Titolo originale | Short Cuts |
Anno | 1993 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 180 minuti |
Regia di | Robert Altman |
Attori | Anne Archer, Jack Lemmon, Madeleine Stowe, Lily Tomlin, Tim Robbins, Matthew Modine Tom Waits, Buck Henry, Andie MacDowell, Fred Ward, Peter Gallagher, Bruce Davison, Julianne Moore, Chris Penn, Jennifer Jason Leigh, Robert Downey Jr., Frances McDormand, Lori Singer, Lyle Lovett, Huey Lewis. |
Uscita | mercoledì 10 agosto 1994 |
Tag | Da vedere 1993 |
Distribuzione | Penta Distribuzione |
MYmonetro | 3,74 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 dicembre 2017
L'America di Altman è una grande merda. È bugiarda, indifferente, alcolizzata, maniaca, infantile, drogata, violenta, volgare e assassina. .. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 1 candidatura a Golden Globes, Al Box Office Usa America oggi ha incassato 4,9 milioni di dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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L'America di Altman è bugiarda, indifferente, alcolizzata, maniaca, infantile, drogata, violenta, volgare e assassina. Mariti e mogli si tradiscono e nessun ceto è migliore di un altro. Storia quotidiana di vari nuclei familiari: una donna esercita l'amore per telefono cambiando i pannolini al bambino, un poliziotto con famiglia pensa solo alle amanti, un medico se la deve vedere con la moglie pessima pittrice, un'anziana cantante continua a lavorare al night e odia - ricambiata - la figlia suonatrice di violoncello, un divorziato distrugge la casa della sua ex, un alcolizzato prende i pasti gratis nel locale dove la moglie è cameriera, un bambino confonde i nomi dei molti amanti di sua madre, alcuni amici vedono una giovane annegata e continuano tranquillamente a pescare in quell'acqua. Ci sarebbe una coppia normale, ma viene subito punita, il loro bambino finisce sotto una macchina, va in coma e resta in rianimazione fra speranza e disperazione - anche del pubblico - per quasi tutto il film. Il bimbo riapre gli occhi, c'è un momento di speranza, ma li richiude subito e muore. L'unico personaggio che dimostra sensibilità, la violoncellista, si suicida. Quando appare il vecchio Jack Lemmon ci si augura: non potrà che essere migliore dei giovani. Invece è peggiore. Piagnucola davanti al figlio - il padre del bimbo morente - e rivanga vecchissimi dolori inutili e sepolti. Non gli importa niente del resto. Il film ha ottenuto il Leone d'Oro a Venezia 1993, insieme a Film Blu di Kieslowski, inoltre la giuria ha istituito ex novo un Leone da attribuire all'intero cast. Tutto meritato. Naturalmente il film lascia in bocca il sapore detto alla prima riga. Noi continuiamo a pensare che il cinema non sia solo tecnica e capacità di rappresentazione. Continuiamo a pensare che un grande autore si debba porre di fronte al problema con una volontà non soltanto suicida. Sarebbe utile una proposta. Altrimenti, anche la più grande denuncia è mutilata. Lo hanno insegnato i massimi artisti di ogni epoca.
A Los Angeles, nel corso di una massiccia disinfestazione aerea, si intrecciano le vicende di una ventina di personaggi: una coppia al capezzale del figlio entrato in coma dopo essere stato investito da un'auto; tre pescatori alle prese con il cadavere di una donna in un fiume; un medico sconvolto dalla rivelazione delle infedeltà della propria consorte; un poliziotto che tenta di disfarsi di un cane; un pilota impegnato a distruggere la casa della sua ex-moglie; una violoncellista che medita il suicidio...
Tratto da nove racconti brevi e da una poesia dello scrittore minimalista Raymond Carver, America oggi è un caleidoscopico affresco della società contemporanea, ed uno straordinario racconto corale con il quale il regista Robert Altman, l'autore di Nashville, disegna uno spaccato doloroso e inquietante dell'America degli anni '90, racchiudendo in una durata di circa tre ore i piccoli e grandi drammi privati di un gruppo di personaggi i cui destini si legheranno in modo del tutto imprevedibile. Accolta da lodi entusiastiche al Festival di Venezia 1993, la pellicola si è aggiudicata il Leone d'Oro come miglior film ed un premio speciale per l'intero cast, composto da oltre venti comprimari, tra cui alcuni veterani quali Jack Lemmon e Lily Tomlin e molti giovani attori sulla soglia della celebrità come Tim Robbins, Andie MacDowell, Frances McDormand, Julianne Moore, Robert Downey Jr e Jennifer Jason Leigh.
Il film si apre con una panoramica notturna di Los Angeles, accompagnata dal rumore di cinque elicotteri che sorvolano la città per spargere una sostanza insetticida contro un fantomatico parassita. Dopo questo bizzarro esordio, Altman ci introduce gradualmente all'interno delle vite quotidiane dei suoi protagonisti, rappresentanti di un'umanità sbandata e alla deriva; nell'arco di pochi giorni, le loro rispettive esistenze si troveranno a collimare l'una con l'altra, magari anche solo per un attimo, modificandone (talvolta in maniera irreparabile) il corso e la direzione. La regia di Altman si mantiene sempre distaccata e oggettiva rispetto alle vicende narrate, rifiutandosi di esprimere giudizi morali, ma allo stesso tempo senza impedire il coinvolgimento emotivo dello spettatore, come nell'episodio dei coniugi Finnigan (Andie MacDowell e Bruce Davison), uniti dall'angoscia per la sorte del proprio bambino che giace privo di conoscenza in un letto d'ospedale.
La sceneggiatura del film, scritta dal regista insieme a Frank Barhydt, riesce ad amalgamare con impeccabile fluidità i diversi episodi della trama, realizzando un'eccellente mistura di dramma, humor nero, grottesco e tragedia. Ancora una volta, Altman si serve della struttura polifonica caratteristica del suo cinema per affrontare un'ampia varietà di tematiche: il ruolo del caso negli eventi di ogni giorno; la solitudine e il tradimento come motori degli impulsi più irrazionali e (auto)distruttivi; la presenza di un fato beffardo e incomprensibile; ed infine la morte, che si manifesta all'improvviso nelle forme più assurde. Ma in questo deserto di infelicità e indifferenza, soltanto un comune senso di solidarietà fra esseri umani può sperare di alleviare la nostra disperazione: come accade in una delle ultime scene, quando i coniugi Finnigan riceveranno un inaspettato conforto nel loro lutto dalla persona più improbabile. Il tono di amaro pessimismo e di profonda malinconia della storia, accentuato dal sottofondo di musica jazz, assume risvolti quasi apocalittici nel finale del film, quando una violenta scossa di terremoto (forse il preludio di un'imminente catastrofe) travolgerà tutto e tutti... almeno per qualche minuto, prima che la vita riprenda a scorrere come se nulla fosse successo.
Una grande prova di regia per Robert Altman e un meritatissimo Leone D'Oro. "America Oggi" non è solo un attuale ritratto della società occidentale di fine XX secolo, ma anche un nuovo modo di fare cinema e di raccontare storie. Cast strepitoso.
I film di Robert Altman che preferisco, sono "Nashville" e "America Oggi" (Short Cuts). Forse perchè hanno in comune la struttura narrativa, costituita da svariate storie che s'intrecciano l'una con l'altra, e, entrambe costituiscono una dura critica al "sogno americano". Ma se il primo mostra la politica trasformata in un luna park, uno show, in "America Oggi" si assiste alla vita di persone che hanno [...] Vai alla recensione »
I film di Robert Altman che preferisco, sono "Nashville" e "America Oggi" (Short Cuts). Forse perchè hanno in comune la struttura narrativa, costituita da svariate storie che s'intrecciano l'una con l'altra, e, entrambe costituiscono una dura critica al "sogno americano". Ma se il primo mostra la politica trasformata in un luna park, uno show, [...] Vai alla recensione »
L’America di oggi, anzi di ieri visto che il film è del 1993 è la perfetta rappresentazione dei disagi della società civile di sempre, chiusa nei propri vizi, incapace di trovare una dimensione dove collocare le proprie virtù. E nel rappresentare un mondo che non va, o che va accettato per quello che è, forse questo il messaggio vero, Altman gioca con i difetti [...] Vai alla recensione »
Nove vicende riprese dai racconti di Raymond Carver in Di cosa parliamo quando parliamo d'amore. Robert Altman riesce ad intrecciare storie diverse in un film solido e immediato, in cui la coerenza di fondo è alimentata da una mancata redenzione dei personaggi. Lo svolgimento è cadenzato, il ritmo piuttosto sostenuto dai dialoghi interminabili offerti da un cast stellare, benché [...] Vai alla recensione »
Los Angeles degli anni ’90. Cinque vite apparentemente differenti legate da un destino. Un poliziotto con plurime amanti e una bellissima casalinga in balia dei suoi figli; una barista quarantenne e un’autista di limousine alcolizzato (Tom Waits); una coppia di ricchi borghesi perde tragicamente un figlio; un dottore in ascesa e una giovane ma frustrata pittrice (Julianne Moore); un’animat [...] Vai alla recensione »
Le recensioni di Mymovies mi danno sempre molta soddisfazione. L'ultima frase fa riflettere.
Un campione d'umanità cruda divisa in storie convergenti fatte di egoismo, indifferenza, vuoti d'anima e follia, cast e doppiaggio eccellenti per un film a cui forse avrebbe giovato una durata di visione più ragionevole, storie nelle quali si osserva la vita del quotidiano orrore sapendo bene di non essere spettatore immune da contagio e quando è finito, ti guardi già [...] Vai alla recensione »
un piccolo capolavoro del maestro Altman con un cast impressionante. L'inizio con questi elicotteri che sorvolano los angeles è molto Felliniano. geniale il finale con il terremoto. e in mezzo? 188 minuti per raccontare storie di vita ordinaria ed extraordinaria, in un giorno qualsiasi a los angeles. Voto: 8.5
Ho conosciuto il film dopo aver letto 'Cattedrale' di Raymond Carver e devo dire che mi è piaciuto decisamente di più il libro. Penso però che non sia per demeriti di Altman. Non credo infatti che si potesse trasmettere meglio quello che trasmette Carver con i suoi racconti. Leggo inoltre che ha vinto un Leone d'oro pari merito con Tre colori-Film Blu di Kieslowski, [...] Vai alla recensione »
è un film devastante certo e lascia anche l'amaro in bocca. Non lo consiglierei alle persone sensibili, ma dal punto di vista registico, narrativo e della capacità di mostrare senza pregiudizi, senza interferire con gli eventi, è un film magistrale. Certo Altman va capito e quando gira un fim come "the company" che è un vero capolavoro, non tutti possono [...] Vai alla recensione »
Le brevi storie commoventi, atroci o divertenti di nove coppie, segmentate e intersecate come in Beautiful, compongono nella Ugly Town, la Brutta Città esemplare del cinema, Los Angeles, il paesaggio umano e disumano della realtà americana oggi. Il film corale molto bello, vincitore a Venezia di mezzo Leone d’oro, lungo oltre tre ore, recitato da un gruppo di attori perfetti pure premiati a Venezia, [...] Vai alla recensione »
Certo i sogni hanno poco a che vedere con le recensioni. Ma dopo aver visto Short Cuts, mi è capitato di fare un puntualissimo sogno a proposito di Robert Altman. Meglio, a proposito di Raymond Carver, il grande scrittore dei piccoli racconti che Altman ha intrecciato, rimontato, intessuto nel suo bellissimo film. Ho sognato che cercavo di spiegare a qualcuno le ragioni del fascino che Short Cuts esercitava [...] Vai alla recensione »
Invasione di insetti a Los Angeles: il cielo della grande metropoli, assediata dalla mosca della frutta, è solcato ogni notte da stormi di elicotteri che spargono un potente insetticida. Il veleno cade sui terreni incolti, ma anche su case e giardini, creando un clima di ansia tra la popolazione. Comincia così, con una lunghissima sequenza notturna sopra la quale scorrono i titoli di testa, America [...] Vai alla recensione »
Viene subito alla mente Nashville (1975): con America oggi (Short Cuts) Robert Altman “gira” ancora attraverso il disordine del suo Paese. Gira: nell’ambiguità della parola c’è una via d’accesso al suo ultimo film e alla sua poetica d’autore. La macchina da presa di Altman gira in senso forte. Molti suoi film sono narrazioni circolari: storie intessute di microstorie, di vicende particolari che s’incontran [...] Vai alla recensione »