Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
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Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il primo negro a cavallo!di ultimoboyscoutFeedback: 89748 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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domenica 17 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film più atteso, con buona pace dell'Academy, non un remake ne un sequel del leggendario western di Sergio Corbucci. Sceneggiatura vorticosa in cui Tarantino mette un assurdo cacciatore di taglie, schiavisti, "nigga" in fuga e servitori diabolici, il film è tutto nel viaggio a cavallo alla ricerca di Broomhilda (che di cognome fa Von Shaft, come Shaft personaggio amatissimo dal regista) moglie di Django venduta ad un'asta di schiavi. Strada facendo, Django, viene ripulito, prende gusto al suo nuovo lavoro di bounty hunter e finalmente giunge da Calvin Candie, l'uomo che ha comprato sua moglie e che ama farsi chiamare Monsieur Candie anche se non parla francese. Gli spaghetti western sono la grande passione di Tarantino e finalmente dopo 20 anni di carriera e 7 film (più un quarto di "Four rooms" e una partecipazione alla regia di "Sin City") il regista ci mette mano tra una marea di citazioni, Corbucci e Leone e un cast sontuoso per una rilettura del genere in chiave pulp, divertentissima, sanguinaria, sopra le righe, ovviamente "unchained"! Il regista di Knoxville è uno dei pochi che fa vendere il film più degli attori, ha una percentuale sugli incassi ed è l'unico che rende mainstream generi e sottogeneri di nicchia se non B-movie del tutto. Vista l'ambientazione lo si può definire come un southern, un delirio che alterna in maniera furiosa violenza e ironia, un paradossale blaxploitation movie contro razzismo e schiavismo. Tanti camei e irresistibili siparietti che culminano col fulminante scambio di battute tra nero e Foxx, i due Django più famosi e riusciti, è una storia folle di vendetta e schiavitù che oltre a omaggi e sublimi citazioni cinefile ci regala un magnifico DiCaprio, mai così cattivo, mai così da Oscar. Lo stile è quello eccessivo di Tarantino, divertente e grottesco al tempo stesso, racconta a modo suo, in maniera diretta e senza fronzoli ne peli sulla lingua un argomento off limits del cinema americano, è un mix ineccepibile di toni e generi, con un piccolo sbilanciamento degli equilibri tra i personaggi, un vero trionfo sotto ogni punto di vista, un distillato di Quentin Tarantino con monologhi acrobatici che è una gran festa. Protagonisti assoluti Waltz e la sua sottile ironia, DiCaprio che ruba la scena e ci porta nelle viscere del razzismo e ultima la violenza che deflagra grafica e catartica. Quentin fa centro inglobando incredibili idiozie che alimentano la vendetta e grazie a personaggi caricaturali sottolinea l'assurdità del razzismo. Solo il suo talento smisurato avrebbe potuto fondere schiavismo, spaghetti western ed epico romanticismo: perchè Django, con la d che è muta, è una cosa seria!
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