Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
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Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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CAPOLAVORO?NI.
di giugy3000Feedback: 5907 | altri commenti e recensioni di giugy3000 |
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giovedì 11 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il grande Quentin non sbaglia un colpo. Era dal 2007 che aveva in mente questo scenario alla spaghetti western, forse proprio dopo aver visto e collaborato al remake giapponese che ne fece in primis Takashi Miike del film di Sergio Corbucci del 1966. Quest'ultima opera del cineasta è sì un tributo al genere che vide spiccare Franco Nero nel suo primo ruolo importante, ma è anche un azzeccatissimo pretesto per continuare quella che io chiamerei la "fase della violenza giustificata" nella filmografia tarantiniana. Dopo "Grindhouse" proprio difatti risalente a quel fatidico anno 2007, Tarantino cambia registro e pare dar vita ad una trilogia (anche se del terzo film ancora nulla si sa al momento) sulla sua personale concezione di vendetta e rivalsa sui peggiori crimini della storia. Si passa dall'odio e dal sapore amaro delle peggio azioni per scopi sadici ed edonistici alla violenza non più fine a se stessa, dove i caratteri della vicende trasudano nella loro ferocia la più impagabile umanità. Sì, perchè "Inglorius Basterds" e "Django Unchained" sono legati, molto legati. Il razzismo e la discriminazione vengono affrontati in entrambi i risvolti delle più imperdonabili colpe mai commesse per mano umana: prima si parlava di ebrei e nazisti ora di americani bianchi e neri al tempo della schiavitù. E Tarantino si "diverte" e lo fa sapientemente facendoci riflettere al contempo, a porci davanti i suoi fantasiosi (ma nemmeno più di tanto) happy ending, dove chi non porta pietà verso il prossimo e non pensa di essere mai toccato dalla cattiva sorte,subirà le peggio conseguenze come nel più atroce dei contrappassi danteschi.
165 minuti che raccolgono "l'epopea" di Django, uno schiavo liberato grazie ad un colpo di fortuna dal Dr. King Schultz che pensa gli possa esser d'aiuto per portare a termine la sua ennesima missione come cacciatore di taglie e che dalla tratta degli schiavi poco gli importa, se non per ricavarne degli utili. Finito il breve periodo in cui Django al fianco del dottore si riscatterà emotivamente parlando e imparerà a sparare con la mano più veloce del Sud degli Stati Uniti a tutti i bianchi ricercati, comincia l'ardua ricerca di Brunhilda, la sua sposa lasciata in condizioni disumane a Calvin Candie, un uomo ingenuo e permaloso che non può certo conoscere le imprevedibili conseguenze di chi si sta inimicando. Scenograficamente perfetto, senza sbavature, dal ritmo giusto (mai pedante e mai estremo), ottimamente recitato. I dialoghi di quest'ultima fatidica di Quentin sono tra i più incalzanti e meglio rusciti in tutta la sua carriera e una menzione speciale va a C.Waltz, che condivide con l'ex personaggio Hans Landa la similitudine di un'ottima parlantina spiazzante e sempre appropriata da far gelare il sangue, ma da cui si distanzia per esser stavolta decisamente più attento ai rapporti sociali finendo per esser a tratti perfino altruista e generoso! Si può gustare davvero di tutto nell'ottimo piatto di spaghetti western del regista di Knoxville: la giusta dose d'azione è amalgamata sapientemente alle lunghe inquadrature di soli dialoghi e alle scene amorose, Jamie Foxx è semplicemente straordinario e investe il suo personaggio di una complicitià unica con lo spettatore. Bravissimo come sempre (ma che lo dico a fare ormai più) anche il nostro solito Leo di Caprio, che calza il suo ruolo a pennello. Musiche buone, mai ovviamente paragonabili a quelle mitiche di "Pulp Fiction", ma la black music di Jhon Legend spezzata dalle melodie di Morricone ed Elisa erano comunque un buon connubio. ...vi chiederete quindi perchè "solo" un voto come 8/9 e non 10 o addirittura 10 e lode. Onestamente è una questione che credo sia più a pelle che altro, nel senso che il film è realizzato benissimo e non stanca mai, ma mancano (a mio modestissimissimo avviso)colpi di scena un po' più pronuciati e forse forse qua e là sul finale avrei tagliato un buon quarto d'ora di sparatorie ripetute fino alla nausea. Non che sia un film piatto, assolutamente...ma se lo avessi guardato con l'apparecchio dell'elettrocardiogramma attaccato non credo che ne sarebbero usciti battiti accellerati ecco. Perfetto quindi...forse fin troppo?
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