giomo891
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giovedì 15 settembre 2022
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il mondo perfetto di eastwood. giomo891
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Un gruppo di onesti cercatori d'oro dà molto fastidio ad un ricco uomo d'affari senza scrupoli che, con la violenza, spera di cacciarli. Ma arriva un predicatore solitario, che si mette dalla parte dei cercatori e li aiuta, a suon di pallottole e dinamite, a eliminare tutti i cattivi.
Anche qui è evidente il tema classico di tutta la filmografia di Eastwood di cui ho parlato, commentando i film western di Clint.
È una mia lettura, originale che io ho del suo Grande Cinema: eterna lotta tra il bene ed il male che lo sovrasta, con l'intervento di un "pareggiatore", appunto il Cavaliere Pallido, che qui da anche il titolo; ma questa particolarità l'ho riscontrata in molti altre pellicole di Eastwood.
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Un gruppo di onesti cercatori d'oro dà molto fastidio ad un ricco uomo d'affari senza scrupoli che, con la violenza, spera di cacciarli. Ma arriva un predicatore solitario, che si mette dalla parte dei cercatori e li aiuta, a suon di pallottole e dinamite, a eliminare tutti i cattivi.
Anche qui è evidente il tema classico di tutta la filmografia di Eastwood di cui ho parlato, commentando i film western di Clint.
È una mia lettura, originale che io ho del suo Grande Cinema: eterna lotta tra il bene ed il male che lo sovrasta, con l'intervento di un "pareggiatore", appunto il Cavaliere Pallido, che qui da anche il titolo; ma questa particolarità l'ho riscontrata in molti altre pellicole di Eastwood.
(pensate a Outlaw Josuah Wales, quando si "interpone" tra gli Indiani e la sua piccola comunità destinata ad un' ineluttabile strage; parla col Capo indiano ed evita di ricorrere alle colt), ma anche in tanti altri film, quando può, cerca di evitare di ricorrere alle armi (pensate alla scena finale di Gran Torino).
Nel suo cinema, a differenza di quello di Leone (trilogia del dollaro) Eastwood fa sempre un uso intelligente (mai di semplice effetto coreografico) delle armi.
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elgatoloco
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sabato 15 gennaio 2022
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presenza fantasmatica?
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"Pale Rider"(Clint Eastwood, soggetto e sceneggiatura di Billl Butler e Michael Sjyack, 1985), che in parte riprende temi e stilemi espressivi già cari al grande autore di cinema Eswood, dai personaggi inteprretati come attore nei film di Sergio Leone ma soprattutto in"High Plains Drifter"di 12 qnni prima, racconta di un pistolero vendicatore e"predcatore" che, comparendo "misteriosamente"in una località mieraria, riesce a fare giustizia e a vendicare torti subiti dai cercatori d'oro legalmente insediati sul posto fino alla"resa dei conti"finale , facendo innamorare di sé sia la madre sia la figlia , dove la madre è fidanzata non ufficiale di un cercatore d'oro particolarmente attento alla moralità rpivata e pubblica, lasciando dietro di sè , appunto, un "alone di mistero"che rimnane tale fino alla fine del film, anzi diventa in qualche modo un"acme"nel finale.
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"Pale Rider"(Clint Eastwood, soggetto e sceneggiatura di Billl Butler e Michael Sjyack, 1985), che in parte riprende temi e stilemi espressivi già cari al grande autore di cinema Eswood, dai personaggi inteprretati come attore nei film di Sergio Leone ma soprattutto in"High Plains Drifter"di 12 qnni prima, racconta di un pistolero vendicatore e"predcatore" che, comparendo "misteriosamente"in una località mieraria, riesce a fare giustizia e a vendicare torti subiti dai cercatori d'oro legalmente insediati sul posto fino alla"resa dei conti"finale , facendo innamorare di sé sia la madre sia la figlia , dove la madre è fidanzata non ufficiale di un cercatore d'oro particolarmente attento alla moralità rpivata e pubblica, lasciando dietro di sè , appunto, un "alone di mistero"che rimnane tale fino alla fine del film, anzi diventa in qualche modo un"acme"nel finale. Film straordinario, come tutta la filmografia eastwoowdiana, ma che ha una particoalrtà ulteiore: qui il protagonista è un piscoltero ma anche un predicatore(lo si vede vestito in questo modo)e compare come tale proprio quando le donne del suo amico leggono , significativamente, un brano dell'Apocalisse di Giovanni. è una"presneza fanatasmtica", in quanto, oltre ad essere senza nome come quello del film citato sopra, compare nei momenti più insospettabili, impensati, "venendo fuori dal nulla", apparendo senza alcun preavvisto, lasciando sconcertati tutti/e, anche perché la sua apparizione è sempre seguita da azioni riparatrici verso chi è stato oggetto di inguistizia e al tempo stesso di pura punizione mirante a, per citare l'Aeneis virgiliana, "debellare superbos". Fantasma non come lo intediamo nei film dell'0horror fantastico o anche, in chiave ironica, in"GhostBusters", ma essere non identificabile, persona che non è riconoscibile come intendiamo caratteristicamente tali personaggi, in breve"presenza sfuggente"sia ad ogni imbrigliamento sociale sia alla"riconosbilità"quale funzione di mero controllo sociale. "Pale Rider"non è l'antesignano di un nuovo genre di"western fantastico"o altro, ma rimane, volutamente, unico e irripetibile, per cui ogni possibile(in realtà impossibile)remake verrebbe ad essere o una brutta copia oppure semplicmeente qualcosa che non si pone come filmicamente proponibile, comunque. Easwood è inteprete perfetto anche del suo ruolo, Michael Moriarty l'umiliato e offeso che nel finale sa riscattersi anche per impulso determinante di Clint, Crhis Penn un"vilain"coinvincente, Carrie Snodgres e Sydney Penny le citate intepreti femminili, insolite in un"western"(a conferma dell'extra.genere del film). E la sorpresa finale. Clint che canta una sua canzone nei titoli di coda. El Gato
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paolp78
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mercoledì 2 giugno 2021
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non all’altezza
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Una delle evoluzioni artistiche più stupefacenti della storia del cinema è quella che ha portato Clint Eastwood a trasformarsi da interprete iconico, ma di modesto talento, in uno dei massimi autori cinematografici americani ed internazionali.
Il percorso è stato molto lungo ed infatti i capolavori che lo hanno consacrato sono arrivati in età matura, soltanto a partire dai primi anni novanta; ciò premesso deve dirsi però che sebbene il livello delle prime pellicole firmate da Eastwood fosse decisamente non all’altezza, si scorgeva già allora un elemento fondamentale per la futura affermazione di Clint come regista, ovvero l’amore per il grande cinema classico e la sua profonda conoscenza.
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Una delle evoluzioni artistiche più stupefacenti della storia del cinema è quella che ha portato Clint Eastwood a trasformarsi da interprete iconico, ma di modesto talento, in uno dei massimi autori cinematografici americani ed internazionali.
Il percorso è stato molto lungo ed infatti i capolavori che lo hanno consacrato sono arrivati in età matura, soltanto a partire dai primi anni novanta; ciò premesso deve dirsi però che sebbene il livello delle prime pellicole firmate da Eastwood fosse decisamente non all’altezza, si scorgeva già allora un elemento fondamentale per la futura affermazione di Clint come regista, ovvero l’amore per il grande cinema classico e la sua profonda conoscenza.
Questa pellicola di metà anni ottanta è emblematica del momento di formazione artistica che l’autore statunitense stava attraversando in quegli anni e che lo poneva ben distante dalla cinematografia compiuta, intensa e curata che saprà esprimere in seguito e parimenti distante dalle fonti di ispirazione che l’autore faceva proprie.
Questo film che nel complesso è un buon western, ma nulla di più, si ispira palesemente al capolavoro di Stevens “Il cavaliere della valle solitaria” di cui ricalca l’ossatura della trama e ripropone, seppur rivisitate, alcune sequenze chiave; ciò posto questa pellicola non può essere considerata neppure lontanamente all’altezza di quella di Stevens di cui non è capace di riproporre la poetica, veramente straordinaria, di cui era ammantata quell’opera. È proprio qui che fallisce Eastwood: il suo film è un buon lavoro di tecnica e di mestiere, ma non ti conquista e non ti entra dentro.
Il finale è particolarmente deludente proprio per l’assenza di un’anima, che rende la sparatoria conclusiva arida e poco avvincente, nonostante Eastwood le studi tutte per acuirne la spettacolarità.
Nel cast oltre a Eastwood, che replica una parte ormai più volte interpretata (da Leone in avanti), si segnalano la vecchia gloria John Russell, la giovane stellina televisiva Sydney Penny ed un Chris Penn magro ed in forma come poche volte lo si era visto sul grande schermo.
Qualche caduta qua e là intacca un po’ l’opera che nel complesso resta comunque nient’affatto disprezzabile.
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elgatoloco
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lunedì 28 settembre 2020
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western? a modo suo
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Questo"PAle Rider"(Clint Eastwood, 1985,soggetto e sceneggiatura di Michael Butler e Dennis e Dennis Shyak), più che un film western, usa il western come metafora della sopraffazione: l'industriale- latifondista che impedisce ai cercatori d'oro di avere il proprio"Sitz im Leben", ossia il luogo dove vivere, cercare l'oro, dunque lavorare, realizzarsi, è evdientemente il personaggio di sempre: l'accaparratore, il "vilain"organizzato, consapevolmente"cattivo"(anche nell'accezione etimologica, ossia "captivus", prigioniero della propria stessa cattiveria), impietoso, in quanto convinto di avere dalla sua la legge, in quanto ha il potere economico, Questa la legge del più forte, che può"configurarsi altrimenti", divenendo il capitalista senza scripoli, il petroliere, i feudatario senza vincoli di nessun tipo etc.
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Questo"PAle Rider"(Clint Eastwood, 1985,soggetto e sceneggiatura di Michael Butler e Dennis e Dennis Shyak), più che un film western, usa il western come metafora della sopraffazione: l'industriale- latifondista che impedisce ai cercatori d'oro di avere il proprio"Sitz im Leben", ossia il luogo dove vivere, cercare l'oro, dunque lavorare, realizzarsi, è evdientemente il personaggio di sempre: l'accaparratore, il "vilain"organizzato, consapevolmente"cattivo"(anche nell'accezione etimologica, ossia "captivus", prigioniero della propria stessa cattiveria), impietoso, in quanto convinto di avere dalla sua la legge, in quanto ha il potere economico, Questa la legge del più forte, che può"configurarsi altrimenti", divenendo il capitalista senza scripoli, il petroliere, i feudatario senza vincoli di nessun tipo etc. D'altronde, qui Eastwood elabora il tema del "pale rider", che è anche l'eroe individualista che però si batte per la giusitizia di tutti: predicatore(di giustizia, verrebbe da aggiungere, forse), senza particolari volontà di predicare, ma convinto di essere un propagangista di giudizia attraverso le proprie azioni., Un tema, un fil rouge che percorre la filmografia eastwoodiana e che era, paradossalmente nel suo maestro di cinema Sergio Leone, certo ppliticamente(sembra un paradosso)lontanisismo da Eastwood ideologicamnete e politicamente, a dimostrazione del fatto che il cinema va anche oltre certe barriere"consacrate".... almeno dalla nostra rappresentazione ideologica e cuklturalee, appunto. Decisamente l'eroe del fikm è un"punto insituabile", del quale conosciamo solo poco, poche caratteristiche, salvo quelle brevemente indicate. Chris Penn è il vilain senza scrupoli, Sarah Penny, Michael Moriarty, dal canto suo ha un ruolo, per così dire, di"mediatore", che però viene poi a prendere le parti del"cavaliere pallido". Decisamente, "Pale Rider", che non è il primo film di Eastowood regista, si colloca in una posizione centrale nella sua filmografia, preludendo da un lato alle sue"produzioni maggiori", più conclamate, rappresentando però già assolutamente una filmografia matura e consapevole, nella quale anche il"Preziosismo(nelll'accezione migliore del lemma, però)"scneografico e fotografico è al servizio di un ambiente naturale incontaminato, bellissimo, che fa da contraltare all'ingiustizia subita da chi vi abita e nel quale la recitazione more eastowoodiano, che non ha dietro di sé né l'impostazione brechtiana né quella stanjslawkyana rende un nuovo cinema, diverso da quello tradizionale, pur recuperando moltissimo da ciò che definiamo"tradizione",. El Gato
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giovanni
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sabato 16 novembre 2019
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recitare senza recitare
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Clint Eastwod non recita. Sullo schermo è soltanto presente, impassibile, pietroso, sempre uguale a se stesso sia come il cavaliere (perché pallido?) di questo film, sia come ispettore di polizia, eccetera, eccetera ... Eppure cattura l'attenzione e l'interesse del pubblico che lo ama oltre i suoi meriti. Recita senza recitare. Vi pare molto? A me pare poco, ma lo vedo sempre con piacere. Quando si dice "fascino"!
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dariolodi
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sabato 8 dicembre 2018
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rumoroso
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Non si capisce da dove venga, che passato abbia, che ci faccia lì e perchè vada via. Forse il peggior film di Eastwood, un film senza capo nè coda, con un finale assurdo e sciocco. Non male, comunque, la regia e bravi gli interpreti. Scenggiatura da dimenticare.
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onufrio
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mercoledì 21 settembre 2016
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lo chiamavano reverendo
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Ricercatori d'oro vengono messi alle strette da un ricco proprietario terriero che vuole impossessarsi anche delle loro terre, le persone stanno ormai per crollare di fronte alle continue intimidazioni, ma l'arrivo di un misterioso cavaliere pallido darà la forza agli uomini di non mollare e combattere per le proprie terre. Classico Western diretto ed interpretato da Clint Eastwood in un periodo ( anni 80) in cui il genere attraversava una fase di declino. Il personaggio del Cavaliere Pallido (chi è, da dove viene, cosa nasconde nel suo passato) è un omaggio ai film di Sergio Leone.
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cincinnatimose
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lunedì 19 ottobre 2015
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predones però col cav. pallido che..., mitico.
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che storia, il cavaliere pallido è il cavaliere pallido, non è il
parassita pallido..., quando scende in campo... nel paesino di
farabutti, non è che aspetta... che il brutto il buono e il cattivo facciano le
cose rischiando per lui che arriva si mette il tovagliolo pranzando come un
gorilla, perchè non si ricorderebbe neanche più d'essere il cavaliere pallido,
egli presentandosi vs la banda mette in moto
il proprio macchianemento
e non vuole gente in torno che dice, sono un cronista racconto
secondo l'etica del giornalista dell'informatore..., oppure fotografo filmo le
sequenze e racconto secondo l'andamento (delle altre persone)
no no, il cavaliere pallido è solo, perchè tutte le persone che lo
seguivano.
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che storia, il cavaliere pallido è il cavaliere pallido, non è il
parassita pallido..., quando scende in campo... nel paesino di
farabutti, non è che aspetta... che il brutto il buono e il cattivo facciano le
cose rischiando per lui che arriva si mette il tovagliolo pranzando come un
gorilla, perchè non si ricorderebbe neanche più d'essere il cavaliere pallido,
egli presentandosi vs la banda mette in moto
il proprio macchianemento
e non vuole gente in torno che dice, sono un cronista racconto
secondo l'etica del giornalista dell'informatore..., oppure fotografo filmo le
sequenze e racconto secondo l'andamento (delle altre persone)
no no, il cavaliere pallido è solo, perchè tutte le persone che lo
seguivano... abili pistoleri ecc, li hanno fatti fuori con principi differenti, del
tipo; se non racconti e fai come ci torna comodo ti spediamo
e se riesci a fare delle cose bene, per fortuna... nel far west seppur
brutale, non vi erano dei giudici a far baccano, davanti alla casa bianca
col comunismo da dottrina... e se il cittadino si dava da fare, non
dimezzavano tipo ''organizzazzione' di legge sinistroide il cavaliere pallido
condannandolo, per impedire al cittadino di pensare al miglioramento
del proprio stato d'animo... ed essere democratico... ecco
il cavaliere pallido non scende al paesino col bavaglio da
bandito... forchetta e cuccchiaio per rifornire le genti di cui accennato,
no, spedisce chiunque non si mette in ordine di potergli costruire qualcosa
e se è il caso prende persone a caso rimpiazzandole, come i nemici
con le persone che gli creano quei problemi, e intralciano
e se i giudici lo attaccano, non disperde il meglio di cui dispone
per poi raddoppiare le possibilità di qualsivoglia
banda di microcriminali che lo attanagliano,
per lo meno il noto filmaker pluripremiato
con cinquine... di statuette propone il film in questo modo, il cav. pallido
fruste e pallottole per l'indomito ordine del far west..., ruvido ed elitico in
qualche modo come tutte le altre cose a
loro... modo, ma cmq fantastico mitico.
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filippo catani
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giovedì 24 maggio 2012
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un buon western
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Una tranquilla comunità di cercatori d'oro e continuamente vessata da un ricco proprietario che vorrebbe mettere le mani anche su quelle terre e relativi giacimenti. Ormati fiaccati dalle continue angherie subite, i cercatori otterranno un prezioso aiuto da un misterioso predicatore che prenderà le loro difese.
Un buon film diretto e interpretato da Clint Eastwood sempre a suo agio nella cornice western. Ottima la scenografia con dei bellissimi paesaggi mentre la trama del film è lineare e senza grandi scossoni. Forse un po' retorico in alcune sue parti e in alcune frasi (che però sono piuttosto tipiche del genere) però il film si lascia ampiamente guardare.
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Una tranquilla comunità di cercatori d'oro e continuamente vessata da un ricco proprietario che vorrebbe mettere le mani anche su quelle terre e relativi giacimenti. Ormati fiaccati dalle continue angherie subite, i cercatori otterranno un prezioso aiuto da un misterioso predicatore che prenderà le loro difese.
Un buon film diretto e interpretato da Clint Eastwood sempre a suo agio nella cornice western. Ottima la scenografia con dei bellissimi paesaggi mentre la trama del film è lineare e senza grandi scossoni. Forse un po' retorico in alcune sue parti e in alcune frasi (che però sono piuttosto tipiche del genere) però il film si lascia ampiamente guardare. Da non scartare.
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paolo assandri
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sabato 11 febbraio 2012
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angeli e demòni.
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Lo straniero senza nome e Cavaliere pallido.
I due film possono essere analizzati in blocco, nonostante Lo straniero senza nome sia del 1973 e Pale Rider di dodici anni successivo, essendo numerose le affinità e le antinomie che li rendono centri speculari di un medesimo discorso eastwoodiano: quello sulla spettralizzazione dell’uomo (in questo caso del westerner). Per quanto riguarda questi due western più che di spettri generici sembra trattarsi proprio di angeli e demòni, essendo espliciti i richiami alla religione cristiana in entrambi. In Lo straniero senza nome Lago metamorfosa in Hell nel cartello di benvenuto e nel colore, vengono appiccate fiamme inquietanti durante lo scontro finale con ovvio riferimento simbolico e iconografico dell’inferno cristiano.
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Lo straniero senza nome e Cavaliere pallido.
I due film possono essere analizzati in blocco, nonostante Lo straniero senza nome sia del 1973 e Pale Rider di dodici anni successivo, essendo numerose le affinità e le antinomie che li rendono centri speculari di un medesimo discorso eastwoodiano: quello sulla spettralizzazione dell’uomo (in questo caso del westerner). Per quanto riguarda questi due western più che di spettri generici sembra trattarsi proprio di angeli e demòni, essendo espliciti i richiami alla religione cristiana in entrambi. In Lo straniero senza nome Lago metamorfosa in Hell nel cartello di benvenuto e nel colore, vengono appiccate fiamme inquietanti durante lo scontro finale con ovvio riferimento simbolico e iconografico dell’inferno cristiano. In Pale Rider sono reiterate le letture e i riferimenti ai testi sacri, a cominciare dal titolo Cavaliere pallido che è portatore di morte secondo l’Apocalisse di Giovanni, come legge Marion sulla Bibbia della madre al palesarsi del Predicatore.Quello che sembra emergere dai due film è dunque una doppia appartenenza cristiana dei protagonisti, ma di origine diametralmente opposta: più affine alle forze infernali l’innominato straniero, più affine a quelle celestiali Preacher. Questa divergenza dei due protagonisti determina inevitabilmente una divergenza complessiva dei due film. A livello fisico - geografico in Pale Rider si vede un ambiente montuoso i cui i colori predominanti sono il bianco e il celeste, accentuati da una fotografia piuttosto fredda (inutile dire che sono questi i colori del cielo), mentre in Lo straniero senza nome siamo in riva ad un lago morto, perché così salato da non avere vita al suo interno, e i colori che predominano sono il giallo della sabbia e il rosso, evocato fino al grottesco nel finale, del fuoco (inutile aggiungere che sono questi i colori dell’inferno). Un’altra interessante discordanza è quella dell’ascensione – sprofondamento a cui rimandano i simboli di monti (su uno dei quali Preacher nel finale sparisce, ascendendovi misticamente) e lago (abisso). Anche l’innominato straniero sparisce cavalcando nelle sabbie del deserto, e guarda caso il punto da cui sceglie di partire è un cimitero.
A livello sociale – antropologico nondimeno gli ambienti risultano antitetici. Carbon Canyon è la classica comunità bucolica operosa e timorata di Dio, che fa il possibile per vivere felice e non si arrende di fronte ai soprusi del male. Messi alle strette da LaHood mostrano di avere cuore e coraggio, rinvigoriti dal predicatore, decidono di fare fronte comune e di combattere. Viceversa Lago è un paese vile, in cui il peccato ha definitivamente vinto. Non esistono più buoni e cattivi, ma solo cittadini molli, vili, egoisti la cui unica arma e la cui unica aspirazione è il denaro. Il prete stesso chiede soldi per far dormire gli sfrattati dell’albergo nella sua chiesa e i cittadini invece di unirsi contro il nemico comune perseverano nel farsi la guerra tra loro e nell’ostacolare lo straniero. Nel momento della verità non hanno la necessaria forza d’animo per sparare ai tre criminali (che sembrano i figli dei tre criminali di Mezzogiorno di fuoco) e fuggono. La natura angelica del Preacher e quella diabolica dello straniero sono inoltre leggibili nei rapporti che i due intrattengono con gli abitanti dei rispettivi paesi, in particolar modo con le donne. Sara e Marion si innamorano del Cavaliere Pallido, il quale sapendo che dovrà andarsene non vuole approfittare di loro e, pur concedendosi una notte con Sara, non le illude. Ciò che lascia quando se ne va è una comunità di persone che gli saranno sempre grate e addirittura due donne che se ne sono innamorate sinceramente. D’altro canto lo straniero, appena arriva a Lago, compie tre omicidi e uno stupro. Certo gli abitanti non hanno la stessa onestà di quelli di Carbon Canyon, ma anche le strategie registiche tendono incontrovertibilmente a svilire moralmente lo straniero (inquadrature dal basso mentre si riallaccia i pantaloni, insistenza del montaggio a sottolineare la forza usata nei rapporti sessuali, abbassati ad un livello ferino). Ciò che lascia è una comunità spaesata, non dissimile da come l’aveva trovata. La catena di morti si è infittita senza una discriminante morale, perché in una comunità del genere una discriminante morale non c’è.
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