Strade perdute

Film 1996 | Thriller, V.M. 14 134 min.

Titolo originaleLost Highway
Anno1996
GenereThriller,
ProduzioneUSA
Durata134 minuti
Regia diDavid Lynch
AttoriBill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake, Robert Loggia Gary Busey, Mink Stole, Richard Pryor, Jack Nance.
Uscitalunedì 16 gennaio 2023
TagDa vedere 1996
DistribuzioneCineteca di Bologna
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14
MYmonetro 3,93 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di David Lynch. Un film Da vedere 1996 con Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake, Robert Loggia. Cast completo Titolo originale: Lost Highway. Genere Thriller, - USA, 1996, durata 134 minuti. Uscita cinema lunedì 16 gennaio 2023 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 - MYmonetro 3,93 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 28 luglio 2023

Il nodo sono alcune riprese video che mostrano Fred e sua moglie Renée prima in atteggiamenti molto intimi, poi Fred che uccide la moglie. Sarà tutto ... In Italia al Box Office Strade perdute ha incassato 257 mila euro .

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Consigliato assolutamente sì!
3,93/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 4,50
PUBBLICO 3,30
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un noir complesso e vertiginoso, affacciato sugli abissi della follia. Uno dei capolavori di Lynch.
Recensione di Roberto Manassero
lunedì 21 novembre 2022
Recensione di Roberto Manassero
lunedì 21 novembre 2022

Los Angeles. Il sassofonista Fred Madison è perseguito dall'invio di una serie di videocassette che riprendono la sua vita da vari punti di vista. Sposato con Renée, partecipa con lei a un party dove viene avvicinato da un misterioso uomo che si prende gioco di lui e lo terrorizza. Il giorno dopo, Fred riceva una VHS in cui si vede il corpo di Renée massacrato. Arrestato per omicidio, in prigione soffre di lancinanti emicranie e una mattina, in cella, al posto suo si risveglia un altro uomo, Pete, giovane meccanico che viene immediatamente rilasciato. Al soldo della malavita, Pete diventa l'amante della ragazza del boss, Alice, straordinariamente somigliante alla moglie di Fred. La donna coinvolge Pete in un colpo ai danni di un regista di film porno: tutto però va storto e l'uomo entrerà in un regno di follia e mistero...

Tornare su un film che ha fatto epoca, grazie al ritorno in sala, è un buon modo per verificarne la tenuta, l'importanza per l'evoluzione del suo regista e del cinema venuto in seguito.

A metà anni Novanta, attraverso il lavoro iniziato con la serie Twin Peaks, David Lynch abbraccia il mondo dell'inconscio e abbandona la superficiale razionale che ancora caratterizzava il noir di Velluto blu e il road movie di Cuore selvaggio. Con Strade perdute, i suoi film entrano in un territorio che sta oltre il reale, irreale e insieme surreale, che poco alla volta erode le certezze dei personaggi e dello stesso spettatore, entrambi confusi (e minacciati e terrorizzati) da atmosfere oniriche incerte e inspiegabili.

Subito rinnegato dal successivo Una storia vera (che con la sua precisione e la sua nettezza diventa però il contraltare del mondo di Lynch, l'altro versante della medaglia), ma poi esaltato dai capolavori Mulholland Drive e INLAND EMPIRE, lo stile del regista americano, fatto di immagini curatissime e lucide, di atmosfere metalliche e iper-illuminate o scurissime, oltre il genere noir e le implicazioni hitchockiane (a cominciare dalla presenza di personaggi femminili doppi, di femme fatale bione e brune) distrugge le convenzioni del cinema di genere e dà forma visiva all'invisibile realtà dell'immaginazione.

Di cosa parla Strade perdute? Di un uomo che scopre di essere spiato da qualcuno, che viene arrestato per un omicidio che non sa di aver commesso, che si sveglia in prigione nei panni di qualcun altro. O forse, chissà, di un protagonista che viene sostituito da un altro protagonista, che è lui e al tempo stesso non è lui, come se due universi distinti entrassero in collisione, paralleli e incrociati al tempo stesso, presenti e assenti l'uno all'altro.

L'assoluta gratuità dell'intreccio - che in maniera fin troppo evidente rinuncia a qualsiasi tentativo di spiegazione - evidenzia il senso di gratuità del cinema stesso, arte che fin dalle sue origini fa rivivere sullo schermo la realtà e per questo la apre inconsapevolmente al suo opposto, all'irrealtà. Nel film non c'è nulla di logico, se non il cinema stesso, che proprio perché è in grado di rappresentare un evento e la sua negazione, il corpo e il suo sostituto, l'essere qui e anche l'essere altrove (come dimostra l'ingresso da incubo de misterioso uomo alla festa, forse la creazione più spaventosa di tutto il cinema di Lynch), diventa la sola forma di rappresentazione capace di trovare una sintesi tra realtà e sogno, ragione e follia.

Negli stessi anni in cui cominciava la rivoluzione digitale, Strade perdute, ancora girato in pellicola e rispetto a Mulholland Drive e INLAND EMPIRE meno complesso, più diretto e anche più patinato, già mostrava come il destino delle immagini sarebbe stato quello di scomparire, di sovrapporsi cioè l'una all'altra, confuse le une con le altre come i due protagonisti del racconto.

Nel film le immagini sono ovunque, a cominciare dalle VHS che Fred riceve a casa e che mostrano la sua vita come un insieme di sequenze cinematografiche: chi le gira, chi le monta, chi le invia? Nessuno, o forse chiunque, perché nessuno sfugge allo sguardo di nessuno (l'uomo misterioso in fondo terrorizza soprattutto con gli occhi di ghiaccio...) e il cinema vede tutto, così a fondo e così dentro alle cose da perdersi nel buio della notte, lungo strade senza fine.
Le stesse strade dove il cinema corre ancora e che rende ancora attuale, e utile, rivedere un film come questo.

Sei d'accordo con Roberto Manassero?
Una spirale di follia e violenza, in perfetto stile Lynch.
a cura della redazione
martedì 15 novembre 2022

All'ingresso della propria casa, lussuosa ed asettica, Fred Madison, sassofonista, scopre per più volte alcune videocassette che ritraggono in sequenza la casa stessa, e poi lui e la moglie Renée mentre dormono. Avvertita, la polizia non riesce a trovare spiegazioni logiche. Una sera, Renée conduce il marito ad una festa organizzata da un certo Andy. Qui Fred conosce un uomo che si fa beffe di lui. Arriva una nuova videocassetta che ritrae Fred accanto al corpo massacrato della moglie. Arrestato per omicidio, Fred in carcere è preda di violenti mal di testa.
Una mattina un'improvvisa mutazione lo porta ad assumere il corpo del giovane Pete, meccanico. Viene allora liberato e riprende a lavorare al servizio del boss malavitoso Eddy. La ragazza di quest'ultimo, Alice (che sembra la copia della defunta Renée), seduce Pete e lo convince a progettare e realizzare un colpo, quasi una vendetta, ai danni di Andy, regista di film pornografici, che l'aveva avviata alla prostituzione. Durante il colpo, Andy rimane ucciso, mentre Pete vede una foto dove Eddy è in compagnia di Renée e Alice. Pete e Alice si danno alla fuga in macchina e si fermano al Lost Highway Hotel. In camera, Alice respinge Pete e poi lo abbandona. Pete torna ad essere Fred. La polizia lo bracca, e lui riprende la fuga.

Recensione di a cura della redazione

Il nodo sono alcune riprese video che mostrano Fred e sua moglie Renée prima in atteggiamenti molto intimi, poi Fred che uccide la moglie. Sarà tutto vero, tutto falso? Intorno al quesito ruota la vicenda. Tutto si complica quando Fred, accusato di omicidio, incontra una bionda del tutto identica a sua moglie. Che il nuovo film di Lynch abbia avuto tanto ritardo nelle nostre sale è dovuto semplicemente al fatto che è mediocre. Il regista è sempre più involuto e fastidioso. Niente deve essere chiaro e comprensibile. Molti affermano essere questo il pregio maggiore di Lynch. Per noi è un limite, non piccolo.


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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 26 marzo 2011
Dandy

Con una strizzata d'occhio a "La donna che visse due volte" Lynch smonta i meccanismi del noir e crea con questo film un punto di svolta nella sua carriera.Costruisce un racconto che nega ogni spiegazione razionale.Nella prima parte,punta su un'atmosfera onirica e inquietante,piena di paradossi spazio-temporali.Nella seconda(più debole)prevalgono i siparietti pulp e le scene [...] Vai alla recensione »

lunedì 7 maggio 2012
BlackDragon89

"L'amore è tutto ciò che si può ancora tradire" diceva Andrea Pazienza, famoso fumettista e illustratore italiano. Fred Madison è un sassofonista di Los Angeles, sposato con l'incantevole Renée, della quale sospetta però di tradimento, tanto da ritrovarsi spesso a stretto contatto con la follia.

martedì 20 gennaio 2015
Lele95Sartorato

David Lynch dirige questo film nel 1997 che segna l'inizio della " trilogia del sogno " e regala al cinema mondiale un'altro tassello utile alla rivoluzione dell'immaginario onirico comune. La trama è semplice: nella vita quotidiana di un jazzista e di sua moglie grava il dubbio dell'infedeltà da parte della moglie e il malessere del marito dovuto ai problemi [...] Vai alla recensione »

venerdì 25 novembre 2022
figliounico

E’ un gioco perverso del regista con lo spettatore, l’uomo comune affamato di senso, ma, oltre le immagini e la colonna sonora, il senso della narrazione e l’immedesimazione con il protagonista, sempre affannosamente ricercate in un film, sono crudelmente, sadicamente negate da Lynch, che offre alla fine un surrogato di significato nella chiusura a loop, tuttavia ancora insoddisfacente, anzi angosciosamente [...] Vai alla recensione »

lunedì 2 dicembre 2019
LucaGuar

Commentare un film di D. Lynch è sempre complicato in quanto si deve rendere "a cose fatte" un tipo di esperienza sensibile che, proprio in quanto esperienza, non è invece nell'ordine del razionalizzabile, dell'analisi. Tuttavia dobbiamo tentare, perchè questo fa parte di noi umani, ed è forse proprio in questa tensione, in questo doppio fuoco tra reale [...] Vai alla recensione »

mercoledì 28 agosto 2013
Alessandro Rega

Il film in questione è il settimo dell’invidiabile filmografia del regista americano ed è pure il primo che mi ha lasciato sensazioni negative…che non mi ha appassionato. Inizialmente, devo dire, mi era anche piaciuto…ma è la maniera in cui si è evoluto il resto (gran parte) della pellicola ad avermi colpito negativamente, o meglio, a non avermi colpito [...] Vai alla recensione »

mercoledì 19 agosto 2020
biscotto51

E' come guardare una scultura astratta con qualche buco qua e là nel marmo, o un quadro di un solo colore con qualche taglio nella tela: per qualcuno fuori di testa significherà forse qualcosa, ma per l'uomo normale cosa mai vorrà dire? Quale è il significato, il messaggio che si vuole trasmettere?In questo film non si distingue il vero dall'immaginato, il passato dal presente, il sogno dalla realtà, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 agosto 2018
elgatoloco

"Lost Highway"(David Lynch, 1996)di Lynch, ossia di un grande autore del cinema di oggi(certo Lynch non è in alcun modo "restringibille"al campo filmico, essendo notoriamente attivo in vari altri settori, ma nel cinema si è espresso e si esprima compiutamente da decenni), è opera non facile per quel grande pubblico che vuole"buoni sentimenti", azione [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 luglio 2018
paolp78

David Lynch è un regista che apprezzo molto per il talento indiscutibile, espresso in alcune grandi pellicole (su tutte “Velluto Blu”, un vero capolavoro); tuttavia spesso le sue opere sono rovinate dalla poca chiarezza della trama, a cui spesso si fatica a stare dietro. "Strade perdute" è affetto proprio da questo difetto.

domenica 30 settembre 2012
gianmarco.diroma

"Ricomincio da tre!". Con Lynch però si rischia di partire col tre per poi arrivare non si sa bene come allo zero. In un sistema di pensiero che unisce Strade Perdute a Mulholland Drive e poi a Inland Empire, storie ambientate ai confini di Hollywood, Lynch racconta come la formula "metacinema" non abbia un gran significato, o meglio, una grande utilità (se non per chi ne parla e ne trae beneficio). [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 agosto 2010
nickcastle91

Siamo al 7° film di David Lynch. Una storia sconclusionata mascherata da sperimentale fa da padrona in questa messa in scena dei desideri più profondi di Lynch, che nonostante un innegabile fascino registico, stuzzica all'inizio, magari incuriosisce, ma man mano che prosegue annoia e diventa presuntuosa. Lynch cerca di essere il più personale possibile, creando e mixando un [...] Vai alla recensione »

martedì 20 ottobre 2009
cloudhead

Strade perdute è un gioco riuscito di vasi comunicanti, che portano linfa nelle vite dei personaggi attraverso continui avvicendamenti e cambi di prospettiva. Da apprezzare il ruolo dell'uomo con la videocamera, apparente chiave del mistero della doppia identità del protagonista, che si dimostra doppiamente ambiguo quando, nel finale, chiede a Fred: "E tu, invece, come ti chiami.

lunedì 23 settembre 2013
Kronos

Con questo film Lynch ha inaugurato una fase della carriera all'insegna dei paradossi spazio-temporali, delle "reincarnazioni", delle geometrie di Moebius (come qualcuno ha fatto notare) che troveranno un compimento assoluto in Mullholland Dr. In "Strade perdute" il processo funziona a metà: i primi 45 minuti sono magnifici, inquietanti e di grande maestria. Ma [...] Vai alla recensione »

lunedì 5 settembre 2011
ryochan

La prima mezz'ora è da maestro del thriller, direttamente all'essenza del genere, e cioè angoscia davanti all'ignoto e senso dell'assurdo, dell'incomprensibile. Vale la pena vederlo solo per questo. Nell'ora successiva però non succede niente, sembra addirittura un altro film, e nella mezz'ora finale non si capisce un'acca.

venerdì 3 luglio 2009
Elvis shot JFK

Solo Lynch ha capito il senso di questo film. Alla lunga diventa incomprensibile e noioso. Preferisco di gran lunga Mulholland drive.

martedì 23 febbraio 2010
serafale94

Secondo me è uno dei migliori di Lynch.

lunedì 29 giugno 2020
Wathan

Ieri pomeriggio ho visto un bel film di un regista italiano. Spesso, quando rimango soddisfatto di un acquisto, vado a "spulciare" perbenino anche i contenuti speciali. Voglio sapere tutto quello che c'è da sapere, ed infatti ecco una bella intervista al regista. Cavolo quanta enfasi mi sono chiesto... Costùi si che mi piace: sa esprimere in modo chiaro e dotto, ma al tempo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 3 giugno 2020
toty bottalla

Lo stile di David Lynch in una storia surreale, ambigua e inafferrabile, è inutile affrontare la visione sperando in un lieto fine o semplicemente in un finale comprensibile e definito, un lavoro complicato che ogniuno può vedere a modo suo, c'è del noir, dell'horror e una drammaticità psicologica che in qualche modo ci costringe a guardarci dentro per scoprire lati [...] Vai alla recensione »

mercoledì 13 maggio 2020
StupidLove

Premetto che sono un'amante dei thriller psicologici ed ero partita con molte aspettative su questo film, date le recensioni e per essere considerato un capolavoro del genere. In realtà l'ho trovato molto lento e incasinato. Non si capisce nulla e il regista sembra abbia preso cose a caso e buttate nel film in un mischione di scene che non portano nemmeno a un finale degno, dato che [...] Vai alla recensione »

lunedì 25 settembre 2017
123daniel

Quando Il Noir Incontra Il Surreale

lunedì 17 febbraio 2014
NiccoFuzz

Si, Lost Higway esprime al meglio quelle che sono le potenialità del male e le sue estreme conseguenze. Nonostante gli intrecci da capogiro, colonna portante dell'idea che l'uomo è pilotato da forze di ogni tipo che lo conducono nella estrema e intensa attività del sogno, Lynch rappresenta in questo film la parte più debole e fragile dell'animo umano, quella [...] Vai alla recensione »

domenica 11 dicembre 2011
bibo43

Film molto strano che non risolve diversi problemi di...  razionalità, ma forse il pregio e l'originalità sta proprio in questo...

sabato 24 settembre 2011
Oblivion7is

Qualcuno dirà "Tetralogia?" "Inconscio?" perché molti invece la chiamano Trilogia dell'Inconscio, Trilogia del Sogno o Tetralogia del Sogno. No, a mio parere mettere Inconscio è più adeguato e idem per Tetralogia: "Eraserhead - La Mente che cancella" si può considerare come una specie di prologo o di dura introduzione alla faccenda, [...] Vai alla recensione »

martedì 23 agosto 2011
Misha90

lynch ha superto se stesso con questo film

domenica 27 settembre 2009
ELISBETH

INCOMPRENSIBILE,OSCURA,AFFASCINANTE,CRIPTICA,EROTICA,TORBIDA,ONIRICA OPERA DEL GRANDE LINCH.DIALOGHI SCARNI,VOLTI SCOLPITI NELL'OMBRA,LUCI INQUIETANTI,QUESTO FILM OFFRE MOLTEPLICI,PERSONALI INTERPRETAZIONI.NULLA è SCONTATO E CHIARO AGLI OCCHI DELLO SPETATORE ED è QUESTA LA GRANDEZZA DELL'OPERA DI LINCH.ASSOLUTAMENTE DA ASOLTARE LA COLONNA SONORA CHE PERCORRE L'INTERA PELLICOLA.

giovedì 18 giugno 2009
gloriapessoa

Attraverso la strada dell'inconscio, ci si perde. Ottimo lavoro David Lynch!

domenica 13 gennaio 2019
amokubrik

Una meraviglia, più unico che raro. Lode a Lynch

giovedì 10 marzo 2016
toty bottalla

Una trama che sfida la logica e ti trascina in un incubo incomprensibile e volutamente confuso dove il significato schizofrenico si presta a valutazione soggettive e fantasiose, c'è il sesso con la bella donna a traino di una storia che poi si riduce ai vecchi istinti primordiali di piacere, peccato, tentazione e roba simile, la miscela d'horror, noir e sentimentalismo deviato non convince [...] Vai alla recensione »

lunedì 19 ottobre 2009
ethan

E' la terza volta che cerco disperatamente di arrivare alla parola "The end", ma non ci riesco; è uguale a tutti i films di Lynch... soporifici, ma sopratutto, ecco la parola chiave: ONIRICI!

Frasi
"Non mi piacciono le telecamere , a me piace ricordare le cose come le ricordo io"
Una frase di Fred Madison (Bill Pullman)
dal film Strade perdute - a cura di danny_Lynch empire
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

David Lynch riemerge dal silenzio con Strade perdute, il suo film più notturno, decostruito e misterioso, simboleggiato da un'autostrada nel cuore oscuro del deserto americano, la Valle della Morte. Da Fuoco cammina con me gli ci son voluti, per cominciare a lavorare a un nuovo lungometraggio, quattro anni segnati da rifiuti e fallimenti: i progetti respinti della storia di tre ragazzi che un tempo [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 gennaio 2023
Fabrizio Croce
Close-up

Nel 1997, alle soglie di quel crocevia di aspettative e presentimenti che è stato il passaggio tra il ventesimo e il ventunesimo secolo, fece la sua apparizione un (s)oggetto perturbante e misterioso come Strade perdute (Lost Higway) tornato ora in sala in una versione restaurata in 4k: forse la più radicale opera/creatura di David Lynch sul valore fondativo degli immaginari multiscreen rispetto ad [...] Vai alla recensione »

lunedì 16 gennaio 2023
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Fred (Pullman), musicista jazz, riceve inquietanti videocassette girate in casa sua, non si sa da chi, la polizia non risolve il mistero. Quindi viene arrestato per l'omicidio della moglie: non ricorda di averlo commesso. Una mattina, Fred non è più nella cella, al suo posto c'è un altro, il meccanico Pete: viene liberato, e si lega a una donna che dice di chiamarsi Alice ma ti verrebbe da chiamarla [...] Vai alla recensione »

domenica 15 gennaio 2023
Marco Minniti
Asbury Movies

Il ritorno in sala di Strade perdute - per opera della Cineteca di Bologna, nell'ambito del progetto di distribuzione Il cinema ritrovato - ricopre a nostro avviso un rilievo enorme, per vari motivi. Un rilievo certo superiore a quello di altre - pur meritevoli - re-release cinematografiche, e che trascende anche l'importanza ormai universalmente tributata al cinema di David Lynch.

NEWS
TRAILER
mercoledì 11 gennaio 2023
 

Regia di David Lynch. Un film con Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake, Robert Loggia. Da lunedì 16 gennaio al cinema. Guarda il trailer »

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