Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
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Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film che e' soprattutto grande spettacolo.di no_dataFeedback: 1874 | altri commenti e recensioni di no_data |
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venerdì 20 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ogni volta che esce un film di un regista celebrato come Q. Tarantino volano i giudizi piu' disparati: prevale soprattutto l'esaltazione cinefilica, il film sarebbe l'essenza del Cinema, il suo creatore uno dei massimi demiurghi di Hollywood. Ebbene, di fronte a "Django unchained" dobbiamo una volta di piu' affermare la forte personalita' del regista, che pur partendo dal "revival" del cinema alla S. Leone, lo "spaghetti western" per intenderci, riesce ad uscire dal puro prodotto di genere per riunire stimoli ed influssi che sembravano sepolti. Intanto il "plot" si basa su una "story" semplice ed efficace: e' il viaggio di Django, schiavo nero liberato, e del dr. Schultz, la cui nuova occupazione risulta quella del "cacciatore di taglie". I virtuosismi tecnici della fotografia tolgono peso alla vicenda, e trasportano i personaggi su un piano quasi surreale. Nella seconda parte il film si basa sulla "love story" tra Django e la schiava negra che aveva per partner, l'ambientazione e' la casa di campagna - frontoni di villa sudista che rammentano il Palladio - del negriero dove la donna viene venduta, in robuste sequenze che rammentano l'Altman di GOSFORD PARK. Altra influenza di cui Tarantino risente e' lo Spielberg del film dedicato all'affrancamento della gente di colore, IL COLORE VIOLA. Nelle scene di scatenate sparatorie, come scrive G. King in "La nuova Hollywood", si riscontra "il tratto distintivo di Rodriguez", con cui Tarantino spesse volte collabora. Reminiscenze e contaminazioni che il regista, coadiuvato da efficacissimi attori - memorabile il negriero sadico in cui L. Di Caprio puo' quasi risalire al suo protagonista di GANGS OF NEW YORK di Scorsese - riesce comunque a fondere in uno spettacolo rutilante e di grossa pregnanza visiva.
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