Oggi ho inaugurato l'anno con una pellicola che attendevo moltissimo e devo dire che il 2013 è partito proprio bene,difatti Tornatore è tornato vittorioso dalla sua esperienza estera, portando sullo schermo un grandioso Geoffrey Rush e il sempre più bravo Jim Sturgess (che ormai sapete quanto ami alla follia).
E' un film particolarissimo, che ricalca di molto la sceneggiatura e lo stile narrativo de "La sconosciuta", con parte lineare e poi capeggiato da un grande colpo di scena che ribalta l'intera visione delle cose. Si narra di Virgil, patrono dell'arte e delle aste, bravo come nessun'altro nel suo ambiente a valutare quadri di notevole importanza, nonchè a distinguerne la loro autenticità. Un uomo di rinomato rispetto e ammirazione, ma completamente solo. Costretto a cenare in solitudine ogni sera e spegnere solitario la candelina del suo compleanno Virgil può consolarsi con l'unica presenza del suo fedele compagno di aste, che da anni presiede con lui a quest'ultime facendogli ottenere con le migliori offerte i dipinti più celebri dei più stupefacenti volti femminili. Virgil non ha mai conosciuto l'amore di una donna e sfoga con la sua collezione di quadri tutti i sentimenti che non ha mai potuto dimostrare a nessuno, finchè un giorno la telefonata di una misteriosa donna che gli chiede di valutare la sua villa di averi non gli farà cambiare vita.
Una trama semplicemente perfetta dove sul finale ogni cosa va a suo posto come i tasselli di un vecchio puzzle e dove si impara a diffidare di tutti, proprio come si fa nei migliori film alla Hitchcock. Un giallo, un thriller, un dramma di un uomo...il nuovo film di Tornatore è tutto questo e molto altro ancora, perchè un film molto impegnato ed esteticamente interessante, dove l'antitesi realtà/finzione si fa preponderante per la metafora cardine della vicenda: si può emulare l'amore proprio come il più grande falsario può riprodurre perfettamente un'opera d'arte, ma nel farlo peccarà sempre dell'aggiunta, seppur minima, di un particolare che ne nasconderà la sua traccia. Si narra del bisogno che spesso abbiamo nella vita di credere all'irreale e al fasullo, della cecità in cui ci fa muovere l'amore e dell'attenzione che bisogna sempre avere nel riguardo del raggiro da parte dei nostri più fedeli conoscenti. Anche di fronte al più brutale degli inganni siamo sempre tendenti a chiederci se abbiamo davvero solo avuto a che fare con la spietata delle menzogne e ci ancoriamo al ricordo di quelli che a nostro avviso sono stati nella falsità i più veri momenti della nostra vita. Ci ancoriamo a quelli per sentirci meno soli e finiamo così per aspettare ad un bar di prenderci un caffè con la reale persona che aspettiamo da un'intera esistenza.
Riprese finali di Praga eccezionali, come delle altre cinque o sei capitali in cui sono state girate le scene. A mio modestissimo avviso la trama de "La sconosciuta" rimane una spanna sopra a questo, ma è un film di notevole livello che va visto e che sicuramente non vi deluderà, facendovi scorrere d'un fiato le quasi due ore e un quarto del film. Bentornato Tornatore!
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