterizza oggettivamente il sentimento umano Sfocia spesso dall' credere al dogma alla violenza Errore che l'homo sapiens continua a fare irrazzionale o razionale che sia Si crea una narrativa che pochi (persino uno) trasmette ai molti. Macroscopici sono gli esempi delle principali religioni Avoglia quanto rappresenta questo film Quanto ci sarebbe da scrivere È un [...] Vai alla recensione »
Film lento, noioso, inconcludente e stupido. Non è un film horror, c'è qualche scena splatter, aspettavo qualche colpo di scena ma niente, solo sbadigli. Dopo un'ora ho cambiato canale.
in mezzo ai boschi svedesi una comunita vive di tradizioni ancestrali, riti e magia completamente distaccata dal mondo civilizzato , per poter miscelare il sangue della comunità vengono reclutati ospiti esterni al fine di procreare le nuove generazioni, e chi non è concorde si accorgerà ... il film non è un horror ma più un esoterico con qualche scena splatter .
Incuriosita dalla pellicola ho deciso di gettarmi a capofitto , tra l'altro nella mezza stagione estiva. Sicuramente è uno di quei film che difficilmente si colloca nell'insieme Horror, ma piuttosto Psicologico e, devo dire la verità : sciocca parecchio. L'uso diverso da quello occidentale e la sua ambientazione di apparente tranquillità fanno centro a tenere gli occhi [...] Vai alla recensione »
Non sono un "cinefilo", ma un semplice spettatore, quindi il mio punto di vista non è da esperto... Mi piacerebbe avere gli "strumenti" o sapere che percorso intraprendere, per "capire" film di questo genere! Dopo aver visto questa "pellicola" sono rimasto deluso e sconfortato, forse per tutti gli elogi ed i riconoscimenti presi che non sono riuscito a riscontrare!Cosa contesto? Tantissimi punti di [...] Vai alla recensione »
Non avrei mai pensato che un genere che consideravo defunto potesse resuscitare con una originalità che non percepivo dai tempi di "The Blair Witch Project" (1999). Migliaia di film e di variazioni sul tema hanno reso il genere horror una roba in grado di procurare solo noia e un senso di indifferente apatia. Midsommar di Ari Aster è un film unico. Ha talmente tanta roba dentro a livello tecnico, estetico [...] Vai alla recensione »
Un tipo di film che non si inquadra subito e potrebbe dar vita a un giudizio negativo, ma alla fine tiene il campo. Non è che ho voglia di rivederlo, ma qualcosa mi ha lasciato ed è indubbiamente iquietante.
Un horror a cielo aperto, dove tutto ciò che accade in quel villaggio è normale, cosa chiedere di più da un film horror
Una coppia che scricchiola intraprende un viaggio in un piccolo villaggio svedese che si appresta a festeggiare per 9 giorni, un antico cerimoniale pagano. Dani e Christian, insieme agli amici, si trovano così a vivere un'esperienza al limite in questa piccola comune rurale. Ari Aster, dopo avermi convinto con Hereditary, continua a cercare materiale nei culti antichi, evocando elementi simbolici e [...] Vai alla recensione »
Un film complesso, in perfetto equilibrio tra l’essere ricco di significati e il non significare nulla. Sembra una visionaria e truculenta traduzione di un horror vacanziero in un dramma del distacco, dell’addio, della rottura dell’unione, complesso come un metaforico rito, simbolico come il racconto di un sogno, travagliato come l’elaborazione psicologica che presuppone. Mids [...] Vai alla recensione »
complimenti per la faccia tosta. Da cineteca la scena della procreazione assistita... con una delle sciroccate che spinge per le chiappe lui per aiutarlo nella fecondazione... Tra l'altro, aspetto da non sottovalutare, questo horror non mette paura neanche per un secondo, ma solo un sonno irresistibile e una grandissima voglia di prendere a sganassoni il regista.
ANDARE CONTRTOO GLI SCHEMI E' CORAGGIOSO EBBENE LO FACCIO MOLTO VOLENTIERI..QUESTO GENERE CHE DEFINIERI "HORROR CHIC PER CLASSE SOCIALE MEDIO ALTA" VUOLE STUPIRE PER L'ORIGINALITA' E LA CAPACITA' DI ISPIRARSI AI RITI PAGANI E FOLKLORISTICI .. DI MOLTO BELLO ED APPREZZABILE HO TROVATO SOLO LA SCELTA PAESAGGISTICA E LA BELLEZZA DELLA NATURA FACILITANO IMMAGINI ESTETICAMENTE [...] Vai alla recensione »
non mi sembra un documentario antropologico in quanto i riti tribali descritti nel film sono assolutamente e soltanto il frutto della fantasia dello sceneggiatore e non si comprende quali siano le "scienze tradizionali", le scienze sono le scienze e l'aggettivazione di tradizionale è quanto meno inappropriata.
Forse il film più brutto che abbia mai visto. Lungo è noioso, sembra un interminabile rito voodoo, penso che di svedese abbia poco e niente, sebbene non mi intenda di cultura scandinava. Non c'è suspense, finale previdibilissimo, anzi, di più, una sequenza di scene scontatissime, lo si guarda fino alla fine nella speranza (sigh) che succeda qualcosa di originale, [...] Vai alla recensione »
Ennesimo horror pieno di incongruenze con protagonisti teenager americani che si comportano da idioti. Prevedibilissimo. Epilogo finale pessimo. Soldi e tempo buttati.
Dopo aver visto questo film ho avuto la notte agitata da un incubo. Si, l'incubo che poteva ricapitarmi di rivedere questo film, se così lo vogliamo definire. Diciamo subito: innovativo è innovativo. In effetti un horror che fa addormentare non si era mai visto. Anche il budget deve essere stato bello alto. Non sarà stata una spesa da poco pagare i critici per avere recensioni [...] Vai alla recensione »
Film spettacolare. Dalla fotografia, alla colonna sonora ad ogni singola sensazione che riesci a sentire sulla pelle. Riprese sensazionali ed uniche come la ripresa sulla macchina mentre va verso il villaggio. Non il solito horror ovviamente, ma molto meglio.Se ci si riesce a immedesemira si entra completamente nella pellicola in un vortice di emozioni, vertigini e senso di disorientamento.
Un potenziale capolavoro senza tempo, che gioca sulla dissonanza tra i media sonori, scenici e narrativi per mettere a nudo la tragicità dell’esistenza e il dono catartico dell’alterità
Come al suo esordio, con Hereditary del 2018, Ari Aster ha una buona ispirazione iniziale, con una interessante analisi introspettiva di un dramma familiare molto intenso, vissuto da una ragazza nella dinamica di coppia e nel confronto con il gruppo di amici universitari del giovane compagno. Sequenze rallentate e colonna sonora cupa creano un’atmosfera angosciante che lascia sperare in [...] Vai alla recensione »
TRAMA CON SPOILER E ANALISI DEL FILM: un gruppo di deficienti va in Svezia per incontrare la famiglia di uno dei loro amici...solo troppo tardi scopriranno che si tratta di un gruppo di pazzoidi dementi dediti ai sacrifici umani e al cannibalismo, e l'unica a salvarsi dal massacro sarà una ragazza del gruppo a cui è schiattata la famiglia a inizio film.
Nell'ultimo, atteso horror di Ari Aster, l'autore venerato di Hereditary, Florence Pugh, inglese, nata a Oxford nel 1996, lanciata da William Oldroyd in Lady Macbeth e ora nel cast di Black Widow accanto a Scarlett Johansson, interpreta Dani, unita a Christian (Jack Reynor) da un legame stanco, bisognoso di nuovi stimoli. Eppure l'occasione del viaggio in Svezia, per prendere parte alla tradizionale [...] Vai alla recensione »
Per creare una buona atmosfera horror ci vuole l'oscurità. Sembra ovvio, no? Midsommar scommette esattamente sul contrario: la luce, l'abbacinante luce del Nord della Svezia, nei giorni del solstizio d'estate. Un film da vedere con gli occhiali da sole: cieli sempre sereni, personaggi tutti vestiti di abiti bianchi, notti e ombre aboliti. Si direbbe la gioia, la serenità.
L'horror è diventato adulto. O, forse, è solo tornato a essere tale. Nato come genere "serio", con registi quali Murnau e Dreyer, negli ultimi decenni il film di paura era diventato un intrattenimento per adolescenti sempliciotti. Invece nelle ultime stagioni, grazie a nuovi talenti come Jordan Peele (Scappa-Get Out , Us) e Ari Aster, sta riacquistando il suo valore semantico e simbolico.
Gli horror di Ari Aster nulla hanno in comune con le bambinate alla moda. Sono incubi seri: malsani, perturbanti. "Midsommar" si mette sulle tracce del classico anni Settanta "The Wicker Man". Chris vorrebbe lasciare Dani (la fantastica Florence Pugh) ma lei viene colpita da una tragedia familiare e allora la porta con sé e i suoi amici antropologi presso una isolata comunità svedese che celebra i [...] Vai alla recensione »
Ogni ciclo vitale ha un inizio, uno sviluppo e una fine. E poi ricomincia daccapo. Il decadimento cede il passo alla rinascita in un cerchio infinito. Tra i due estremi inscindibili di vita e morte, Ari Aster comincia, in entrambi i suoi lungometraggi, con la conclusione. Il decesso rappresenta il principio, il motore dell'azione: se la prima immagine di Hereditary era un epitaffio su sfondo nero, [...] Vai alla recensione »
Neanche dodici mesi fa, Hereditary - Le radici del male veniva eletto da stampa e spettatori internazionali horror dell'anno. Era il primo film di Ari Aster, 33 anni, fino a quel momento un diploma in regia all'American Film Institute, qualche cortometraggio, un romanzo. Passano dodici mesi ed eccoci a oggi: Midsommar - Il villaggio dei dannati (nelle sale dal 25 luglio) rischia di essere nominato [...] Vai alla recensione »
I segnali, i segnali, state attenti ai segnali. Strano come un mondo di sospettosi e di dietrologi, occupatissimi a smontare complotti e a cercare "le verità che ci tengono nascoste" (hai visto la piramide che sta sulla banconota da un dollaro? Ti sembra una coincidenza?), sia poi tanto sciocco quando entriamo nel regno dell'horror. Belle ragazze bionde con la coroncina di fiori nei capelli, che danzano [...] Vai alla recensione »
La presenza della morte incombe fin dalle primissime sequenze. Accompagna l'angoscia di Dani, che dopo aver ignorato l'ennesima richiesta di aiuto della sorella bipolare non riceve più sue notizie. Dani cerca il conforto del fidanzato Christian, il quale, di suo, vorrebbe interrompere questa relazione che sembra procedere ormai per inerzia. Per inerzia o per una forma di commiserazione alimentata dal [...] Vai alla recensione »
Midsommar non è solo un grande film horror, o la prova definitiva che Ari Aster è un autore che sta sbocciando in pieno e si avvia ad avere un radioso futuro. È anche uno dei migliori film mai realizzati sulla convivenza con la malattia mentale. Che non è un sottotesto o l'oggetto di una riflessione, ma è sbattuta in faccia allo spettatore dall'inizio alla fine.
Midsommar rappresenta probabilmente il testo più compiuto per mappare le traiettorie del new horror "d'autore" così come va strutturandosi, in un sotto-canone sempre più preciso. Il punto di partenza necessario per un discorso di questo tipo non può che essere da ora in poi la reazione che i ragazzi protagonisti hanno di fronte al primo, inaspettato e violentissimo, shock a sorpresa che puntella il [...] Vai alla recensione »
Probabilmente amore fa rima con paganesimo. Occorre rifletterci. E le storie, quelle d'amore naturalmente, finiscono quando il copione che le riguarda, compilato secondo le regole sociali e culturali, mostra la sua banalità. Ma se l'amore, non il colpo di fulmine, non la cotta, proprio l'amore, il più circostanziato possibile e consumato, quattro anni come quelli di Dani e Christian insieme, quattro [...] Vai alla recensione »
«Il caos regna». In Suspiria di Guadagnino e in Climax. Regna in Hereditary, il primo lungo di Aster. Tutti film in cui il punctum è sotto storie che c'entrano e non c'entrano (o meglio: lo traducono in forme assurde, orrorifiche, che nascondono il fulcro). Quindi per provare a capirli, questi film, serve mettere ordine. Prendiamo Midsommar. Prima di tutto, c'è una coppia.
Dani e Christian sono una giovane coppia in crisi: lei si aggrappa a lui per paura della solitudine, lui vorrebbe lasciarla da tempo ma non riesce a farlo specie dopo che una tragedia famigliare si è abbattuta sulla vita di Dani. Così anziché andare da solo in vacanza con gli amici, Christian porta con sé dagli Stati Uniti anche la fidanzata non proprio ben voluta dai suoi sodali: meta del viaggio [...] Vai alla recensione »
Dopo che la sorella decide di mandare sé stessa e i genitori al creatore, la non stabilissima Dani (Florence Pugh) decide di unirsi al riluttante fidanzato Christian (Jack Reynor) in un viaggio in Svezia, alla volta del villaggio di un compagno di corso. Da novant'anni lì si tiene una festa di mezz'estate antropologicamente molto interessante, ovvero perfetta per una tesi di laurea, ma i villici hanno [...] Vai alla recensione »
If there was one thing last year's occult shocker Hereditary taught us about its deviously gifted writer-director, Ari Aster, it's not to trust him in the slightest. Think Midsommar, his much-hyped follow-up, looks like Aster's answer to The Wicker Man? Well, it is, kind of - but that's not to say you'll come anywhere near predicting its singular, warped response.
A little girl wears a crown of flowers and stands nose-to-nose with a grizzly bear, peering into its beady eyes. This scene appears as a painting hanging in the apartment of graduate student Dani (Florence Pugh), foreshadowing the stand-off between this young woman and her own grisly nightmare in Ari Aster's uneven follow-up to horror smash Hereditary.
Last year's debut, Hereditary, combined gore, unease and originality to scare the bejesus out of us and this second effort continues that horrific sensory assault with one crucial addition (or omission depending on your viewpoint); Midsommar takes place almost entirely under sunlight. This simple trick completely throws you. Traditionally, us horror viewers know to cower behind our fingers when night [...] Vai alla recensione »
For director Ari Aster, horror starts at home. It's those closest to us that can inflict the deepest wounds. In his debut film Hereditary, released last year to both great acclaim and some healthy dissent, he dealt with the terrors of the family unit, where guilt and resentment have as powerful a sway as love. Yet he did so with the help of all things macabre - witches, ghosts, and demons - and crafted [...] Vai alla recensione »
There's nothing cosy about these midsummer murders, and Midsommar could turn out to be folk-horror for the Fyre festival age. Ari Aster is the film-maker who made his feature debut just last year with the chiller Hereditary, and now presents us with this fantastically sinister and self-aware Euro-bacchanal, clearly inspired by the 1973 classic The Wicker Man.
At long last, "Midsommar" asks the cinematic question we've all been waiting for: How, precisely, does one say "completely bonkers" in Swedish? Fans of highfalutin horror have been awaiting "Midsommar" with interest since last year, when the writer-director Ari Aster made a stunning - if ultimately uneven - debut with the creepy dysfunctional domestic drama "Hereditary.
The setting of "Midsommar," a luxuriant deep-tissue freakout from writer-director Ari Aster, is a picturesque commune in Hälsingland, Sweden, that is holding a nine-day celebration in observation of the summer solstice. Along for the trip is a young American, Dani (Florence Pugh), who has recently endured an unspeakable tragedy and seems doomed to endure another if the rules of genre and the playful, [...] Vai alla recensione »
Whatever you think of the end result, there's always something thrilling about watching a young director who's earned a long line of Hollywood credit decide to spend every last cent of it on a single film. And writer-director Ari Aster has certainly done that with his "Hereditary" follow-up, "Midsommar." Following a group of American grad students on a trip to a mysterious midnight sun festival in [...] Vai alla recensione »
The horror equivalent of a destination wedding, Ari Aster's Midsommar sends a troubled relationship and its most immediate witnesses to an exotic locale and asks if they have what it takes to survive. Things go as poorly for the pair as you'd guess, but not, perhaps, in quite the ways you'll expect. A rangier if less frightening film than Aster's debut Hereditary, it suggests the budding auteur's honeymoon [...] Vai alla recensione »
Con la scusa di una tesi in antropologia, un gruppo di studenti americani s'imbarca in un viaggio in Svezia per sperimentare i riti di una popolazione «dannata» in un villaggio remoto e inquietante dove i vecchi si uccidono da soli e i giovani sono ammazzati da altri. Disgustoso film di cui i critici «impegnati» e di sinistra elogeranno simbologie e collegamenti nascosti.