| Anno | 2025 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 109 minuti |
| Al cinema | 2 sale cinematografiche |
| Regia di | Anna Negri |
| Uscita | lunedì 10 novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Wanted |
| MYmonetro | 3,46 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
|
Ultimo aggiornamento martedì 28 ottobre 2025
Una storia personale per raccontare una pagina della Storia italiana. Toni, mio padre è 61° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 788,00 e registrato 3.267 presenze.
|
CONSIGLIATO SÌ
|
Toni Negri è stato un pensatore di fama mondiale. Anna Negri, sua figlia, è una regista che ha faticato molto per emanciparsi dal suo cognome. Perché quando aveva 14 anni, suo padre, allora professore di Scienze Politiche all'università di Padova e tra i leader del movimento di contestazione degli anni '70, fu arrestato. L'accusa, da cui poi sarà prosciolto, era gravissima: essere il capo occulto del terrorismo italiano. Dopo quattro anni di prigione, quindici di esilio ed essersi reinventato un'altra vita, Anna lo ritrova a Venezia e insieme i due portano avanti un racconto a due teste fatto di memorie e dialoghi a volte impossibili tra padre e figlia, con tutto quello che hanno attraversato.
Il racconto intimo di un trauma personale, familiare, generazionale e storico.
Racconta questo Toni, mio padre, documentario firmato da Anna Negri, che ci ha messo tanto per liberarsi dal peso del suo cognome. Dalla prospettiva privilegiata di figlia racconta chi sia stato veramente suo padre, per lei, per la sua famiglia e per lo stato italiano. Anche per la così detta giustizia, che lo ha prima accusato e poi incarcerato "preventivamente", salvo poi proscioglierlo.
Quel "poi" ha fatto tutta la differenza, eppure Negri non accusa, giustifica né assolve il padre rivoluzionario, ma gli lascia lo spazio giusto per raccontare la sua verità. Non senza contraddittorio: la forza del film sta proprio nel suo approccio mai agiografico ma dialettico, nel continuo scambio di punti di vista, di opinioni anche politiche, di emotività. Sfilano sullo schermo una serie di litigi, confronti - generazionali, oltre che privati - anche aspri, continui tentativi di boicottaggio del film stesso. Padre e figlia allo specchio, nelle mancanze dell'uno e nel dolore dell'altra, nella difficoltà e nell'impegno di comprendersi, nel loro parlare due linguaggi diversi («Lui quello della politica, io quello degli affetti»).
A fine film fa tenerezza quel loro «caparbio tentativo di comprenderci», quei loro accesi battibecchi che nei contenuti mai banali e sempre interessanti allargano l'orizzonte narrativo parlando della Storia.
Anna Negri non manca di raccontare quello che resta l'episodio più traumatico che ha segnato un prima e un dopo nelle vite di entrambi: l'arresto di Toni Negri con la pistola puntata alla tempia, l'accusa di essere la mente occulta del terrorismo italiano. Non manca neanche di evidenziare le storture di un movimento non privo di aporie e contaminazioni (su tutte, la sottesa logica patriarcale).
Non è, insomma, assolutamente un santino quello che Anna realizza del padre Toni, ma un vibrante documentario che non si limita a elencare o raccontare i fatti, ma a svelarne retroscena e conseguenze soprattutto emotive, a livello personale e familiare. Senza retorica, senza nostalgia, ma con un afflato lucido e spesso polemico: sullo schermo scorrono immagini di filmati privati, d'infanzia, di famiglia e super8 girati dalla regista stessa adolescente accanto a quelli di repertorio, altrettanto preziosi perché raccontano un Paese, un movimento, un'ideologia, un'aderenza a un'ideale contro tutti e tutto, che non esistono più. Non in quel modo, non in quella forma, che nel bene e nel male fu un unicum nella storia d'Italia.
Interessante la scelta di aprire e chiudere il film, con struttura circolare, a Venezia. In effetti la loro storia è proprio un cerchio che si chiude: i due si ritrovano a Venezia, dove Anna è nata, dove viveva da piccola e dove è sepolta sua madre. Proprio lei, che non ha mai vissuto con il padre da quando fu arrestato, lo accompagna per l'ultima volta - sei mesi dopo Toni morirà - in quello che si rivela presto un viaggio. Non negli inferi, neanche in paradiso, ma in quel limbo tra ricordo e consapevolezza, memoria privata e memoria storica, che sa di scoperta e recupero del tempo perduto.
Non che sia una vera novità il fatto in sé, ma è interessante come il cinema italiano - anzi: il documentario, qualunque cosa voglia dire oggi questa parola-mondo - stia interrogando il rapporto tra padri e figli o figlie, a maggior ragione quando il genitore non è solo figura privata ma soprattutto pubblica. Pensiamo al Nino D'Angelo omaggiato dal figlio Toni nell'accorato 18 giorni (un titolo che [...] Vai alla recensione »
Venezia. Lui malato, in carrozzella, ma lucido. Lei, per anni trascurata, pretende autocritica... Un clash generazionale: il padre cresciuto nel Veneto povero postbellico, la figlia nata nel punk. Il duetto è scandito da materiali di repertorio, scritte didattiche, una suite musicale che dà ombra a sorrisi, carezze, lacrime e dissidi. Ego(de)centrici entrambi, d'accordo con Deleuze: per la sinistra [...] Vai alla recensione »
Toni Negri è stato molte cose: un accademico, un docente universitario, un politologo, un filosofo e uno studioso del pensiero filosofico, di Spinoza in particolare dedicando gran parte dei suoi studi all'approfondimento del suo pensiero. È stato anche un ideologo della sinistra nella quale ha militato spostando progressivamente la sua posizione politica verso un estremismo che trovava la sua derivazione [...] Vai alla recensione »
Toni Negri per molti anni è stato uomo braccato dal mondo. Tutti volevano qualcosa da lui: i compagni risposte, lo stato la sua libertà, gli altri studiosi uno scontro/incontro intellettuale. Visto da lontano, lui gestiva bene questa situazione, con grande contezza. Il vero problema era la ricaduta sulla famiglia. La moglie Paola è sempre stata al suo fianco, lo ricorda lo stesso Toni Negri nel film: [...] Vai alla recensione »
Un documentario biografico realizzato da una figlia su un padre, specie laddove quest'ultimo sia stato una figura controversa e polarizzante, è un'operazione che in qualche modo potrebbe apparire classica, comprensibile, persino scontata; in particolare se la figlia in questione è anche una nota regista. Tuttavia, basta guardare le prime immagini di Toni, mio padre, documentario attraverso il quale [...] Vai alla recensione »
«Toni, mio padre è un film molto personale, biografico e autobiografico, in cui il presente veneziano, girato da Stefano Savona, si intreccia con interviste, filmini di famiglia, fotografie e i Super8, che ho girato dai miei 16 anni in poi. Questi materiali ... raccontano una storia personale in cui ha fatto irruzione la Storia ufficiale, evocata attraverso repertori televisivi e testate giornalistiche». C [...] Vai alla recensione »