America oggi

Los Angeles degli anni ’90. Cinque vite apparentemente differenti legate da un destino. Un poliziotto con plurime amanti e una bellissima casalinga in balia dei suoi figli; una barista quarantenne e un’autista di limousine alcolizzato (Tom Waits); una coppia di ricchi borghesi perde tragicamente un figlio; un dottore in ascesa e una giovane ma frustrata pittrice (Julianne Moore); un’animatrice per bambini e un marito con l’hobby della pesca…
Altman ancora una volta porta il pubblico a cercare una spiegazione nell’animo umano e alla ricerca di una coscienza ormai messa da parte se non direttamente dimenticata.
Viene descritta un’America priva di comunicazione ma ricca di tradimenti, problemi di coppia e liti che rappresentano la copertura apparente di un paese che mostra le sue paure e i suoi problemi di comprensione non solo tra i suoi abitanti ma anche all’estero con la guerra del golfo (non accennata ma che inconsciamente ha distrutto la stima di un popolo abituato a vincere). Una fitta e complessa rete di congiure amorose e coniugali fatte di sesso e insoddisfazioni accompagnata dal violoncello di una bionda musa suicida e dalla tragica voce di una madre abbandonata ai suoi ricordi. Robert Altman riprende al meglio gli stati d’animo di giovani che non hanno più nulla da perdere descrivendo una civiltà dalla quale ognuno di noi ha preso spunto.
Un giornalista alla prima del film, rivolse al regista questa domanda: “ Perché non hanno chiamato la polizia anziché continuare a pescare?” il regista rispose: “Mi limito a descrivere quel che vedo in giro”. Ci chiediamo come faccia ad essere cosi dannatamente bravo. Assolutamente divino. Leone d’oro a Venezia nel ’93.