Il cavaliere pallido

Acquista su Ibs.it   Dvd Il cavaliere pallido   Blu-Ray Il cavaliere pallido  
   
   
   

Angeli e demòni. Valutazione 5 stelle su cinque

di Paolo Assandri


Feedback: 1177 | altri commenti e recensioni di Paolo Assandri
sabato 11 febbraio 2012

Lo straniero senza nome e Cavaliere pallido.
I due film possono essere analizzati in blocco, nonostante Lo straniero senza nome sia del  1973 e Pale Rider di dodici anni successivo, essendo numerose le affinità e le antinomie che li rendono centri speculari di un medesimo discorso eastwoodiano: quello sulla spettralizzazione dell’uomo (in questo caso del westerner). Per quanto riguarda questi due western più che di spettri generici sembra trattarsi proprio di angeli e demòni, essendo espliciti i richiami alla religione cristiana in entrambi. In Lo straniero senza nome Lago metamorfosa in Hell nel cartello di benvenuto e nel colore, vengono appiccate fiamme inquietanti durante lo scontro finale con ovvio riferimento simbolico e iconografico dell’inferno cristiano. In Pale Rider sono reiterate le letture e i riferimenti ai testi sacri, a cominciare dal titolo Cavaliere pallido che è portatore di morte secondo l’Apocalisse di Giovanni, come legge Marion sulla Bibbia della madre al palesarsi del Predicatore.Quello che sembra emergere dai due film è dunque una doppia appartenenza cristiana dei protagonisti, ma di origine diametralmente opposta: più affine alle forze infernali l’innominato straniero, più affine a quelle celestiali Preacher. Questa divergenza dei due protagonisti determina inevitabilmente una divergenza complessiva dei due film. A livello fisico - geografico in Pale Rider si vede un ambiente montuoso i cui i colori predominanti sono il bianco e il celeste, accentuati da una fotografia piuttosto fredda (inutile dire che sono questi i colori del cielo), mentre in Lo straniero senza nome siamo in riva ad un lago morto, perché così salato da non avere vita al suo interno, e i colori che predominano sono il giallo della sabbia e il rosso, evocato fino al grottesco nel finale, del fuoco (inutile aggiungere che sono questi i colori dell’inferno). Un’altra interessante discordanza è quella dell’ascensione – sprofondamento a cui rimandano i simboli di monti (su uno dei quali Preacher nel finale sparisce, ascendendovi misticamente) e lago (abisso). Anche l’innominato straniero sparisce cavalcando nelle sabbie del deserto, e guarda caso il punto da cui sceglie di partire è un cimitero.
A livello sociale – antropologico  nondimeno gli ambienti risultano antitetici. Carbon Canyon è la classica comunità bucolica operosa e timorata di Dio, che fa il possibile per vivere felice e non si arrende di fronte ai soprusi del male. Messi alle strette da LaHood mostrano di avere cuore e coraggio, rinvigoriti dal predicatore, decidono di fare fronte comune e di combattere. Viceversa Lago è un paese vile, in cui il peccato ha definitivamente vinto. Non esistono più buoni e cattivi, ma solo cittadini molli, vili, egoisti la cui unica arma e la cui unica aspirazione è il denaro. Il prete stesso chiede soldi per far dormire gli sfrattati dell’albergo nella sua chiesa e i cittadini invece di unirsi contro il nemico comune perseverano nel farsi la guerra tra loro e nell’ostacolare lo straniero. Nel momento della verità non hanno la necessaria forza d’animo per sparare ai tre criminali (che sembrano i figli dei tre criminali di Mezzogiorno di fuoco) e fuggono. La natura angelica del Preacher e quella diabolica dello straniero sono inoltre leggibili nei rapporti che i due intrattengono con gli abitanti dei rispettivi paesi, in particolar modo con le donne. Sara e Marion si innamorano del Cavaliere Pallido, il quale sapendo che dovrà andarsene non vuole approfittare di loro e, pur concedendosi una notte con Sara, non le illude. Ciò che lascia quando se ne va è una comunità di persone che gli saranno sempre grate e addirittura due donne che se ne sono innamorate sinceramente. D’altro canto lo straniero, appena arriva a Lago, compie tre omicidi e uno stupro. Certo gli abitanti non hanno la stessa onestà di quelli di Carbon Canyon, ma anche le strategie registiche tendono incontrovertibilmente a svilire moralmente lo straniero (inquadrature dal basso mentre si riallaccia i pantaloni, insistenza del montaggio a sottolineare la forza usata nei rapporti sessuali, abbassati ad un livello ferino). Ciò che lascia è una comunità spaesata, non dissimile da come l’aveva trovata. La catena di morti si è infittita senza una discriminante morale, perché in una comunità del genere una discriminante morale non c’è.

[+] lascia un commento a paolo assandri »
Sei d'accordo con la recensione di Paolo Assandri?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
85%
No
15%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di Paolo Assandri:

Il cavaliere pallido | Indice

Recensioni & Opinionisti Articoli & News Multimedia Shop & Showtime
Pubblico (per gradimento)
  1° | paolo assandri
  2° | filippo catani
  3° | dounia
  4° | onufrio
  5° | elgatoloco
  6° | elgatoloco
  7° | paolp78
Shop
DVD
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità