Scrivere una recensione su Django Unchained è davvero cosa difficile.
Ho iniziato ad apprezzare i film western dopo Balla coi Lupi, e ammetto di non aver mai preso troppo in considerazione gli spaghetti western. Mi dovrò ricredere.
Django trascende i generi. Parla dello schiavismo con alta moralità (come un western contemporaneo, da Piccolo Grande Uomo in avanti) e parla di vendetta (come uno spaghetti western e nell'ottica di Tarantino), ma quello che ne esce è un prodotto assolutamente originale.
La centralità del racconto è evidentissima, scandita da passaggi scritti, da flashback e da immagini quasi subliminali.
La colonna sonora e la grafica d'antan sono spettacolari. Il cameo di Franco Nero è quasi un passaggio di testimone.
Gli attori sono bravissimi. E se è vero che Leonardo Di Caprio disegna un perfetto villain (peccato che abbia sempre il volto da adolescente, perchè è bravissimo), Samuel L.Jackson è straordinario. Odioso e trasformista in modo mirabile.
Ma la coppia Schultz - Django è perfetta sia per gli interpreti che per i pesonaggi. L'amicizia virile, l'aiuto di Schultz a far crescere Django sono descritti compiutamente da silenzi, fiumi di parole e sguardi. E bellissimo è il paragone di Django con Sigfrido.
Il dialogo è interessante, elegante e a volte addirittura spassoso.
Purtroppo non ho potuto apprezzare le citazioni, non avendo visto (faccio ammenda) i film isipiratori. L'unico parallelismo che ho percepito (e mi auguro non sia una mia sovrapposizione) è con Il Gladiatore e con Braveheart: entrambi i protagonisti vedevano la donna amata con gli occhi dell'anima, entrambi ricercavano la libertà con tutte le loro forze.
Quello che mi ha disorientato è la netta differenza tra il primo e il secondo tempo. Nella prima parte la violenza è più intuita che espressa; nella seconda parte, quasi per compensare, scorre il sangue. E' il marchio di Tarantino. Si ama o si odia, ma non si può non apprezzare. E lo spartiacque tra le due parti è il confronto tra Candie e Schultz: il formalismo contrapposto alla moralità, magari terribile (Schultz spara senza farsi troppi problemi) ma profondamente commossa e rispettosa della dignità: non è più necessaria la pantomima, si può finalmente dimostrare tutto il disappunto per un uomo spregevole vestito a festa.
Bellissimo. Da vedere assolutamente.
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