Titolo originale | Les Linceuls |
Anno | 2024 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Canada, Francia |
Durata | 119 minuti |
Regia di | David Cronenberg |
Attori | Vincent Cassel, Diane Kruger, Guy Pearce, Sandrine Holt, Al Sapienza Elizabeth Saunders, Jennifer Dale, Ingvar Eggert Sigurðsson, Eric Weinthal, Steve Switzman, Vieslav Krystyan, Victoria Fodor, Jill Niedoba. |
Uscita | giovedì 3 aprile 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Europictures, Adler Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,28 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 26 marzo 2025
Cronenberg continua la sua esplorazione dei confini tra tecnologia, corpo e mente, offrendo una riflessione profonda sul dolore e sulla memoria.
CONSIGLIATO SÌ
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Rimasto vedovo di Becca da quattro anni, Karsh ha faticosamente trovato il modo di elaborare il lutto, benché in maniera peculiare. Grazie ai suoi ingenti mezzi finanziari ha fondato una società, GraveTech, che fabbrica sudari speciali, che permettono di riprendere con videocamere i defunti e di farli osservare post mortem ai congiunti attraverso un dispositivo elettronico. Soprattutto Karsh può così osservare Becca in ogni momento, anche da morta. Così facendo, scopre un'anomalia nelle ossa di Becca, come se queste stessero mutando sottoterra. Nel frattempo il cimitero GraveTech dove è sepolta Becca subisce un atto di vandalismo e di hacking informatico, apparentemente riconducibile a un gruppo di ecoterroristi islandesi. Maury, cognato di Karsh, e Terry, sua ex moglie e sorella di Becca, identica a lei tranne per carattere e acconciatura, pensano che siano coinvolti servizi segreti russi e cinesi, interessati alle potenzialità strategiche offerte dai sistemi GraveTech.
In continuità con Crimes of the Future David Cronenberg prosegue nel suo percorso di rarefazione del ritmo e di riflessione metafisica, nuovamente accompagnato dai bordoni ipnotici assemblati da Howard Shore.
In netta discontinuità con l'immediato predecessore della filmografia del regista canadese, invece, The Shrouds è un film costruito sul dialogo, verboso e quasi dimesso sul piano scenografico, benché la tecnologia reciti un ruolo di primaria importanza. Se l'idea dei sudari che coprono interamente il corpo, per riprenderlo ad aeternum, mostra qualche comunanza con la tuta del recente L'uomo invisibile di Leigh Whannell, il resto di The Shrouds è materia profondamente cronenberghiana, con più di un momento di dichiarata autoreferenzialità. Le ossessioni storiche di Cronenberg ritornano puntualmente: voyeurismo; mutazione del corpo, qui oltre la vita; sessualità libera(ta) nella sua morbosità; necessità di esperire fino in fondo qualcosa di estremo e metafisico che la società ignora, condanna o non comprende. Il protagonista, un Vincent Cassel trasformato anche a livello fenotipico in alter ego del regista, elabora il lutto a suo modo, ma durante il processo - visto dai più come malato e sacrilego - si avvicina a zone percettive che gli erano sin qui ignote. Benché il modo di raccontare sia mutato e si sia adeguato al linguaggio cinematografico contemporaneo, Cronenberg prosegue un discorso sulla carne e sull'ossessione scopica che è coerente sin dai tempi di Scanners e Videodrome. Il corpo di Becca è un "mondo" per Karsh, è "l'unico luogo in cui abbia realmente vissuto". Karsh non riesce a separarsi da esso né a resistere all'impulso di osservarlo e controllarlo, fino a creare un simulacro digitale per poter giacere virtualmente con lei. L'altro tema di The Shrouds, e l'altro male del secolo per Cronenberg, è il cospirazionismo, la paranoia da complotto, che inevitabilmente finisce per tirare in ballo russi e cinesi, gettandosi a capofitto nel luogo comune della spy story e svuotandolo di ogni significato. Decidere se si tratti di un MacGuffin o di una chiave interpretativa è questione che riguarda lo spettatore, a cui è giusto non svelare di più.
Raccontando di morte, di lutto e di necessità di vedere oltre la vita, il ritmo impresso da Cronenberg si adegua di conseguenza. Tutto è rallentato fino all'esasperazione, i dialoghi sono recitati con fredda precisione e l'impressione - voluta e tutt'altro che casuale - è che alcune battute tra i personaggi siano quasi pleonastiche, più pertinenti a una discussione quotidiana che alla selezione della medesima (la famosa "vita senza le parti noiose" hitchockiana) in genere adottata dagli sceneggiatori. La tecnologia sempre più invasiva e l'intelligenza artificiale sono applicate da Karsh all'ultimo tabù possibile dell'esistente. Cronenberg non demonizza la tecnologia, ma mostra un'inedita diffidenza verso di essa e ne osserva lo strapotere, guidato dalla necessità umana di vedere di più, abusando di uno dei cinque sensi al di là di ogni ostacolo. Solo chi non vede - come una cliente magiaro-coreana - finisce così per essere affidabile e rassicurante, in un contesto di specie umana deteriorato dall'incapacità di porsi dei limiti e dalla cultura del sospetto e destinato a un necessario e salutare esilio offline.
Il medium è il messaggio. McLuhan? Anche Cronenberg. Cosa succede alla realtà e alla nostra percezione, al cinema dunque, quando tutto è visibile, ripreso, tenuto sotto controllo, fatto immagine? In The Shrouds lo sono i corpi, tracciati da dentro (e allora a cosa servono il gore, lo splatter, le frattaglie, se nulla è osceno, a questo punto, nemmeno le interiora?).
L'astrazione della carne, questione di definizione 8K, torsione 3D, distanza virtuale tra la decomposizione analogica e quella digitale: niente cellule, niente pixel, la materia occultata nello spazio puramente visivo di un sudario che invece di nascondere allo sguardo la materia che va via, ne palesa l'immagine... The Shrouds (in Concorso a Cannes77) è il punto di arrivo del cinema di David Cronenberg: [...] Vai alla recensione »
Un produttore canadese di video industriali, dalla morte della moglie Rebecca, quattro anni prima, si è dedicato principalmente a un cimitero futuristico nel quale ogni salma è avvolta in un sudario corredato di microcamere che permettono ai vivi, attraverso uno schermo sulla lapide, di osservare il progressivo disfacimento dei loro cari defunti. Un'impresa di successo, tanto che altri paesi vogliono [...] Vai alla recensione »
David Cronenberg dovrà ringraziare Vincent Cassel e Diane Kruger se The Shrouds - letteralmente i sudari - riesce a superare la noia cui induce il racconto di un vedovo inconsolabile che riesce a farsi costruire un velo digitale attraverso il quale può osservare la decomposizione del cadavere della moglie. Apprezzabile solo per l'appropriata freddezza della messa in scena e la misura degli effetti. Da [...] Vai alla recensione »
«Lo sa che i denti sono sensibili alle nostre emozioni? »chiede il dentista a Karsh - Vincent Cassel che somiglia incredibilmente a David Cronenberg quasi a dichiarare in modo esplicito un'autobiografia fra le tracce di sé, del suo immaginario, delle perdite e dei dolori vissuti. The Shrouds, il film con cui il regista canadese torna in concorso sulla Croisette a due anni di distanza da Crimini del [...] Vai alla recensione »
Impossibile accostarsi al nuovo film di David Cronenberg, The Shrouds, senza partire da un dato biografico: l'autore ha perso sua moglie, Carolyn Zeifman, nel 2017 dopo quasi quarant'anni di matrimonio. E il protagonista Karsh (Vincet Cassel) è persino abbigliato e pettinato come il cineasta canadese, quasi fosse il suo avatar scenico. Regista di video industriali e molto benestante, Karsh fatica infatti [...] Vai alla recensione »
Nel 2021, in piena pandemia mondiale, David Cronenberg mette in scena la sua morte in un cortometraggio intitolato The Death of David Cronenberg. Qui il regista entra nella sua camera da letto in accappatoio e si ritrova davanti al suo cadavere. La vista non lo traumatizza, anzi. Si stende accanto al suo corpo morto, lo abbraccia, sospirando in una forma di estasi.
Partendo dalla tragedia personale (la moglie è morta nel 2017), Cronenberg continua il suo percorso artistico sul corpo e più propriamente sulla carne, praticamente mai interrotto. In "The shrouds", che riporta ai sudari e alle sepolture, racconta la storia di Karsh (Vincent Cassel, che echeggia fisicamente lo stesso regista), regista e benestante da poco vedovo, che per restare a fianco della moglie [...] Vai alla recensione »
Non si uccidono così anche i sudari? Per non dire dei maestri. A ottantuno anni suonati, David Cronenberg ci porta al cimitero, complice la bella trovata del suo protagonista, il Karsh di Vincent Cassel pettinato à la Cronenberg, che da vedovo inconsolabile si inventa la GraveTech, avveniristico e controverso espediente per monitorare i cari estinti nei loro sudari.