Attore americano la cui migliore definizione del suo talento è ricavata da quella leggerezza che usa per recitare un dialogo in una scena: ogni sua mossa è irripetibile, dai suoi sussurri ai suoi sguardi mai uguali. Peccato che nonostante questo stato di grazia continuo che lo pervade, Robert Downey Jr. abbia rischiato di diventare disarmonico nel momento in cui il cammino della sua vita è incappato nella facile tentazione delle droghe.
Gli esordi
Cresciuto nel Greenwich Village, figlio del regista Robert Downey Sr. e amico d'infanzia del cantante new age Moby, a 10 anni parte per Londra, dove frequenta la Perry House School in Chelsea e studia balletto classico. Dopo il divorzio dei genitori, avvenuto quando lui aveva 11 anni, si diploma alla Stagedoor Manor (anche se prima era alla Santa Monica High School, poi lasciata perché, a 17 anni, per diventare attore, si era trasferito a New York).
Fu suo padre ad introdurlo nel mondo del cinema (e anche in quello delle droghe per la prima volta, offrendogli della marijuana alla sola età di 8 anni), facendolo esordire nel film fantasy Pound (1970), poi seguito da Greaser's Palace (1972), Moment to Moment (1975), Up the Academy (1980), America (1986), Rented Lips (1988), Too Much Sun (1991) e Piscine - Incontri a Beverly Hills (1997).
Ventenne, lavora al "Saturday Night Live" per una stagione, programma che gli darà non solo fama, ma anche una discreta popolarità con le donne a cominciare dalla sua prima fidanzata: Sarah Jessica Parker, con la quale rimarrà legato per sette lunghi anni.
I grandi registi lo cercano
Negli anni Novanta, sono molti i registi che lo introducono nei loro film: Michael Apted lo chiama per Firstborn (1984), mentre William Friedkin lo imporrà in Vivere e morire a Los Angeles, un poliziesco con Willem Dafoe. Nel 1987, dopo essersi trasferito ad Hollywood, lavora con il regista James Toback in Ehi... ci stai?, una commedia romantica per teengaer americane con Molly Ringwald, ma è con Al di là di tutti i limiti (1987) di Marek Kanievska, che riesce a guadagnarsi anche un posto nel genere drammatico vero e proprio.
In Italia, il suo successo passa attraverso il tubo catodico. Chi non ha mai visto 4 fantasmi per un sogno (1989) di Ron Underwood, che viene puntualmente trasmesso almeno due/tre volte l'anno sui nostri teleschermi? La storia di un gruppo di fantasmi che, per "uno strano caso", accompagnano la vita di un bambino dalla sua nascita fino al loro richiamo in cielo, gli regala quella leggerezza e quella verve che noi non abbiamo potuto gustare a fondo, ma tutto questo prima di diventare un "attore maledetto", verso la fine degli anni Novanta.
Migliore amico di Mel Gibson, reciteranno assieme in Air America (1990) di Roger Spottiswoode, prima di concedersi al regista Michael Hoffman in Bolle di sapone (1991) una commedia sulle soap con Sally Field, Kevin Kline e Whoopi Goldberg, e nel film più drammatico Restoration - Il peccato e il castigo (1995), storia di uno studente di medicina della Londra del XVII secolo che viene chiamato alla corte del re Carlo II e si abbandonerà ai lussi di corte.
Ed è in questi primi anni che la carriera di Robert Downey Jr. conosce i fasti del successo. Nel 1992, viene scelto dal regista inglese sir Richard Attenborough per la biografia Charlot, sul famoso regista Chaplin. La sua performance è talmente impeccabile che viene nominato al Golden Globe e all'Oscar come miglior attore protagonista. E l'anno successivo diventa anche padre del piccolo Indio, figlio avuto dalla sua prima moglie, l'attrice Deborah Falconer (il cui matrimonio dura solo 45 giorni), incontrata sul set di un altro film di successo America oggi (1993) di Robert Altman, per il quale riceverà un premio speciale ai Golden Globe (assieme a tutto il resto del cast), ma soprattutto la Coppa Volpi al Festival di Venezia.
Fra successo, alcol e droga
L'anno seguente, Oliver Stone gli fa indossare i panni del giornalista televisivo Gale che cerca di realizzare lo scoop della sua vita nel violento Assassini Nati - Natural Born Killers (1994), mentre l'attrice Jodie Foster (in veste di regista) quelli del fratello gay in A casa per le vacanze (1995). Ma è da questo momento in poi che per Robert Downey Jr. iniziano i guai con la legge. Entra in un tunnel di droga ed alcol e la sua fedina penale si arricchisce con: guida in stato di ubriachezze, possesso di eroina, possesso di armi da fuoco e violazione di proprietà privata. Lavorare con lui diventa impossibile, viene cacciato da moltissimi set e sfumano vari progetti, unico suo film che esce in quegli anni bui è Complice la notte (1997) di Mike Figgis.
Si disintossicherà veramente solo nel 1998, anno in cui Robert Altman gli offrirà una parte nel mediocre Conflitto d'interessi, che servirà comunque a reinserirlo nel circuito cinematografico. Fiduciosi, anche Neil Jordan e Frank Oz gli offriranno diverse parti, il primo gli farà recitare un ruolo (oscuro) nel film In Dreams (1999) con una Annette Bening in versione medium, il secondo gli farà indossare dei panni più leggeri nel film Bowfinger con due scatenatissimi Steve Martin ed Eddie Murphy.
Nel 2000, lo ritroveremo ancora una volta nei panni di un omosessuale in Wonder Boys di Curtis Hanson (con il quale lavorerà anche in Lucky You, 2006), ma disgraziatamente ricade nella tossicodipendenza e nell'alcolismo e, nel 2000, viene arrestato ancora una volta.
Ritornato in carreggiata, entra nella fortunata serie Ally McBeal (1997-2002) come guest star, sarà infatti l'avvocato Larry Paul, uno dei fidanzati più longevi nel cuore dell'avvocatessa single. La sua performance gli varrà una nomination agli Emmy Awards come miglior attore non protagonista in una serie comica e anche un Golden Globe nella stessa categoria. Ritornato alla celebrità, appare in un video di Elton John e si sposa una seconda volta con la produttrice del film d'orrore Gothika (2003), Susan Levin.
Scelto da Steven Soderbergh per apparire nel suo episodio di Eros (2004), film corale diretto da Michelangelo Antonioni e Wong Kar-wai, sarà poi un giornalista nel capolavoro di George Clooney Good Night, and Good Luck (2005), ruolo che riprenderà anche nel thriller Zodiac (2007).
La risalita
È probabilmente con Guida per riconoscere i tuoi santi di Dito Montiel che Robert esce definitivamente dal tunnel delle dipendenze e ricomincia a far parlare di sè solo ed esclusivamente per i suoi film. La nuova consacrazione arriva nel 2008 con Iron Man. Ma tutti gli ultimi anni sono ricchi di importanti ruoli da protagonisti: nel 2009 è accanto a Jude Law in Sherlock Holmes, nel 2010 veste ancora i panni di Tony Stark in Iron Man 2 e recita in Il solista con Jamie Foxx, mentre nel 2011 fa coppia con un eccentrico Zach Galifianakis in Parto col folle di Todd Phillips ed è protagonista del sequel Sherlock Holmes - Gioco di ombre. Torna a vestire i panni di un supereroe nell'attesissimo The Avengers di Joss Whedon (e nel suo sequel del 2015 Avengers: Age of Ultron), in Iron Man 3 e ancora in Captain America: Civil War (2016). Nel 2017 sarà nel film di Jon Watts Spider-Man: Homecoming.
Dopo Dolittle (2020) interpreta il film di Christopher Nolan Oppenheimer, che gli regala il premio Oscar come miglior attore non protagonista.
Forse, nella carriera di Robert Downey Jr. sarebbe utile un consiglio di Diane Keaton per non ricadere nell'abisso della dipendenza: «Regalare amore e mettere la vita al primo posto sono la vera misura di ogni grande artista».