Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 133 minuti |
Regia di | Peter Weir |
Attori | Dragos Bucur, Colin Farrell, Ed Harris, Alexandru Potocean, Saoirse Ronan Gustaf Skarsgård, Mark Strong, Jim Sturgess, Sebastian Urzendowsky, Dejan Angelov, Sally Edwards, Valentin Ganev, Igor Gnezdilov, Mariy Grigorov, Meglena Karalambova, Irinei Konstantinov, An-Zung Le, Nikolay Mutafchiev, Stanislav Pishtalov, Stefan Shterev, Hal Yamanouchi, Zachary Baharov, Bhawani Singh. |
Uscita | venerdì 6 luglio 2012 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,11 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 13 aprile 2022
Nel 1940 sette coraggiosi prigionieri fuggono da un campo di lavoro siberiano e scoprono il vero significato dell'amicizia. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, In Italia al Box Office The Way Back ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 118 mila euro e 18,4 mila euro nel primo weekend.
The Way Back è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
1940. Nella Polonia occupata dalle truppe sovietiche, il soldato Janusz viene denunciato come spia dalla moglie sottoposta a tortura. Spedito in un gulag in Siberia. Qui, insieme ll'attore Khabarov, all'americano Mr.Smith, e al criminale comune Valka inizia a pensare a un piano di fuga che riuscirà ad attuare insieme ad altri detenuti. Ciò che li attende fuori dal campo di prigionia è l'inverno siberiano. La loro prima meta è costituita dal lago Baikal e dai confini con la Mongolia. Il loro viaggio è però destinato ad essere molto più lungo e, conseguentemente, molto più tormentato.
Sono trascorsi nove anni da quando un film di Peter Weir è comparso sui nostri schermi ed ora possiamo finalmente vedere l'ultima sua fatica che risale al 2010. Non si tratta di una delle sue opere più originali ma si rivela comunque interessante. A partire dalle sue origini, il romanzo "The Long Walk" di Slavomir Rawicz, il cui autore affermò di essersi ispirato a fatti realmente accadutigli, salvo poi essere smentito da documentazioni emerse negli anni recenti. Weir quindi ha ribaltato la dimensione del suo The Truman Show. Là il suo protagonista viveva come realtà ciò che era finzione. Qui ci si ispira a una finzione che ha voluto proporsi come realtà per fare un film che rispetta i canoni ...della finzione. Con una differenza di fondo però. I gulag staliniani sono stati una aberrante fatto reale e hanno ispirato tentativi di fuga da un inferno fuori dal quale ce n'era un altro ad attendere gli evasi.
Deve essere questo che ha attratto Weir: raccontare le vicende di un gruppo di uomini che trovano nella Natura, come afferma uno dei comandanti del gulag, il loro vero carnefice. Il suo cinema è spesso andato alla ricerca di storie in cui i protagonisti lottavano contro i pregiudizi e, in fondo, anche contro se stessi per raggiungere la meta che si erano prefissi. Che fossero professori (L'attimo fuggente) o al comando di una nave (Master & Commander) poco importava. Qui si misura con un gruppo di individui che restano tali anche quando sono costretti dagli eventi a diventare un gruppo. Ognuno si porta dietro il bagaglio delle proprie diffidenze nei confronti della diversità (di nazionalità, d'età, di vissuto personale) altrui. Ma tutti hanno una meta che inizialmente risulta essere comune. Se Colin Farrell è, come al solito, a suo agio nei laceri panni del cupo criminale Valka, è un sempre superlativo Ed Harris ad offrire una prova che lascia ancora una volta il segno nei panni del volutamente anonimo Mr. Smith. Su tutto il cast finisce però con il dominare l'ambiente naturale che la fotografia di Russell Boyd esalta in particolare quando gli mette a disposizione l'intero schermo riducendo gli esseri umani a poco più che nullità. Nullità che, a tratti, rischiano di perdere la propria umanità per poi ritrovarla, nonostante tutto, magari disputando, ridotti alla fame, su una ricetta in cui mettere più o meno sale.
THE WAY BACK disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €12,99 | |||
€9,99 | - |
The Way Back, ovvero come la mano di un grande artista può raccontare una storia epica e senza tempo. 1939. Nella Polonia invasa dai nazisti, Janusz (un giovane ufficiale polacco) viene condannato per spionaggio, in base alle accuse della moglie, costretta con la violenza a testimoniare contro di lui. Con questo fardello terribile nell'anima, senza un processo, viene spedito senza complimenti [...] Vai alla recensione »
Picnic a Hanging Rock si incrocia con Master & Commander nella più recente prova del maestro Peter Weir. Arrivato con ben due anni di ritardo sullo schermo, The Way Back racconta del ritorno a casa di Janusz, (Jim Sturgess) militare polacco ingiustamente accusato di spionaggio ed imprigionato in Siberia e che impiegherà ben 48 anni per farlo (dal 1941, anno in cui si svolge la trama, [...] Vai alla recensione »
Film serio, solido, sobrio, del tutto privo di spettacolarizzazione. Una regia quasi invisibile per un lungo e sofferto viaggio verso la libertà non solo fisica ma soprattutto interiore. La forza di volontà, le motivazioni personali, l'equilibrio mentale e il sapersi mettere in discussione sono i temi chiave di questa ennesima prova cinematografica di Weir dedicata alle inoocenti [...] Vai alla recensione »
sarò di parte, in quanto mi sono sempre piaciuti moltissimo i film di Weir (l' attimo fuggente, the truman show, picnic ad hanging rock, master e commander),ma anche questa sua ultima opera mi ha colpito moltissimo.è un film semplice e lineare ma fatto benissimo sotto tutti gli aspetti: la sceneggiatura non rende mai banale una storia,come ho già detto, semplice (cosa molto [...] Vai alla recensione »
Per il ritorno su grande schermo dopo quasi dieci anni di assenza Peter Weir sceglie una storia di fuga, di sopravvivenza e di solidarietà dove a dominare sono gli ambienti naturali che i protagonisti si trovano ad affrontare giorno dopo giorno per 6500 chilometri. Tanti sono infatti sono i metri strappati alla morte che un gruppo di detenuti, evasi da un carcere siberiano nel 1938, in pieno regime [...] Vai alla recensione »
Film che inizia benissimo e scade progressivamente nel polpettone hollywoodiano. La situazione di partenza è emozionante e suscita in qualsiasi persona onesta un senso di ammirazione per il vigore con cui il socialismo sovietico sapeva proteggersi da traditori, sabotatori e delinquenti; la vita nel gulag è rappresentata realisticamente e la prima parte della fuga è al tempo stesso [...] Vai alla recensione »
Si dice ultimamente che le serie televisive stiano diventando il nuovo cinema. Forse è vero. Di sicuro c'è che, probabilmente, i produttori di questo The Way Back avrebbero potuto pensare di realizzarne una, visto l'ampio respiro di questa narrazione. O magari no, data l'importanza del finale circolare, atto a provocare commozione e labbra tremanti negli spettatori e che aveva bisogno di essere consumato [...] Vai alla recensione »
Peter Weir rappresenta una ristretta categoria di cineasti sognatori e visionari che non amano la banalità. Ha diretto Robin Williams nella perla de L’ attimo fuggente e Jim Carrey nel capolavoro The Truman Show fino ad arrivare, nel 2010, a dirigere un cast di ottimo profilo in una storia avventurosa e drammatica: The way back (USA). Ambientato in un gulag situato nel mezzo della [...] Vai alla recensione »
Nel 1940 nella Polonia occupata dall'Armata Rossa si susseguono le deportazioni. Un giovane viene spedito nei gulag siberiani dietro la testimonianza estorta con la violenza alla moglie che lo accusa di essere una spia. Una volta in Siberia, l'uomo deciderà di intraprendere una missione suicida: fuggire attraverso la Siberia per raggiungere la Mongolia prima e l'India poi.
Visto ieri sera su Rai 3. Emozionante, ogni film dovrebbe raccontare un'emozione, più che una storia. Le atmosfere dell'est a noi occidentali sconosciute, diventano il simbolo di questo film. Gli spazi sconfinati ti fanno addentrare in un universo in cui la natura era (è) veramente padrona. La cosa che più mi ha colpito è che il film attraversa diverse condizioni [...] Vai alla recensione »
Finalmente esce in parte la verità, dopo 70 anni di film e documentari ossessivi sulla shoa e la "resistenza" e di silenzio sui crimini del comunismo. I gulag non sono stati niente di meno grave dei lager nazisti, con la differenza che gli internati in Siberia non hanno mai avuto il potere economico degli ebrei, oltre al fatto che Stalin aveva vinto la guerra.
Il film è lento e succede pochissimo. l'attenzione resta sveglia grazie a immagini splendide di boschi e montagne e grotte e laghi. La storia, che inizialmente si credeva vera ma che vera poi non è, fece vendere a Rawicz oltre mezzo milione di copie. Anche il libro, come la pellicola, è pieno di pause e di incrongruenze, con una serie interminabile di interrogativi senza risposta.&n [...] Vai alla recensione »
Sono un grande fan di Peter Weir, in quanto la sua filmografia è ricca di film che sono e ritengo dei cult assoluti.....come dimenticare il geniale "the truman show" o il poetico "l'attimo fuggente"???impossibile!!!e impossibile non rimanere coinvolti dal suo ultimo lavoro, uscito in italia con due anni di ritardo.Memorabile ogni singola inquadratura ed ogni singolo personaggi [...] Vai alla recensione »
E' la storia della grande fuga di sette prigionieri da un gulag sovietico, tra i quali un attore russo e un ufficiale polacco accusato di spionaggio, che rischiarono la vita per lasciare la Siberia e arrivare nell'India inglese attraversando la Mongolia, il Desero dei Gobi e la Grande Muraglia cinese. A loro si uniràstrada facendo un'orfana polacca.
un gruppo di uomini internati in un gulag decide di tentare una folle fuga fino al baykal per passare il con fine con la Mongolia ed essere di nuovo liberi: sono, tra loro, diversi per nazionalità e crimini: c'è Janusz, un soldato polacco condannato come spia dei regimi capitalistici in seguito ad una confessione della moglie(ottenuta sotto tortura dai russi che avevano appena invaso [...] Vai alla recensione »
Il film è ambientato nel 1940, in un gulag russo, in cui le condizioni per i prigionieri, politici e non, non erano molto più confortevoli che quelle di un campo di concentramento tedesco. Questa storia vera, ha per protagonisti un manipolo di prigionieri, ognuno con il proprio carattere e la propria storia, che di notte riesce a fuggire da quell'inferno ghiacciato (siamo in Siberia). [...] Vai alla recensione »
Questo sito diventa sempre peggio. Nella sinossi si legge laconicamente che il film parla di "prigionieri internazionali" che scappano da "campi di lavoro in siberia", mentre esso tratta di campi di concentramento comunisti (chiamati gulag) dove in unione sovietica venivano fatti sparire gli uomini che si opponevano al regime. Chi ha scritto quella pseudo-recensione ha evidentemente cercato di occultare [...] Vai alla recensione »
Straordinario, per me è un capolavoro. Regia superba del grande Weir e un cast eccellente, davvero tutti bravissimi non riesco a trovare un difetto in questa pellicola. E' un film che emoziona, coinvolge, fa riflettere, e tiene incollati allo schermo per oltre 2 ore. Non vi racconto niente, è da vedere e basta senza sapere nulla in anticipo, come è stato per me.
Se l'avessi visto in un cinema con poltrone di velluto rosso, con lampade a forma di candela sui muri, con la mascherina che mi accompagnava al mio posto, se avessi avuto il programma in mano, se l'audio non fosse dolby, dts, sdds ecc, se lo schermo era in cinemascope, se il film fosse iniziato con il leone che ruggiva e se non l'avessi visto in una multisala allora la magia sarebbe stata [...] Vai alla recensione »
Non mi ero resa conto di quanto mi mancasse Peter Weir fino a quando non mi sono immersa in questo film. Fino a quando non sono stata conquistata dalla potenza e dalla poesia che Weir sa sempre infondere alle sue immagini, anche quando raccontano una storia dura e tragica. Nessuno lo sa fare meglio di lui e rischiavo di dimenticarlo. Proprio io che ho visto tutti i suoi film, adorandoli uno ad uno [...] Vai alla recensione »
Dalla siberia all'india a piedi per fuggire da un gulag. Splendida pellicola d'avventura tratto da una storia presumibilmente vera, se pur non verificata. Cast d'eccezione con un Colin Farrell da oscar, fotografia notevole e buona colonna sonora. Nel complesso un "filmone" d'altri tempi assolutamente da non perdere.
Tre stelle e mezza per l'ultima fatica del grande Peter Weir. Si tratta di un buon film sul desiderio di liberta e sull'istinto di sopravvivenza. Due ore intense e ben raccontate dal regista che non raggiunge mai i livelli di hanging rock, ma che riesce a tratti ad emozionare. La natura impervia e la tenacia umana sono i caratteri fondamentali del film.
Non c'è alcun dubbio: per me è un bel film. Complimenti al regista e a tutto il cast. Il gruppo di evasi - al quale poi si aggiunge una ragazza polacca - solidarizza nonostante le forti diversità essenzialmente per sopravvivere. La diffidenza- anch'essa finalizzata alla sopravvivenza- del gulag si trasforma in coesione umano-animale.
Un film bellissimo dove c'è la lotta dell'uomo contro l'uomo (politica e ideologia), c'è la lotta dell'uomo contro la natura (la natura ha le sue regole e'l'uomo che per sopravvivere si deve adattare), c'è la lotta dell'uomo con se stesso(ogni uomo ha una sua ragione di vita che ti da' la forza di lottare fino alla fine e vincere le sfide apparentemente impossibili).
E' un film godibile, soprattutto per chi prova un certo interesse (non morboso) per la realtè ex-comunista e per come venivano trattati i prigionieri politici (magari qualcuno ha letto anche il libro l'uomo del gulag). Le scene iniziali del film sono realistiche su cosa accadeva in quelle terre. Apprezzabile davvero la scenografia, straordinaria dall'inizio alla fine.
La libertà è il filo conduttore di questo film: la libertà dalla dura prigionia del Gulag, la libertà dall'oppressione degli uomini sugli altri uomini, ma anche la libertà dai rimorsi e dai sensi di colpa. Una fuga, una grande fuga per migliaia di chilometri dalla Siberia fino all'India, attraverso il gelo dell'inverno, l'arido deserto e il confronto [...] Vai alla recensione »
Un film meraviglioso quello di Peter Weir!!! Emozionante e coinvolgete; spettacolari i paesaggi e la fotografia, i dialoghi e il trucco!! Tutti gli attori interpretano alla grande il proprio personaggio facendoci immedesimare nella storia e provocando in noi stessi un sentimento di solidarietà verso quegli eroi!!! Eccezionale anche la rapidità delle scene che nulla toglie alla trama [...] Vai alla recensione »
Ne è valsa la pena!! Non solo guardare il film, e soprattutto VIVERLO attraverso li occhi dei protagonisti, ma aspettare i dieci anni tra una fatica e l'altra del maestro Weir!! In questo film non assistiamo solo ad una fuga da un gulag, altrimenti potremmo riallacciarci ad altre pellicole inerenti a fughe, tipo "fuga da absolom" o "fuga da alcatraz"! No!! Qui assistiamo [...] Vai alla recensione »
Dal maestro peter Weir era lecito aspettarsi qualcosa in più. Ancora una volta individui che lottano, soffrono, si impegnano in imprese memorabili. Manca però la solita verve, la capacità di catturare la curiosità dello spettatore ben nota ai suoi estimatori. Dopo la fuga dal Gulag, nessun colpo di scena, niente che ti possa fare, non dico sobbalzare ma neppure sorprendere. [...] Vai alla recensione »
Se la storia in sè è talmente affascinante da giustificare da sola, insieme ai paesaggi, il prezzo del biglietto, a mio avviso non lo è il film nel suo complesso. I personaggi sono privi di una benchè minima identità, Farrel è quasi ridicolo (se pensiamo al ruolo per certi aspetti analogo interpretato in "Tigerland" con tutt'altra efficacia), Ed Harris ricorda l'Eastwood bi-espressivo (con/senza cappello), [...] Vai alla recensione »
Sara' anche fatto bene, avra' buone moralita', ma ho provato ben poche emozioni. Sinceramente potevo anche farne a meno di vederlo. Film non per tutti.
Dopo sette anni di assenza (dai tempi di Master and Commander) torna l’australiano Peter Weir, che ha dato allo schermo film memorabili come Picnic a Hanging Rock e Truman Show. E si riaffaccia con un “epic” appassionante, raccontando la fuga (autentica) di sette uomini da un gulag siberiano all’inizio della guerra. Guidati dal risoluto Janusz, un polacco che vuole ritrovare la moglie costretta a denunciarl [...] Vai alla recensione »
Poiché The Way Back , l’ultimo film diretto da Peter Weir, è un’opera di notevole valore, non si comprende come mai tanto il Festival di Cannes quanto quello di New York non abbiano voluto presentarla in concorso né fuori concorso, quasi si trattasse di un film mediocre o inutile o di vecchio stile o addirittura negativo sul piano estetico e su quello culturale.
Naturalmente la categoria cinema estivo non esiste, ma non è sbagliato definire «The Way Back» un film che pare fatto apposta per liberare mente e sguardo dello spettatore quando è arrivato allo start delle vacanze. La proposta è resa allettante anche dal nome del regista, l’australiano Peter Weir che abbiamo onorato con ragione per oltre vent’anni e da circa dieci sembrava pensionato: tornato in campo [...] Vai alla recensione »
Come il grande David Lean cui spesso è paragonato, l’australiano Peter Weir è un cineasta che ama la dimensione epica, il romanzo di ardite imprese umane. In tale spirito ha realizzato nel 2003 il magnifico Master & Commander ; in questo registro affronta ora The Way Back , ispirato a un libro di Slavomir Rawicz - uscito nel 1956 e per la verità da molti considerato inattendibile - dove l’autore rievoca [...] Vai alla recensione »
“Il carcere è la natura”. Quella della Siberia, 1939: il tenente polacco Janusz (Jim Sturgess) viene accusato di spionaggio dal partito comunista e condannato a 25 anni di lavori forzati. Per dirla alla Lenin, che fare? Fuga, e fuga sia: gelo e deserto, fame e disperazione, sete e sconforto, 6.500 km a piedi per “ritrovarsi” in India. Un criminale russo (Colin Farrell), un americano ambiguo (Ed Harris) [...] Vai alla recensione »
C’è un motivo per cui questo film del regista australiano che ha firmato The Truman show e L’attimo fuggente è rimasto congelato per due anni prima di uscire nelle sale italiane, ed è che purtroppo non sembra un film di Peter Weir. O meglio, il tema trattato, cioè la fuga di un gruppo di detenuti di un gulag siberiano verso la libertà, contiene tutti gli elementi della poetica di Weir, dal gruppo di [...] Vai alla recensione »
Nel 1941, alla fine dell’inverno, sette uomini si incamminano verso l’Himalaya e l’India. La circostanza non avrebbe rilevanza se quegli uomini, senza cibo e malamente vestiti, non partissero dalla Siberia. Evasi da un gulag, li guida il tenente polacco Slawomir Rawicz, lo stesso che quindici anni più tardi ne descrive la traversata dell’Asia in un best-seller pubblicato in Gran Bretagna.