Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 123 minuti |
Regia di | Takahiro Miki |
Attori | Yuriko Yoshitaka, Ryûsei Yokohama, Kyôsuke Yabe, Jun Fubuki, Hannya Alexander W. Hunter, Masayasu Kitayama, Keita Machida, Kaito Mifune, Toru Nomaguchi, Yoshinori Okada, Eita Okuno, Tarô Suwa, Taka Takao, Ryôsei Tayama, Chika Uchida, Ariei Umefune, Ryotaro Yonemura. |
Uscita | lunedì 7 aprile 2025 |
Distribuzione | Adler Entertainment |
MYmonetro | 2,84 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 7 aprile 2025
Teen drama che racconta una storia d'amore pura e commovente.
CONSIGLIATO SÌ
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Rui è un campione di kickboxing che si è ritirato dall'agonismo malgrado la giovane età e si guadagna da vivere facendo il guardiano di un garage. Poco dopo aver preso servizio lo raggiunge Akari, una ragazza non vedente che non sa che l'anziano guardiano che lei conosceva ha lasciato il lavoro. Lei è lì per assistere insieme ad una soap opera in televisione. Progressivamente i due iniziano a frequentarsi e Rui torna ad allenarsi per combattere in maniera legale e non, come accaduto in passato, nel circuito degli incontri clandestini.
Il remake giapponese di un film coreano di successo è un melò ad alto tasso sentimentale.
Alla base di questo film di Takahiro Michi (regista esperto in storie amorose adolescenziali) c'è Always di Song Il-gon il cui plot di base viene ripreso senza variazioni sensibili. Un forte richiamo alle origini è fornito dalla colonna sonora della K-Band dei BTS ma il contesto, anche produttivo, è molto diverso. Se il regista coreano aveva un'esperienza professionale che andava dal documentario al thriller e non nascondeva una paternità chapliniana al film (vedi Luci della città) Takahiro Michi si impadronisce di tutti i topoi del genere che ben conosce e di quelli si avvale.
Chi pertanto vuole vedere messi in gioco in chiave contemporanea gli elementi che facevano già parte dei feuilleton del passato o dei romanzi di Carolina Invernizio e di Liala trova in questo film ciò che cerca. Grazie anche alla credibilità dei due protagonisti. Yuriko Yoshitaka dà alla sua Akari il frutto di un'attenta analisi degli atteggiamenti e delle posture di chi ha un deficit visivo importante offrendole inoltre una dose di tenerezza quasi infantile che fa passare del tutto inosservata la sua età reale. Ryûsei Yokohama ha le phisique du role per dare credibilità di combattente, sul ring e nella vita, con gli avversari e con le avversità.
Le sorprese non sono assenti. Anche quando finiscono con il presentarsi come decisamente conseguenti a forzature narrative in questo contesto finiscono con l'avere un senso. Come spesso capita nel cinema orientale il coté romantico non impedisce però l'inserimento di elementi di forte tensione. Gli incontri clandestini di kickboxing (e uno di loro in particolare) vengono rappresentanti con il massimo del realismo possibile senza omettere né colpi né spargimento di sangue. Così come i bad guys si rivelano tali senza sfumature di alcun genere. Ovviamente gli ostacoli, le disgrazie presenti e passate e le agnizioni non mancano ma è ciò che il genere richiede e che, in questa occasione, viene proposto al massimo livello di concentrazione.
C'è una tendenza, nel macro-filone dei mélo giapponesi contemporanei, che sembra attraversare trasversalmente molte di queste opere, quasi rappresentasse una sorgente di codici e di metodologie narrative da cui i racconti in questione mutuano buona parte dei loro linguaggi: si sta parlando dell'asimmetria relazionale tra i due attori di un rapporto sentimentale.
Your Eyes Tell è il remake giapponese di uno dei film d'amore più belli di sempre, il coreano Always, un must per chi apprezza le storie disperatamente romantiche. Entrambi fanno parte di una vasta filmografia (ma non si contano neanche le serie e gli anime) asiatica di mélo strappalacrime incentrati su coppie formate da giovani uomini e fanciulle malate o con una disabilità.
Akari - rimasta cieca dopo un incidente che ha ucciso i suoi genitori e di cui si dà la colpa - ha la forza di convincersi che tutte le persone, dopo essere state ferite, diventano gentili e premurose: il dolore, quello vero, deve per forza avere un significato. Rui - orfano di madre suicida, cresciuto dalle suore e con un passato da kickboxer e gangster - si sente altrettanto colpevole ed è ancora [...] Vai alla recensione »