Titolo originale | Django Unchained |
Anno | 2013 |
Genere | Western, |
Produzione | USA |
Durata | 165 minuti |
Regia di | Quentin Tarantino |
Attori | Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington Walton Goggins, Dennis Christopher, Tom Wopat, Rex Linn, Laura Cayouette, Sharon Pierre-Louis, Lewis Smith, Cooper Huckabee, Misty Upham, Nichole Galicia, David Steen, Todd Allen, Catherine Lambert, Shannon Hazlett, Johnny Otto, LaTeace Towns-Cuellar, Justin Dwayne Hall, Danièle Watts, Miriam F. Glover, Jake Garber, Christopher Berry, Johnny McPhail, Mustafa Harris, Michael McGinty, Kinetic, Michael Bacall, Franco Nero, Jonah Hill, Quentin Tarantino, John Jarratt, Don Johnson, James Russo, Rza, M.C. Gainey, Tom Savini, James Remar. |
Uscita | giovedì 17 gennaio 2013 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
MYmonetro | 3,59 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 novembre 2016
Il poco ortodosso Schultz assolda Django con la promessa di donargli la libertà una volta catturati i Brittle, su cui pende una pesante taglia. Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto 2 Premi Oscar, 1 candidatura a David di Donatello, 4 candidature e vinto 2 Golden Globes, 5 candidature e vinto 2 BAFTA, 1 candidatura a Cesar, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Django Unchained ha incassato 12,1 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Stati Uniti del Sud, alla vigilia della guerra civile. Il cacciatore di taglie di origine tedesca dottor King Schultz, su un carretto da dentista, è alla ricerca dei fratelli Brittle, per consegnarli alle autorità piuttosto morti che vivi e incassare la ricompensa. Per scovarli, libera dalle catene lo schiavo Django, promettendogli la libertà a missione completata. Tra i due uomini nasce così un sodalizio umano e professionale che li conduce attraverso l'America delle piantagioni e degli orrori razzisti alla ricerca dei criminali in fuga e della moglie di Django, Broomhilda, venduta come schiava a qualche possidente negriero.
Tarantino ha in mano una storia di genere che è anche un pezzo di storia americana: il western appare dunque la scelta ideale, ma è ovviamente un western che non si colloca sotto il grande cielo della tradizione, che tutto ingloba e ridimensiona, bensì dentro un teatro (Candyland), in piena continuità stilistica e tematica con il precedente immediato, Bastardi senza Gloria. Ancora sorvegliati e sorveglianti, infatti, e ancora gioco delle parti, pericoloso ed estremo scambio delle stesse, strategia della vendetta e della messa in scena.
Qui, più di prima, il piacere del cinema, di farlo così come di ammirarlo, è in ogni piega del testo: nella recitazione espansiva dei protagonisti, con le punte di diamante di Samuel L. Jackson e Di Caprio; nella potenza del dialogo (perché Tarantino sceneggiatore non è mai da meno di Tarantino regista); nell'uso della musica e degli sguardi, che ha riesumato dal cinema italiano degli spaghetti western e portato a nuovo splendore; nel gioco (la sua comparsata "esplosiva"); nella citazione omaggiante o dissacrante che sia (di Griffith, ad esempio). Tutto concorre a nutrire uno spettacolo magistrale, che si appoggia su una narrazione forte, sempre più classica e ponderosa.
Nonostante il film non porti con sé nulla del meraviglioso Django di Corbucci, se non un messaggio d'amore, racchiuso nel titolo e nel refrain di Luis Bacalov, e una nota di orrore, che rima con razzismo, Django Unchained è un'opera impeccabile, interamente risolta, che procede come un lungo tapis roulant da un incipit cinico-grottesco, quasi alla fratelli Coen, verso un discorso più profondamente crudele e un riscatto totale, affidato al personaggio di Christoph Waltz, che mette a tacere qualsiasi sterile polemica. Peccato, se mai, per la brava Kerry Washington, impiegata a scopo esclusivamente funzionale, che non reca con sé alcuna memoria delle precedenti eroine tarantiniane, eppure la sua presenza basta a scaldare il film e ad evitargli la trappola del saggio freddo e cerebrale, oltre che a creare un fantasioso parallelo con la saga germanica di Sigfrido.
Il piacere del testo è dunque reale, verificabile, frutto di una soddisfazione innegabile delle aspettative che avevamo riposto in esso. Eppure, direbbe Barthes, ci sono testi di piacere e testi di godimento, che eccedono la regola, causano una scossa, uno stato di spaesamento che resta indicibile. Sono quelli che Tarantino ha realizzato in passato e, purtroppo, da qualche tempo, non fabbrica più.
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"Senza gli spaghetti western non esisterebbe una buona parte del cinema italiano. E Hollywood non sarebbe la stessa cosa." Quentin Tarantino. Appena appaiono i titoli di testa già si intuisce che il film che ci si appresta a vedere è un grande omaggio al western all'italiana, particolarmente caro, e si vede, a Tarantino. Django Unchained inizia con una chicca per appassionati del genere, ovvero tra [...] Vai alla recensione »
Kerry Washington è la germanica Brynhildr - in inglese Broomhilda - la valchiria condannata da Odino a vivere una vita di donna mortale imprigionata in un castello dietro un muro di scudi sulla cima del monte Hindarfjall, dove dorme all’interno di un cerchio di fiamme vigilato da un potente drago, aspettando che Siegfried, uomo valoroso e senza paura, la salvi per farla sua sposa.
Sono uscito dalla sala pensando che Tarantino ha fondato un linguaggio cinematografico peculiare. Come i film di Fellini o Kubrick (per citare due geni della cinematografia) possiedono un "marchio DOC" che li rendono immediatamente identificabili, così le opere di Tarantino riescono a cavalcare i diversi generi e ad amalgamarli mediante uno sguardo d'autore che li travalica e li assembla in sintesi [...] Vai alla recensione »
Django Unchained è il secondo capolavoro di Quentin Tarantino. Non ammettere l'elevatezza artistica di questo capolovaro Glam/Pop significa avere pregiudizi, significa strumentare il primo capolavoro del regista, Pulp Fiction , significa far pagare all'ex videotecaro di LA lo scotto della fama e della antipatia. Si tratta di 165 minuti di puro cinema, e non deve essere più [...] Vai alla recensione »
Da uno degli indiscussi geni del cinema nasce il capolavoro western “Django, unchained” che va ben oltre la sua storia intrinseca toccando temi delicati e scottanti. Quentin Tarantino dopo “Bastardi senza gloria” (2009) torna a stupire come è suo solito. Sono passati anni dal celebre “Kill Bill”(2003) ma l’impatto della [...] Vai alla recensione »
Dopo la geniale pellicola "Bastardi senza Gloria" il maestro di Knoxville torna a colpire con un film spaghetti western. Questo, infatti, potrebbe essere il secondo capitolo di una trilogia che percorre binari di avvenimenti storici. Se è vero che il precedente film di Tarantino per molti ha raggiunto la perfezione, non ci si sarebbe aspettati che il nuovo Django potesse fare altrettanto. [...] Vai alla recensione »
Signore e signori, ecco a voi un capolavoro! In un’epoca in cui questo termine è troppo usato, soprattutto a sproposito, finalmente siamo di fronte ad un’opera che non può essere definita in altro modo. Ma forse limitare l’immensa bellezza di questo film a se stesso, ad un solo “prodotto cinematografico”, sarebbe fargli un torto.
Rilettura, omaggio, rielaborazione colta e divertita, parodia travolgente e critica sociale, Tarantino nel suo personalissimo western porta tutto il suo bagaglio culturale, tutto il suo genio creativo, tutto il divertimento di chi ama fare e guardare cinema allo stato puro e tutto il desiderio di dare vita - ridare vita - ad un genere che non è solo western, che non è [...] Vai alla recensione »
Natale 2012 esce nelle sale statunitensi Django unchained l'ultima fatica di Quentin Tarantino che decide dopo oltre ven'anni di carriera cinematografica di dedicarsi al western, genere a lui tanto caro tanto da trovarne riferimenti e rimandi in tutte le sue pellicole precedenti. Il quesito principale è: cos'è il western per Tarantino? Quentin vede oltre il genere inteso come [...] Vai alla recensione »
Una fila di schiavi avanza nella notte degli Stati Uniti del sud. Un calesse incrocia il cammino dei negrieri e del loro carico. Alla guida del mezzo c'è King Schultz,uno strambo dottore di origini tedesche dotato di un linguaggio forbito. L’uomo cerca uno schiavo con l’intenzione di acquistarlo.Il nome dello schiavo è Django. La trattativa parte col piede sbagliato,e la quiete delle notte viene rotta [...] Vai alla recensione »
“Django Unchained” è un vero capolavoro postmoderno...grandiosamente esagerato, ironico, splatter, sentimentale, l'ultimo film di Quentin Tarantino non delude le attese dei suoi ammiratori e forse farà ricredere parte dei soliti detrattori. Come ogni altro film del regista di Knoxville, “Django Unchained” è una pellicola unica nel suo genere, che presenta i tratti del cinema d'autore ma senza rinunciare [...] Vai alla recensione »
Mentre Spielberg fa il film sul Presidente che libera gli schiavi, Tarantino fa il film su uno schiavo che si libera da solo (o quasi). E se Lincoln lascia perplessi per il fatto di essere soprattutto nella prima parte un po' verboso, dopo aver visto Django i difetti di Lincoln si notano ancora di più. Perché? Be', Spielberg è grandissimo quando racconta scene di forte umanità, e infatti le parti migliori [...] Vai alla recensione »
Dire che è un capolavoro, non mi pare il caso, detto questo è sicuramente un film da rivedere. Per me che non sono un amante del genere ma un appassionato di Trantino, non posso che togliermi il cappello difronte a questa pellicola, come non ho potuto non applaudire alla fine del film. La trama ho scoperto essere un remake di un altro film, contaminato da altri titoli che tratano tutti una storia simile. [...] Vai alla recensione »
Non capisco tutte queste recensioni entusiaste per Django. Film nella media, buono ma decisamente inferiore al altri film di Tarantino, a partire dall'ultimo "Bastardi senza gloria". Ho trovato particolarmente noiosa tutta la prima parte, troppo lenta e verbosa, allunga il brodo a quasi tre ore (potevano essere benissimo due e nessuno avrebbe obiettato nulla).
Il suo cinema o lo si ama o lo si odia; e' Tarantino stesso ad aver fornito tale definizione in riferimento alla sua stravaganza nel comporre film, ed in particolar modo nei confronti di coloro che spesso e volentieri lo criticano. Ma odiare quest' opera è davvero sintomo di pregiudizi. Marchio di fabbrica di uno che è cresciuto a "pane e spaghetti-western", la pellicola [...] Vai alla recensione »
Dopo un capolavoro del calibro di "Bastardi senza gloria", non mi sarei mai aspettato l'uscita al cinema di un film del genere. "Django Unchained" non sarà il miglior film di Tarantino ("Pulp Fiction" e "Le iene" restano inviolati), ma è sicuramente uno dei più travolgenti, originali e cruenti che lui abbia mai creato.
1858, Stati Uniti del sud, il Dr King Schultz, ex dentista diventato cacciatore di taglie, si aggira per cittadine, valli e praterie per catturare ricercati e riscuotere la ricompensa. Per riconoscere tre pericolosi criminali libera lo schiavo Django, promettendogli la libertà a lavoro finito. I due, però non si separano e formano un vero e proprio sodalizio al fine di liberare la moglie [...] Vai alla recensione »
Visto finalmente “Django Unchained” di Quentin Tarantino. Ho ancora il sorriso stampato sulla faccia e cercherò di mettere nero su bianco le mie sensazioni. Django Unchained è il nono film da regista di Quentin Tarantino e rappresenta la sua incursione nel genere western, più precisamente spaghetti western, da lui tanto amato.
Tarantino è tornato finalmente con django,tributo al vecchio film di franco nero anche se in questa rappresentazione di tarantino,django non ha niente a che fare con il vecchio.La prima parte di film è spettacolare,fino a quando vanno per contrattare per l'acquisto della moglie di dango(parte a mio avviso abbastanza noiosa),per fortuna il film si riprende nel finale anche se troppo [...] Vai alla recensione »
Sublime. Un capolavoro. Un omaggio appassionato ai nostri grandi del cinema e un'accusa rabbiosa contro le prepotenze e gli orrori di cui sono capaci gli uomini. Interessante il collegamento nemmeno troppo sottaciuto fra il sadismo verso le persone e le sevizie che uno dei fratelli Brittle infligge nel granaio alle galline prima di assistere a quelle che suo fratello si appresta a fare su una schiava. [...] Vai alla recensione »
Django Unchained. Quentin Tarantino è tornato e con lui un altro dei suoi capolavori. Prima di tutto questo regista è un po’ particolare e presenta uno stile registico tutto suo, quasi ogni scena di tutti i suoi film è esagerata nei comportamenti e nella violenza dei personaggi; questo è il tipico regista che collezione film che o adori o odi. (personalmente io punterei sulla prima scelta).
A quattro anni dal capolavoro, ecco tornare Tarantino con un nuovo, geniale film, suo primo western. E il fatto che lo sia è anche un'ottima possibilità per il marketing, che ha rimarcato su questa cosa. Come al solito da lui scritto e diretto, è un film strano certo, a partire dal protagonista, ma non assolutamente originale e perfetto come lo è stato Inglourious Basterds, [...] Vai alla recensione »
Sud degli USA 1858. Un eccentrico ex dentista ora diventato uno spietato cacciatore di taglie acquista uno schiavo di colore di nome Django in quanto egli può aiutarlo a rintracciare degli uomini che lui vuole uccidere per intascarne la taglia. Una volta ottenuta la libertà, Django si dedicherà alla sua vera missione ossia quella di liberare la moglie schiava di un terribile proprietari [...] Vai alla recensione »
Tarantino, con DJANGO UNCHAINED, ha fatto davvero un ottimo lavoro. E' il primo film di questo regista che vedo (ahimè, sono costretta ad ammettere questa mia lacuna),quindi non posso fare raffronti con i lavori precedenti, ma allo stesso tempo posso farmi un'opinione più disicantata e forse più obbiettiva del film. In poche battute la trama: America 1858.
Una storia western, un po' all'antica e un po' moderna, che scorre come un fiume in piena, travolgendo a più non posso tutti gli spettatori presenti in sala grazie alla sua vena violenta, spietata, drammatica e un po' ironica dal persuasivo potere di lasciarci col fiato sospeso! "Django Unchained" si rivela veramente IL WESTERN tarantiniano per eccellenza, il film che [...] Vai alla recensione »
Una fila di schiavi neri cammina in un deserto roccioso, accompagnati da due guardiani armati e dalle note di "Django" di L. E. Bacalov, mentre sullo schermo scorrono, enormi e in un rosso leoniano, i titoli di testa. Così comincia "Django Unchiained": Clint Eastwood, in "Per un pugno di dollari", entrava in scena in groppa ad un mulo, togliendo all'eroe (spaghetti) [...] Vai alla recensione »
Il Quentin Tarantino che affronta il western è il Quentin Tarantino che fa i conti con se stesso, con la propria opera, la propria adolescenza, la propria cinefilia, insomma con gran parte della sua esistenza. E “Django unchained” non poteva non risultare un omaggio all'incursione italiana nel genere, lo spaghetti-western, ai grandi maestri del ragazzone di Knoxville, i due [...] Vai alla recensione »
Il cacciatore di taglie Dr. King Schultz scova e libera lo schiavo nero Django, in quanto vecchia conoscenza dei fratelli Brittle che il tedesco sta cercando per incassarne la taglia. Tra i due così nasce e si consolida un rapporto di amicizia professionale, e quando Schultz scopre che la moglie di Django è tenuta serva di uno dei maggiori proprietari terrieri del Mississipi, decide [...] Vai alla recensione »
Una sceneggiatura perfetta, come quelle che solo Tarantino sa scrivere, è la solida base di questo western tutto costruito su dei personaggi pensati ed interpretati meravigliosamente.Una pellicola che vuole riaprire il dibattito sullo schiavismo e sul razzismo nei confronti degli afro-americani attraverso un percorso mai visto prima , tutto proprio di Tarantino.
BELLISSIMO per: - dialoghi apparentemente fuori luogo ma allo stesso tempo quotidiani e ironici (es. dialogo incappuciati), molto "tarantinieschi" direi; - Christoph Waltz, assolutamente fantastico e divertente dentista; - colonna sonora ( es. pezzo rap "100 Black Coffins" ); - il riscatto dello schiavo come tematica di fondo; - l'uso spropositato della parola "negro" [...] Vai alla recensione »
Giunto al suo ottavo film in vent'anni, dopo aver dato prova del suo meglio nel fantastico Bastardi Senza Gloria, si cimenta per la prima volta nel genere che da sempre dichiara apertamente di adorare: il western e il suo sottogenere all'italiana, lo spaghetti-western. E lo fa in gran stile, con un budget di 100 milioni di dollari, che è riuscito facilmente a riguadagnare con l'enorme [...] Vai alla recensione »
SULLA SCENEGGIATURA : Che Quentin Tarantino fosse appassionato dei cosiddetti “Spaghetti Western” (ovvero i Western all’italiana) non era una novità. Tratta ispirazione dal Django di Franco Nero (Film italiano del 1966), lo stesso Quentin si è occupato della sceneggiatura. La prima cosa da dire su questa pellicola è: non serve essere amanti dei western per apprezzarl [...] Vai alla recensione »
Maledetto Quentin…..ce l’hai fatta un'altra volta!!!! Il geniale regista di Pulp Fiction continua il suo percorso cinematografico omaggiando il cinema che lo ha accompagnato nella sua crescita professionale e che ha fagocitato quando era commesso in una videoteca. Questa volta è il turno del western…..ma non di quello epico alla John Ford ne di quello crepuscolare di [...] Vai alla recensione »
Film western in cui si raccontano le avventure vissute da due cacciatori di taglie, un ex medico dentista ed uno schiavo nero liberato dalla prigionia dal dottore stesso, al fine di liberare la moglie dell'ex prigioniero, anch'ella ridotta in schiavitù presso una piantagione di un ricco e violento proprietario terriero. Un'ottima rappresentazione nonchè parodia dei classici [...] Vai alla recensione »
Il western che volevamo sì, ma anche molto, molto di più. Non manca davvero niente a Django Unchained! Quello che si scopre in sala è un incredibile intreccio di stili e realtà, all'apparenza distanti, ma coniugati ed amalgamati alla perfezione, nell'ultima fatica di Tarantino. Realtà e stili lontani, ad un primo sguardo, come [...] Vai alla recensione »
Premetto che non sono uno che ama tutti i film di Tarantino, quelli che mi sono piaciuti (e non poco) sono Pulp Fiction, Le Iene e i due Kill Bill. Questo suo omaggio al cinema western si va ad aggiungere a questa lista. Un film a cui non manca niente: una trama buona e scorrevole, personaggi pazzeschi (Dottor Schultz su tutti), dialoghi al vetriolo, belle citazioni.
Grande ritorno di Tarantino con questo splendido film ambientato negli Stati dell'Unione prima della Guerra di secessione, film che rispetta tutti i canoni dei più grandi western dei suoi illustri predecessori. L'ironia, l'azione, qualcuno da liberare, la vendetta, il tutto accompagnato da una grande musica e una splendida fotografia.
Tarantino ha dismesso da qualche tempo le vesti del cineasta che ritrae con minimalismo e stile, la marginalità urbana. Temo anzi che si arrabbierà se gli rimproverassimo di averci privato degli ex-carcerati dementi o dei pugili di basso bordo. La filmografia di Tarantino, da Kill Bill, incede in pompa magna. Ancora interpreti bravi e illustri, storie forti, [...] Vai alla recensione »
Scrivere una recensione su Django Unchained è davvero cosa difficile. Ho iniziato ad apprezzare i film western dopo Balla coi Lupi, e ammetto di non aver mai preso troppo in considerazione gli spaghetti western. Mi dovrò ricredere. Django trascende i generi. Parla dello schiavismo con alta moralità (come un western contemporaneo, da Piccolo Grande Uomo in avanti) e [...] Vai alla recensione »
‘C’è un negro a cavallo!’. Il nuovo film di Tarantino è come una grande meringa farcita di ottima crema, guarnita di canditi e ricoperta di cioccolato: il pasticciere è sempre bravissimo, il dolce è una leccornia, ma forse l’accumulo di ingredienti è eccessivo. Il tanto agognato (da parte sua) omaggio congiunto al western all’italiana [...] Vai alla recensione »
Django la D è muta, e non solo la D rimane muta, ma resta in silenzio anche il pubblico di fronte a un capolavoro dove ogni singolo frame è impregnato dall'impronta indelebile Tarantiniana; e grazie a ennio morricone, uno dei pochi ponti che ci collega ancora al mondo del cinema americano, il maestro Quentin riesce a miscelare perfettamente musica e filmato riuscendo ad inserire come protagonista un [...] Vai alla recensione »
Una serie di pietre dove si muovono alcuni schiavi sotto il sole cocente. Fra questi, c'è Django. Diventato uomo libero dopo un siparietto pseudo - splatter del dottor King Schultz, lo aiuta a fare il cacciatore di taglie ma ha in testa solo la vendetta e l'adorata moglie Broomhilda, venduta come schiava chissà dove nel Texas. La sceneggiatura è da sempre (soprattutto nei dialoghi e nelle continue [...] Vai alla recensione »
Partiamo con questa frase: non mi piace il genere western, anzi, è l'unico che non riesce ad appassionarmi per niente, insieme al musical. Ma un film firmato Tarantino, qualunque genere esso sia, è sempre un'assicurazione. Django è uno schiavo che viene liberato dai suoi padroni grazie al dottor King Schultz, un dentista tedesco diventato un cacciatore di taglie.
Che QT sia un geniaccio non lo scopriamo ora . Sin dall'inizio così Tarantiniano,sin dalla prima scena il film cattura e sorprende. La genialità del nostro prezioso regista sceneggiatore che tanto ha dato e ancora,a Dio piacendo ,darà al cinema,ancora una volta si staglia nitida e si coglie con facilità in più aspetti.
DJANGO UNCHAINED (USA, 2013) diretto da QUENTIN TARANTINO. Interpretato da JAMIE FOXX, CHRISTOPH WALTZ, LEONARDO DICAPRIO, KERRY WASHINGTON, SAMUEL L. JACKSON, JAMES REMAR, BRUCE DERN, FRANCO NERO, DON JOHNSON Nel 1858 il dentista Tedesco King Schultz, diventato cacciatore di taglie, libera dalla servitù lo schiavo nero Django, e ne fa il suo compagno di avventure e punizioni.
Un film esuberante, con tanta ironia scritta tra le righe, non mancano le "tarantinate"sangue che schizza e persone che volano colpite da pallottole,è proprio questa la peculiarità del film,inserire piccoli spunti grotteschi in un contesto cmq appartenuto alla realtà del passato. Come in legend bastard,altro bel film di tarantino, non manca la vendetta verso le razze [...] Vai alla recensione »
Tutto cio che fa cinema grande cinema è concentrato in questo capolavoro : ritmo incalzante personaggi indimenticabili sceneggiatura perfetta e regia magistrale ; il razzismo visto da Tarantino diventa storia del cinema , dialoghi poi essenziali primi piani con sguardi che non necessitano di parole scene di violenza al limite dell'assurdo e del grottesco ma di [...] Vai alla recensione »
Stati Uniti, due anni prima della guerra Civile, uniti nel nome ma non nei fatti, nel Sud vigeva una schiavitù su cui gran parte del Paese fondava la sua ricchezza. Un razzismo penetrato profondamente nel cuore della gente, città dove la scena di una persona di colore su un cavallo portava sconcerto ed orrore. Tarantino ci descrive questa cruda realtà [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta Quentin Tarantino firma un capolavoro: dalla sceneggiatura alla colonna sonora, un lavoro impeccabile, reso possibile dalla maestria di un cast davvero eccezionale. È evidente che Tarantino si diverte tantissimo facendo film, e riesce a trasmettere questo entusiasmo quasi infantile (nel senso positivo del termine) attraverso i dialoghi, i gesti, gli sguardi, le scene a volte ai limiti [...] Vai alla recensione »
Di film belli ne ho visti ma poche volte mi è capitato di uscire dal cinema con il sorriso sulle labbra di colui che sfamato in tutti i suoi sensi torna a casa con l'unico rammarico di averlo oramai visto e che quei 165 minuti magici sono passati. Tarantino non si smentisce regalando quintali di piombo ed ettolitri di sangue, ma questa volta i dialoghi, tanto frizzanti quanto [...] Vai alla recensione »
Django enchained, cioè scatenato, è esemplare della sensibilità, dello stile, delle doti di Quentin Tarantino. Dopo aver pescato qui e là nella sua conoscenza cinematografica enciclopedica e nella sua passione per il cinema italiano di genere, si sofferma sul western. Cioè il massimo di americano attraverso la lente deformante dell'incursione italiana operata quasi messo secolo fa da Leone e compagni. [...] Vai alla recensione »
Non fosse un western sarebbe un romanzo di formazione. Con lo schiavo nero liberato dal cacciatore di taglie bianco che scopre una realtà sconcertante. Visto dalla parte dei dominatori, il mondo dello schiavismo fa ancora più schifo. Provare per credere: il «liberato» Django impara a sparare, a recitare, a soffocare i suoi sentimenti, a mandare a morte i fratelli senza battere ciglio.
È impossibile non amare un film che apre con i titoli di testa, ovviamente rossi, sulle note della celebre Django composta da Luis Bacalov e cantata da Rocky Roberts per il film di Sergio Corbucci e si conclude con Lo chiamavano Trinità di Franco Micalizzi mentre il suo eroe, il nuovo Django di Jamie Foxx, è diventato da schiavo barbuto un sofisticato eroe da blaxploitation anni '70 con occhialetto [...] Vai alla recensione »
Mettiamola così. "Lincoln" di Steven Spielberg è un magnifico film, che appassiona anche i meno inclini ai dibattiti politici e all'arte del compromesso. Ma il film che fa urlare contro la schiavitù, mostrandone tutto l'orrore, è "Django Unchained" del più frivolo collega Tarantino. Nessuna violenza viene risparmiata, dalle frustate alle mute di cani alle "fornaci", bare roventi usate per punire i [...] Vai alla recensione »
La doppia visione di Lincoln e Django unchained può essere un'idea. Entrambi sono film che lanciano un assalto all'istituzione della schiavitù attraverso la perseverante azione di un eroe. Ma le similitudini finiscono qui. Del resto i tanti fan di Tarantino condivideranno il piacere del regista nell'allontanarsi dalla legge e dalla giustizia verso il gusto puro della vendetta.
Il bounty killer, doc King Schultz, falso odontoiatra tedesco itinerante, e Django, servo nero da poco liberato, sono appollaiati sul liminare di una collina, fucile alla mano, in un punto sperduto del profondo Sud, due anni prima della guerra civile. Puntano qualcuno in fondo alla valle su cui pende una taglia, «vivo o morto»; ma per Doc non si fanno prigionieri, solo cadaveri penzoloni sul dorso [...] Vai alla recensione »
Non è perfetto "Django Unchained". Ma provate a dimenticarlo o a confonderlo con un altro: la marea d'interpretazioni, investigazioni, destrutturazioni che bombarderanno la rotta dell'ultimo film di Quentin Tarantino hanno in questo senso un peso prossimo a zero. Per coloro che s'accontentano ci sarà spazio, al massimo, per il giochino della graduatoria interna: è meglio di «Kill Bill», ma peggio di [...] Vai alla recensione »
Sud degli Stati Uniti, due anni prima della Guerra Civile: lo schiavo Django (Jamie Foxx) viene riscattato dal cacciatore di taglie Dottor King Schultz (Christoph Waltz). Il sodalizio funziona e, in cambio, Schultz aiuta Django a cercare la moglie Broomhilda (Kerry Washington): è finita nella famigerata piantagione Candyland, di proprietà del crudele Calvin Candie (DiCaprio), che ha nello schiavo cremino [...] Vai alla recensione »
È certo un paradosso quello di affidare la parte del "buono", nel caso specifico di colui che uccide un crudele e odioso negriero, peraltro senza conti in sospeso con la giustizia, a un cacciatore di taglie del vecchio west; un cinico bianco che, a tu per tu col fuorilegge ricercato, nella classica scelta "vivo o morto" decide sempre e solo per la seconda opzione.
Non è il miglior Tarantino di sempre ma un suo film, pur discreto come questo, ne vale quanto tre di certi autori che sono di culto solo per alcuni recensori. Per questo, facciamo fatica a capire e perdonare, al Tarantino di Django Unchained, il tentativo, spesso evidente, di voler compiacere quella medesirna critica, snaturando, in parte, quel suo modo «nerd» di fare cinema.
La grande marcia verso l'Ovest, le guerre indiane, la lotta al banditismo, la costruzione della ferrovia transcontinentale: erano questi i motivi al centro dell'epopea Western, un genere che il cinema italiano riportò a nuova vita sotto forma di «Spaghetti», riducendolo a un ironico teatrino di violenza e privandolo di agganci alla Storia. Al western nostrano si ispira Quentin Tarantino, il quale con [...] Vai alla recensione »