| Anno | 2025 |
| Genere | Commedia, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 105 minuti |
| Al cinema | 320 sale cinematografiche |
| Regia di | Paolo Virzì |
| Attori | Valerio Mastandrea, Galatéa Bellugi, Valeria Bruni Tedeschi, Ilaria Spada Anna Ferraioli Ravel, Francesco Dominedò, Anna Lazzeri. |
| Uscita | giovedì 30 ottobre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Vision Distribution |
| MYmonetro | 3,47 su 26 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 27 ottobre 2025
Adriano, misantropo solitario a Villa Guelfi, entra in conflitto con giovani che coltivano la vigna. Col tempo, diffidenza diventa alleanza, specie con Matilde. Cinque secondi è 7° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 27.056,00 e registrato 260.318 presenze.
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CONSIGLIATO SÌ
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Adriano Sereni è un cinquantenne che vive da recluso dentro un'ex scuderia. Non fa entrare in casa nemmeno il tecnico per riparare la caldaia, o il postino che gli consegna raccomandate destinate a rimanere chiuse, e si ciba solo di scatolette che abbandona in giro per la sua disordinata dimora. Non si lava praticamente più e "puzzicchia", come dice la sua amica Giuliana Marziali, che è stata sua socia in un importante studio legale: perché Adriano era un avvocato di successo, prima che un tragico evento gli spezzasse la vita in due. Giuliana cerca di convincerlo a presentarsi in tribunale - sì, le raccomandate erano convocazioni giudiziarie - ma lui accetta solo perché gli pare un'opportunità di rivedere il figlio Matteo, rimasto a vivere con l'ex moglie, cui manda messaggi quotidiani che rimangono senza risposta. Intanto, nella villa abbandonata di fronte alle scuderie, si accampa un gruppo di ragazzi, capitanato dalla volitiva Matilde, che vuole piantare viti e fare il vino, disturbando lo scorbutico eremita.
Che cos'è un padre? È questa la domanda che pone Cinque secondi, il nuovo film diretto da Paolo Virzì e scritto insieme al fratello Carlo e a Francesco Bruni (anche coautore del soggetto), e che per fortuna non è un film a tesi, ma una storia vera e propria, per certi versi quasi una favola (il gruppo dei giovani disturbatori" che passano gran parte del temo a suonare e cantare sono davvero una fantasia bucolica).
Cinque secondi appare come il doloroso precipitato dell'esperienza di padre separato del regista sublimata in forma artistica, depurata dal rancore, ma ancora profondamente radicata nella paura di non essere la figura paterna che sperava per i propri figli: non è un caso che nella squadra del film ci siano suo fratello e sua figlia Ottavia, qui (ottima) costumista. Adriano è "un padre che ha sempre navigato controvento", che ha compiuto azioni "inadatte" e ha immaginato il proprio ruolo in modo creativo e inconsueto per poi comprenderne "cinque secondi" troppo tardi i rischi. Si è rivelato a se stesso un padre "inadatto", e adesso è intento ad espiare quella colpa, comportandosi come un Clint Eastwood maremmano (e ricordiamo che il nucleo del senso di colpa di Eastwood, che è anche il nucleo doloroso e irrisolto di alcuni dei suoi film, è il tormentato rapporto con una delle sue figlie).
Matilde, che rifiuta ogni forma di patriarcato, è anche un modo per raccontare una generazione, quella dei ventenni di oggi, che sta ridefinendo i ruoli di genere, il che lascia soprattutto i maschi privi di una collocazione tradizionale, e non sempre per scelta. Il corollario del concetto di "terra abbandonata diventata di tutti" con cui il gruppo dei ragazzi si impossessa dello spiazzo di fronte alle scuderie è che l'appartenenza - a una famiglia, a un genere, a un'identità - sia superata, e questo non è solo liberatorio, è anche... spiazzante. "Tanto un padre non serve", si dirà nel film. Dunque "c'è ancora bisogno di padri?" potrebbe essere la domanda correlata a quella centrale. Ma il team di sceneggiatura, la regia "a mestiere" di Virzì e la recitazione del cast creano personaggi, non algoritmi. E dunque Valerio Mastandrea regala la sua naturale misantropia e la sua incongrua tenerezza al ruolo di Adriano: Valeria Bruni Tedeschi fa di Giuliana una donna di buon carattere, sempre disposta a comprendere e ad alleggerire; Ilaria Spada nel ruolo dell'ex moglie lascia filtrare la sua dolcezza attraverso le crepe dolorose d una maschera di rancore e disperazione. Ma a brillare è soprattutto Galatea Bellugi, di formazione artistica mitteleuropea, restituendo carne, sangue e toscanità ad un personaggio che sulla carta avrebbe potuto rimanere uno stereotipo agreste. Con Cinque secondi Paolo Virzì fa un j'accuse del sarcasmo con cui, in una certa misura, ha guardato il mondo, anche attraverso i suoi film, e abbandona ogni distacco ironico per immergersi (e immergerci) nel viaggio di redenzione del quale abbiamo disperatamente bisogno oggi. Il suo film è speculare e contrario al monologo nichilista e disfattista di Emanuela Fanelli in Un altro ferragosto, senza peraltro mai cadere in un buonismo "veltroniano" assolutorio e opportunista. "Bisogna avere fiducia, tanta fiducia", dirà Adriano, con nello sguardo la consapevolezza che quella fiducia potrebbe non bastare. Ma che sa che, da padre, è imprescindibile, e le si deve imprescindibile rispetto.
Quando una storia intima e personale incontra la necessità di essere raccontata, un autore come Paolo Virzì riesce, anche questa volta, a coinvolgere profondamente il pubblico. Cinque secondi è un film che esplora la vita interiore, gli stati d’animo e la mente di un solo personaggio: Andrea, inizialmente ritratto come un burbero misantropo, distante dalla societ&agrav [...] Vai alla recensione »
Quest'ultima opera del regista Paolo Virzì senza dubbio merita di essere vista al Cinema in quanto scopriremo solo alla fine della trama un sottile e profondo significato. La storia ha come protagonista Adriano, un eremita cinquantenne che vive da autorecluso dentro una scuderia abbandonata non distante da Villa Guelfi. Un dramma personale e familiare l'ha segnato, spingendolo ad abbandonare [...] Vai alla recensione »
Una residenza isolata nel bosco, tempo infame. Un uomo vi abita da solo e in modo selvatico, praticando la misantropia. ? infastidito in particolare dall?arrivo di una comitiva di ragazze e ragazzi che si insedia nella villa (abbandonata) poco distante e che comincia a lavorare alle vigne abbandonate (di sangiovese) e far festa di sera a suon di chitarra.
“Cinque secondi” di Paolo Virzì artisticamente e contenutisticamente è di altissimo livello. Narrazione e recitazione si abbracciano trascinando lo spettatore in una storia profonda e densa di significati. Ogni fatto raccontato ha più risvolti non esistendo una sola interpretazione, perché la realtà è molto più complessa della superficialit& [...] Vai alla recensione »
Tema e contenuti molto ben descritto
Dire splendido è un eufemismo Grandi i personaggi grandi le interpretazioni Geniale la trama
Ottio film dellAnia e cuore di Paolo Virzì scritto con Bruni benissimo ottimi dialogi e grande regia .Il sapore del cuore e dell'anima di un ex-padre raccontato senza patetismi e diretto con leggerezza ed accortezza scalfendo in profondità nobilitando il rapporto padri e figli con occhio e sentimenti acuti e profondi.Poi Valerio Mastandrea pianta un personaggio bellissimo assecondato [...] Vai alla recensione »
Non temere, udrai la verità, diceva Seneca. Una frase seguita alla lettera in questo film di Virzì dal protagonista. Un film che scorre lento come le stagioni che vediamo passare sullo schermo. Lo penalizza un po' una sceneggiatura striminzita che cerca di sorreggere la buona idea centrale. Rimane pur sempre una boccata d'aria, semplice e leggera.
Un film che mi è parso quasi una metafora contemporanea del sacro... la metafora del vigneto...la vite con le sue risonanze bibliche.. Adriano, un nome che è legato a una figura carismatica di imperatore romano, riflessivo e pacato, qui spicca la sua figura quasi evangelica... si auto crocifigge...si esilia in un campo degli ulivi che compare in una scena.
Soggetto interessante non sorretto da una sceneggiatura sempre equilibrata (soprattutto nella prima parte).Anche Mastandrea ? molto pi? credibile con il proseguire della storia, ma troppo carico all'inizio.Film che comunque emoziona e commuove: da vedere.
Di fronte alla complessità di ciò che nella nostra esistenza può succedere, al casuale e ignorante modo che la sorte esercita per distribuire piaceri o sventure, è possibile trovarsi dentro qualcosa che non possiamo cambiare ma solo attraversare. Come? Non esiste una ricetta universale. Il peso può essere troppo grande da sopportare.
Il film nel complesso ? godibile ma l'ho trovato un po' scontato. Niente di nuovo.
Conferma che il cinema non è più in grado di proporre storie capaci di coinvolgere. Dignitoso, ma non ha niente da dire che stimoli una qualsiais riflessione significativa.
Toni da commedia per raccontare una storia alla cui base c'è un dramma familiare: un territorio nel quale Paolo Virzì si trova da sempre a proprio agio. E pure quello in cui Valerio Mastandrea - con la sua maschera capace di accumulare nel tempo rughe amare senza perdere in amabilità - offre il meglio di sé. Anche se poi in Cinque secondi il regista livornese frena parecchio la propensione al sarcasmo, [...] Vai alla recensione »
Silenzio, un accumulo di piatti sporchi, una perdita del soffitto: il movimento circolare con cui la cinepresa mostra la trascuratezza di un ambiente sperduto riflette la rinuncia esistenziale di Antonio Sereni - altrettanto isolato, maltenuto, restio a far entrare qualcuno in casa sua. All'inizio, nulla si sa. Finché compaiono due colleghi avvocati, un gruppo di ragazzi occupa abusivamente la tenuta [...] Vai alla recensione »
Gruppo di famiglia ecologica in un esterno di viti e aspirazioni morali. Il riferimento al film di Visconti va purtroppo abbinato alla commedietta Sotto il sole della Toscana. Chissà Virzì dove ha visto questo mondo volenteroso ed edificante. Depresso isolato ricco avvocato con senso di colpa per la morte della figlia risorge spinto dalla vitalità ambientalista dei «gggiovani», col transfert di una [...] Vai alla recensione »
Non sappiamo chi sia Adriano Sereni. Lo troviamo che vive solitario nelle ex stalle malamente ristrutturate della tenuta Guelfi, lontano e scontroso nei confronti del mondo. Ancor meno sappiamo perché abbia quel tipo di comportamento, perché si limiti a sfogliare carte e a scribacchiare, senza neppure guardare la posta. Quando poi lì accanto nella villa un po' fané della tenuta arriva una sorta di [...] Vai alla recensione »
Dopo il non eccelso Un altro ferragosto (2024) e un quasi decennio di collaborazione alla scrittura per quattro film insieme a Francesca Archibugi (anche lei in anteprima alla Festa di Roma per presentare una propria nuova opera, Illusione), con una certa impazienza si aspettava di nuovo al varco e all'opera il livornese Paolo Virzì. Che è tornato in Cinque secondi a cofirmare la sceneggiatura con [...] Vai alla recensione »
L'avvocato Mastandrea s'è ritirato in campagna, ha lasciato il lavoro, non vuol vedere nessuno. Sua figlia (disabile) è morta (annegata). Quando Virzì si tiene stretto al punto, al dolore di un padre e al suo senso di colpa per i cinque secondi in cui, invece di soccorrere la ragazza, si paralizzò, quei momenti sono tra i migliori di tutto il suo cinema.
È un film che gode di impegni e valori produttivi importanti, di una sceneggiatura complessa e a molti strati. Ha l'intelligenza di scegliere un punto di vista, che è quello del personaggio principale, quasi onnipresente, Adriano Sereni, di cui il film segue l'intero percorso di redenzione personale da una situazione di profonda depressione a una di (relativa) riconciliazione con sé stesso e con il [...] Vai alla recensione »
Dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma, arriva nelle sale Cinque Secondi. Dai primi minuti le immagini conducono lì dove il cinema è più autentico, tra territori accidentati, isolamento, oscurità, mentre notti, crepuscoli e albe alternano i loro colori riflettendo stati d'animo. Tutto converge su una rivelazione inespressa, ancorata lì dove si sono fermati il ricordo e la stessa esistenza di [...] Vai alla recensione »
Intanto: Valerio Mastandrea è nato per questo ruolo. Misurato, controllato, umano: un attore monumentale, sul quale non si è ancora ragionato a fondo, mettendo a fuoco con chiarezza quanto abbia realmente segnato la storia del cinema italiano negli ultimi trent'anni. «Cinque secondi» è un invito a farlo: non si scappa, non ci sono più scuse. Per raccontare il dolore, l'isolamento e la sofferenza di [...] Vai alla recensione »
Valerio Mastandrea è "accartocciato e vulnerabile". Le nuove generazioni fanno paura, quindi Paolo Virzì sceglie di accarezzarle. Sintesi: siamo di fronte a un'opera sul dolore catartico. Si capisce benissimo che il recensore ha fatto tesoro delle note per la stampa, e sa per esperienza che la minima critica rivolta al regista livornese provoca reazioni vivaci - diciamo così.
In mirabolante equilibrio tra commedia e dramma, Virzì torna a raccontare turbamenti e speranze del nostro tempo attraverso personaggi tanto ordinari, quanto destinati a lasciare traccia nella memoria collettiva. Confeziona, in tandem con il fidato sceneggiatore Francesco Bruni, una storia che germoglia tra toni foschi per poi a poco a poco dischiudersi e riverberare poesia.
Cosa sono 5 secondi, attimo così infinitesimale da non averne nemmeno la percezione? Eppure a volte la cognizione del tempo passa per opposte sensazioni, come dice il protagonista dell'ultimo film di Paolo Virzì, appunto "5 secondi", che per lui sono stati «tanti, tantissimi, troppi», perché in quella durata lampo ad Adriano Sereni, un cinquantenne, un tempo avvocato di successo, il mondo gli è crollato [...] Vai alla recensione »
Ogni tanto per fortuna succede. Dopo tante figure improbabili, ambienti fasulli, psicologie disegnate col righello, arriva un film in cui i personaggi saltano in piedi ed escono dallo schermo per gridare (o sussurrare) le loro piccole e grandi verità. La verità che Valerio Mastandrea non smette di ribadire, col corpo, con gli occhi, con la voce ancor prima che con le parole, non è nuova ma è eterna [...] Vai alla recensione »
Adriano vive rintanato in una dimora disabitata e in rovina in Toscana. A pochi metri, una comunità di ragazze e ragazzi si dedica alla cura di vigneti abbandonati. L'incontro tra due mondi costringerà l'uomo a fare i conti con il senso di colpa che lo hanno spinto fuori dal mondo, mettendolo di fronte a una possibile rinascita e riconciliazione. Diretto da Paolo Virzì e interpretato da Valerio Mastandrea, [...] Vai alla recensione »
Cinque secondi di Paolo Virzì potrebbe apparire un film abbastanza classico, sia per la linea di continuità con i precedenti lavori del regista, che per il tema della paternità e delle relazioni familiari. E - invece - per diversi aspetti possiamo dire che sia un film controcorrente. Lo è, poiché in un'epoca in cui lottiamo ogni giorno contro una cultura che è ancora stancamente e tristemente patriarcale, [...] Vai alla recensione »
Cinque secondi bastano per frantumare una vita. Adriano Sereni (Valerio Mastandrea, mai così cupo e misantropo) è un avvocato di successo che, dopo una tragedia indicibile, si è ritirato dal mondo. Vive, isolato, nelle scuderie di una villa sulle colline toscane. Riceve solo la sua ex collega di studio (Valeria Bruni Tedeschi) che vorrebbe farlo reagire.
Paolo Virzì è considerato, assieme a Riccardo Milani, l'unico erede legittimo della grande stagione della commedia italiana. E anche i grandi di quel tempo (Risi, Monicelli, Scola, Comencini) giravano di tanto in tanto film inequivocabilmente, dolorosamente "seri". Cinque secondi è un film serio, che non vi strapperà nessuna risata. Valerio Mastandrea interpreta Adriano Sereni, un avvocato che si è [...] Vai alla recensione »
Chi è il burbero signore barbuto e trasandato che fuma il sigaro, scrive un misterioso "papiello", non parla (non si sente un fiato nei primi 10 minuti del film) e abita mangiando cibo in scatola le tenebrose stalle della limitrofa Villa Guelfi nella campagna toscana? Si chiama Adriano (Valerio Mastandrea) faceva l'avvocato (forse addirittura geniale) ed è il protagonista di Cinque secondi, diciottesimo [...] Vai alla recensione »
C'è ancora vita dopo la morte. Virzì lo aveva già mostrato nel suo film più struggente, La prima cosa bella. Lì c'era una condizione di attesa. Qui ci sono l'elaborazione di un lutto e poi una rinascita. Adriano, ex avvocato, vive isolato nelle scuderie di Villa Guelfi in Toscana. L'arrivo della "contessina" Matilde assieme a un gruppo di giovani neolaureati e, parallelamente, un processo da affrontare [...] Vai alla recensione »
La neve fuori, il caffè in cucina, il caos ovunque. Basta poco a descrivere la nuova vita di Adriano Sereni, affittuario delle stalle ristrutturate di una villa nobiliare situata nelle campagne della Toscana nord-occidentale. Nulla facendo, sopravvive a se stesso, mezzo sigaro perenne in bocca, il barbone grigio, la solitudine come destino dolorosamente auto-inflitto.
Il veterano Virzì riflette su idealismo della Generazione Z (ha anche prodotto un bel documentario sul movimento ecologista Ultima generazione) e sensi di colpa degli adulti. Cinque secondi, nella sezione Gran Public, vede Valerio Mastandrea governare con maestria i tormenti di un avvocato che forse ammetterà ogni responsabilità circa la controversa morte della figlia disabile.
Nel 2002, quando My Name is Tanino venne presentato fuori concorso alla cinquantanovesima edizione della Mostra di Venezia, la sala Grande accolse le note di Cello Song di Nick Drake che irrompevano in una delle sequenze più accorate del film di Paolo Virzì, all'epoca impegnato nella sua quinta regia all'interno di una carriera iniziata da nemmeno un decennio da un punto di vista professionale.
Nel cinema di Paolo Virzì lo svelamento delle anime e delle intenzioni effettive di ciascun personaggio sembra passare, in primo luogo, per i brani musicali e soltanto dopo per la scrittura. La scelta della colonna sonora, infatti, non appare mai casuale, e Cinque secondi, il suo diciassettesimo lungometraggio da regista, scritto con il fratello Carlo e Francesco Bruni, lo dimostra con forza.
Paternità, colpa, rinascita, il nuovo film di Paolo Virzì, sette volte David di Donatello, racconta la storia di un uomo schiacciato dal rimorso, ma anche della possibilità che la vita offre se non proprio di riparare, quantomeno di recuperare. Cinque secondi, presentato alla 20ª Festa del Cinema di Roma e in sala dal 30 ottobre con Vision Distribution, vede Valerio Mastandrea in una delle sue performance [...] Vai alla recensione »
C'è, nel nuovo film di Paolo Virzì, un uomo spezzato e una comunità che prova a rifondarlo. Lui è Adriano (Valerio Mastandrea), avvocato ricco e depresso ritiratosi nelle stalle ristrutturate di una villa toscana in decadenza. Quei "cinque secondi" in cui si è distratto - abbastanza per perdere tutto - sono il cuore segreto del racconto: non solo l'istante del trauma, ma la misura morale di una paternità [...] Vai alla recensione »