Titolo originale | Pale Rider |
Anno | 1985 |
Genere | Western |
Produzione | USA |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Clint Eastwood |
Attori | Clint Eastwood, Michael Moriarty, Carrie Snodgress, Chris Penn, Richard Kiel John Russell, Billy Drago, Douglas McGrath, Richard Hamilton, Charles Hallahan, Marvin J. McIntyre, Richard Dysart, John Dennis Johnston, Jeffrey Josephson, Terrence Evans, Robert Winley, Chuck Lafont, Fran Ryan, Sydney Penny, Graham Paul, Jeffrey Weissman, Allen Keller, Tom Oglesby, Herman Poppe, Kathleen Wygle, Jim Hitson, Loren Adkins, Tom Friedkin, S. A. Griffin, Jack Radosta. |
MYmonetro | 2,70 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 31 maggio 2021
Un gruppo di onesti cercatori d'oro dà molto fastidio ad un ricco uomo d'affari senza scrupoli che, con la violenza, spera di cacciarli. Ma arriva un ...
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Un gruppo di onesti cercatori d'oro dà molto fastidio ad un ricco uomo d'affari senza scrupoli che, con la violenza, spera di cacciarli. Ma arriva un predicatore solitario, che si mette dalla parte dei cercatori e li aiuta, a suon di pallottole e dinamite, a eliminare tutti i cattivi. Tentativo di riesumare un genere, il western, morto da tempo. Per i nostalgici può andar bene, ma solo come premio di consolazione; anche se il film ha avuto successo, specie in Usa.
Tra montagne innevate, in un panorama d'aspra bellezza, in una casupola di assi di legno, una ragazza regge alcuni versetti della Bibbia. Sono le parole deIl'Apocalisse che annunciano la venuta dei quattro cavalieri, l'ultimo dei quali monta un cavallo bianco e dietro di lui viene l'inferno: è la morte. Annunciata da queste parole, finalmente la piccola figura che abbiamo visto muoversi sulle montagne appare in tutta la sua statura, è il "cavaliere pallido" del titolo, la Morte, cioè Eastwood. Questo inizio "biblico" lo dobbiamo allo stesso regista che ha collaborato alla stesura della sceneggiatura con Michael Butler e Dennis Shryack. "Non sono un accanito lettore della Bibbia - dichiarerà poi - ma la mitologia delle storie ivi narrate e a relazione che esiste con la mitologia western mi ha sempre affascinato". A riprova basterà ricordare Lo straniero senza nome (1973), il primo western diretto da Eastwood: in quel film un pistolero, in vista dello scontro finale con i "cattivi", obbligava i cittadini della piccola Lago a ridipingere tutte le case di rosso e a ribattezzare Hell (inferno) la cittadina. Ma Eastwood non è un mistico, come afferma lui stesso non si interessa alla Bibbia ma alle possibilità di suggestione che può riverberarsi sul genere.
Il cavaliere pallido trova le proprie radici nell'epica western, in particolare in Il cavaliere della valle solitaria (George Stevens, 1953), il film da cui gli sceneggiatori hanno ricavato molti dei personaggi e gli snodi principali della storia. Anche il film di Stevens narrava la vicenda di un solitario pistolero dal passato oscuro che si schiera in difesa di una comunità minacciata dall'avidità di un ricco possidente. Il cavaliere della valle solitaria (Alan Ladd) si affezionava alla famiglia di un contadino (Van Heflin) e in particolare al giovane figlio (Brandon de Wilde), mentre nella riedizione moderna gli sceneggiatori complicano le cose mettendo Preacher/il predicatore in casa di Hull Barrett, un uomo innamorato di una vedova, Sarah Wheeler, che vive con la giovane figlia Megan. Le donne finiscono per innamorarsi dell'avventuriero ma lui non è il tipo che si ferma e mette su famiglia come aveva fatto il texano dagli occhi di ghiaccio (1976), l'eroe del secondo western diretto e interpretato da Eastwood. In quel caso, però, si trattava di un personaggio legato a precisi confini storici e geografici (il Texas alla fine della guerra di Secessione) mentre nel film deI 1985 l'interprete della trilogia western di Sergio Leone si era cimentato in un ritorno alla forma più mitica del genere, facendo comparire dal nulla e poi sparire di nuovo all'orizzonte una figura enigmatica, un santo armato, un angelo protettore e vendicatore, un cavaliere impuro alla ricerca di non si sa bene cosa. Così la rivisitazione del mito del west passa attraverso l'introduzione nella figura dell'eroe di elementi di ambiguità (predicatore o bandito? Amico di Hull o amante di Sarah?), un lavoro sull'eroe che l'autore avrebbe ripreso con Gli spietati, una pellicola ancora più radicale nell'attribuire un fardello di colpe al protagonista: se in il cavaliere pallido possiamo solo fantasticare sul passato di Preacher, nella pellicola deI 1992 la vita di orrori e violenze viene rievocata con forza. Tassello importante nella definizione della poetica dell'eroe eastwoodiano, Pale Rider segna anche la definitiva maturazione stilistica dell'autore, che non risente più dello stile iperbolico e artificioso di Leone ma ha trovato un proprio modo di fare cinema asciutto nei movimenti di macchina, essenziale nel descrivere la quotidianità, ricco di suggestione, anche grazie all'apporto di un esperto direttore della fotografia come Bruce Surtees (già collaboratore assiduo di Siegel e poi dello stesso Eastwood) che crea un mondo di contrasti violenti fra gli esterni luminosi e gli interni sprofondati nelle tenebre.
Lo straniero senza nome e Cavaliere pallido. I due film possono essere analizzati in blocco, nonostante Lo straniero senza nome sia del 1973 e Pale Rider di dodici anni successivo, essendo numerose le affinità e le antinomie che li rendono centri speculari di un medesimo discorso eastwoodiano: quello sulla spettralizzazione dell’uomo (in questo caso del westerner).
Una tranquilla comunità di cercatori d'oro e continuamente vessata da un ricco proprietario che vorrebbe mettere le mani anche su quelle terre e relativi giacimenti. Ormati fiaccati dalle continue angherie subite, i cercatori otterranno un prezioso aiuto da un misterioso predicatore che prenderà le loro difese. Un buon film diretto e interpretato da Clint Eastwood sempre a suo agio [...] Vai alla recensione »
Il luogo nel film è abitato dai primi cercatori d'oro-minatori e da un proprietario terriero che ha messo in moto un sistema più avanzato per la ricerca del metallo prezioso. Pensa di fare fuori i minatori facilmente ed impossessarsi della terra da loro abitata. Arriva un cavaliere per difendere e aiutare un minatore che, una volta recatosi in paese, non è servito come desidera e viene attaccato da [...] Vai alla recensione »
Ricercatori d'oro vengono messi alle strette da un ricco proprietario terriero che vuole impossessarsi anche delle loro terre, le persone stanno ormai per crollare di fronte alle continue intimidazioni, ma l'arrivo di un misterioso cavaliere pallido darà la forza agli uomini di non mollare e combattere per le proprie terre. Classico Western diretto ed interpretato da Clint Eastwood in [...] Vai alla recensione »
"Pale Rider"(Clint Eastwood, soggetto e sceneggiatura di Billl Butler e Michael Sjyack, 1985), che in parte riprende temi e stilemi espressivi già cari al grande autore di cinema Eswood, dai personaggi inteprretati come attore nei film di Sergio Leone ma soprattutto in"High Plains Drifter"di 12 qnni prima, racconta di un pistolero vendicatore e"predcatore" [...] Vai alla recensione »
Una delle evoluzioni artistiche più stupefacenti della storia del cinema è quella che ha portato Clint Eastwood a trasformarsi da interprete iconico, ma di modesto talento, in uno dei massimi autori cinematografici americani ed internazionali. Il percorso è stato molto lungo ed infatti i capolavori che lo hanno consacrato sono arrivati in età matura, soltanto a partire [...] Vai alla recensione »
Questo"PAle Rider"(Clint Eastwood, 1985,soggetto e sceneggiatura di Michael Butler e Dennis e Dennis Shyak), più che un film western, usa il western come metafora della sopraffazione: l'industriale- latifondista che impedisce ai cercatori d'oro di avere il proprio"Sitz im Leben", ossia il luogo dove vivere, cercare l'oro, dunque lavorare, realizzarsi, è [...] Vai alla recensione »
Il ritorno dello Straniero senza nome nato dai capolavori di Sergio Leone..nonostante sia invecchiato sa il fatto suo...lo considero un western Eastwoodiano di buona fattura!
Clint Eastwod non recita. Sullo schermo è soltanto presente, impassibile, pietroso, sempre uguale a se stesso sia come il cavaliere (perché pallido?) di questo film, sia come ispettore di polizia, eccetera, eccetera ... Eppure cattura l'attenzione e l'interesse del pubblico che lo ama oltre i suoi meriti. Recita senza recitare.
Avendo gi'acercato di commentare questo"Pale Rider", capolavoro di Clint Eastwood del 1985,quando, e'da ribadire Clint aveva gia'dato piu'volte voce al suo talento di regista, straordinario, mi limito a tre considerazioni: A) La favola.-calunnia per cui Clint sarebbe"id destra", o magari"fascista", non ha ragione d'essere, in quanto il grnade creatore [...] Vai alla recensione »
Un gruppo di onesti cercatori d'oro dà molto fastidio ad un ricco uomo d'affari senza scrupoli che, con la violenza, spera di cacciarli. Ma arriva un predicatore solitario, che si mette dalla parte dei cercatori e li aiuta, a suon di pallottole e dinamite, a eliminare tutti i cattivi. Anche qui è evidente il tema classico di tutta la filmografia di Eastwood di [...] Vai alla recensione »
Non si capisce da dove venga, che passato abbia, che ci faccia lì e perchè vada via. Forse il peggior film di Eastwood, un film senza capo nè coda, con un finale assurdo e sciocco. Non male, comunque, la regia e bravi gli interpreti. Scenggiatura da dimenticare.
che storia, il cavaliere pallido è il cavaliere pallido, non è il parassita pallido..., quando scende in campo... nel paesino di farabutti, non è che aspetta... che il brutto il buono e il cattivo facciano le cose rischiando per lui che arriva si mette il tovagliolo pranzando come un gorilla, perchè non si ricorderebbe neanche più d'essere il cavaliere pallido, eg [...] Vai alla recensione »