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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 luglio 2022
Argomenti: Tutti i film del Marvel Cinematic Universe
Il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono, questa volta accompagnato da Jane Foster. Il film ha ottenuto 1 candidatura a CDG Awards, 2 candidature a Critics Choice Super, In Italia al Box Office Thor: Love and Thunder ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 10,8 milioni di euro e 4,9 milioni di euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Reduce da numerosi lutti e da un periodo di depressione, con tanto di ingrassamento, Thor, il figlio di Odino, ha ritrovato la forma e ha cercato la serenità nello spazio, insieme ai Guardiani della Galassia. Così viene a sapere che Gorr il macellatore degli dèi sta scatenando il panico su diversi mondi, uno dei quali è difeso dalla compagna asgardiana Sif. Thor lascia i Guardiani e, insieme a Korg e a due capre giganti avute in dono da una razza aliena, corre in soccorso di Sif, solo per scoprire che Gorr è diretto verso nuova Asgard, sulla Terra. Qui il Dio del Tuono lo affronta la prima volta e ritrova Jane Foster che ha nel mentre preso possesso di Mjolnir, il suo primo martello incantato, e ha assunto il ruolo della Potente Thor!
Dopo il successo di pubblico e critica di Thor: Ragnarok, Taika Waititi riprende e affina la propria ricetta, per un film altrettanto comico e super-pop, ma con più cuore, grazie a due figure tragiche come Gorr e Jane Foster.
La dottoressa di cui Thor è stato a lungo innamorato non si vedeva da un po' nei film del Marvel Universe e in Thor: Love and Thunder ne scopriamo finalmente la ragione: si è ammalata di cancro. Veniamo inoltre a sapere come mai possa sollevare Mjolnir, ma anche che la sua trasformazione nella Potente Thor ha un effetto collaterale... La trama che riguarda Jane è di base fedele all'arco narrativo a fumetti del personaggio ideato e sceneggiato da Jason Aaron. Le cose vanno invece un po' diversamente per Gorr che, deluso dagli dèi del suo pianeta, indifferenti al suo dolore e bramosi solo di nuovi sacrifici, formula un piano peculiare che lo porta ad aver bisogno proprio di Thor.
Al di là dei McGuffin che deve inseguire e di come vuole portare a termine lo sterminio degli dèi, Gorr è però tanto determinato quanto lo era nel fumetto. È infatti un padre che ha perso la figlia, più o meno come Wanda aveva perso i suoi gemelli continuando, dopo Doctor Strange nel multiverso della follia, un trend del Marvel Universe per cui la genitorialità castrata o cancellata è all'origine di scelte estreme che portano verso il male.
Il percorso di Thor è invece quello di un uomo che cerca di dimostrarsi degno di responsabilità, soprattutto a fronte dell'atteggiamento vanesio degli altri dèi. Quando gli eroi, insieme alle capre aliene dal chiassoso ed esilarante belato, si recano a Omnipotence City, per chiedere aiuto a Zeus, incontrano numerosi dèi che danno ragione a Gorr e ai suoi atei propositi. A interpretare la massima divinità dell'Olimpo c'è un Russel Crowe felicemente sovrappeso, spudorato nel parlare di orge e tutt'altro che coraggioso. Le altre divinità sono, nella migliore delle ipotesi, buffe figure comiche, nello stile di Waititi, dove su tutti spicca l'indimenticabile Bao, il dio dei ravioli.
Quello che rende però Thor: Love and Thunder tematicamente diverso da tutti gli altri film Marvel, è che anche l'eroe assume un ruolo via via più paterno: è deciso a salvare un gruppo di bambini e fare loro da modello, inoltre manifesta inconfessati desideri di paternità e proprio questa empatia per il ruolo genitoriale lo porta a comprendere Gorr nel momento chiave. Il tema è sviluppato anche attraverso altri personaggi, in una visione che supera gli steccati di gender, con la omogenitorialità della specie di Korg e il poliamore delle famiglie da sei membri dei delfini spaziali.
L'altro elemento unico di Thor: Love and Thunder è lo stile rock, con molte canzoni dei Guns'n'Roses e con grafica e colori da cover di LP hard core. Perfetto anche il brano sui titoli di coda: "Rainbow in the Dark" di Ronnie James Dio.
E a proposito di titoli di coda sono immancabili le due consuete scene finali: una a metà, dedicata all'introduzione di un nuovo personaggio, e una alla fine, che in questo caso non è la solita gag o una battuta senza conseguenze ed è invece centrale per uno dei protagonisti del film e per il suo futuro. Questa volta più che mai: non uscite di sala in anticipo!
Il quarto capitolo della saga nordica sul Dio del Tuono, continua a puntare su azione, spettacolo e genuino divertimento, riprendendo da dove aveva lasciato. La pellicola di Taika Waititi per l’universo Marvel ricalca lo stile già usato per il precedente “Thor - Ragnarok”, soltanto che tutto caricato in eccesso, e permeato ancor di più da una vena grottesca nella [...] Vai alla recensione »
Taika Waititi, regista sui generis, torna sulla scena del delitto, ovvero ci ripropone la sua versione molto sopra le righe del Dio Del Tuono Thor. 5 anni fa, tutto sommato, aveva ridato linfa a quello che era il personaggio tutto sommato meno andato bene rispetto ai colossi e colleghi Iron Man e Capitan America, e lo aveva fatto calcando la mano sul lato comico dei film Marvel, con Thor: Ragnarok. E [...] Vai alla recensione »
THOR: LOVE AND THUNDER... Pensavo fosse difficile fare peggio di Thor Ragnarok e invece Taika Waititi è riuscito in questa impresa. Purtroppo il sospetto ce lo avevo molto forte visti i trailers pubblicati finora, ma nutrivo lo stesso una mezza speranza su un possibile mio giudizio frettoloso. Speranza che si è materializzata nel primo quarto d'ora di visione, ma che si è sbriciolat [...] Vai alla recensione »
...è sparita anche l'ombra Da quando Disney ha fagocitato il mondo Marvel ogni forma di avventura supereroistica che contenga traccia di violenza o di atteggiamento rude è stata ripulita, ammorbidita e resa bimbo-friendly. Poi, come se non bastasse, è stato ingaggiato tale Iaika Waititi (alzi la mano chi l'aveva mai sentito nominare prima di Thor Ragnarok) e Thor e compagnia [...] Vai alla recensione »
Scusate, ma vorrei esordire con un urlato "Mamma mia che impressione", per parafrasare il nostro Albertone nazionale. Insomma... Inizia il film... la storia sembra cominciare decentemente... ma non passano manco dieci minuti (10) che ogni bella speranza si infrange in un ammasso di banali cialtronerie che manco nei peggiori fumetti.
Divertente, ricco, nuovo nell'approccio disinvolto con cui Thor entra e esce da se stesso e dalla storia, prendendo(si) in giro fino al demenziale. Parossistico nel coinvolgimento degli dei dell'Olimpo... Ma noi che abbiamo letto i fumetti dell'epoca amiamo di più le versioni "serie"!Un appunto: Zeus muore con una "fulminata"; e il cattivo non muore mai? :o\
Thor: Love and Thunder è un film spiazzante, e non sempre per il meglio. Certo, i momenti divertenti abbondano e in più di un’occasione si ride di gusto, ma ci mancherebbe altro visto che, tranne un paio di sequenze drammatiche, il film altro non è che un succedersi di quelle gag che hanno reso famoso l’MCU. Il film è un vero bombardamento a tappeto di battute [...] Vai alla recensione »
C'è poco da dire su questo film. Orrendo. Sconsigliato ai maggiorenni
Sarà che me lo aspettavo del tutto diverso, sarà che non ho capito quello che voleva esprimere, ma non mi è piaciuto per niente: quel mischietto di personaggi mitologici, mondo moderno e creture futuristiche mi è sembrato una scemenza senza uguali; forse bisogna accettarlo per quello che è: un film demenziale al pari, se non peggio, di quelli di Leslie Nielsen.
Taika Waititi. O Taika Cohen, dal cognome della madre che usava ad inizio carriera per firmare i suoi lavori, fate voi. Chi è costui ? Uno slacker neozalendese arrivato chissà come ai vertici dell’industria americana dell’intrattenimento? Uno stand-up comedian che ha raccolto l’eredità visionaria e dissacrante di Sir Peter Jackson, quando quest’ultimo è arrivato ai vertici dell’industria americana dell’intrattenimento? Niente di tutto questo, tutto questo e altro.
Waititi (che ha diretto appunto Thor: Love and Thunder, ora disponibile su CHILI) è un autore/attore/produttore che ha attraversato tutto lo spettro del mondo dello spettacolo, con lavori sghembi, DIY e a cuore aperto, dai primi gig in giro tra Wellington e Perth con vari gruppi comici fino al corto Two Cars, One Night nominato agli Oscar del 2004; dai record al botteghino locale con Boy e Selvaggi in fuga alle produzioni internazionali e non di Wellington Paranormal, What We Do in the Shadows e l’ultima Reservation Dogs; dalle apparizioni come corpo in Green Lantern, Jojo Rabbit (guarda la video recensione), Free Guy a quelle solo voce in titoli come Lightyear e The Mandalorian (nomination agli Emmy del 2020).
Thor Odinson. Figlio tanto della mitologia nordica quanto di quella fumettistica e cinematografica della Marvel, componente storico dei Big Three – assieme a Capitan America e Iron Man –, cioè il cuore classicheggiante dell’universo di Stan Lee e discendenti, che per forza di cose (leggasi diritti di sfruttamento venduti nel corso dei decenni) divengono la pietra angolare della cavalcata di Kevin Feige e soci dal 2008 in poi. Quello che da un po’ si chiama Marvel Cinematic Universe, fatto di 29 film, quasi 28 miliardi di dollari raccolti al botteghino e 8 serie tv solo su Disney+, è una sorta di Studio System contemporaneo, dove i contratti multi-film, la realizzazione in serie e lo spostamento di autori e attori da un titolo all’altro sembrano presi di peso dalla Hollywood dell’epoca classica – e la saga di Thor ne spiega meglio di altre il successo.
Thor di Kenneth Branagh e Thor - The Dark World di Alan Taylor sono tutt’uno con i picchi e i rovesci della Fase Uno e Fase Due dell’universo cinematografico Marvel, quando la traslazione da un medium ad un altro non era ancora completa e ci si aggrovigliava in un ibrido senza nerbo, identità, una sorta di pallido superhero movie che non traeva forza né dall’iconicità fumettistica né dalla complessità formale – di scrittura e di regia – di un blockbuster hollywoodiano.
Dalla Fase Tre in poi, raccogliendo e rilanciando le intuizioni presenti nei titoli precedenti, la Marvel scuote le sue produzioni ibridandole con i generi, portando sullo schermo nuovi e diversi protagonisti, affilando le tematiche e rinnovando il suo parco autori. Entrano così James Gunn, Ryan Coogler, Anna Boden, Ryan Fleck, Jon Watts e il nostro Waititi.
Possiamo dirlo senza troppi timori: la fase 4 del Marvel Cinematic Universe sta facendo molta fatica a trovare la sua strada. Forse perché sente sulle spalle il peso dell'epica conclusione dei film che l'hanno preceduta, forse perché mamma Disney si è maggiormente concentrata a sondare le potenzialità dello streaming a discapito della sala, forse perché dopo oltre una decade di progetti coesi e coerenti, [...] Vai alla recensione »
Al quarto film in solitaria, ottava apparizione in totale, Thor (e con lui Chris Hemsworth, sempre più a suo agio nel ruolo) si conferma il più malleabile degli eroi del Marvel Cinematic Universe, in grado di incarnare tutte le sfumature tra l'epico e il comico. E Taika Waititi, di nuovo al timone dopo Ragnarok, si conferma come l'unico regista - ancor più di Raimi, sì - in grado di imporre pienamente [...] Vai alla recensione »
Per Martin Scorsese e tanti altri (sprovvisti, peraltro, della sua autorevolezza) i film tratti dai fumetti e gremiti di supereroi non sono vero cinema e anzi ne danneggiano il blasone. Sarà pur vero, però a quale santo dovremmo votarci per fronteggiare l'agonia del cinema in sala? Chissà come andrà al botteghino il cinecomic del momento "Thor: Love and Thunder", ventinovesimo film della saga cosmica [...] Vai alla recensione »
Caos interplanetario e ritmi rock per (ri)portare la gente al cinema, in questa torrida estate italiana. Al 29° film, Marvel Cinematic Universe investe nuovamente sul "dio del tuono" norreno, sfoderando «Thor: Love and Thunder». È il 4° episodio della saga, sequel dell'apocalittico «Thor: Ragnarok» (2017) e come quello diretto dal neozelandese Taika Waititi, che smette i panni da autore prodigio (anche [...] Vai alla recensione »
Fra tutti i supereroi portati sullo schermo dal MCU, Thor è sicuramente quello più enigmatico. Nonostante il fascino di Chris Hemsworth e le potenzialità mitologiche del personaggio, il Figlio Di Odino è la figura meno centrata dell'Universo Marvel, il personaggio meno coerente e di non facile collocazione. Nonostante "Thor: Love and Thunder" sia il quinto film da solista dedicato al biondo vichingo [...] Vai alla recensione »
Meno male che c'è Chris Hemsworth, aitante cazzone, simpatico guascone e divo forse suo malgrado. Tiene botta, l'australiano classe 1983, non s'arrende come tutti gli altri al nemico peggiore per un inteso blockbuster, e ancor più per un Marvel movie: la noia. La seconda volta, dopo Ragnarock (2017), del regista Taika Waititi al cospetto del dio norreno è debole, opaca e, al netto del gigantismo produttivo [...] Vai alla recensione »
I registi fanno la differenza nei film di supereroi. I bravi li fanno diventare vivaci, ironici, persino auto-ironici, demenziali se necessario. Taika Waititi (di padre maori e madre ebrea russa, nome da ragazza Cohen) si era inventato i vampiri conviventi di "What We Do in the Shadows" (nelle sue varie versioni: film, serie australiana, serie americana).
Thor: Love and Thunder è sicuramente la boccata d'ossigeno di cui ha bisogno il botteghino, il che in questi tempi funesti basta a giustificare la sua esistenza e a sorvolare su quanto possa definirsi cinema un film del genere. Per dirla alla Scorsese, questo è più che altro «intrattenimento audiovisivo su scala mondiale». Una "classica avventura di Thor", definizione più volte ripetuta nel girato, [...] Vai alla recensione »
Con Thor: Love and thunder il dio del tuono ha ritrovato la forma fisica e si torna a una formula classica del Marvel cinematic universe (Mcu), una grande avventura da solista, avvincente, emozionante e divertente. Il quarto film di Thor abbandona rapidamente I'universo condiviso degli Avengers e attinge ai primi tre film da solista del figlio di Odino, ora riunito alla ex sua fidanzata in un avventura [...] Vai alla recensione »
Il conflitto di Thor: Ragnarok e le premesse poste da Avengers: Endgame danno i loro frutti nel nuovo Thor: Love and Thunder, quarto film dedicato completamente al Dio del Tuono (e ottava apparizione nel MCU, senza contare la scena post credits di Dr. Strange) interpretato da Chris Hemsworth. Il personaggio affidato a Taika Waititi continua a mostrare i segni distintivi del regista neozelandese - eccessi [...] Vai alla recensione »
Chissà quale sarà l'accoglienza per Thor: Love and Thunder, film che, a dispetto di alcuni risvolti cupi, è giocato sul piano scivoloso dell'auto-ironia? Si divertiranno i fan della saga a veder Chris Hemsworth metter alla berlina se stesso nei panni di Thor? Oppure la Marvel ha fatto una sorta di autogol? Si inizia su un eroicomico scenario di battaglia in cui i Guardiani della Galassia affiancano [...] Vai alla recensione »
Già lo prendevano in giro in Thor: Ragnarok chiamandolo Zio del Tuono e non Dio. Ora il figlio di Odino, uno dei supereroi Marvel più divertenti e meglio interpretati dal gigantesco biondo australiano Chris Hemsworth, dovrà sfidare il cancro di una persona amata, dimenticare la distruzione della sua patria Asgard e infine fermare Gorr il Macellatore di Dei.
Dio salvi i supereroi Marvel da questo scempio. Il nuovo Thor, per più di un'ora diventa una sorta di burlesque, con il punto più basso nella imbarazzante scena dove viene denudato al cospetto di Zeus/Russell Crowe. Anzi, il film parte facendoci credere che sarà una versione «tamarra» di Thor, in cerca d'amore, salvo poi cambiare registro almeno altre tre volte.
C'è una strana regola non scritta alla Marvel, per cui film affidati a registi praticamente esordienti si rivelano spesso prodotti di discreto, o a volte addirittura ottimo, livello. Al contrario, pellicole dirette da colleghi ben più affermati finiscono quasi sempre per regalare allo spettatore carico di aspettative schifezze inenarrabili. Se tra i tentativi recenti il caso più eclatante è senz'altro [...] Vai alla recensione »
Tutti i personaggi del MCU hanno affrontato delle imprevedibili evoluzioni narrative a cui il loro carattere complessivo si è dovuto rapidamente adeguare. Nessuno di loro è rimasto come era stato presentato e del resto il lungo arco temporale da Iron Man (2008) in poi ha cambiato anche il pubblico. Tuttavia, si fa fatica a trovare un eroe che ha vissuto una trasformazione più marcata di quella che [...] Vai alla recensione »
Con questo Thor: Love and Thunder - dicono le cronache - è iniziata la cosiddetta "fase quattro" del Marvel Cinematic Universe (MCU), ormai giunto al suo 29° film. Certo di strada se ne è fatta dal primo capitolo della saga di Thor, il celebre supereroe Marvel, ispirato appunto all'omonimo dio della mitologia norrena, che a suo tempo - ormai più di dieci anni fa, nel lontano 2011 - era stato diretto [...] Vai alla recensione »
Tutto ebbe inizio tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, quando una band pop metal chiamata Guns N' Roses esplose sulla scena musicale, anche grazie al suo frontman Axl Rose, che accrebbe poi la sua fama indossando una t-shirt con effige cristica e una scritta provocatoria: "Kill you idols". Non è esattamente questa la trama di Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, ma è un buon punto di [...] Vai alla recensione »
Potremmo recuperare certi termini desueti, perfino arcaici, per parlare di questa roboante baracconata che è l'ennesimo opus dell'universo Marvel. Thor: Love and Thunder è un capriccio. Si affida all'estro di un autore abbastanza scaltro da non abbandonarsi del tutto all'indole scatenata, all'intelligenza di un divo che vuole rivendicare per sé lo spazio della commedia all'interno del franchise, alla [...] Vai alla recensione »
In una fase quattro del Marvel Cinematic Universe che si è configurata fin dall'inizio come all'insegna della continuity, e di un'integrazione sempre più stretta tra le sue singole storie, abbiamo recentemente avuto l'esempio, parzialmente in controtendenza, di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, storia capace di reggersi sulle sue gambe pur negli ovvi legami con gli altri pezzi del franchise. [...] Vai alla recensione »
In seguito ai devastanti accadimenti di Avengers: Endgame (2019), avevamo lasciato Thor (Chris Hemsworth) fuori forma e in viaggio tra le stelle assieme ai Guardiani della Galassia, armato ora di "Stormbringer", nuova arma forgiata a causa della distruzione del martello Mjolnir. Dopo tante avventure vissute, dopo centinaia di vite salvate, è evidente che il dio asgardiano si è ritrovato, ma non completament [...] Vai alla recensione »
Dopo la distruzione di Asgard, la guerra contro Thanos combattuta insieme agli Avengers, la perdita di famigliari e parenti, e crisi esistenziali varie, Thor, ha lasciato il trono del suo regno (ricostruito in una baia terrestre) e si è unito ai Guardiani della Galassia per andare a combattere nemici vari nell'Universo. Creato da Stan Lee, Larry Lieber (testi) e Jack Kirby (disegni), e pubblicato [...] Vai alla recensione »