Il western che volevamo sì, ma anche molto, molto di più. Non manca davvero niente a Django Unchained!
Quello che si scopre in sala è un incredibile intreccio di stili e realtà, all'apparenza distanti, ma coniugati ed amalgamati alla perfezione, nell'ultima fatica di Tarantino.
Realtà e stili lontani, ad un primo sguardo, come lo sono senz'altro quelli dei due protagonisti: il "bounty killer" tanto pacato e sorridente, quanto letale, Dr. King Schultz, e lo scatenato Django del fantastico Jamie Foxx, scatenato in tutti i possibili sigificati del termine! È proprio in compagnia di questo duo strepitoso, che lo spettatore intraprende un viaggio senza precedenti, guidato dalle note di maestri come Morricone e Johnny Cash, con omaggi al genere dietro ogni angolo e cespuglio, alla scoperta dell'America del sud pre-guerra civile. Si capisce sin dai primissimi minuti, grazie, per esempio, al carro alquanto bizzarro su cui si presenta Schultz, che l'intero film è destinato a restare, per tutta la sua durata, in bilico tra comicità e drammaticità, e Django Unchained si dimostra un "funambolo provetto". Le scene divertenti e dense di humor, che vedono per lo più protagonista il nostro Crhistoph Waltz, bilanciano infatti alla perfezione, quello che è il racconto nudo e crudo dell'epoca oscena e vergognosa dello schiavismo. Ad impersonare tutta la crudeltà possibile ed immaginabile, e ad indosare i panni del cattivo, è un insolito Leonardo Di Caprio, il quale ancora una volta non può che lasciarci a bocca aperta per la sua magnifica interpretazione da brividi.
Ma la missione intrapresa da Django per liberare la sua amata Broomhilda (la favolosa Kerry Washington), nasconde in realtà quella che si scopre essere la più classica delle battaglie, quella tra bene e male, combattuta dal nostro cavaliere "Sigfrido", contro quel "drago sputafuoco" che è il pregiudizio razziale.
La battaglia ovviamente, in perfetto stile tarantiniano, è senza la minima esclusione di colpi (..tutt'altro!), e la violenza non poteva che padroneggiare.
In fondo però, davanti ad una così grandiosa opera di Cinema, possiamo decisamente perdonare al regista qualche schizzo di sangue in più, anche perchè credo (e chi ha visto il film lo sa...!) che Quentin Tarantino abbia già pensato da solo a "punirsi" sufficientemente!
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