Titolo originale | The Age of Innocence |
Anno | 1993 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Martin Scorsese |
Attori | Geraldine Chaplin, Michelle Pfeiffer, Winona Ryder, Daniel Day-Lewis, Hugh Smith Miriam Margolyes, Richard E. Grant, Alec McCowen, Mary Beth Hurt, Jonathan Pryce. |
Tag | Da vedere 1993 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,69 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 luglio 2020
Tratto dal romanzo premio Pulitzer di Edith Wharton. Nella New York del 1870 il giovane Newland Archer (Lewis), appartenente a una famiglia molto in vista, sta per sposare la dolce May (Ryder) a sua volta figlia di cospicua famiglia. Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, ha vinto 2 Nastri d'Argento, 4 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, Al Box Office Usa L'età dell'innocenza ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 29 milioni di dollari e 2,3 milioni di dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Tratto dal romanzo premio Pulitzer di Edith Wharton. Nella New York del 1870 il giovane Newland Archer (Lewis), appartenente a una famiglia molto in vista, sta per sposare la dolce May (Ryder) a sua volta figlia di cospicua famiglia. La ragazza ha una cugina, Ellen (Pfeiffer), bellissima e triste, fuggita da un nobile marito europeo, creando, di conseguenza, scandalo. È già evidente al primo incontro fra i futuri cugini che qualcosa succederà. Newland, perbene a oltranza, letteralmente ammanettato dalle severissime convenzioni di quella società, non si decide a fare il primo passo. Protegge Ellen nei giusti termini, facendola accettare in società; oppresso dai sensi di colpa, anticipa il matrimonio con May, ma è sempre più innamorato dell'altra. Quando i due si decidono a dichiararsi e a "consumare", ancora una volta le circostanze sono contro. Rimane loro un infinito amore platonico e in contumacia. Ormai vecchio e libero, a Parigi, Newland non avrà nemmeno il coraggio di rivedere la sua amata. Film decisamente importante. Si potrebbe dire "esercizio multiplo" del grande regista americano, che si concede un cameo nel ruolo di un fotografo. Sono emersi i nomi del Visconti di Senso, di Frears e di altri, in realtà Scorsese non ha bisogno di imitare nessuno, se si applica a un genere lo conquista di puro talento, come aveva fatto con un altro film fuori dal suo... paniere, Cape Fear. Non calligrafismo, ma arte applicata, la ricerca del lusso d'ambiente, fatto di composizioni di frutta, di salotti con dipinti d'autore, di pizzi, di servizi smaltati, di portate che farebbero impallidire Marchesi e toilettes di una società ricchissima che si ispirava a quella inglese. Da segnalare inoltre l'uso della voce fuori campo che sovrasta spesso la rappresentazione, ma che si vale della scrittura straordinaria della Wharton e della voce altrettanto straordinaria della nostra Maria Pia Di Meo.
New York, 1870. Newland Archer, un giovane e brillante avvocato, è prossimo a sposare May Welland, una ragazza di buona famiglia, graziosa ma superficiale; tuttavia, poco dopo l'annuncio del loro fidanzamento, Archer si innamora della contessa Ellen Olenska, appena tornata dall'Europa e messa al bando dalla società newyorkese per il suo comportamento libero e anticonformista.
L'età dell'innocenza, diretto da Martin Scorsese, che ha collaborato di persona alla riduzione del testo originale insieme allo sceneggiatore Jay Cocks, è il terzo adattamento cinematografico (dopo quelli girati nel 1924 e nel 1934) dell'omonimo romanzo di Edith Wharton. Ambientato nei quartieri alti della New York di metà Ottocento, il film si distacca dal resto della produzione di Scorsese per la sua estrema attenzione all'aspetto formale, per l'ostentata eleganza della ricostruzione d'epoca, e per lo stile impeccabile e raffinato tipico del cinema di James Ivory. Ma dietro l'apparenza del dramma letterario in costume, Scorsese in realtà continua il discorso già avviato con Mean streets e Quei bravi ragazzi, e che proseguirà in seguito con Gangs of New York; vale a dire la descrizione (o piuttosto la cronistoria) della società americana, e in particolare di New York, in diversi momenti della sua evoluzione e della sua cultura, soffermandosi nell'illustrazione dei conflitti e delle spietate leggi che ne determinano l'esistenza.
Ed è proprio contro le inflessibili regole della morale vittoriana (prontamente importata dalla madrepatria) e di un perbenismo fascista e ipocrita, che tentano invano di battersi i due protagonisti di questa tormentata storia d'amore: l'avvocato progressista Newland Archer (Daniel Day-Lewis), insofferente verso i dettami puritani, e la bellissima contessa Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer), che ha deciso di ribellarsi al ruolo di moglie tradita e umiliata e ha abbandonato il marito suscitando lo scandalo e il disprezzo degli altri membri della sua classe sociale. Attraverso la rappresentazione dell'opulenza e del lusso nel quale sono immersi questi anomali "gangster" del XIX secolo, dei loro salotti arredati con uno sfarzo quasi opprimente (impressionante l'horror vacui delle pareti riempite di quadri), il film esalta il contrasto tra gli inviolabili riti imposti dall'etichetta, e la ferocia di una civiltà schiava delle convenzioni e dominata dal denaro. Alla fine, infatti, la "tribù" dei signori della buona società costringerà Archer e la contessa Olenska a sacrificare la propria felicità e a separarsi definitivamente.
La pellicola può essere considerata senza dubbio una delle opere più originali e riuscite nella carriera del celebre cineasta italo-americano, un vero e proprio gioiello all'interno della sua filmografia. All'eccellente regia di Scorsese (magistrali alcune inquadrature e l'uso espressivo della fotografia di Michael Ballhaus) si aggiunge il fondamentale contributo delle scenografie di Dante Ferretti, degli splendidi abiti di Gabriella Pescucci (premio Oscar per i migliori costumi), della magnifica colonna sonora composta da Elmer Bernstein, e della squadra di grandi interpreti presenti, con un ottimo Daniel Day-Lewis, e una Michelle Pfeiffer che brilla per intensità e fascino, in grado di trasmettere al suo personaggio un'aurea di doloroso romanticismo e di straziante malinconia.
"L'età dell'innocenza" è lontano dai canoni di Scorsese almeno quanto il suo tridimensionale "Hugo Cabret", ma ciò non significa che questo Scorsese non si sia rivelato all'altezza della regia perfetta di "Toro Scatenato". Daniel Day Lewis interpreta bene un uomo dalle emozioni represse accorgersi che la donna che veramente ama (è Michelle Pfeiffer) non è quella con cui ha deciso da tempo di andare [...] Vai alla recensione »
Splendido film, che tuttavia soffre, come tutti i film tratti da prolissi romanzoni americani (primo fra tutti Ritratto di signora) per la difficoltà oggettiva di trasporre il verboso mondo intimo degli americani dell'800 e il complesso evolversi del narrato, concentrandoli nel breve spazio di due ore. Chi non ha letto il libro, corre il rischio di annoiarsi, data la palese difficoltà di seguire l'incastro [...] Vai alla recensione »
L' età dell'innocenza è un Adagio, come il secondo movimento della sonata "Patetica" di Beethoven che sentiamo nelle due scene nei salotti di casa Beaufort che aprono e chiudono il film. Gli sguardi, i dialoghi, la fotografia, la colonna sonora e naturalmente i movimenti della macchina da presa, seguono quel ritmo lento ed elegante, che è lo specchio di una classe [...] Vai alla recensione »
Nella New York del 1870 Newland Archer (Day-Lewis), un ricco avvocato, è fidanzato con la giovane May Welland (Ryder). Ma quando la contessa Ellen Olenska (Pfeiffer) giunge a New York Newland non può non innamorarsi della sua eleganza e sofisticatezza. E i suoi sentimenti verso la più convenzionale May cambiano totalmente… Dal romanzo di Edith Warton, Scorsese e Jay [...] Vai alla recensione »
il mio titolo non sembri irriguardoso, perchè era il classico richiamo delle bancarelle nei mercati di paese, questo film si può sintetizzare in questo richiamo, rinunciando al soldo. Lento, verboso, ipertrofico e che per di più necessita di una voce narrante (quando c'è una voce narrante in un film metto istintivamente mano alla pistola, che per fortuna non possiedo). [...] Vai alla recensione »
Quando si vede un film, privo di soggetto originale, bisognerebbe dimenticare il romanzo da cui è tratto o, meglio, non averlo mai letto e risparmiarsi la solita tiritera su "come era più bello il libro". Questo perché il film è sempre un'opera nuova e originale rispetto a ciò che lo ha ispirato, ma, forse, questo assunto è sbagliato, perché [...] Vai alla recensione »
Un’insolita America nord-orientale di fine ottocento, dominata dai suoi rigidi inverni e dall’ancor più rigido conformismo di stampo britannico. Una New York tutti lustrini e merletti che ricorda incredibilmente la vecchia Europa, rutilante nelle atmosfere aristocratiche e nei costumi impeccabili dei protagonisti. L’interesse del film sta appunto nell’originalità [...] Vai alla recensione »
Raffinatezza incredibile, sontuoso. Scorsese dimostra di aver appreso la lezione di Visconti, la fa sua e arricchisce il tutto plasmando una pellicola di alto livello, simile, ma differente (per logica, come è giusto che sia) al Gattopardo. La cura quasi maniacale dei dettagli rende la visione piacevole ai cinefili, forse meno ad un pubblico più ampio.
Una pellicola davvero molto curata e raffinata in tutti i suoi aspetti, la lezione impartita da Visconti è stata appresa da Scorsese, che arricchisce a modo suo, plasmando un film simile, ma differente (non poteva essere altrimenti) a uno dei maggiori lavori del regista italiano. l'unico difetto che potrei trovare, se tale si può definire, sta nella difficoltà di seguire in [...] Vai alla recensione »
l'ho visto da ragazzo, è il film che mi ha fatto amare il cinema e mi ha fatto rendere conto che poteva essere arte assoluta. Raffinato, maniacale nella ricostruzione dell'epoca, perfetto in ogni sfumatura, splendido fin dai titoli di testa. Recitazione ai massimi livelli, storia delicata e coinvolgente. Magnifico
la consapevolezza da parte di Ellen di essere amata senza poter amare Le permette di non sentirsi più sola.
Capolavoro firmato Scorsese poco conosciuto ma bello e profondo.
Uno dei film più delicati e raffinati della storia del cinema.
Mi sembra che il personaggio più' valido ancorche' attanagliata dalle convenzioni sia La moglie dell'avvocato sia per il colloquio franco che ha col fidanzato quando lo invita a veder chiaro in se stesso e nei propri sentimenti e a non voler affrettare le nozze sia quando ha la forza di tacere pur conoscendo l'amara realta' che riguarda il suo matrimonio.
Non so come descrivere questo film di Martin Scorsese, girato nel 1993, se non esternando la mia delusione. Scorsese è uno dei miei registi preferiti, sempre brillante, con ritmi incalzanti e portatore di grandi riflessioni, pronto sempre al botto, a quelle atmosfere scoppiettanti e a tratti, tremendamente e stupendamente terrificanti. Eppure, tutto ciò non si trova in questo "L'et&ag [...] Vai alla recensione »
i costumi anglo-wasp dell'800 mi annoiano....in questo film di scorsese d'interessante ci sono gli ultimi 25 minuti, il resto è ridondante, asettico( e in quegli anni non c'era nulla di asettico). delusione.
Ellen Olenska nella luce: ora nel bianco incandescente che sale da un palcoscenico e che le invade i capelli, ora nell’oro accecante del sole che si specchia in mare. Il giovane Newland Archer la vede come una promessa trasparente, come un al di là della penombra, del grigio della vita. E così sarà ancora trent’anni più tardi, in un giorno chiaro, a Parigi.
“L’età dell’innocenza è probabilmente il più violento dei miei film,” ha detto Martin Scorsese a Henri Béhar che, per “Le Monde”, lo ha intervistato sul film fuori concorso con cui si è inaugurata la cinquantesima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Ma come? E Taxi Driver, e Toro scatenato, e Quei bravi ragazzi, e Cape Fear, i bagni di sangue delle “mean streets”, i rituali della mafia? La [...] Vai alla recensione »
New York New York: Martin Scorsese ambienta ancora una volta un film nella città che più gli sta a cuore. Nulla a che vedere, tuttavia, con i sordidi quartieri o con gli emarginati di Mean Streets, Taxi Driver o Fuori orario. In L’età dell’innocenza, tratto dal romanzo di Edith Wharton, il regista italoamericano racconta una città che non c’è più, la ricca metropoli in formazione della fine dell’Ottocento. [...] Vai alla recensione »
L’età dell’innocenza (The Age of Innocence), dal romanzo scritto nel 1920 da Edith Wharton (editore Corbaccio) e ambientato intorno al 1870 nella High Society di New York alla quale l’autrice apparteneva, primo e sinora unico film di Martin Scorsese sui grandi ricchi e su un’impossibile passione romantica, non è riuscito: per quanto ben fatto, si capisce, lussuoso, grandioso, benissimo interpretato [...] Vai alla recensione »