Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
continua»
Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Le iene di Candylanddi Writer58Feedback: 53218 | altri commenti e recensioni di Writer58 |
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domenica 20 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sono uscito dalla sala pensando che Tarantino ha fondato un linguaggio cinematografico peculiare. Come i film di Fellini o Kubrick (per citare due geni della cinematografia) possiedono un "marchio DOC" che li rendono immediatamente identificabili, così le opere di Tarantino riescono a cavalcare i diversi generi e ad amalgamarli mediante uno sguardo d'autore che li travalica e li assembla in sintesi originali. I dialoghi costruiti con un crescendo di tensione e che spesso sfociano in una violenza ritualizzata,l'ironia "noir", la vendetta,i duelli, le sfide, la rivisitazione del pulp, la scansione per capitoli,i corpi dilaniati che sprizzano sangue, ma soprattutto una narrazione serrata e impeccabile, ne costituiscono gli aspetti essenziali. Anche in "Django Unchained", l'autore propone il suo approccio nel confronto con il genere western, a partire dalla storia di uno schiavo che viene liberato da un cacciatore di taglie (interpretato da un magnifico Waltz),è coinvolto nella cattura di criminali ricercati e si mette alla ricerca di sua moglie, venduta a un possidente (un eccellente De Caprio) ossessionato dai combattimenti all'ultimo sangue tra "mandingos". I film western si prestano ottimamente alla ritualizzazione delle sequenze e dei nodi narrativi: i primi piani dei volti dei protagonisti, la magnificenza degli esterni, le sparatorie, l'estetica dell' "uno contro tutti", la sfida prometeica dello schiavo nei confronti dei padroni, l'epopea di una terra sterminata dove è possibile, in virtù del talento individuale, cambiare rapidamente il proprio status. Un intero universo di opportunità per i registi, soprattutto per coloro che, come Tarantino, rivisitano i generi e li trasformano negli scenari della propria proposta narrativa. Qualcuno ha scritto che, nella sua essenza, "Django Unchained" è una storia d'amore: ritengo questa affermazione insieme vera e falsa: così come "kill Bill" non è solo la storia di una vendetta, ma un saggio lucidissimo sull'estetica Tarantiniana, anche nella sua ultima opera la ricongiunzione di Django con sua moglie è solo uno dei fili narrativi, quasi un'esca per incatenare l'attenzione dello spettatore al modulo proposto. Un modulo che, senza cadere nella stereotipia e nel manierismo, rivela la sua efficacia nell'interazione tra i personaggi, gli ambienti, le storie e i ritmi e che conferma Tarantino come uno dei maggiori autori del cinema contemporaneo.
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