Anno | 1975 |
Genere | Giallo, |
Produzione | Italia |
Durata | 123 minuti |
Regia di | Dario Argento |
Attori | David Hemmings, Clara Calamai, Macha Méril, Eros Pagni, Giuliana Calandra Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Daria Nicolodi, Attilio Dottesio, Furio Meniconi, Glauco Onorato, Mario Scaccia, Piero Vida, Aldo Bonamano, Lorenzo Piani, Vittorio Fanfoni, Piero Mazzinghi, Fulvio Mingozzi, Geraldine Hooper, Salvatore Baccaro, Salvatore Puntillo, Liana Del Balzo, Dante Fioretti, Jacopo Mariani, Nicoletta Elmi. |
Uscita | lunedì 10 marzo 2025 |
Tag | Da vedere 1975 |
Distribuzione | Cat People |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 4,18 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 marzo 2025
Marc, giovane pianista, assiste all'assassinio di una parapsicologa ma non riesce a vedere il volto dell'omicida. Mentre indaga aiutato da una bella giornalista, le persone con cui viene in contatto cominciano ad essere assassinate una dopo l'altra. Profondo rosso è 68° in classifica al Box Office. mercoledì 16 aprile ha incassato € 696,00 e registrato 23.058 presenze.
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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Il musicista inglese Marc Daly, in Italia per motivi professionali, è casualmente testimone del sanguinario omicidio della sensitiva Helga Ullman, che abita nel suo stesso palazzo. Poco prima, durante un congresso di parapsicologia, Helga aveva avvertito in sala una presenza malevola, di una persona che aveva già ucciso e che avrebbe ucciso ancora. Marc è turbato e incuriosito da quanto ha visto e decide di indagare per conto suo, trovando una sponda nella giornalista Gianna Brezzi che vede la possibilità di uno scoop. La pista investigativa che segue porta Marc in direzione di una scrittrice, Amanda Righetti, ma, quando arriva a casa sua per parlarle, la trova morta assassinata. Il killer ha colpito ancora e sembra in grado di prevedere tutte le mosse di Marc e Gianna, in una scia di sangue che si fa sempre più lunga e tortuosa.
Profondo rosso è un film fondamentale nella filmografia e nel percorso artistico di Dario Argento.
È, insieme, il perfezionamento definitivo della sua formula per il thriller e nel contempo funge da momento di passaggio verso l'horror tout court, un terreno di elezione in cui trasporre in modo compiuto quelle pulsazioni, quell'irrazionalità morbosa, quella predilezione per creare spavento che cominciavano a debordare in modo veemente dal format del thriller, del giallo sia pure all'italiana, un format che non riusciva più a contenere quegli elementi. Ci sono così molte anime che si muovono e si alternano all'interno del film: quella dell'interazione tra Marc e Gianna che appartiene alla commedia giallo-rosa con schermaglie spesso persino comiche, quella dell'indagine che si muove in modo rituale tra indizi e scoperte e quella più puramente horror, rappresentata dalla brutalità degli omicidi e dai dettagli quasi (o forse del tutto) soprannaturali che si inseriscono con forza nel tessuto realistico. La fusione tra questi elementi potenzialmente dissonanti è garantita dallo stile sicuro e inventivo di un Dario Argento ai vertici della sua arte registica, pienamente padrone della scena e del racconto e capace di innovazioni e invenzioni, visuali, ma non solo.
L'uso della musica è esemplare in questa ricerca dell'innovazione creativa: l'utilizzo del rock progressivo dei Goblin e di nenie infantili deformate e ossessionanti è significativo ed è rimasto un paradigma da imitare.
Di notevole fascino è anche l'uso di esterni in grado di caratterizzare in modo decisivo la visualizzazione della storia, da un bar che sembra dipinto da Edward Hopper a una villa tenebrosa e ricca di memorie alla piazza in cui Argento mette in scena in modo particolare i dialoghi tra il protagonista e il suo derelitto amico pianista: tutto congiura a generare un insieme significativo e incisivo, grazie anche alla mobilità pervasiva e creativa della macchina da presa. In tutto questo, i delitti rappresentano degli episodi quasi a sé stanti, realizzati con una cura e una fantasia particolari, mediante un accorto utilizzo di immagini, suoni e musica, in un modo coinvolgente che lascia da parte le parole per affidarsi alla pura messa in scena.
Ma anche altrove, come nella lunga ispezione della villa da parte del protagonista, il film sembra fermarsi per lasciare spazio alla visionarietà del regista, che sfrutta ogni occasione per caricare di tensione quanto avviene o talvolta non avviene. Argento non trascura nemmeno l'utilizzo di elementi bizzarri, come il pupazzo meccanico che all'improvviso compare incongruamente in scena con grande effetto visivo.
In questo contesto, la pura coerenza logica dell'intreccio non assume particolare importanza: i tasselli narrativi si mettono comunque insieme, per quel che serve, sino a un finale che può ancora sorprendere per la sua efficacia drammatica.
Consistente anche l'apporto del cast, pur con qualche eccesso di caratterizzazione che, oggi, può sembrare più caricaturale che efficace. Ma David Hemmings e Daria Nicolodi sono una coppia di protagonisti credibile e affiatata e Gabriele Lavia è perfetto nel tratteggiare un ritratto psicologico composito e complesso. Da sottolineare anche l'uso creativo del casting con l'impiego di una diva del passato come Clara Calamai, con tanto di sfruttamento a livello autoreferenziale del suo trascorso artistico.
Il volto attonito che si riflette nel profondo rosso di una spessa pozza di sangue è una chiusa significativa ed emblematica di un film epocale che rappresenta la summa del thriller argentiano e insieme il suo superamento da parte dell'autore.
Marc, giovane pianista, assiste all'assassinio di una parapsicologa ma non riesce a vedere il volto dell'omicida. Mentre indaga aiutato da una bella giornalista, le persone con cui viene in contatto cominciano ad essere assassinate una dopo l'altra. La verità è insospettabile.
Apice stilistico e creativo di Dario Argento, segna la linea di confine tra l'iniziale fase thriller e quella più marcatamente horror che sarebbe seguita. E difatti il film è pervaso da elementi di entrambi i generi, che riesce a nobilitare grazie alla vena particolarmente ispirata del regista in quel periodo. L'ottimo cast tiene su una trama non del tutto chiara ma infarcita da alcune tra le trovate più genuinamente spaventose del cinema di suspance moderno. Il film valse ad Argento il titolo di "erede" di Alfred Hitchcock, merito giustificato ma non sempre onorato nelle opere successive. Menzione indispensabile per la colonna sonora dei Goblin, da brivido.
E’ difficile valutare un capolavoro, talvolta il rischio è quello di scadere in discorsi già detti, frasi trite e ritrite da persone che in passato hanno avuto l’acume di veder subito in esso la grandezza insita in questi, oppure che l’hanno saputo analizzare con il passare del tempo ancor meglio mostrando tutti quegli elementi chiave per una lettura approfondita [...] Vai alla recensione »
Ottimo lungometraggio di Argento, che riconferma il suo talento nel genere thriller già dimostrato nella "Trilogia degli animali". Profondo Rosso costituisce la linea di demarcazione tra una ricca fase thriller e la seguente fase horror cominciata con Suspiria, in quanto questo film contiene visibili elementi di entrambi i generi. Ottima sceneggiatura, variegata e caratteristica, ottimo [...] Vai alla recensione »
Ave Argento! Nel 1975 Dario inonda i cinema con questo capolavoro, questo film non è altro che l' apoteosi dei film thriller italiani grazie alle musiche , agli attori e alla scelta delle location rimane ancora oggi un film di successo e uno dei punti di riferimento per il thriller italiano. Profondo rosso, il titolo che spicca sulla copertina del dvd, imponente, davanti ad una testa mozzata [...] Vai alla recensione »
Profondo Rosso è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori horror/thriller che abbia mai visto e forse la migliore opera in assoluto di Dario Argento. Non ricordo, infatti, un film di Argento migliore di questo. Forse solo Phenomena è all' altezza di questo intricatissimo film pieno di suspance e sangue. Tutto nasce dall' assassinio di una parapsicologa per mano di un maniaco assassino che indossa dei [...] Vai alla recensione »
Ad una conferenza di parapsicologia a Roma, una medium (Macha Méril) capta tra il pubblico, terrorizzata, la presenza di un assassino. Le sue preoccupazioni si confermano quando finisce, la sera stessa, sotto i colpi dell'arma bianca dello psicopatico. Ad assistere al delitto è il musicista inglese Marc Daly (David Hemmings), che però non è in grado di riconoscerne l'autore, ma la vicenda lo sconvolge [...] Vai alla recensione »
Questo film è del 1975 ma vi assicuro che sembra moderno. Per certi versi esso è moderno. Un po’ giallo, un po’ slasher, questo film ha tantissimi pregi e meriti: riesce ad intrattenere per tutto il tempo, è ricco di suspence e dei cosiddetti colpi di scena. Certamente, capite, riassumere il lungometraggio in pochi termini non è propizio alla giusta [...] Vai alla recensione »
"Profondo rosso" è l'approdo del primo periodo cinematografico di Argento, quello del thriller in cui vengono chiarite le ricerche sul tempo cinematografico presenti in modo ancora embrionale nei precedenti film. Argento si affranca da modelli vicini e lontani e crea qualcosa di totalmente suo. Per rappresentare un incubo, inframezzato da una parentesi rosa in cui allude ai propri [...] Vai alla recensione »
Si urla al CULT. Il Cult cosa può essere? O un film coraggioso di fama media che ha comunque influenzato altri film, oppure un film che è tra i preferiti di chi lo considera un CULT. Per esempio, il mio film preferito è Old Boy ed è un mio CULT personale. "Profondo Rosso" è un coraggioso thriller dai vaghi toni splatter in una scena che fu considerato [...] Vai alla recensione »
Nonostante la recitazione svagata della moglie (per Asia buon sangue non mente),Argento mette in scena suspence da vendere,con alcune sequenze stupende,come quelle della medium e la morte con ingresso del pupazzo malvagio. Trovate originali,omicidi shockkanti,con Torino tra gli attori protagonisti. Ennesima presenza di vecchie glorie assetate di sangue:la Calamai,la Valli,la Bennet,la [...] Vai alla recensione »
5 stelle a un film epocale, girato in alcuni dei luoghi più suggestivi di Torino e Roma (unica eccezione il cimitero a Perugia). “Profondo rosso” è innanzitutto una riflessione sull'indagine e sul fatto che chi la conduce più che forza attiva è forza reattiva. Marc e il suo amico Carlo hanno molto in comune, sono entrambi personaggi tormentati, che trovano sollievo nel condividere i propri turbamenti [...] Vai alla recensione »
Un film che rimane dopo i titoli di coda. Dopo tanti anni conserva tutta la sua originalità e il suo fascino. Estremamente complesso, con vari e alternati toni. La storia tra Marc e Gianna é una vera sottotrama, che svolge un ruolo importante in contrasto con un'altra sottotrama: il rapporto strano e un po 'soffocante tra Carlo e la madre. E' come se il protagonista fosse proiettato in uno strano [...] Vai alla recensione »
Un pianista si trova invischiato suo malgrado in un caso di omicidio. Il salto in avanti che l’horror – o comunque il thriller – ha fatto ai tempi con questo film penso sia irripetibile ai giorni nostri. Questo accanimento sul business, se in America è presente dalla notte dei tempi, qua da noi è stata la rovina. Il gusto esagerato che ai tempi questo film poteva permetters [...] Vai alla recensione »
Noir, horror, thriller, psicologico...questo capolavoro estetico è tutto questo e anche di più. Parliamo degli anni 70, i mezzi erano quelli che erano ma il film risulta un giallo concepito in maniera geniale, mai scontato, e a volte estremamente spietato. Ottimi gli attori, dal tormentato (ed eccelso) Gabriele Lavia, alla giornalista anticonformista interpretata da Daria Nicolodi (femminista [...] Vai alla recensione »
Un film che ha segnato un’epoca, un tipo di cinema che solo Argento è riuscito a fare. Virtuoso della macchina da presa, nessuno è riuscito a rendere gli omicidi come lui. Il rosso del titolo predomina: colore del sangue, della violenza e della follia. Il regista costruisce, tra Roma e Torino, una città malsana, cupa e inquietante. La sceneggiatura e l’interpretazione dei protagonisti contribuiscono [...] Vai alla recensione »
Non amo i film del terrore e quando scorro il palinsesto tv li evito accuratamente. Pertanto con estrema diffidenza ho visionato questa pellicola. Capolavoro mondiale oltretutto italiano. Brividi sulla pelle dall'inizio alla fine,battito accellerato e respirazione a singhiozzo. Eppure non sono riuscito a staccarmi un attimo dalla visione. L'attore principale e' bravissimo ma tutte [...] Vai alla recensione »
Ho scritto la frase di lancio in quel modo perchè nella scheda del film Dario Argento viene descritto come l'erede di Alfred Hitchcock. ciò che li distingue sono le scene di sadismo! Hitchcock creava brivido suspence e colpi di scena! Argento li sa creare anche lui ma inserisce scene di sadismo spesso raccapriccianti! Nonostante tutto mi sembra che in "Profondo rosso" ce ne siano meno che in altri [...] Vai alla recensione »
Quando si pensa a Dario Argento, Profondo Rosso è il primo film che viene in mente: stupefacente e sensazionale miscuglio di giallo, thriller, horror e splatter, il film si colloca davvero come icona del genere Argento. Pellicola ben strutturata, mai noiosa ma anzi capace di mantenere un'eccezionale suspance per tutta la sua durata, impreziosita dall'indimenticabile colonna sonora dei [...] Vai alla recensione »
Helga, sensitiva tedesca, viene uccisa nella sua casa. Marcus (David Hemmings), pianista jazz che vive al piano superiore, accorre nell'appartamento e trova il presunto killer che si dilegua in strada in impermeabile nero. Gianna (Daria Nicolodi), giornalista che vede nell'omicidio un evento utile a dare una scossa alla sua carriera, si interessa al caso.
Profondo rosso è il lago di sangue in cui si specchia alla fine il protagonista, mentre scorrono i titoli di coda, così come il bambino, nella scena precedente, che continua l'antefatto inserito tra i titoli di testa, osservava il coltello insanguinato. Il già visto é la chiave di questo film, quello di chi, suo malgrado, viene coinvolto in una vicenda perché ciò che ha visto, e che non riesce a mettere [...] Vai alla recensione »
Contestualizzando il film al periodo in cui è uscito, risulta sicuramente innovativo del suo genere, tuttavia nella cosiddetta trilogia degli animali(l'uccello dalle piume di cristallo,il gatto a nove code ,quattro mosche di velluto grigio) c'era un quid in più.E' l'ultimo giallo di Argento prima di passare sciaguratamente all'horror.
Dopo i primi due film di qualità Argento crea quello che fino ad ora è il suo capolavoro. Un capolavoro "maledetto" visto che fino ai nostri giorni non è stato lontanamente raggiunto dai film successivi. La stupenda sceneggiatura fa scorrere il film come se si stesse leggendo un libro pagina per pagina. La magnifica colonna sonora assieme al film resta un cult unico [...] Vai alla recensione »
Il successo di pubblico e di critica che il film ebbe all’uscita nelle sale italiane del lontano 1975, mantenutosi costante nel tempo fino a farne un cult, non è dovuto di certo al soggetto, che ricalca in modo sfacciato quello del primo film di Argento, che del resto fu preso in prestito da’ La statua che urla di Brown, o alla sceneggiatura, inficiata da qualche dialogo di troppo e da molte incongruenze, [...] Vai alla recensione »
Marc (David Hemmings) suona il pianoforte ed è insegnante musica a Roma, e una sera va a trovare in un bar l'amico Carlo (Gabriele Lavia) anche lui, parzialmente alcolizzato, fa il pianista in quel locale. Quando escono, per una pausa, Marc sente delle urla provenienti da un appartamento vicino. In quell'appartamento, infatti si verifica il primo assassinio di una [...] Vai alla recensione »
Con questo film Argento chiarisce le ricerche, le indagini sui tempi narrativi e sulla tensione, gli studi sulla rappresentazione immaginaria dell'irrazionale e del delirio che aveva intrapreso nei film precedenti, che fanno vacillare le convinzioni, le tranquillità, i modi di vivere e banali e le false sicurezze degli spettatori. Un cinema moderno, sfrenato e selvaggio, con la tecnica che diventa [...] Vai alla recensione »
L'incubo irrompe nella più bella e ordinata tranquillità. La porta é socchiusa. La apriamo e il rosso del sangue rivela la nostra malattia. Anche se è finto, lo riconosciamo come una febbre nostra. Quello che rifletteva la realtà del suo tempo rientra dalla finestra in una paura che ricordiamo in un film che rivedendolo dopo anni ci sembra meno spaventoso, ma più bello e degno di ammirazione.
Grande, anzi grandissimo film di Dario Argento, il cui stile"vira ormai"al fantastico, pur se qui l'assassino è comunque ancora"persona umana", a differenza che in"Inferno", per es. Tutte le "tracce" sono interessantissime, dalla canzone infantile ai disegni nella"villa dei fantasmi", con alcuni"rilievi"da osservare con attenzione: [...] Vai alla recensione »
“Profondo rosso” è il capolavoro riconosciuto del maestro del brivido che è Dario Argento. È diventato, forse involontariamente, un cult anche grazie alla colonna sonora (firmata dal gruppo progressive “i Goblin”) e per gli effetti speciali, particolarmente elaborati per l’epoca, atti a suscitare suspense nello spettatore (il regista si guadagnò [...] Vai alla recensione »
Dario Argento nel 1975 creò una pellicola inusuale per il cinema italiano,profondo rosso è probabilmente il film più riuscito del regista dove la suspense ed l'angoscia la fanno da padroni atttraverso un rosso sangue gotico,bamboline,coltelli affilati ed omicidi shock. La sceneggiatura è magistrale come anche il cast attoriale per non parlare delle musiche.&nbs [...] Vai alla recensione »
E' il risultato del mix di suggestioni argentiane dei suoi precedenti (i gialli), e successivi (gli horror), film. Infatti, nella trama c'è del fantastico (la villa che dimostra l'attenzione particolare alla scenografia che diventa pate importante dell'intera vicenda; il quadro e il disegno, che io ho sempre visto come un eco del precdente "L'uccello dalle piume di cristallo& [...] Vai alla recensione »
un'indagine chiara e lucida su un omicidio commesso in un palazzo, il tutto collegato ottimamente ad eventi che si intrecciano per poi unirsi in un finale mozzafiato.
Il miglior film in assoluto di Dario Argento, le mie scene preferite del film sono quando compaiono le mani dell'assassino, l'arrivo improvviso del pupazzo e infine quando l'assassino si nasconde sullo specchio. Infine è un Hitchcock all'italiana come film e ottima colonna sonora fatta dai Goblin. Primo posto come miglior film.
Scene di sangue + giallo allo stato puro con assassino difficile da scoprire + pochi effetti speciali ma realistici + attori da regime + copioni ottimi + scene comiche + distinto e coinvolgente montaggio + musica sublime=Profondo Rosso Non capisco perchè molti lo chiamino "film horror", quando la maestria di questo film è quella di essere un giallo praticamente perfetto, anche [...] Vai alla recensione »
parlando di profondo rosso si rischia di diventare ripetitivi,ottima l ambientazione,la sceltadegli attori , la musica,ma profondo rosso deve ringraziare l atmosfera in cui è stato creato, gli anni 70 danno un senso di oscurità,poca luce,une sensazione "sporca" che oggi sarebbero improponibili,lo stesso film non ha una pellicola "pulita"un po,come dice marc hai [...] Vai alla recensione »
IN QUESTO FILM NON SI PARLA DI FANTASMI , STREGHE , MOSTRI , PRESENZE OCCULTE , POSSESSIONI DEMONIACHE , MA SI PARLA DI UN ASSASSINO E DELLE SUE VITTIME. EPPURE IL FILM E' RIUSCITO A NON FAR DORMIRE LA NOTTE CHI LO HA VISTO. VUOL DIRE TANTO !! QUALE ALTRO FILM GIALLO E' RIUSCITO A NON FARVI DORMIRE DOPO AVERLO VISTO ?? INIZIATE AD ELENCARE.................
Un capolavoro firmato Dario Argento, che si snoda in un intreccio forse complessivamente non molto credibile,ma decisamente efficace. Ongi tentativo di giungere al colpevole dell'omicidi iniziale sembra cadere desolatamente nel vuoto. Mi sento di definirlo uno Psycho italiano, le inquadrature sono perfette, porte,finestre,ogni luogo sembra promettere una nuova minaccia per il giovane Marc,il quale [...] Vai alla recensione »
Non so. Gridare al capolavoro horror all'italiana ci potrebbe pure stare dato che a parte Bava ( comunque gli si riconosca il primato) poco c'era in Italia. Ma in confronto a thriller esteri coevi non credo proprio.... Non so cos'è ma i film di Argento non mi hanno mai convinto. La colonna sonora è fantastica.
(Riscrivo x l'archivio) Siamo tutti daccordo, questo è certamente il migior film di DARIO ARGENTO, è strano come il maestro italiano dell'horror non sia riuscito a replicare l'enorme successo ampiamente meritato del 1975 con "profondo rosso". In quel film il regista riuscì ad intrecciare: thriller, horror e sentimento mantenendo alta la suspance alimentata [...] Vai alla recensione »
film assolutamente classico,un cult di argento ricco di paura suspance e alquanto splatter,anche se in certi momenti ci sono scene di un improbabilità infinita (l'assassino che immerge la testa nella vasca da bagno alla vittima e riemerge con metà teschio in vista,e visto che l'acqua di una vasca da bagno arrivera al massimo a 60 gradi la cosa è improbabilissima),belle [...] Vai alla recensione »
DA era appena uscito dal flop delle 5 giornate, sperava come il suo maestro Sergio Leone, di emanciparsi dal genere che lo aveva tratto dall'oscurità - che ingrati, erano stati baciati dalla fortuna ... , era credo la primavera del 75 e sulle locandine e i manifesti c'era scritto 'Dario Argento torna al thrilling' ... 'explicatio non petita culpa manifesta', siccome [...] Vai alla recensione »
Profondo Rosso: uno dei miglior horror italiani diretto dal maestro del brivido Dario Argento. Da aggiungere alla collezione dei film migliori del genere
Capolavoro assoluto in cui l' interpretazione dei protagonisti svolge un ruolo peculiare e l' atmosfera incalzante e tenebrosa avvolge lo spettatore sino all' ultima inquadratura dove una emblematica cornice funge da sfondo per risolvere il rebus che sta dietro il killer
"Profondo Rosso"(Dario Argento, 1975), curiosamente(e stando attenti, lo si vede, anche nei siparietti comici)Argento lo ha scritto con Bernardino Zapponi, sceneggiatore "tradizionale", spesso autore o meglio coautore anche di vari film di Fellini(il che è di per sé significativo): Capolavoro sospeso tra il tema del ricordo traumatico(si veda l'inizio che poi viene [...] Vai alla recensione »
Se questo è un capolavoro,io non ho capito nulla della vita. Non avevo mai visto un film di Argento,ho preso questo in biblioteca e lo ritengo una grossa ciofeca di film. Fatto male,per nulla coinvolgente ,non mi ha suscitato nessuna suggestione...anzi l'ho trovato un filo grottesco. Sono stupito sul fatto che ha riscosso un grosso successo e consenso.
massima espressione del cinema di Dario Argento. un perfetto equilibrio di ritmo, recitazione, commento sonoro. Il soggetto supera il triller tradizionale ed entra nell'horror magistralmente per diventare un classico che ancora oggi non mostra segni di invecchiamento.
Vedo tante 5 stelle e non capisco Il voto non particolarmente all'altezza.In assoluto non gli SI puo' dare 5 stelle...ma la genialita' di questo film e l'unicita'del medesimo puo' giustificare qualsiasi giudizio. Io lo adoro ma devo essere obiettivo. Non e'tecnicamente un horror ma un thriller/giallo cosi estremo che gli horror diventano poca cosa a tal cospetto! Il capolavoro di Argento prima dell'horror [...] Vai alla recensione »
Questo film non è fatto bene e non fa paura tranne nei momenti degli omicidi . Certo c'è da dire che l'ho visto un pò di anni fa a 13 anni e non ho chiuso occhio per paura che ci fosse l'assassino dietro la tenda o che spuntasse d'improvviso , la canzoncina perversa era inquietante . Non lo consiglio particolarmente a chi cerca la paura vera e propria a meno che [...] Vai alla recensione »
Difficile dirlo in altro modo. Per me almeno. Senza ombra di dubbio. Che certo ho poi visto mille altri film, più violenti, più inquietanti, meglio fatti. Ma quello lì rimane la paura. In ogni cosa. Questione d'età, è ovvio. Che lo vidi a 14 anni, forse meno, un po' di sfroso. E per un mese non ho chiuso occhio.
Solito giallo alla Dario Argento. La storia non è più ricercata dei precedenti,ma lo stile è davvero sublime. La lunga seguenza dell'ingresso nella casa abbandonata è entrata nella storia. Attori bravissimi e una colonna sonora storica.
Profondo rosso non è nient'altro che un grande indovinello sull'identità dell'assassino, Argento infatti inserisce indizi, azioni, parole, frasi, modi di fare dei co-protagonisti che danno l'idea che sia proprio lui l'omicida, ma poi viene il dubbio e si tira a indovinare chi sia, utilizzando le tracce che ci vengono lasciate, per poi giungere all'inaspettato e [...] Vai alla recensione »
Pellicola la cui importanza risiede più che altro nell'immagine, che è curata, nitida e fotografata in inquadrature che definiscono gli spazi in modo geometrico. Lo splatter è puro colore, senza quella valenza morale (diseducativa) che purtroppo gli horror successivi hanno assunto. A me non ha fatto paura, né le musiche mi sono rimaste in testa però è un bel punto di riferimento; lento, macchinoso, [...] Vai alla recensione »
"E' tutto troppo pulitino, preciso, troppo formale..." Così all'inizio del film il protagonista Marcus Daly si esprime sul jazz, musica che ha la sua parte fondamentale in Profondo rosso: non solo perché ne è l'innegabile commento musicale (il contributo di Giorgio Gaslini è efficace al pari del tema omonimo - pur inconfondibile - dei Goblin), ma soprattutto perché ne è una sorta di leit-motiv strutturale. [...] Vai alla recensione »
Il ritorno in sala di Profondo rosso, a quasi cinquant'anni dalla sua uscita originale, è l'occasione per tornare a riflettere (e su un'opera del genere, probabilmente, le riflessioni e le speculazioni non saranno mai abbastanza) su uno dei classici del cinema italiano del dopoguerra, non solo di genere. Tra i capolavori riconosciuti di Dario Argento - solo Suspiria, per gli argentiani DOC, gli contende [...] Vai alla recensione »
La centralità che oggi sembra rivendicare Profondo rosso (1975) nell'opera di Dario Argento non dipende soltanto dalla sua posizione intermedia, dopo i primi thriller a cui deve la sua clamorosa affermazione all'inizio dei settanta e prima di approdare all'horror più irrazionale con Suspiria (1977). Nel momento di congedarsi dal giallo all'italiana sente il bisogno di ritornare ancora una volta alla [...] Vai alla recensione »