Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Song Il-gon |
Attori | So Ji-sub, Han Hyo-joo . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 ottobre 2011
Un film scritto e diretto da Song Il Gon.
CONSIGLIATO SÌ
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Cheol-min e Jeong-hwa si conoscono per una coincidenza, o almeno così credono. Jeong-hwa sta perdendo la vista, Cheol-min ha abbandonato la boxe e ha perso la voglia di dare un senso alla propria esistenza. I binari di due vite che parevano irrimediabilmente deviati sembrano trovare un ricongiungimento, ma la felicità presenta un conto elevato da saldare.
Maestro nella trasversalità di genere, dopo essersi cimentato anche con documentari e thriller, Song Il-gon affronta con coraggio il più classico e cinefilo dei melò, ispirandosi dichiaratamente al Chaplin tragico di Luci della città in una sorta di antitesi con il gusto corrente, in Corea ma non solo. Dove la società dei consumi vuole emozioni fast-food, possibilmente rumorose e ottundenti per i sensi, Song Il-gon tende ad andare nel senso opposto, riprendendo stilemi consolidati al tempo in cui il cinema era rigorosamente su celluloide quando non muto.
Nessuna operazione nostalgia in mente, tuttavia: il contesto urbano di Seoul e il curioso cupido incarnato da una serie di K-drama (sorta di soap opera coreana) seguita ossessivamente dai due sono più che sufficienti per ricollocare la vicenda in un quadro di modernità. I topoi del genere non solo non sono schivati, ma sono volutamente cercati in Always, a ribadire che l'intento non è di mostrare qualcosa di innovativo, bensì di ri-mostrare una lezione (di vita, filosofia dell'esistenza e infine di cinema) andata perduta. La critica e il pubblico non hanno pienamente compreso, accusando la sceneggiatura di debolezze che sono tali solo per chi non ha colto il fine di apologo morale moderno del film di Song Il-gon. Un'operazione che non potrebbe riuscire senza reggersi su una coppia di attori di spessore: So Ji-sub annulla la sua natura di sex-symbol (eccetto alcune pretestuose sequenze in palestra) per vestire i panni di Cheol-min, sarcofago umano che ha seppellito le emozioni sotto una coltre di rimorsi, dove Han Hyo-joo dona a Jeong-hwa il sorriso della speranza, di chi riesce a vedere anche un remoto angolo di rosa in una vita che si è presa tutto quanto.
E i tempi non possono che seguire il ritmo dei due protagonisti, senza accennare un gesto se non quando questo deve avvenire, in un calvario parossistico per intreccio (forse lievemente guastato dall'enfasi della colonna sonora) quanto verosimile nel lento e complesso dipanarsi delle emozioni. Selezionato come film di apertura al Pusan International Film Festival 2011.