Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
continua»
Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Eccellente mix di contenuti e intrattenimentodi osteriacinematografoFeedback: 4575 | altri commenti e recensioni di osteriacinematografo |
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martedì 29 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una fila di schiavi avanza nella notte degli Stati Uniti del sud. Un calesse incrocia il cammino dei negrieri e del loro carico. Alla guida del mezzo c'è King Schultz,uno strambo dottore di origini tedesche dotato di un linguaggio forbito. L’uomo cerca uno schiavo con l’intenzione di acquistarlo.Il nome dello schiavo è Django. La trattativa parte col piede sbagliato,e la quiete delle notte viene rotta dal frastuono delle armi da fuoco: il dottore rivela una natura insospettabile e nello spazio di un istante gli aguzzini sono a terra,esanimi,e gli schiavi liberi. King Schultz è in realtà un cacciatore di taglie in cerca di tre fratelli di cui ignora i connotati fisici. Django li conosce per averne assaggiato la frusta,e aiuterà l’arguto tedesco nell’identificarli ed ucciderli. Django dimostra talento nella caccia all’uomo,tanto che il dottore gli propone di divenire soci per l’inverno;in cambio Schultz aiuterà Django nella ricerca della moglie Broomhilda,venduta chissà dove come schiava. Corre l’anno 1858,e la storia americana avanza a grandi passi verso la guerra civile. Il film è suddiviso in due capitoli: nel primo assistiamo al consolidarsi del sodalizio “on the road” assai inusuale fra Django e il tedesco. Nel secondo,la scena si sposta a Candyland,un’immensa piantagione in cui gli schiavi sono sottoposti all’umore di Calvin Candie,il sadico proprietario che gode nel far scannare fra loro i mandinghi. Qui –dopo una sorta di rallentamento ideo-motorio della narrazione- avrà luogo la vendetta di Django. La storia si sviluppa in modo lineare e non secondo i consueti canoni del regista del Knoxville,che tendono di norma ad alterare la consecutio temporum degli avvenimenti. La scelta di genere,a cavallo fra western e southern,si rivela perfetta fra le mani di Tarantino,che pone uno sguardo senza filtri sulle sorgenti del razzismo americano: l’autore incornicia la violenza con il consueto gusto estetico che esalta colori e particolari in modo unico.La scrittura di Tarantino è all’altezza delle aspettative: i dialoghi sono serratissimi e ben costruiti e si rivelano utili allo scopo di stemperare in modo creativo i drammi del razzismo e della schiavitù. Il primo piano viene utilizzato per accentuare ed esaltare i personaggi e i momenti topici della vicenda e spesso la mera espressività fornisce il senso stesso della storia. Django è una sorta di vendicatore universale,ma è anche un Sigfrido del sud,pronto a tutto per liberare l’amata Brunilde dalla prigione di fuoco. La chiave della rivalsa di Django risiede nel concepimento stesso dell’idea di potersi affrancare dall’assoggettamento dei bianchi: Django è il simbolo della ribellione e della speranza,è un uomo che non teme nulla e non ha più bisogno di nascondersi. Il senso di vendetta muove l’intera opera di Tarantino,e la mano di Django che tentenna e poi cede al grilletto è l’icona perfetta di una frenesia di rivalsa che sfoga tutta la sua furia dopo aver subìto ogni tipo di angheria. L’ottima sceneggiatura,la dirompenza visiva delle immagini,i dialoghi fittissimi ed incalzanti,un cast di attori eccellenti,le numerose componenti ludiche,l’inclinazione del regista a collocare la storia nel cinema come una sorta di parodia rendono il film di Quentin Tarantino una perfetta miscela di contenuti e intrattenimento,un binomio a cui il cinema non dovrebbe mai rinunciare. osteriacinematografo.com
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