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Avengers: Endgame, l'estasi del cinema come lavoro collettivo e valore produttivo

Il film è il miglior esempio di come si è trasformato il cinema spettacolare nel nuovo millennio. Al cinema.
di Roy Menarini

Robert Downey Jr. (Robert Downey) (59 anni) 4 aprile 1965, New York City (New York - USA) - Ariete. Interpreta Tony Stark / Iron Man nel film di Joe Russo, Anthony Russo Avengers: Endgame.
sabato 27 aprile 2019 - Focus

Avengers: Endgame è il punto di fusione del cinema come industria dell'intrattenimento. Con buona pace dei sostenitori a oltranza del cinema come arte (tutto il cinema è arte industriale, non solo le opere che piacciono alla minoranza degli spettatori), l'ultimo capitolo di questa fase del Marvel Cinematic Universe rappresenta il più ambizioso tentativo di contenere in uno stesso film l'universo completo delle storie che lo rappresentano. Ci sono almeno due strategie da evidenziare, per comprendere l'enormità del progetto. La prima è quasi sublime (attenzione agli spoiler da qui in avanti): introdurre il viaggio nel tempo così da riportare i protagonisti nei vari capitoli della saga, quasi come osservatori delle proprie stesse linee narrative. Non si ricorda una sezione di film tanto estesa che fosse al tempo stesso un commento/riassunto in forma narrativa di quel che è accaduto in questo decennio abbondante.

In buona sostanza, la Marvel (e con lei la Disney) dimostra in maniera plateale di riappropriarsi del lavoro di riappropriazione dei fan. Suona un po' complicato, ma sta a significare che gli sceneggiatori e i fan sono due gruppi ormai osmotici, le cui mosse sono coordinate e integrate, piaccia o meno ai puristi del cinema hollywoodiano d'un tempo (comunque ben attento alle reazioni degli spettatori, magari più passivi e meno "prosumer").
Roy Menarini

La seconda strategia è quella di non dimenticare nessuno dei personaggi, in una sorta di album di famiglia dove ogni singola maschera e ogni singolo brandello di storytelling vengono integrati in una macchina di oltre tre ore, oliata dall'avventura e fluidificata dall'epico scontro con Thanos, affrontato ben due volte lungo il racconto. La rappresentazione plastica dello schieramento super-eroistico dei buoni è un pop-up cinematografico di potenza impressionante, destinato a segnare in futuro il simbolo del cinema blockbuster per come lo avremo conosciuto tra 2008 e 2019.

Insomma, Avengers: Endgame è il miglior esempio di come si è trasformato il cinema spettacolare nel nuovo millennio: un congegno crossmediale, iper-narrativo, pieno di fan service e di comunicazioni extra-filmiche (basti pensare a come hanno giocato con le attese degli spettatori i profili Instagram degli attori nei mesi scorsi), una vera e propria industria dell'intrattenimento che ha messo al lavoro centinaia di migliaia di persone in un decennio, una specie di mega-azienda che produce simboli, miti, icone e linee narrative.

Eppure, in tutto questo marketing e in tutta questa spietata organizzazione commerciale, rimane intatta la centralità della sala cinematografica, come dimostra il successo clamoroso del film.


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In foto una scena del film Avengers: Endgame.
In foto una scena del film Avengers: Endgame.
In foto una scena del film Avengers: Endgame.

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