Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
continua»
Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tarantino scatenato!di FedsonFeedback: 7507 | altri commenti e recensioni di Fedson |
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giovedì 28 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una storia western, un po' all'antica e un po' moderna, che scorre come un fiume in piena, travolgendo a più non posso tutti gli spettatori presenti in sala grazie alla sua vena violenta, spietata, drammatica e un po' ironica dal persuasivo potere di lasciarci col fiato sospeso! "Django Unchained" si rivela veramente IL WESTERN tarantiniano per eccellenza, il film che Tarantino ha ambito a realizzare, mettendo da parte questa epica sceneggiatura per anni ed anni, finché, proprio come Django, si è liberato dalle catene che lo tenevano buono e tranquillo, dando libero sfogo alla sua cruenta creatività, realizzando nuovi personaggi, nuovi dialoghi e nuove situazioni destinate ad occupare uno dei primi posti nell'intera filmografia del regista! La trama: Django (Foxx), schiavo di colore, viene liberato da un misterioso dentista, il Dr. King Schultz (Waltz), che si rivelerà un cacciatore di taglie dall'indole cinica quanto sensibile. I due entrano in affari, stringendo un solido soldazio commerciale e amichevole. Le stagioni passano e Django, ormai cacciatore di taglie, chiede a Schultz di aiutarlo a liberare sua moglie, schiava dell'immenso territorio di Candyland governato da un arrogante schiavista, Calvin Candie (DiCaprio). I due cacciatori di taglie metteranno su un piano per introdursi nell'enorme dimora per cercare di liberare la moglie dell'ex-schiavo. La storia che il genio di Tarantino ha partorito fa parte di una sceneggiatura che mischia completamente caratteri del vecchio western cinematografico con quelli di un western moderno. Una sceneggiatura che riesce ad ipnotizzare ed incuriosire qualsiasi tipo di pubblico con il quale si ha a che fare; tutto questo per lo meno nella prima parte del film. Sì, perché è proprio la parte iniziale del film a comandare, concentrandosi sugli aspetti più piccoli e sottili della storia e presentando i personaggi in modo diretto quanto efficace. Il tutto viene retto da un ritmo veramente incalzante, mai banale o stancante e per niente scontato; alche vengono alternati magistralmente momenti di pura crudeltà a spezzoni comici che riescono inspiegabilmente ad andare d'accordo perfettamente. Il prodotto "crudo-comico" scaturisce in primis da personaggi dotati di un profondissimo e curatissimo studio psicologico impressionante, specie il character del Dr. Schultz, ufficiale mattatore del film che riesce a rubare la scena perfino ai villain di turno ogni minuto della sua presenza. In secundis, l'effetto così satirico del film proviene anche da personaggi secondari (anche semplici comparse) che riescono a donare quell'impercettibile ironia in più al film (si prenda in considerazione la gag dei primi Ku klux klan storici, capitanati, nel film, da Big Daddy, personaggio secondario ma composto di una vena simpatica impossibile da non notare). Tutto questo però avviene solamente nella prima parte della pellicola. Nella seconda parte (subito dopo l'ingresso a Candyland) comincia a mancare qualcosa, subendo un leggero senso di pesantezza percepibile da alcuni dialoghi forzati (come quello di Calvin nella scena in cui tira fuori il suo amico scheletrico "Ben"), sparatorie insensate ed un'improvviso (obbligato) allungamento della vicenda. Nonostante questo, in tutto il film non mancano elementi e sperimentazioni tecniche-multimediali che Tarantino mette a punto per il suo genere preferito: immense scene a rallenty che bucano lo schermo, uno studio storico ben curato, un classico montaggio tarantiniano mai guasto ed una fotografia del calibro di nientepopodimeno che Robert Richardson (già vincitore di ben tre Oscar). Altro cavallo da battaglia di questo western sono le sublimi interpretazioni aventi come caposquadra un grande Christoph Waltz, dove qui lo troviamo nelle vesti di un personaggio completo in tutta la sua umanità e in tutti i suoi aspetti (premiato con un secondo Oscar, un BAFTA e un Golden Globe meritatissimi), un Jamie Foxx in un accettabile Django "Freeman" (notare il gioco di parole "uomo-libero" che lo stesso Tarantino ha pensato bene di inserire apposta per il suo protagonista in catene), Leonardo DiCaprio nel suo primo ruolo di villain in un film, dove interpreta il malefico, viziato ed autoritario Calvin Candie (portandosi a casa una nomination al Golden Globe meritevole), una leggera e sensibile figura femminile interpretata da Kerry Washington nel ruolo di Broomhilda, e a chiudere la fila uno spregievole e bastardo Samuel L. Jackson nel personaggio più meschino di tutta la sua carriera (e, a mio parere, vero villain del film): un servo che ha tradito la propria gente, la propria patria e il proprio colore della pelle. Tanti i personaggi, tante le battute e gli emblematici dialoghi per tante musiche proveniente da un repertorio wester veramente di altissimo livello e stile: da Ennio Morricone a Jerry Goldsmith! Opera che scava a fondo il delicato tema della schiavitù e dei suoi principi, andando ad evidenziarne gli aspetti più crudeli ed ingiustificati per mezzo di una realtà tarantiniana fine a se stessa e pronta per essere liberata dalle proprie catene! Non alla pari dei Bastardi, ma senza dubbio GRANDE E SPIETATO è il western di Quentin Tarantino!
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